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Autore: giapponesina6    05/02/2014    1 recensioni
Salve a tutti sono tornata con una nuova storia, mi è venuta in mente di scriverla guardando una puntata di Cardcaptor Sakura, poi capirete il motivo. In questa nuuova storia cercherò di far evincere i sentimenti dei nostri eroi da altre prospettive e vorrei dimostrare che a volte non sono le parole che contano, ma gesti, sguardi e sensazioni.
< Il nostro incontro non è stato un caso, non posso credere che sia stato un caso incontrare proprio te tra tanta gente >
< Che cosa vuoi dire Ash? >
< Sono convinto che tutto quanto è successo solo perché era destino che ci incontrassimo e che diventassimo amici. >
< Abbi cura di te >
< Anche tu mi raccomando >
< Tu credi che ci rivedremo? >
< Si certo, te lo prometto >
Spero di non deludere nessuno, visto le tante parole carine che mi avete lasciato sia nelle recensioni che in privato. Buona lettura
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brock, Lucinda, Misty, Pikachu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
Capitoli:
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Ci sono desideri che riescono a separare la mente dall’anima, e il cuore dal corpo. Desideri che per anni restano chiusi dentro di noi, per paura di esporli, per paura di perderli e non realizzarli.
Gli stessi desideri che ci fanno star male, soffrire a volte ci illudono, ma sono gli stessi che ci danno un motivo in più.
Il ragazzo avrebbe tanto voluto trovare una soluzione ai suoi problemi. Trovarla e chiederle il perché.
Quello che ormai sentiva era sempre più forte di ciò che provava, i suoi desideri avevano preso il sopravvento sui suoi pensieri.
Era stremato, completamente zuppo d’acqua, ma non smise nemmeno per un attimo di cercare quel Pokemon dagli occhi verdi.
Finalmente la trovò.
Giaceva in una pozzanghera d’acqua priva di sensi.
Aveva un aspetto orribile. Doveva sentirsi male.
< Tana? Piccolina sono qui. Cosa ti è successo? Per favore non lasciarmi solo di nuovo > le lacrime presero a scendergli lungo il viso, mescolandosi ancora una volta alla pioggia.
La piccola creatura non rispondeva alle sue parole.
Era pallida in volto e respirava a fatica. Notò che sul retro della schiena aveva un piccolo foro. Il ragazzo capì che era stata aggredita da qualche Pokemon selvatico.
< Resisti ti prego, ti porterò in salvo. Ti scongiuro, apri gli occhi >
Le sue parole erano strazianti. Lei riusciva a sentirle. Risuonavano in lontananza o forse le stava solo sognando.
Il ragazzo la strinse tra le braccia e si incamminò versò la città.
Quella creatura aveva bisogno di cure al più presto.
Era terrorizzato al solo pensiero di perderla e non rivedere più i suoi occhi, quegli stessi occhi che tanto le ricordavano Misty.
 
I due ragazzi avevano fatto rientro alla pensione dove avevano prenotato due stanza la mattina stessa. Quel temporale si era scatenato con tutta la sua furia, quasi come un segno del destino. L’acqua che scorre porta via tutte le sofferenze del cuore.
Lucinda era preoccupata per Ash. Con quel temporale era ancora fuori. Brock notò la sua preoccupazione del resto anche lui era in pensiero per Ash e i due pikachu.
Finalmente lo videro arrivare.
Era bagnato dalla testa ai piedi. Affannava ed era stremato.
< Ash? > la ragazza si precipitò verso lui.
< Brock per fortuna sei qui. Credo che Tana stia male, non riprende conoscenza. Ti prego fa qualcosa >
Brock nel vedere la piccola pikachu intuì subito che si trattava di avvelenamento. La prese dalle braccia di Ash e la sistemò sul letto.
Era in condizioni molto critiche.
< Dannazione! Ho bisogno del vostro aiuto ragazzi, le condizioni di Tana sono più critiche di quanto pensassi >
I due obbedirono agli ordini di Brock.
Lucinda preparò dell’acqua bollente, dove immerse diverse erbe che il ragazzo stesso le aveva indicato.
Ash continuava a massaggiarle le sacche elettriche, per permetterle la circolazione in tutto il corpo.
Accudirono la piccola per tutta la notte.
Lucinda sfinita per la stanchezza crollò dal sonno. Brock la sistemò delicatamente sul letto.
< Ash ora non ci resta che aspettare. Non possiamo più far nulla. Deve essere lei a reagire >
< Ci sarà qualcos’altro che possiamo fare? Guardala sta soffrendo terribilmente >
< Cerca di riposarti, domani mattina constateremo le condizioni di Tana >
Ma il ragazzo parve non ascoltare i suoi consigli. Continuò a massaggiare il piccolo Pokemon con vigore. Sussurrandole delicate parole all’orecchio.
< Piccolina forza, apri gli occhi e torna da me. Non privarmi dei tuoi bellissimi occhi. Non puoi lasciarmi >
Le sue parole erano accompagnate da lacrime amare.
Il ragazzo maggiore non poté non intenerirsi a quella scena. Gli si avvicinò e prese a massaggiare con forza il piccolo Pokemon.
Ash lo guardò negli occhi.
Sapeva che era esausto, ma nonostante tutto era ancora lì.
< Grazie Brock >
< Non devi ringraziarmi, questa piccolina ha bisogno di noi. Coraggio non molliamo >
< Non me lo perdonerai mai se non dovesse farcela. Per favore Tana apri gli occhi >
Brock sapeva benissimo che Ash stava riversando in quella storia tutt’altra cosa.  Lui si sentiva terribilmente in colpa per la scomparsa di Misty.
 
Il calore delle sue mani.
Nessuna sensazione era più piacevole del contatto con il suo corpo. Con la sua pelle.
Riusciva a distinguere il suo calore con chiarezza e percepirlo in ogni punto del suo corpo.
Lei doveva rivedere i suoi occhi.
Quegli occhi che vide al loro primo incontro. Era tutto così nitido nei suoi ricordi …
< È solo un ragazzino, ma c’è anche un Pokemon, va tutto bene? >
< Si sto bene > i suoi occhi.
< Aspetta cosa stai facendo? >
< La prendo in prestito >
< Non puoi quella è la mia bici >
< Prima o poi te la riporterò >
Da quel momento non avrebbe più potuto fare a meno di lui.
< Non avevo mai conosciuto un tipo come lui, Ash ama davvero i Pokemon >
< Senti Misty a questo punto tu e metapod stavate diventando amici, non l’hai dimenticato? >
< Non l’ho dimenticato solo che. Farò tutto quello che vuoi ma ti prego portami via da questa foresta >
< Su sbrigati abbiamo un sacco di Pokemon da catturare. >
Sorrise.
Lei quei giorni lontani non li avrebbe mai dimenticati.
Sentì nuovamente il calore delle sue mani. Era lo stesso calore che provava ogni volta che lo sfiorava.
Tutto era stato magnifico fino all’arrivo di quel maledetto giorno.
< Potresti venire qui ad occuparti della palestra di Cerulian, mentre noi saremo via >
Non capiva perché doveva toccare a lei occuparsi della palestra e non capiva perché Ash era così entusiasta della cosa. Lui non era neanche un po’ triste all’idea di dividersi.
Quel pensiero le tornò alla mente come un uragano. Cominciò ad agitarsi e lamentarsi per il dolore di quel ricordo, poi delle parole e una promessa le diedero armonia.
< Il nostro incontro non è stato un caso, non posso credere che sia stato un caso incontrare proprio te tra tanta gente >
< Che cosa vuoi dire Ash? >
< Sono convinto che tutto quanto è successo solo perché era destino che ci incontrassimo e che diventassimo amici. >
< Abbi cura di te >
< Anche tu mi raccomando >
< Tu credi che ci rivedremo? >
< Si certo, te lo prometto >
Quella promessa. Quella promessa era tutto ciò che l’aveva spinta ad andare avanti.
Rivederlo era il suo unico desiderio. Il suo più grande sogno.
Quella promessa era ancora una volta l’unico motivo per tenerla in vita.
Quando Misty riaprì gli occhi la testa le doleva, si sentiva priva di forze e faticava a ricordare quello che era successo.
Vide al suo fianco Brock e Ash che stavano dormendo, molto probabilmente erano stati al suo fianco per tutta la notte. Fece per muoversi, ma non aveva sensibilità negli arti. Tentò di gridare ma la voce parve sparita. Provò un brivido lungo la schiena.
Ricordò quel Bidrill che l’aveva aggredita.
Il veleno spandersi nelle sue vene.
E un forte bruciore in tutto il corpo.
Il bruciore si era assopito, ma  non stava per niente bene. Si voltò nuovamente verso Ash.
Quanto le era mancato il suo dolce viso.
 
 
Il ragazzo aprì gli occhi. Balzò subito all’in piedi si era addormentato. Tirò un respiro di sollievo nel vedere che il Pokemon aveva riaperto gli occhi.
Quanto gli erano mancati quei suoi occhi verdi.
< Tana? Ti sei svegliata finalmente. >
La sua voce destò dal sonno anche Brock che si affrettò a vedere le condizioni della piccola creatura.
< Non va bene, non va per nulla bene > cominciò a farneticare con aria preoccupata.
< Cosa succede Brock? Come sta Tana? >
< Purtroppo non è ancora fuori pericolo Ash, il veleno ha destabilizzato il suo organismo. Le sue condizioni sono poco stabili, fa anche molta fatica a respirare >
< Cosa possiamo fare? >
< Andrò giù in città a prendere delle erbe dediche a questo tipo di veleno, cercherò di fare il più in fretta possibile. Tu resta qui al suo fianco e continua a massaggiarle le sacche elettriche > il moretto acconsentì. E prese subito a massaggiarla.
Lei al suo tatto si sentì percorrere da brividi di piacere. Non riusciva a muoversi, l’unico contatto con lui era quello visivo.
< Ash sto male aiutami > ma le sue parole furono udite solo dal topino elettrico, che le stava accanto.
< Misty come ti senti? >
< Pikachu? Non riesco a muovermi, ho dolore ovunque, mi sento tanto debole >
< Vedrai che Brock riuscirà a trovare l’antidoto giusto >
Il ragazzo notò la preoccupazione sul volto del suo piccolo amico.
< Pikachu vedrai che Tana si riprenderà al più presto. Devi per forza piccolina > una lacrima gli rigò il volto.
La sua immagine pareva così sfocata e confusa. Chiuse nuovamente gli occhi.
 
La ragazzina dai capelli blu aprì gli occhi. Vi era un silenzio surreale intorno a lei. Vide che Ash era accanto al Pokemon, si chiese se avesse chiuso occhio.
Notò che Brock non era in casa. Erano soli.
Non le era ancora capitato di stare sola con lui dopo quel bacio.
< Come sta Tana? >
< Non saprei, Brock si è recato in paese per prendere altre pozioni >
Lui era molto preoccupato lo si evinceva dal suo sguardo. La ragazza posò le sue mani su quelle di lui e prese a massaggiare le gote del Pokemon.
Lui si tirò indietro.
< Voglio solo esserti d’aiuto, starti accanto >
< Lo so Lucinda cosa credi. Ma questo non è il momento >
< Ci sarà mai un momento per noi Ash? >
Lui la guardò dritto negli occhi. Non erano quelli gli occhi che lui cercava. E forse ora era troppo tardi per ammetterlo.
< Lucinda ti ripeto che per me sei una cara amica, ma non riesco ad andare oltre >
< Vuoi aspettare che lei ritorni? E se non dovesse farlo? Cosa farai in quel caso? >
< Non lo so. Non so neanche io cosa voglio e cosa penso. Ora l’unica priorità è salvare Tana >
< Salvando Tana non risolverai i tuoi problemi. >
La ragazzina uscì di casa. Aveva bisogno di una boccata d’aria fresca.
 
Brock cercò le migliori erbe curative, tutte le sue pozioni avevano sempre funzionato sui Pokemon, non capiva perché per Tana la cosa era diversa. Quel pikachu aveva qualcosa di strano dagli altri Pokemon. A partire da quel colore d’occhi così inusuale per poi terminare all’immunità sulle pozioni. Qualsiasi tipo di veleno di Pokemon non poteva avere effetti così devastanti su altri Pokemon.
Appunto su altri Pokemon.
Si rese conto che stava vaneggiando, molto probabilmente era dovuto alle poche ore di sonno. Riprese la ricerca tra le erbe.
 
 
< Il nostro incontro non è stato un caso, non posso credere che sia stato un caso incontrare proprio te tra tanta gente >
< Che cosa vuoi dire Ash? >
< Sono convinto che tutto quanto è successo solo perché era destino che ci incontrassimo e che diventassimo amici. >
< Abbi cura di te >
< Anche tu mi raccomando >
< Tu credi che ci rivedremo? >
< Si certo, te lo prometto >
Quelle frasi. Quella scena. Tutto era così vivido nella sua mente. Perché tutto doveva esaurirsi in un mucchio di ceneri.
Quella promessa non poteva essere mantenuta. Lei non avrebbe potuto farlo.
Aprì gli occhi. Erano colmi di lacrime. Nella stanza c’era solo lui.
Non l’aveva abbandonata.
< Ash > la sua voce era flebile. Si lasciò cullare dal suo dolce sguardo per poi abbandonarsi nuovamente all’abisso irrazionale.
 
Lucinda era stanca. Stanca di ogni cosa. L’amore dovrebbe essere la cosa più bella al mondo, per lei non era così. L’amore la stava distruggendo.
Sapeva che lui l’avrebbe aspettata per sempre. Lo sapeva, perché semplicemente lei avrebbe fatto la stessa cosa.
< Ti aspetterò per sempre Ash >
 
 
A chilometri di distanza nella città di Cerulian Tracey quella mattina aveva un forte male alla testa. Non gli succedeva da anni. Avvertì quel segno come un brutto presagio e il suo pensiero fu rivolto subito a Misty.
La sua stanza era ancora vuota, di lei nessuna notizia. Si chiese dove potesse essere quella ragazzina. Poi ricordò gli occhi di quel Pokemon. Troppo simili ai suoi. Troppo per essere diversi.
Ma il tutto era così irreale. Non poteva essere vero. Decise che doveva trovare quella donna. Lei sapeva di sicuro cosa stesse accadendo. Aveva bisogno di saperlo.
 
Ash continuò a vegliare su di lei per tutto il tempo, in attesa di Brock. Continuava a massaggiarle le guance e le parlava come se lei potesse essere in ascolto.
< Piccolina tu devi farcela, abbiamo ancora così tante cose da fare assieme. Non puoi lasciarmi ora, proprio ora che ti ho ritrovata. Voglio mantenere la mia promessa > le sue lacrime bagnarono il piccolo Pokemon che riaprì per un istante gli occhi.
Lui non poteva averlo capito. Non poteva saperlo.
Li richiuse.
Lottava tra la vita e la morte.
Si sentiva sempre più debole, come se stesse lasciando questo mondo. Poi vedeva una luce, una luce abbagliante, proveniva dai suoi immensi occhi neri, nonostante ne fosse abbagliata lei voleva raggiungerli ad ogni costo.
Ma erano sempre più lontani e meno vividi. Realizzò che stava morendo e non avrebbe mai rivisto quello sguardo di cui si era perdutamente  innamorata.
< Tu credi che ci rivedremo? >
< Si certo, te lo prometto >
Quella promessa non sarebbe stata mantenuta. Lui non l’avrebbe mai più rivista. Lei non avrebbe mai potuto rivelargli i suoi sentimenti.
Mai assaporato le sue labbra e scoprire che sapore avessero avuto i suoi baci.
Non avrebbe mai più rivisto i suoi dolci sorrisi, non avrebbe più sentito il calore delle sue mani. E non avrebbero fatto l’amore come lei desiderava nelle notti insonne a pensare a lui e al momento in cui si fossero rivisti.
< Tu credi che ci rivedremo? >
< Si certo, te lo prometto >
Dai suoi occhi fuoriuscirono lacrime.
A quelle lacrime il ragazzo impallidì.
Era  in preda alla disperazione. Non sapeva cosa fare.
La paura lo aveva paralizzato. Devastato. Non sarebbe mai riuscito a raccogliere i cocci della sua anima andata in frantumi. Lei lo stava abbandonando.
La sofferenza aveva toccato l’apice del suo cuore.
Si chinò su quella creatura, tanto fragile quanto bella. Le passò delicatamente le dita sulle labbra.
< Non puoi lasciarmi Misty io ti amo > posò delicatamente le sue labbra su quelle di lei.
 


Angolo dell'autrice:
Ormai siamo agli sgoccioli della storia... grazie.
  
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