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Autore: Bertu    05/02/2014    8 recensioni
Lui: Giacomo Jack Zanni, 19 anni, capitano e unica punta della squadra di calcetto della scuola, rappresentante di classe, presidente del consiglio di istituto e sogno erotico di tutte le studentesse del Leonardo. Migliore amico di Giorgia e perdutamente innamorato di lei da sempre.
Lei: Giorgia Marton, ragazza semplice a cui piace giocare a pallavolo, cantare, ballare e spettegolare con Alessandra. Anche se lo nega è alla ricerca del grande amore, ma intanto si consola con la compagnia di Jack.
L’altro: Gianluca Tinti, 28 anni, architetto sexy con quel qualcosa in più che affascina ogni essere di sesso femminile. Conosce Giorgia per caso e non riesce più a fare a meno di lei.
La sua caratteristica: ottiene sempre quello che vuole.
Chi sceglierà Giorgia?
Il ragazzo o l’uomo?
Il migliore amico o l’ignoto?
Pronte a scegliere con lei?
Trailer : http://www.youtube.com/watch?v=7Zzeh2dmMA4
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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UN NUOVO MESSAGGIO

Capitolo 22

Ferita.
Arrabbiata.
Incazzata.
Triste.
Depressa.
Sull’orlo di una crisi di nervi.

Giorgia avrebbe potuto usare una quantità infinita di aggettivi per descrivere il suo stato d’animo. Tuttavia non ne trovava uno che calzasse alla perfezione. E poi… preferiva non pensarci. Preferiva fingere che non fosse successo nulla, che Mauro l’avesse tradita perché la carne è debole ed Elisa è una troia, non perché Jack aveva chiesto alla nana di fargli un favore.

Anche se…
Se Mauro il verme avesse tenuto veramente a lei si sarebbe tirato indietro e non ne avrebbe approfittato. Se avesse tenuto veramente a lei non si sarebbe comportato in quel modo.
Da un certo punto di vista Jack, protettivo come sempre, le aveva fatto un favore. Sapendo che non gli avrebbe mai creduto senza prove, l’aveva messa di fronte a un fatto compiuto.
Il resto era storia

Tuttavia questa non era una di quelle occasioni dove “il fine giustifica i mezzi”.
Aveva giocato con i suoi sentimenti e quello sarebbe stato difficile da perdonare.

Tutta la situazione era… surreale.
Jack che chiedeva a Elisa di farsi Mauro e in cambio lui si sarebbe concesso a lei, come un agnello sacrificale? Oddio… e perché la nana aveva aspettato ben quattro anni prima di ricevere la sua ricompensa? Certamente questo doveva aver a che fare con lei, con Giorgia.
Forse Elisa era sempre stata gelosa di lei, del suo rapporto con Jack.
Forse Elisa aveva sempre amato Jack ma sapeva che lui non si sarebbe mai e poi mai schierato contro la sua Trottola. Aveva quindi preferito rimanere nell’ombra, rimanere in trincea, per poi fare la sua mossa quando Giorgia sarebbe più vulnerabile.
Alla festa di Andrea.

E adesso Giorgia stava correndo.
Correndo verso l’uscita.
Correndo verso Gian.

Si fermò per riprendere fiato giusto vicino alla porta.
Non voleva che l’architetto sexy la vedesse di nuovo in quelle condizioni.
Piangente, in lacrime e con gli occhi da cucciolo rossi e gonfi come due palline da tennis.
No, Gian decisamente non si meritava tutto ciò.

Appoggiò la schiena al muro e fece due respiri profondi.
Sarebbe andato tutto bene.
Respiro.
Gian l’amava e avrebbe cancellato ogni traccia di sofferenza dentro di lei.
Respiro.
Si sarebbe calmata e poi gli avrebbe detto tutto. Avrebbero affrontato tutto insieme.
Erano una coppia, una coppia solida, anche se insieme da pochissimo tempo.
Ce l’avrebbero fatta.

Si concesse altri due secondi per osservarlo dal vetro della porta.
Era uscito dalla Giulietta e stava parlando al cellulare con qualcuno. Sorrideva e scuoteva la testa quindi doveva trattarsi di Ivan. Il biondo aveva pensato bene di organizzare un fantastico addio al celibato con tanto di spogliarelliste che uscivano dalla torta, ma nessuno dei suoi amici sembrava incline ad assecondarlo nella sua pazza idea.
Giorgia lo guardò passarsi una mano tra i capelli e poi appoggiarne il palmo sulla fronte.

Senza pensarci due volte uscì e si buttò tra le sue braccia, accoccolandosi contro il suo petto e inspirando il suo profumo. Lui la baciò e l’abbracciò con il braccio libero. Le accarezzò ritmicamente la schiena, passando le mani tra i capelli mentre cercava di porre fine alla telefonata di Ivan.
- Ivan, pensi che Alice gradirebbe trovare delle spogliarelliste in quello che è, e sarà negli anni futuri, il vostro nido d’amore?... Lo so che è una ragazza golosa, ma non credo che scoppierà di gioia quando saprà da dove viene quella fetta di torta!! Se vuoi possiamo fare un viaggetto da qualche parte, NO IVAN! NON ANDREMO A LAS VEGAS! Dai, ci penseremo su e poi ci consulteremo. Adesso scusami, devo chiudere. Sì, te la saluto. Sisisi… ciao -

Gianluca si tolse gli occhiali e guardò la ragazza dritto negli occhi.
- Ivan ti saluta -
- Ivan è pazzo! – disse ridendo.
Gianluca annuì.
- Anche io sarei pazzo se non facessi questo -

Portò una sua mano sulla nuca, mentre con l’altra continuava ad accarezzarle i capelli. Le baciò la punta del naso e poi, lentamente, scese verso le sue labbra.
La baciò delicatamente, stringendola a sé, premendo sulla nuca e facendola inarcare leggermente. La esplorò a fondo, stringendola di più, mordendole labbro inferiore prima di lasciarla andare.
- Cosa c’è che non va, piccola? - le sussurrò sulle labbra.
Giorgia si strinse tra le spalle. – Niente… va tutto bene –
L’architetto sexy portò due dita sotto il suo mento e continuò ad accarezzarle i capelli.
- So che hai appena pianto… Ho sentito il sapore salato delle tue lacrime quando ti ho baciato. Non mi vuoi dire cosa c’è che non va? Risolveremo sempre tutto insieme, lo sai -
Giorgia gli baciò il mento e poi scese lungo il collo, accarezzandogli i fianchi sopra la maglietta.

Perdeva sempre il controllo di sé quando era vicino a lui.
In quel momento non voleva fare niente. Solo abbracciarlo. Baciarlo. Stargli appiccata.
Possibilmente fare l’amore.
Sentirsi completa.

Scosse la testa mentre continuava a baciarlo.
- Andiamo a casa, Gian – mormorò contro il suo petto.
Mano nella mano girarono attorno alla macchina e l’architetto sexy, gentile e affascinante come sempre, le aprì la portiera.

- GIORGIA! NON ANDARE! –
Jack era uscito dall’Istituto. Piegato in due, le mani sulle ginocchia e il respiro affannoso, guardava fisso verso di loro. Non potè subito attraversare, improvvisamente la strada divenne molto trafficata, ma l’intenzione era chiaramente quella.

- Se ti dico di salire in macchina e restarci non lo farai, vero? -
Guardandolo, Giorgia scosse la testa.
Si stava passando una mano tra i capelli, fissando Jack come se volesse incenerirlo con lo sguardo. I lineamenti duri, le labbra tirate in una linea sottile, strinse i capelli tra le dita, come se stesse cercando di calmarsi senza sbottare e insultare Giacomo tirandogli addosso le chiavi della macchina o una scarpa.
O magari entrambe.
Strinse la mano di Giorgia e le baciò la guancia.
- Stai dietro di me, piccola. Ok? -
- Ma è Giacomo… non mi farebbe mai del male –
- Hai già sofferto fin troppo per i miei gusti, piccola – disse guardandola duramente, ma sempre tenendole la mano.

Giorgia non disse nulla.
Sapeva che Gianluca aveva ragione, ma non voleva mettere fine al rapporto con Jack.
Tuttavia era pronta a fare la sua scelta. Odiava ammetterlo ma Gianluca in soli pochissimi mesi aveva saputo darle molto. Adesso non era più una ragazza, ma una donna e questo era merito esclusivamente dell’architetto sexy.
E se le avessero domandato da chi andare, lei non avrebbe avuto esitazioni.

Non era nei suoi piani troncare un rapporto, ma…
Ma Jack doveva imparare a rispettare le sue scelte, come faceva Gianluca. Non era più la bambina indifesa che andava con lui al parchetto; la sorellina che vedeva in lei ormai era cresciuta e sapeva badare a se stessa.

Giacomo attraversò la strada, tenendo le mano alzate, come segno di pace e resa. Ma questo non era sufficiente. Non bastavano cinque minuti di pentimento per cancellare tutto il dolore che Gianluca aveva visto sul volto della sua piccola. Sia adesso, che nei mesi passati ma soprattutto quel sabato quando si era catapultato da lei.
Giorgia non meritava nulla di tutto ciò.
- Che intenzioni hai, moccioso? Sei venuto qui per portarmela via? – domandò con astio.
- Sono venuto per chiedervi scusa, per chiederle scusa –
- Bene, ok. Ce l’hai fatta. Ci hai chiesto scusa e, credimi, l’apprezzo molto. Ma adesso credo tu debba rientrare. Io e Giorgia stavamo per andare via, quindi… -
Giacomo si avvicinò di più a loro. Decisamente non aveva intenzione di rientrare in Istituto, di issare la Coppa del Vincitore del torneo di calcetto e venire acclamato da tutte le sue fan e premiato da Don Francesco, lo zio di Andrea, venuto appositamente per benedire le vacanze e pregare per la promozione dell’intero corpo studentesco.

Decisamente non erano queste le sue intenzioni.
Gianluca si mise in mezzo, spingendo Giorgia dietro di sé, fronteggiando Giacomo a muso aperto. Non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, ma… era da tantissimo tempo che voleva farlo.
- Fammi chiarire con Giorgia e poi me ne andrò, ok? Contento? – evidentemente anche il moccioso non era così contento di vederlo.
Gianluca abbandonò la mano di Giorgia e si avvicinò maggiormente a Jack.
- Ci parlerai un altro giorno. Oggi la mia piccola ha sofferto troppo a causa tua, moccioso. Sei solo uno sbarbatello che non sa fare altro che usare gli altri per il proprio tornaconto. Ferire e usare… ma se credi che te lo lascerò fare, se credi che lascerò soffrire la mia ragione di vita perché sei uno stronzo egoista… Beh… hai sbagliato i tuoi calcoli, bello! -

Un ghigno beffardo comparve sul volto di Jack. Si sporse a destra, per vedere meglio Giorgia, per avere un contatto visivo diretto, senza intermediari.
- Da quando in qua ti fai comandare, Trottola? Da quando fai decidere agli altri per te? -
- Giorgia sa che io voglio solo il suo bene. Giorgia sa che io la amo davvero – sibilò Gian. Il resto della frase, il sottointeso “non come te!”, aleggiava nell’aria come un fantasma fin troppo visibile.
Jack rise amaramente.
- Beh, grande saggio uomo anziano, a me sembra che tu la voglia solo comandare a bacchetta. Cos’è, non riesci più a trovare una donna della tua veneranda età e allora riversi tutta la tua repressa attenzione sessuale alla prima ragazzina sprovveduta che ti capita sotto mano? E ti giudichi un uomo? Ma dai…! Per me sei solo un pagliaccio che deve ricorrere al viagra e non sa soddisfare una donna! -

“Oh, no… Tutto ma non questo, Jack!” Giorgia sgranò gli occhi, portandosi una mano sulla bocca. Vide le mani di Gianluca stringersi a pugno e lo guardò, come al rallentatore, mentre stringeva il colletto della maglietta di Jack e lo scaraventava contro il muro, facendolo rimanere intrappolato con il suo corpo.

Contro il muro, Jack non riusciva a muoversi. Entrambe le mani su quelle di Gianluca, ma lui continuava a tenere il colletto stretto.
Sangue freddo e occhi furenti.
Giorgia non aveva mai visto Gianluca così incazzato.
Sembrava volergli fare davvero del male.

L’architetto sexy era più alto e più muscoloso e sembrava davvero intenzionato a utilizzare tutta la sua forza pur di rivendicare l’onore della sua ragazza. Spostò una mano dal collo al muro, aperta, vicina alla guancia e all’orecchio del moccioso che aveva odiato da quando l’aveva visto per la prima volta in foto.
- Rimangiati quello che hai detto e soprattutto chiedile scusa, coglione – sibilò.
- No –
- Non mi interessa se mi odi o se ti sto sul cazzo. Credimi… credo che la nostra vita, mia e di Giorgia, sarebbe nettamente migliore senza di te. Ma non sarei migliore di te se adesso ti cambiassi i connotati… quindi. Lasciaci in pace. Lasciala in pace. Quando Giorgia avrà voglia di parlare con te, sarà lei a contattarti. Capito? –
Gianluca lo strattonò leggermente, poi abbassò le mani e si girò per tornare verso Giorgia e andare a casa per perdersi in lei.

Ma Giacomo non sembrava pensarla come lui.
Lasciò trascorrere cinque secondi e poi si avventò su di lui, gli prese un braccio e lo obbligò a girarsi.
- LEI NON Ѐ TUA! È MIA! -

Giacomo gli mollò un pugno, ma Gianluca riuscì a scansarsi così da essere solo sfiorato. Venne comunque buttato a terra mentre nell’aria si sentiva l’urlo straziante di Giorgia.
La ragazza si avvicinò, ma uno sguardo di Gianluca le intimò di restare al suo posto. Anche se a terra, anche se era appena stato colpito, il suo sguardo emanava tranquillità e sicurezza. Con gli occhi le comunicò che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi.
Ma ormai era risaputo: Giorgia raramente faceva quello che le veniva detto.
- Jack, ti prego. Lasciaci andare a casa, poi ti chiamerò e ci vedremo. Pranzeremo e parleremo come sempre… ma ora lasciaci andare via, ti prego. Ti voglio bene, ma non puoi trattarmi così… -
- NO! – Jack prese Gianluca per il colletto e lo rimise in piedi. – Tu verrai via con me. Non voglio perderti, Trottola –

Poi tutto successe molto in fretta.
Alessandra e Michele, che felicemente uscivano abbracciati dall’Istituto, videro la piccola rissa che si stava svolgendo davanti ai loro occhi. Michele, forse per farsi bello agli occhi di Ale oppure perché soffriva della sindrome della crocerossina, si lanciò verso di loro e imprigionò le braccia di Giacomo tra le proprie permettendo all’architetto di rialzarsi.
Ma, decisamente, sottovalutò la forza e la determinazione di Jack visto che questo si girò facilmente nella sua presa e lo stese con un gancio allo zigomo destro.

Alessandra corse verso di loro, inginocchiandosi vicino a Michele.
- Oh, no! Mik, tesoro!! Tutto bene? – dalla borsa estrasse una bottiglietta d’acqua e un fazzolettino e iniziò a occuparsi del suo uomo.

Giorgia non sapeva proprio cosa fare. Di una cosa era certa: non poteva andare in Istituto e chiedere a qualcuno dei professori di uscire e aiutarla a rimettere a posto la situazione. Erano già stati fortunati che nessuno, affacciandosi per caso a una finestra, avesse dato l’allarme.
Però doveva fare qualcosa.
Gian era il suo ragazzo.
Jack il suo migliore amico.
Di certo non pretendeva che andassero d’amore e d’accordo, ma non dovevano neanche cercare di farsi fuori a vicenda.

Corse verso di loro e prese la mano di Gianluca: in quel momento era lui ad avere la meglio. Giacomo era steso a terra, una mano sulle costole e l’altra piantata sull’asfalto. Pieno di graffi, sembrava però deciso a continuare la battaglia.
Giorgia prese un respiro profondo e lo guardò duramente.
Mentre Giacomo si rialzava, iniziò a parlare.
- Adesso piantatela. Entrambi. So che mi volete bene, so che mi amate, ma non dovete sfidarvi a duello per il mio cuore, come se fossimo nel Medioevo. Giacomo, devi accettare che io per te non proverò mai niente di più che un semplice sentimento d’amicizia. Ti voglio bene e ti ho già perdonato per quello che è successo quattro anni fa e per tutto il trascorso con la nana. Ma avresti dovuto fidarti di me, fidarti delle mie scelte -

Si girò verso Gian e sorrise.
- Ma anche io sono dalla parte del torto. Anche io mi devo scusare con te – prese un respiro profondo, come se dovesse togliersi un macigno dal cuore. – Lui è Gianluca. Sicuramente neanche ti interessa il suo nome e speri che si tolga il più velocemente possibile dalla mia vita in modo da occupare il posto che ti spetta… ma è proprio qua che ti sbagli. Io amo Gianluca e credo che nulla possa cambiare i miei sentimenti per lui, così come nessuno potrà mai separarmi dal mio fratellone acquisito. Cioè da te.
Ci siamo conosciuti per caso ancora prima della festa fluo… Mi ha mandato una mail confondendo il mio indirizzo con quello del suo collega di lavoro. E sì: abbiamo continuato a sentirci, anche nel breve periodo della nostra storia. Prima che venisse a prendermi alla festa di Andrea c’eravamo visti solo una volta. E non avevamo fatto NIENTE. Perché io ero convinta di provare qualcosa per te… ma non è così. E mi dispiace davvero tanto per averti illuso –

Giorgia mollò la mano di Gianluca e fece un passo in avanti, verso Jack.
- Sei il mio migliore amico, lo sei sempre stato e desidero che tu lo sia per sempre. Nell’ultimo periodo ho sofferto molto perché volevo averti vicino per dirti tutto quello che mi stava accadendo. Perché ho trovato qualcuno che riesce a completarmi. Ho trovato una voce che si armonizza alla mia, una voce con cui cantare. Lo amo davvero, Giacomo e spero che con il tempo tu possa imparare ad apprezzarlo. Magari spupazzarlo un po’ quando litigheremo e verrò a piangere da te… ma niente di più .Niente risse, niente botte, niente litigi e niente parole pesanti. Saremo ancora una squadra… lo siamo sempre stati -

Giacomo abbassò lo sguardo e si portò una mano alla fronte.
- Mi vuoi ancora bene? – sussurrò.
Giorgia lo abbracciò.
- Ti vorrò sempre bene. E sarai per sempre nel mio cuore. Ma adesso c’è anche lui… cioè, come fai a rifiutare un tipo del genere? -
Jack rise e scosse la testa.
- Lo so cara… è molto affascinante – disse in falsetto.

Le scoccò un bacio sulla guancia e poi la lasciò andare.
Verso Gianluca. Lui la prese per mano e poi le diede un bacio sulle labbra.
Rivendicazione del territorio?
Istinto primordiale?
Prima che salissero in macchina, Jack richiamò la loro attenzione.
- Ehi! Prenditi cura di lei…! Altrimenti dovrai vedertela con me! -
- Ѐ quello che intendo fare –
- Comunque non mi piaci, vecchio –
- Nemmeno tu, amico –

La giulietta sgommò via, lasciandolo solo.
Improvvisamente si ricordò della presenza del povero Michele e di Alessandra, che in disparte, si guardavano negli occhi senza dirsi nulla.

Jack scosse la testa e rientrò in Istituto, dirigendosi verso il bagno. Doveva sistemare le sue ferite prima di farsi vedere dal grande pubblico.
Il grande Giacomo Jack Zanni le aveva prese.
E di santa ragione.
Ma era da tanto tempo che non si sentiva così… bene.
In pace con se stesso.

Le superiori erano finite.
Aveva vinto la Coppa del Torneo.
Si sarebbe iscritto all’università.
Era diventato un uomo.
Aveva fatto pace con la sua Trottola.
Aveva trovato un uomo che avrebbe combattuto per lei. E, anche se quell’uomo non era lui, era tremendamente felice.

Era entrato al Leonardo ragazzino e ne sarebbe uscito da uomo.

Forse è questo il vero significato della parola “maturità”.
Non uno stupido pezzo di carta, ma la capacità di prendere delle scelte che, anche se non ci sembrano le migliori perché si possono ripercuotere su di noi, rendono felici gli altri.
Non metterci al primo posto nella lista delle priorità.
Sognare in grande, perché nessun sognatore è troppo piccolo, ma sapendo distinguere tra la realtà e l’immaginazione.

E Jack…
Beh… in quel momento non c’era nessuno più maturo di lui.


Sembrerà strano ma l’ultimo pezzo è venuto così, a getto, come se fossi posseduta dal suo spirito. Perché Jack non ha fatto tutti questi sbagli perché è una persona cattiva, ma perché cercava di proteggere Giorgia in tutti i modi possibili. E, alla fine, questo gli viene riconosciuto, così come la sua “maturazione”.
Come si è potuto ben capire… il prossimo capitolo è l’epilogo :’)
Quindi… asciugatevi le lacrime e consolate Jack… in questo momento ha solo bisogno di voi ;)
A questo punto una domanda è d’obbligo: cosa farà la Bertu dopo aver terminato UNM? Allora… mandatemi pure a quel paese perché non mi sopportate più, ma ho preparato un piano :P
Cosa pubblicherò? Al primo posto c’è la mia nuova originale long: “Il Grande Gigante Innamorato” nella quale vedremo ancora Giorgi e Gian, ma non nelle vesti di protagonisti.
Chissà di chi parlerà? Mmmm… provate a indovinare :P
Contemporaneamente vorrei provare a sbarcare nel fandom dei One Direction con la ff “Una pinta di inchiostro irlandese”. Le pubblicazioni partiranno la prima settimana di marzo, o giù di lì. Il protagonista si capisce già dal titolo. Spero di avervi incuriosito :)
Precisazione: nonostante ascolti le loro canzoni, non mi reputo una directioner e la ff sarà un AU. Vorrei soltanto mettermi alla prova con un fandom che non è puramente il mio per vedere cosa ne esce.
Per rimanere aggiornate sotto ogni punto di vista friend me on fb (Bertu efp) oppure mandatemi un messaggio:)
Ci sentiamo tra due settimane per l’epilogo :)
Ah, un'ultima cosa.... scusate per l'editor e la mancanza di colori :( Scusami soprattutto tu Anerol per il banner, ma non mi va di litigare al pc così presto la mattina xD Quando avrò un attimo di tempo sistemerò tutto :D
Vi mando un bacione <3
Robi

Ps: Jack vi ringrazia per le recensioni lasciate al suo pov dello scorso capitolo :) Credetemi: io e lui le abbiamo assaporate una a una e ci hanno reso molto felici :D Grazie per averci dedicato parte del vostro tempo che, come ben so, non è mai abbastanza per fare quello che si ha in mente. Grazie, dal profondo del mio <3

   
 
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