Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: caraswifey    05/02/2014    3 recensioni
Perrie tirò il braccio del moro seduto al suo fianco e gli chiese chi fosse.
-È… Liam.- le rispose, incantato nel vederlo sorridere così dolcemente.
Il biondino schiarì la voce, prima di intonare la canzone.
So your friend’s been telling me
You’ve been sleeping with my sweater
And that you can’t stop missing me.
Zayn ripensò a quando gli aveva detto delle felpe prese dal suo armadio, che ci dormiva ogni notte perché gli mancava il suo profumo.
ZIAM AS ROMANCE. (ZAYN+LIAM)
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Liam, è quello che bisogna fare. Non posso passare la mia vita con te, non posso continuare questa relazione, non posso continuare a vivere nella menzogna.
Avevo promesso a mia madre che l’avrei sposata e devo farlo, sono costretto a farlo.
E lo avevo detto anche a te, ti avevo avvertito di ciò.-
Zayn parlava, la testa china mentre stringeva gli occhi, per non piangere.
Sei anni, sei anni d’amore nel cesso per una stupida promessa.
Si sentiva così stupido per averla fatta, due anni prima, a sua madre.
Stava sbagliando e lo sapeva, ne era consapevole. Lasciava la persona più importante della sua vita per una stupida promessa. Una promessa che annullava la sua vita, la sua felicità e il suo cuore. Una promessa che stava distruggendo tutto, anche il ragazzo di fronte a lui.
-Zayn, non sei costretto a farlo. Potremmo andarcene da qui, potremmo vivere lontano da tutti, potremmo ess…- Liam, bloccato dal moro, parlava a raffica mentre le lacrime continuavano a scendergli lungo le guance.
-Liam, non capisci? Gliel’ho promesso, è mia madre, non posso andarmene e dimenticare tutto ciò.-
Alzò i suoi occhi al suo viso e notò quanto fossero bagnate le sue guance.
Come se una lama gli avesse appena trafitto il petto da parte a parte, Zayn si sentì morire. Aveva causato tutto ciò, lo stava distruggendo.
Cadde sulle ginocchia, ai suoi piedi, piangendo ininterrottamente mentre stringeva la sua maglia fine tra le mani.
Come uno specchio appena caduto sul pavimento, Zayn si sentiva come tutti quei pezzi di vetro.
-Liam, io…- farfugliò tra le lacrime, per poi sentire il ragazzo abbassarsi alla sua altezza e stringerlo tra le sue braccia.
Si staccò appena, gli tolse le mani che ormai aveva portato al viso e strinse le proprie sulle sue guance, guardandolo negli occhi.
Gli sorrise dolcemente mentre gli asciugava le lacrime con i pollici e lo guardava dritto negli occhi.
Se avesse potuto, il suo cuore gli sarebbe uscito dal petto.
Zayn lo guardò negli occhi, anche se la vista gli si era un po’ appannata, e sentì il suo cuore battergli incessantemente contro la gabbia toracica.
 
 
Si erano detti di amarsi una settimana prima ma non c’era stato ancora nessun bacio.
Si ritenevano entrambi etero, con una sola e piccola eccezione.
Zayn per Liam.
Liam per Zayn.
Quel pomeriggio dovevano uscire. Ed entrambi sapevano che sarebbe successo.
Entrambi sapevano che si sarebbero baciati, ma l’ansia li divorava.
Non che fossero alle prime armi e che non avessero mai baciato qualcuno, ma era la prima volta, per entrambi, che avrebbero dovuto baciare un ragazzo.
Imbarazzati come non mai, i due ragazzi si incontrarono davanti al cinema.
Indecisi su quale film vedere, poiché non davano niente di interessante, optarono per un film da una trama banale.
Liam non faceva altro che torturarsi le mani, girando i pollici tra di loro.
Zayn, invece, per quanto fosse agitato, cercava di nascondere tutta l’agitazione dietro uno sguardo di pietra e un sorriso appena accennato.
Occuparono i posti in fondo alla sala, come a non voler essere disturbati, anche se, fino ad allora, avevano scambiato pochissime parole.
Guardarono silenziosamente il film, ridendo appena a qualche battuta e aspettando sempre che fosse l’altro a prendere l’iniziativa. Ciò, però, non accadde.
E mentre Zayn tentava di sciogliersi un po’, Liam fece qualcosa che lui non aveva programmato. Le loro dita, che si sfioravano a malapena, abbastanza timide, si ritrovarono intrecciate.
Liam non riusciva a sopportare più che le loro dita si sfiorassero solo, così, con decisione, aveva intrecciato le proprie a quelle del ragazzo moro seduto accanto a lui.
Appena Zayn sentì quella presa, si voltò verso di lui, un’espressione felice ed un sorriso sul volto. A Liam quasi si sciolse il cuore, vedendo il suo sorriso, e lo ricambiò con uno ancor più ampio e dolce.
Il biondino provava così tanta felicità che si avvicinò al viso del moro e gli stampò un bacio all’angolo destro delle labbra. Chiuse gli occhi, prima di riaprirli e trovarsi a cinque centimetri dalla sua bocca.
Con gli occhi luccicanti, Zayn si stava riavvicinando al suo volto, ma si bloccò appena le luci in sala si riaccesero. Si allontanò velocemente, con la costante paura che qualcuno li avesse visti.
Si guardò intorno, ma notò, con piacere, che ormai erano rimasti solo loro in sala.
Con la mano ancora stretta alla sua, Zayn si alzò velocemente e lo trascinò con sé verso l’uscita del cinema.
Ciò che non avevano programmato, però, era che la pioggia si abbattesse su Wolverhampton quel sabato sera.
I due diciassettenni si pentirono mentalmente di non aver portato un ombrello che li riparasse e di non aver controllato il meteo prima di uscire di casa. Corsero per un po’, le mani ancora intrecciate, fino ad arrivare sotto al portone di un palazzo non molto alto.
Liam rise di gusto, socchiudendo gli occhi e allentando appena la presa sulla sua mano.
Zayn si voltò a guardarlo e notò quanto fosse bello con le goccioline di pioggia che gli rigavano il viso, gli occhi socchiusi e la bocca distesa in un grande sorriso.
Non poté resistere ancora, così avvicinò al suo volto velocemente e premette le proprie labbra sulle sue, stupendosi di tutta quella sua iniziativa. Insomma, aveva evitato un bacio appena le luci si erano accese in sala e adesso lo stava baciando per strada.
Si staccò appena e socchiuse gli occhi, mentre una dolce sensazione gli attanagliava lo stomaco. Ne era innamorato.
Allo stesso modo, Liam lo attirò nuovamente verso il suo corpo e premette le proprie labbra sulle sue, sorridendo appena e muovendole poi su di esse.
Chiuse gli occhi, gustandosi quel bacio tanto atteso, e lasciò che la sensazione di benessere gli fluisse in ogni parte del corpo. Il suo cuore, ormai, non faceva altro che battere incessantemente.
Se non fosse stato per la pioggia, Zayn lo avrebbe sicuramente sentito. Ma, ciò che Liam non sapeva, era proprio che anche quello del moro batteva allo stesso modo.
Come se entrambi avessero trovato il proprio posto nel mondo, non si sentivano più così sbagliati. Ed arrivarono alla conclusione che non lo fossero mai stati, né loro, né quello che provava uno nei confronti dell’altro e viceversa.
Appena sentirono lo scatto dell’apertura del portone, i due allontanarono velocemente i loro visi ma rimanendo ancora coi corpi stretti. Non volevano essere altrove, se non insieme.
-Ti amo, Zay.- gli sussurrò il biondino, così silenziosamente che il moro quasi non se ne accorse. Gli spostò il ciuffo, ormai fradicio, dalla fronte e guardò i suoi occhi, brillanti più che mai.
Zayn lo recepì, quel flebile sussurro, e sorrise ancor più ampiamente.
-Anche io, Lee. Anche io.- sussurrò a sua volta, facendo sorridere il ragazzo più giovane, che lo strinse tra le proprie braccia e gli baciò nuovamente le labbra.
 
 
Un sorriso malinconico gli si distese sul viso, chiuse gli occhi per non permettere ad altre lacrime di rigargli il viso.
Liam aveva una costante morsa allo stomaco, una forza sovrannaturale che lo spingeva a piangere, ad urlare.
-Lee, non fare cazzate. Me lo prometti?-
Scosse la testa, per poi annuire flebilmente.
-Tu promettimi solo di tornare. Non sempre, ma di tornare da me qualche volta.- con la voce spezzata, Liam lo stava pregando.
Quel flashback, sul loro primo bacio e sulle sensazioni provate, si faceva sempre più vivido nella sua mente. La pelle accapponata, le lacrime agli occhi, un sorriso malinconico sul viso.
-Liam, non posso.- fu la sua risposta, tagliente come una lama.
Al ragazzo parve che il terreno si stesse sgretolando sotto i suoi piedi, pronto a risucchiarlo e a bruciarlo.
Cenere. Liam stava diventando cenere.
E Zayn lo stava incendiando, per poi bruciare insieme a lui.
-È qualcosa che va contro la mia religione, l’adulterio.- scosse la testa e trattenne ancora le lacrime.
Lui, il ragazzo forte tra i due, non poteva piangere così tanto.
Liam alzò gli occhi al suo viso e chiuse i pugni, sbattendone poi uno contro il muro. Non poteva crederci, non ci riusciva.
-Sei andato contro la tua religione per sei fottuti anni, cazzo!- strillò, sferrando poi un altro pugno al muro. –SEI FOTTUTI ANNI, ZAYN. Cos’è, adesso ti interessa?- rise di gusto, tornando subito dopo serio. –E, l’omosessualità, per la tua religione, è più grave di un fottuto adulterio!- strillò ancora.
Zayn afferrò la mano che aveva scagliato più volte contro il muro per poi baciarne il dorso. Chiuse gli occhi, sapendo che avesse ragione. Non ce la fece più, ancora, e si ritrovò nuovamente a piangere.
 
 
-Vieni a vivere con me!- gli propose il moro, quel giovedì mattina.
Erano appena arrivati all’università, l’auto parcheggiata al solito posto, puntuali come ogni mattina.
-Cosa?- gli chiese incredulo Liam, sbarrando gli occhi e aprendo appena la bocca.
Era serio?
-Sai, il mio appartamento è troppo grande, così… è da un po’ che ci pensavo.-
Il moro gli sorrise dolcemente e, se gli fosse stato possibile, Liam lo avrebbe afferrato e lo avrebbe baciato fino a restar senza fiato.
-Beh, potresti pur sempre trovare un inquilino con più muscoli, più bello, più ador…- Zayn gli posò una mano sulla bocca, per zittirlo, e rise appena per ciò che il suo ragazzo stava blaterando.
-Coglione, io l’ho chiesto a te perché voglio te tra i piedi, dalla mattina alla sera.-
Liam rimase a bocca aperta e con gli occhi sbarrati per qualche secondo, ribattendo subito dopo.
-Così, la notte mi lascerai dormire sul divano? È pieno di acari, Zayn.- strillò quasi, facendo voltare verso di loro alcuni ragazzi che, come loro, si dirigevano verso l’ingresso dell’università. –E sei uno stronzo, dormi da solo in un letto matrimoniale?-  gli bisbigliò incazzato.
-Egoista!- gli ribadì urlando. Aumentò il passo e lo lasciò indietro, avviandosi poi verso le scale.
-Liam, sei proprio una checca isterica.- rise Zayn, ancora, dopo averlo raggiunto. –Ma mi piace.- gli bisbigliò all’orecchio, tirandolo poi per un braccio al bagno più vicino.
-Ti piace una checca isterica?- lo scimmiottò Liam, mentre veniva trascinato verso il bagno.
Capendo le intenzioni del ragazzo, piantò, ben saldi, i piedi a terra.
-Non seguo uno a cui piace una checca isterica.- portò le braccia al petto e alzò il mento, facendogli capire che non si sarebbe mosso di lì. Non fino a quando non gli avrebbe chiesto scusa, ovviamente.
-Dai, Lee… lo sai che non vorrei nessuno, a parte te, sul mio corpo.-
Quella malizia lo fece arrossire di botto e, per di più, gli scagliò un pugno sul braccio.
-Non sono la tua puttanella, Malik.- sibilò tra i denti, prima di girarsi e cercare di allontanarsi. Forse stava esagerando, ma quel suo comportamento gli dava ai nervi.
Ma Zayn lo afferrò per i fianchi e lo abbracciò da dietro, nonostante fosse solo un po’ più basso, e poggiò la testa nell’incavo del suo collo. Aspirò forte il suo odore, che gli era mancato così tanto quella notte, e lasciò un bacio, trattenendosi più del dovuto in quel punto. Sentì il brivido che gli percorse la schiena e sorrise su quel pezzo di pelle, così dolcemente da lasciare ancora un altro bacio.
-Vieni a vivere con me, Liam.- gli bisbigliò nell’orecchio. –Vieni a vivere con me e condivideremo il mio letto, così non dovrai sentirti di troppo con tutti quegli acari. Vieni a vivere con me e ti lascerò usare le mie felpe, tutti i miei vestiti. Però tu dovrai darmi i tuoi, perché io amo il profumo della tua pelle. Vieni a vivere con me, Liam. Vieni a vivere con me e fatti amare ogni giorno, fatti amare sempre di più, fatti amare fino a farmi scoppiare.
Vieni a vivere con me, Liam, e fatti amare per farmi vivere.-
 
-Scusa, Zay… ho esagerato.- Liam, la voce calda, più calma e sicuramente più vicina, gli aveva appena chiesto scusa.
Lui. Che aveva ragione.
Gli aveva chiesto scusa nonostante stesse diventando cenere.
-No, Liam.- Zayn lo contraddisse, serio. –Scusa per cosa? È colpa mia, se siamo in questa situazione, non avrei mai dovuto promettere qualcosa del genere.- Abbassò la testa, un sorriso malinconico ad increspargli le labbra. –Perché, se io dovessi sposare qualcuno, sceglierei te centomila volte. Ed anche di più. Sceglierei te all’infinito, fino alla fine.-
 
Col naso schiacciato alla finestra della cucina, Zayn non faceva che controllare ogni auto che passasse per di lì. L’ansia gli stava divorando le viscere.
Lo aveva chiamato venti minuti prima e non era ancora arrivato.
E se gli fosse successo qualcosa? Se lo avesse rapinato, prendendosi anche il cellulare? Se lo avessero rapito o, peggio ancora, ucciso? Queste domande frullavano nella sua testa, facendogli attorcigliare le viscere e temere il peggio.
Sperava che ogni auto fosse la sua ma le sue speranze furono vane per altri dieci minuti circa.
Quando vide un’auto fermarsi davanti al portone, tirò un sospiro di sollievo e si precipitò già per le scale.
-Finalmente sei arrivato!- urlò sollevato e aprì la portiera dell’auto, tirandolo fuori e premendo le proprie labbra sulle sue con euforia.
Tutta l’ansia e i brutti pensieri erano andati via, scivolati sulla sua pelle mulatta, appena l’aveva visto.
Credette che non si potesse essere più felici di così e che, probabilmente, non avrebbe più provato tutto ciò.
Ma si sbagliava perché, appena entrati in casa, con i borsoni ancora accanto alla porta, Zayn e Liam fecero per la prima volta l’amore. Non che non l’avessero mai fatto ma, quella volta, c’era qualcosa di speciale.
Entrambi riuscivano a respirare quell’aria, entrambi la sentivano intorno a loro.
-Zayn?- lo chiamò Liam, con gli occhi chiusi e la bocca del moro sul collo, che gli succhiava avidamente un lembo di pelle. Un mugugno, segno che lo ascoltasse, e Liam continuò il suo sussurro. –Ti amo.-
Una semplice frase, cinque semplici lettere, che lo fecero sorridere sulla sua pelle.
Il paradiso.
Zayn si sentiva esattamente lì, in nessun altro posto. Ma non gli importava minimamente dove si sentisse, semplicemente voleva che Liam fosse al suo fianco.
Si fiondò sulle sue labbra, le mani alla base del suo collo, e delineò il contorno di esse con la lingua.
-Sai che ti amo anche io, vero?- gli sussurrò, prima di spingerlo dolcemente sul letto e distendersi su di lui.
-Io ti amo così tanto che mi manca il respiro nel dirtelo, Zay. Ti amo così tanto che, anche se il cielo fosse grigio, io lo vedrei azzurro. Ti amo così tanto che te lo ripeterei per tutta la vita, Zayn. Tutta.- si sentì in dovere di dirgli, guardandolo negli occhi, dopo essersi staccato appena dalle sue labbra.
-Sei la cosa più bella che la vita potesse regalarmi, Liam. La migliore. E, credimi… se non ti avessi mai conosciuto, credo che non saprei cosa sarebbe l’amore.
Per me l’amore è guardarti mentre dormi.
Avvertire la felicità intorno a me quando tu ci sei.
Guardare le stelle e notare che son meno luminose dei tuoi occhi.
Sorride al solo pensiero che esisti e al pensiero di poterti amare.
L’amore sei tu, Lee. Sei tu.-
Anche Liam cominciava a sentirsi in paradiso e stava così bene che quasi non si accorse di aver premuto le proprie labbra sulle sue, baciandolo dolcemente.
Invertì la situazione, stando lui sul corpo del moro, mentre continuava a baciarlo.
-Sii mio, Zayn. Per sempre.- sussurrò appena.
-Sarei tuo anche se non ti avessi mai incontrato.-
Scese a baciargli il collo, mentre il moro gli accarezzava i capelli e li stringeva tra le dita. Liam portò le mani alla base della sua maglietta e ne alzò un lembo, accarezzandogli tutto il tronco e sollevandogliela pian piano. Staccò le bocche mentre gliela sfilava dalla testa e le riunì subito dopo, sentendo poi le mani del moro fare lo stesso. Un nuovo distacco e un’inversione della situazione. Zayn era nuovamente sul suo corpo, le mani a trafficare con il bottone dei suoi jeans, lasciati poi scivolare lungo le gambe snelle.
Il moro si disfò, alla stessa maniera, dei suoi pantaloni. Contemplò il suo corpo, ritenendolo perfetto, una delle cose da aggiungere alla lista delle meraviglie mondiali.
Allo stesso modo, anche il biondino lo contemplò. Gli addominali appena accennati risaltavano sulla sua pelle mulatta, illuminata fiaccamente dalla luce che entrava dalle persiane chiuse. Era meraviglioso, non c’erano altre parole per descriverlo.
Le erezioni, appena contenute nei boxer, si sfioravano e ciò faceva ansimare entrambi; Zayn, nuovamente sotto al suo corpo, strinse le gambe intorno al suo bacino e se lo schiacciò addosso, più di quanto non fosse già spalmato su di lui.
Il contatto tra la loro pelle bruciava. Ardeva come la loro voglia di possedersi.
Si ritrovarono entrambi nudi. Liam nel corpo di Zayn, le mani del moro a graffiargli la schiena.
I loro gemiti di piacere risuonarono tra le pareti della loro stanza, quel pomeriggio di novembre.
Le pareti, invece, furono impregnate dal profumo dei loro corpo e dall’odore del sesso.
 
-Mi baci?- una richiesta innocua, sussurrata appena. Zayn alzò lo sguardo ai suoi occhi dal pavimento, sorridendo malinconicamente.
-È ovvio che lo faccia, Lee. È ovvio.- gli rispose alla stessa maniera.
Entrambi inginocchiati sul pavimento, le mani di Zayn sui suoi fianchi, i loro visi sempre più vicini.
Liam si allontanò appena, prima che il moro potesse poggiare le proprie labbra sulle sue, e chiuse gli occhi. Sospirò appena e continuò la sua richiesta.
-Baciami come se fosse l’ultima volta. Baciami come se ci fosse una fine da qui a pochi minuti. Baciami con la stessa passione di sempre, anzi, mettine ancor di più. E ti prego, Zayn, dimostrami che è vero. Dimostrami che mi ami, con un bacio. Dimostramelo, perché ho bisogno di avere questa certezza, prima che tu vada via. Prima che questo appartamento diventi troppo grande, vuoto e… freddo, senza di te. Prima che tu mi lasci, per sposare una persona che non ti conosce proprio, una persona che non ti amerà mai neanche la metà di quanto faccio io.-
E così fu. Zayn sorrise appena a quelle parole anche se, di felice, quel sorriso, non aveva nulla. Si stava ancora dando dello stupido per aver accettato di sposare una perfetta sconosciuta.
A due settimane dalle nozze, Zayn aveva avvicinato il proprio viso a quello del ragazzo che amava e lo stava baciando come non aveva mai fatto prima.
Ci stava facendo l’amore, con la sua bocca.
Stavano sancendo un patto, che prevedeva l’amore eterno di uno verso l’altro e viceversa. Perché era così: nessuno dei due avrebbe mai amato qualcun altro.
Zayn per Liam.
Liam per Zayn.
E sarebbe stato così per sempre.
 
 
Era una settimana esatta che Zayn aveva lasciato l’appartamento e mancava una sola settimana alle nozze.
Era una settimana che Liam non chiudeva occhio la notte per parlare al telefono con Zayn. Sonnecchiava qualche minuto il pomeriggio, quando non doveva lavorare.
Ed era una settimana esatta che Liam si chiedeva se dovesse presentarsi oppure no al matrimonio. Non gli era arrivata alcuna partecipazione, segno che il moro non volesse farlo stare ancora più male.
Ogni notte, Liam gli raccontava di come la sua vita fosse ormai vuota.
Di come la loro casa fosse ormai vuota e di come il cuscino profumasse ancora di lui. Gli aveva chiesto, inoltre, se avesse preso qualche felpa dal suo armadio e Zayn taceva, come a voler confermare ciò.
“Amo il profumo della tua pelle, Lee. Lo sai benissimo. E, ogni giorno, ne indosso una. Non riesco a non sentire il tuo odore, ne ho il fottuto bisogno.”
E Liam sorrideva, come un ebete, per così tanta dolcezza.
Anche Zayn gli mancava, spesso indossava qualcosa di suo come sciarpe, e di notte dormiva col suo cuscino.
Liam sentiva la sua risata riecheggiare tra le pareti della stanza sempre più spesso e, ogni volta, lo cercava: apriva ogni porta e sperava di trovarlo in qualche modo.
Ma, l’unica volta che lo vedeva, era grazie alle foto appese alle pareti. Foto che lo raffiguravano, foto che li raffiguravano.
Momenti impressi nella mente, difficili da cancellare, indelebili. Dalle cose mondane a quelle più insolite.
La foto che più gli piaceva era quella fatta da Louis, un loro compagni di studi, nel giardino dell’università. Era stata fatta all’improvviso, per sbaglio.
Zayn, voltato verso di Liam, gli sorrideva dolcemente. Il biondino faceva lo stesso guardandolo dal basso, la testa poggiata sulle sue gambe, i libri aperti intorno. Spensierati, sembrava stessero ridendo.
Gli occhi colmi di felicità che sembrava infinita.
Liam ne aveva fatte fare diverse copie e di diverse misure, per tenerla sempre con sé, che la si trovasse su un comodino, nel suo portafoglio, in un libro.
Zayn, invece, aveva un Liam che dormiva come sfondo del cellulare. Il blocca sfondo, totalmente sconosciuto alla sua futura moglie, nascondeva l’espressione rilassata sul viso del biondino. I capelli gli ricadevano leggeri sulla fronte e le labbra erano distese in un sorriso appena accennato, con gli angoli in su. Ogni sera, Zayn lo osservava e, prima di provare a dormire, se lo immaginava accanto a sé, con la schiena contro il suo petto.
E gli mancava, gli mancava terribilmente.
Zayn odiava la sua futura moglie. Odiava il suo piercing al naso, le labbra, i capelli multicolorati (multicolorati poiché cambiava tinta ogni settimana).
Ma, ciò che odiava di più, era sicuramente il fatto che, con una salvietta, potesse toglierle tutta la bellezza che le attribuivano.
Stava per sposare un pagliaccio.
Continuò a pentirsi, ancora, di aver promesso quel matrimonio combinato alla madre.
 
-Zayn, promettimi che la sposerai.- la voce ferma della madre riecheggiò nel salotto della casa in cui era cresciuto.
Non poteva crederci: sua madre gli stava imponendo di sposarsi con qualcuno che non amava minimamente, qualcuno che non avrebbe mai amato in tutta la sua vita.
-Mamma, io…- provò a risponderle ma lo sguardo della donna lo bloccò, facendolo così ammutolire. Glielo doveva, infondo.
Trisha era rimasta sola per troppo tempo e voleva che il suo unico figlio fosse felice, accanto a qualcuno che avrebbe amato.
-Col tempo imparerai ad amarla, Zayn. Ma promettimelo, fallo per me. Promettimi che la sposerai.- la voce speranzosa della donna gli fece abbassare il capo e annuire. –Te lo prometto.- le rispose.
Ma, in cuor suo, sapeva che non avrebbe mai potuto amarla. Ormai Zayn non aveva più un cuore perché era custodito da una sola persona, che lo curava e lo proteggeva con tutto sé stesso.
Liam.
-Scusami, Lee.- sussurrò appena, prima di scivolare lungo il pavimento e piangere per l’annullamento della sua vita.
 
Quella mattina, Zayn non voleva svegliarsi.
Non aveva vogli di alzarsi, prepararsi e sposarsi.
Il suo pensiero corse subito a Liam e a come potesse stare quel giorno, sapendo che lui si sposasse.
Afferrò il cellulare e lesse i vari nomi delle persone che gli avevano inviato gli auguri, fino ad arrivare a quelli del suo ormai ex ragazzo.
“Ehi, dormiglione, svegliati che oggi devi sposarti. Non ti aspettare un arrivo in scena alla Shrek, che si oppone al matrimonio, ma ci vediamo alla cerimonia. Ho una sorpresa per te. Tuo per sempre, Lee.x”
Subito tolse le coperte, sorridendo come un ebete al solo pensiero di vederlo. Dopo due lunghe settimane, Liam si sarebbe presentato alla sua cerimonia con una sorpresa.
Impaziente, subito cominciò a prepararsi. L’ansia lo stava divorando vivo e avrebbe voluto sapere subito che sorpresa fosse, ma sapeva che avrebbe dovuto aspettare. Così, si limitò ad un “Buongiorno amore, ti amo. Zay :)x”.
Fece una doccia e rasò la barba, indossò il vestito da sposo e un’ora prima della funzione era già pronto.
Durante la funzione non fece altro che cercarlo con lo sguardo, rimanendo deluso dal non vederlo lì. Poi si rese conto che sarebbe stato un colpo troppo duro e, al solo pensiero che stesse male, la malinconia si fece spazio sul suo volto.
Lo amava, più di qualsiasi altra cosa.
 
Rimase deluso nel non vederlo al buffet, come gli aveva promesso.
E mentre afferrava il cellulare per scrivergli, uno strano rumore dal microfono gli fece alzare gli occhi dall’apparecchio che aveva tra le mani.
In quel momento, vedendolo nel suo completo, Zayn si sentì al loro matrimonio. Come se fossero loro a sposarsi, entrambi si sorrisero dolcemente.
Il cuore di entrambi sarebbe potuto esplodere, dopo due settimane che non si vedevano. I loro volti irradiavano così tanta felicità che neanche il sole era così luminoso, così splendente.
Salì sul palchetto posto di fronte ai tavoli e afferrò l’asta tra le mani, avvicinando poi la bocca al microfono.
-Uhm, salve. Probabilmente nessuno di voi mi conosce, ma volevo iniziare col fare gli auguri agli sposi.- li indicò con la testa.
Liam lo osservò lì, seduto al tavolo degli sposi, e non poté non notare che fosse più bello del solito nel suo completo.
Era bellissimo. E forse, come aggettivo, era anche minimo.
I suoi occhi non si spostarono da Zayn, così come quest’ultimo non distolse lo sguardo dal suo.
Socchiuse gli occhi, prese un respiro e li riaprì subito dopo, continuando poi a parlare. –Non è che mi interessi molto, che non mi conosciate, ma sono qui per cantare una canzone. Non chiedo neanche l’accompagnamento musicale, non ce n’è il bisogno.-
Posò nuovamente lo sguardo su Zayn e gli sorrise ancora, ancor più dolcemente.
Perrie tirò il braccio del moro seduto al suo fianco e gli chiese chi fosse.
-È… Liam.- le rispose, incantato nel vederlo sorridere così dolcemente.
Il biondino schiarì la voce, prima di intonare la canzone.
 
So your friend’s been telling me
You’ve been sleeping with my sweater
And that you can’t stop missing me
.
 
Zayn ripensò a quando gli aveva detto delle felpe prese dal suo armadio, che ci dormiva ogni notte perché gli mancava il suo profumo.
 
Bet my friend’s been telling you
I’m not doing much better
‘Cause I’m missing half of me.
 
Zayn ripensò a quando Liam gli aveva detto che sentiva la sua risata in casa e lo cercava in ogni stanza, ogni giorno, sperando in un suo ritorno.
 
And being here without you
Is like I’m waking up to
Only half a blue sky
Kinda there- but not quite
I’m walking ’round with just one shoe
I’m half a heart without you
I’m half a man- at best
With half an arrow in my chest
I miss everything we do
I’m half a heart without you.
 
Zayn ripensò al suo “io sono nulla, senza di te.” e sorrise appena, perché per lui era lo stesso.
Forget all we said that night
No, it doesn’t even matter
‘Cause we both got split in two.
 
Zayn ripensò alla sera in cui lui aveva lasciato il loro appartamento, lasciandolo solo e annullando entrambi.
 
If you could spare an hour or so
We’ll go for lunch down by the river
We can really talk it through.
 
“Potremmo andare a fare un pic-nic al parco, se ti va.” Aveva proposto il biondino.
“Liam, tutto pur di rivederti.”
 
The truth is I got lost without you.
 
“Io sono perso senza di te, lo capisci?”
 
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: caraswifey