Bello bello impossibile
con gli occhi neri e il tuo sapor mediorientale
bello bello invincibile
con gli occhi neri e la tua bocca da baciare
girano le stelle nella notte ed io
ti penso forte forte ti vorrei
bello bello impossibile
con gli occhi neri e il tuo sapor mediorientale
bello e irraggiungibile
con gli occhi neri e il tuo gioco micidiale
non conosco la ragione che mi spieghera'
perche' non voglio piu' salvarmi dalla liberta'
e' una forza che mi chiama sotto la citta'
e se il cuore batte forte non si fermera'…

-È davvero bellissimo!
-Arrrrh! Beata Nami!
-Che megafusto!
-E la quarta spada? Ne vogliamo parlare?
-Mmmmh, Zoro!
-Che corpo!
-Che forza!

Zoro sussultò, guardandosi intorno, ma non c’era nessuno: gli altri erano scesi in giro per quell’isola deserta e sulla nave era rimasto  soltanto lui.
Però sentiva chiaramente quello che sembrava un coro di allegre voci femminili che, inequivocabilmente, parlavano di lui…
Da dove provenivano?
Era un mistero…
Continuavano a ridacchiare e a parlare di lui, di lui e Nami (!), delle sue cicatrici, della sua prestanza fisica, delle sue...parti intime!
Impallidì davanti a quella sfacciataggine, mentre ricominciavano a cantare quella canzone…

Sgranò gli occhi, quando una Navigatrice imbestialita saltò sul ponte, gettando da parte i suoi strumenti per i rilievi, gli si avvicinò con passo marziale e lo afferrò per i lembi anteriori dello yukata, iniziando a scuoterlo.
-Dimmi che le senti anche tu- disse allucinata -gli altri non mi credono!
Zoro non potè far altro che annuire, felice di non avere allucinazioni uditive.
-Parlano di te! Di noi!- esclamò con gli occhi sgranati Nami.
La rossa guardò verso il cielo limpido e azzurro del primo pomeriggio e lui ebbe conferma delle sue impressioni: le voci di varie ragazze sembrava provenire dall’alto, cantando una canzone chiaramente rivolta a Zoro.
E Nami si trovò a guardarlo con occhi diversi, come se quello che giungeva dal nulla fosse un suggerimento poco (o per niente) velato.
Chiunque fossero, da qualsiasi posto venissero, quelle voci le stavano dando una prospettiva diversa dello scontroso Spadaccino.
Non aveva dubbi che fosse bello, come sul fatto che fosse impossibile… ma chissà quale sapore avevano le sue labbra!
Spinta da una irrefrenabile voglia, gli cinse il collo taurino e lo attirò a sé in un bacio profondo, coinvolgente e, scoprì con stupore, appagante.

Lui, dal canto suo, dimenticò tutti gli interrogativi su quelle strane voci lontane e, presa Nami tra le braccia, la portò sottocoperta a provare la sua quarta spada.
Tra le risate spensierate di quel coro lontano che continuava a canticchiare: -Girano le stelle nella notte ed io ti penso forte forte ti vorrei, si.i.i!