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Autore: Laana Headwalker    05/02/2014    3 recensioni
ho troppa paura per fare qualsiasi cosa...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lotta per il mondo: La guerriera prescelta'
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Capitolo 1

 
Fa freddo e il tempo minaccia pioggia, mi alzo il cappuccio della felpa e proseguo la strada verso casa. Il mio zaino è stracolmo di libri ed ormai la mia spalla comincia ad essere dolorante, ma mi faccio forza e comincio a camminare più velocemente per poter arrivare a casa il prima possibile.        Attraverso l’ultimo isolato e finalmente mi ritrovo davanti alla porta di casa, prendo le chiavi e la apro lentamente cercando di non farmi sentire da nessuno che si trovi all’interno dell’abitazione. Una luce fioca illumina il salotto e vela l’atmosfera di mistero. C’è silenzio. Troppo silenzio. Mi sarei aspettata, che appena avessi varcato la soglia di casa, mia madre mi avrebbe oppressa di domande su dove ero stata e perché ho fatto così tardi.
Meglio così penso, almeno posso avere un po’ di tranquillità prima che torni tutta la famiglia.
Vado in cucina e apro una lattina di cola. La butto giù in un unico sorso, un’abilità che si impara con un po’ di allenamento.
Oggi non è stata una bella giornata per me, ho litigato con Jasmine la mia migliore amica.
Scaccio via quel pensiero, ritorno in salotto e noto un biglietto sulla mensola affianco alla porta. Dice:
Susan torneremo dopo cena. Tutto ciò di cui hai bisogno lo trovi nel microonde.
Baci, mamma.
Ottimo, non sapranno mai che sono tornata tardi. Vado in camera mia e appena apro la porta noto un incredibile ordine. Mia sorella si è data da fare per far risplendere questa camera.
Metto il cellulare sotto carica e anche qui c’è una biglietto, proprio sulla scrivania. Dice:
Ti voglio tanto bene, non vedo l’ora di tornare a casa per riabbracciarti!
Sophia.
Mia sorella è il mio angelo. È più piccola di me di soli tre anni ma è come se fossimo coetanee.
Predo i vestiti puliti dal cassetto e mi dirigo in bagno per farmi una doccia. L’acqua calda scorre tu tutto il mio corpo, all’inizio mi fa rabbrividire ma poi mi ci abituo senza problemi. Ed è qui che tutti i miei pensieri prendono vita e iniziano ad echeggiare nella mia mente. Mi sembra di trovarmi in un tribunale, in cui io sono l’accusato e i miei pensieri gli accusatori. Ascolto il resoconto della giornata.
Mi sono alzata presto stamani, ho fatto colazione e sono andata a scuola. Ho passato tutta la giornata da sola, la mia famiglia è andata a trovare i nonni ed io invece dovevo rimanere qui per aiutare una vecchia amica di famiglia con il suo negozio. Poi un lampo scorre nella mia mente, oggi è successa una cosa parecchio strana… Mentre ero in negozio ho sentito una voce, mi diceva “Ti prenderò… Verrai con me…” e poi vento gelido mi ha travolta facendomi cadere i libri che avevo in mano. Forse ho solo immaginato tutto.
Esco dalla doccia, mi asciugo e mi metto il pigiama. Meglio non pensare a niente. Mangio e me ne sto in camera mia quando sento aprire la porta e poi sento una voce, la mia famiglia è tornata.
Dei passi veloci sono accompagnati da un affanno su per le scale, la porta si apre e mia sorella mi salta addosso in una abbraccio così forte che quasi non riesco a respirare. Quando finalmente  allenta la presa mi guarda negli occhi con un sorriso raggiante. Rimango stupefatta a guardare i suoi occhi e rifletto su quanto sia bella. Ha degli occhi di un azzurro ghiaccio che ti lascia senza parole, i suoi lunghi capelli neri sono raccolti in una treccia e la frangia le copre la fronte. Poi un sussurro mi riporta alla realtà:
  • Ti voglio bene Susan – dice con il suo dolce tono di voce.
  • Anche io Sophia – l’abbraccio più forte che mai, mi è davvero mancata oggi.
Poi dalla porta entra Andrew, mio fratello gemello, con la nostra sorellina di tre anni Crystal.
Io e lui ci somigliamo parecchio ma non troppo, abbiamo gli stessi capelli color castano ma gli occhi diversi, i suoi sono neri e i miei sono verdi.
Saluto lui e Crystal dopodiché scendo le scale cercando mamma e papà.
Li trovo intenti a togliersi i cappotti, li saluto con un abbraccio e loro ricambiano. Torno in camera, ho parecchio sonno e tutto ciò di che desidero adesso è farmi una bella dormita. Mi infilo sotto le coperte e aspetto che mia sorella finisca di cambiarsi per poi spegnere la luce e nel frattempo ci scambiamo qualche parola prima di dormire.
Quando finalmente la luce è spenta faccio rilassare la mente, mentre il sonno mi avvolge lascio che delicatamente mi faccia perdere i sensi.
Nel bel mezzo della notte mi sveglio, sento un rumore. Un rumore assordante. In preda al panico mi alzo ed accendo la luce ma quest’ultima nonostante tutti i miei tentativi non si accende, poi li vedo. Due occhi rossi accecanti o almeno sembrano quello, sono lì di fronte e mi fissano con rabbia, sento di nuovo quella voce:
  • Ti ho presa – dice con tono lugubre e terrificante, mi si irrigidiscono i muscoli e sono tesa come corda di violino.
Ho paura, tanta paura, per me e mia sorella che dorme ignara di tutto, malapena le parole mi escono di bocca:
  • Chi sei tu?! Cosa vuoi da me?!
Fa un balzo sopra di me, così veloce che per un attimo non capisco cosa sta accadendo. Sento il suo fiato caldo sul mio collo, vedo delle fauci tese verso il mio viso pronte ad attaccare. Ho così tanta paura che non riesco ad urlare e sono paralizzata.
  • Ti ucciderò…
La lampada torna a funzionare e in quel momento lo vedo, un mostro dagli occhi insanguinanti e il pelo nero come la pece. Sembra un lupo solo molto spaventoso con dimensioni soprannaturali. Poi un bagliore, un bagliore fortissimo ed infine il nulla. Se ne sarà andato perché non sento più il suo peso addosso però non vedo. Non vedo più, forse sono diventata cieca, ma ho ancora tanta paura da rimanere a terra, immobile. Forse sono morta. No non credo, respiro ancora. Ecco, sto tornando a vedere. Mi rialzo e vedo che nella stanza nulla è cambiato e  mia sorella dorme tranquilla. Quel mostro non ha fatto nulla a mia sorella e neanche a me…
Ha detto di volermi uccidere, allora perché non l’ha fatto?
Entro nel letto di mia sorella e l’abbraccio forte, anche se dorme ricambia il mio abbraccio. Ho troppa paura per uscire dalla stanza per andare dai miei. Ho troppa paura che quella cosa ritorni. Ho troppa paura per fare qualsiasi cosa

 

  
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