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Autore: tempestadentroquietefuori    05/02/2014    4 recensioni
La storia di Akito e Sana continua! I due in passato si sono persi,ed ora? Si ritroveranno? Faranno emozionare i nostri cuori?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-chi è?-mi domanda Dalila.
-Alessio-dico io.
-parli del diavolo e spuntano le corna!-risponde lei scettica.
-vabbe,comunque sia ora vado,ha chiesto se potevamo continuare il progetto che dovremmo consegnare lunedì-le dico io.
-va bene ,ma stai attenta!-dice lei.
-va bene!-esclamo io allontanandomi man mano da lei. 

Pov. Dalila.

Non mi convince proprio quell'Alessio,mi sa proprio che dovrò avvisare Akito. 
Raggiungo il pub e vado nel suo ufficio. 
-Akito ti devo parlare-dico io  con tono fermo.
-proprio ora? Sto riordinando alcuni fascicoli-risponde lui.
-si,si tratta di Sana-ribatto io.
-sono tutt'orecchi-dice dandomi attenzioni.
-ora è a casa di Alessio,ha detto che dovevano continuare il progetto. A me sinceramente quel ragazzo non piace,quindi te l'ho detto-gli racconto io.
-prima di tutto iniziamolo a chiamare col suo vero nome,ovvero Charles. Poi,sai dove abita lui?-mi domanda. Cosa significa "con il suo vero nome?".
-in che senso col suo vero nome? Perché, ha mentito anche su quello?-domando io sbigottita.
-e non solo,dai su,dimmi l'indirizzo-dice lui.
-via Ravenna n12-gli rispondo io.
-okay,allora ciao,vado da lei-mi risponde alzandosi ed uscendo dalla porta. 
  
Pov. Sana

Ero arrivata da un bel pezzo a casa di Alessio e sembra strano nei suoi atteggiamenti. 
-su,dai,avvicinati, mica ti mangio!-dice lui con tono malizioso. Ho paura,non mi ha mai parlato così.
Lentamente mi avvicino con timore al suo fianco,sul divano. 
-che c'è ti rendo nervosa?-mi domanda lui con quel sorrisetto sornione stampato in faccia. Non è mai stato così,dov'è il ragazzo dolce e amichevole che conosco?
-sinceramente? Si. Non sembri tu in questo momento. Dov'è finito l'Alessio che ho conosciuto? Quello dolce,simpatico ed amichevole?-domando io.
-non esiste. Io mi chiamo Charles,e tutto quello che sai di me è solo una maschera che mi sono creato-dice lui guardandomi in un modo sconosciuto per me. 
-che cosa?-domando io scioccata. La parte positiva di me,mi da la forza di alzarmi ma lui mi blocca per un braccio e mi butta sul divano. 
Mi inizia a baciare avidamente,bocca,collo,spalle,mento,ogni singola parte. Delle urla escono dalla mia bocca,dei "basta,smettila!"ma lui non gli da retta,così quel che rimane sono solo delle lacrime che solcano silenziosamente il mio viso. 
Mi strappa la maglia e  subito dopo il reggiseno e vista da lui così,mi sento morire dalla vergogna,mi sento per niente pura,mi sento sporca a sol pensare che mani che non siano di Akito possano toccarmi,possano vedere ciò che solo lui ha visto. 
Lacrime,urla,strilla soffocate,ma niente,non  si decide a smettere. 

Pov. Akito. 
Sono qui davanti alla casa di quel bastardo. Sento delle urla provenire da dentro e delle parole in segno di suppliche che non smettono di susseguirsi. Poi mi soffermi su quella voce, Sana. Non ci penso due volte che con diversi tentativi butto giù la porta e lo ritrovo li,sopra di lei,una lei con visto spento,lacrime,senza forze per le urla. Mi scaravento su di lui e lo allontano da Sana che nel frattempo cerca di coprirsi. Gli mollo un pugno,un'altro,un'altro ancora. È li,steso per terra col labbro sanguinante,ma non basta. Gli tiro un calcio nello stomaco,facendolo sputare sangue. Mi giro verso di Sana e la vedo li,tutta impaurita con le lacrime agli occhi. Mi avvicino a lei e la stringo forte a me.
-è tutto finito-la rassicuro accarezzandogli il capo. Poi la prendo imbraccio e la porto via. Via da quella casa,via da lui,via da quello squallore. 
Arrivati a casa mia la distendo sul letto coprendola con una coperta.
-grazie-dice lei con le uniche forze che gli erano rimaste.
-non ringraziarmi,io ti amo e vedendoti li,lui sopra di te che stava per.... Non voglio immaginare cosa sarebbe successo se io non fossi intervenuto-dico io con un pizzico di rabbia.
-Akito come hai detto tu è finito. Lascialo stare,penso che lo hai ridotto abbastanza male. Piuttosto devo chiederti scusa per non averti creduto,mi perdoni? Torniamo insieme?-domanda lei.
-certo amore mio-dico avvicinandomi a lei e baciandole la fronte. 
La vedo stringermi tra le sue braccia ed io non posso far altro che assecondarla e stringerla ancor di più. Rimaniamo così per tutta la serata,abbracciati, e non volendo allontanarci l'un con l'altro rimanemmo così,per tutta la notte. 

***
Pov. Sana.
Sono passati mesi da quell'orribile giorno,sono passati mesi dal nostro rappacificamento ed ora siamo qui,felici più che mai di stare insieme. 
-Kurata dovrò fidarmi della tua cucina?-domanda lui scherzoso.
-cosa vorresti insinuare?-domando io inarcando un sopracciglio.
-no niente,però sai com'è, prima non sapevi cucinare neanche un uovo al tegamino!-esclama lui abbastanza divertito.
-ah è così? Allora cucinati da solo!-dico io togliendo il grembiule che avevo messo io e sbattendoglielo in faccia.
-Kurata-dice lui serio.
-mh-rispondo io indignata.
-siediti-mi dice abbastanza serio 
-per quale motivo?-domando io. 
-ho detto siediti punto e basta.-ridice lui severo. 
-perché? Dimmi il perché!-esclamo io.
-siediti e zitta-ribatte serio,molto serio. 
-tu a me zitta non lo dici-rispondo io.
-io ti dico quello che mi pare,siediti e stai in silenzio,ti conviene.
-mi conviene? Perché? Cosa devi dirmi? Mi vuoi lasciare? Stronzo!-dico io urlando.
-vuoi stare zitta cazzo?!-esclama lui alzando il tono.
-no,non sto zitta! Non puoi lasciarmi così, da un momento all'altro,senza una motivazione plausibile!-ribatto io.
-ma cosa cazzo stai dicendo?! Ti vuoi calmare?-domanda lui stizzito. 
-non mi calmo neanche per idea,come farò io ora senza di te? Come farò?-gli domando io.
-stai zitta e siediti-ridice atono.
-smettila di dirmi di stare zitta! L'amore della mia vita mi sta lasciando qui,su due piedi e dovrei sedermi e stare calma?-domando io urlando.
-devi stare zitta,seduta,calma e guardami negli occhi. -dice lui serio. Mi suona come un'ordine. 
-brutto coglione-dico io.
-guardami-dice lui.
-stronzo-ribatto io.
-siediti-ridice lui.
-imbecille-esclamo io.
-mi vuoi sposare?-domanda lui dolce. 
Tre parole son bastate per far scorrere lacrime silenziose lungo il mio viso.
-si!-non ci penso due volte e glielo ridico ancora e ancora e ancora,poi lo abbraccio e gli salto al collo baciandolo sulle labbra. 
  
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