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Autore: alex8160    05/02/2014    0 recensioni
Quando si pensa ad una persona come la stella più luminosa del cielo allora e solo allora si dice: "è impossibile che mi noti!"
Ma l'amore è fatto di promesse e si nutre di speranza, gioia e dolore.
Se esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella;
se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo e
se guardi il cielo è perché credi ancora in qualcosa.
Quindi dire impossibile è come spegnere la luce in un corridoio buio e chi non ha luce in viso, non diventerà mai una stella.
L'anima è piena di stelle cadenti.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Diventavo sempre più cosciente del mio incombente senso di vuoto. Le pareti della mia mente soffocavano il pensiero di dover andare avanti, sentivo il bisogno di confidarmi e di avere qualcuno che mi ascoltasse, le persone che definivo amiche si dimostrarono false e ipocrite, come del resto gran parte della specie umana. Continuavo imperterrito a sognare colei che poteva liberarmi da questa maledizione. Incontrare la persona giusta non era facile, specialmente con le mie articolate pretese. Povero cuore mio, continuamente tormentato dalla mente che continua a cambiare in questo processo di passaggio così importante per me. Mi domando come sia possibile che un uomo serio, razionale come me possa desiderare una cosa così frivola e priva di senso come l’amore. Non mi sarei mai sognato di arrivare così in basso. E’ come essere catapultati giù dalla montagna cresciuta con le tue convinzioni, i tuoi gesti e ad un tratto tutto sparisce nel buio più totale ritrovandoci in un enorme campo pianeggiante dove ricominciare tutto dal principio e creare una montagna non più uguale alla precedente ma bensì con nuove idee, pensieri e azioni.
Questo è ciò che mi successe nel primo periodo di ferie lavorative.
I filosofi hanno ragione con il dire che si inizia a conoscer se stessi non appena ci si mette in contatto con la propria anima. Ci volle altrettanto tempo per trovare lei, un incommensurabile specie di venere che il suo unico sguardo fulmineo può farti cadere in uno stato di catalessi totale in cui l’unica fonte di pensiero che abbiamo svanisce lasciandoci soli, spogli del nostro scudo. Poteva rapirmi in qualunque momento. L’eternità di quei cinque minuti è e sarà indimenticabile. In un secondo prima che svanisse le ebbi chiesto il suo nome e lei come in sogno, mi rispose: ‹‹Martha…››. Dovevo sembrare davvero ridicolo! Mi sono accorto di essermi sbavato sulla maglia, che vergogna! Devo ammettere che l’incontro è stato decisivo perché io iniziai ad andare fuori di senno e ad entrare nel mondo dell’amore. Martha era un nome come tutti gli altri ma sovrapposto alla sua bellezza diventava la persona che poteva liberarmi da qualsiasi maleficio. Mi sentivo libero, fluttuavo tra campi sterminati di cuori, tempeste di rose e fiori, ero davvero innamorato perso.
Era felice come lo ero io; non conoscevo nulla di lei e lei non conosceva nulla di me. Un giorno in autobus, ritornando dopo la mia solita passeggiata al Rimrose Valley Country Park, incontrai dei vecchi “amici”. Il rossore mi dipingeva il volto scottato dal tipico sole estivo. Mi piaceva dimostrare la mia sfacciataggine agli altri e dunque non avevo mai sentito il bisogno di rivelare a qualcuno la mia vera natura introversa.
 Arrivati a Litherland, salì una donna, era incappucciata e non capivo bene chi fosse, anche se lì conoscevo praticamente tutti. Si sedette e aspettai che si togliesse il cappuccio, fino a quando la scoperta fu alquanto scioccante data la mia precedente figuraccia. Era lei, la venere dei miei sogni, Martha. I miei occhi la seguivano meccanicamente in ogni suo movimento, come una creatura inesplorata. Il volto gaudio e indifferente facevano trapelare un mistero irrisolvibile ma offuscato dalla sua naturale bellezza. La mia mente calcolava, si sforzava di pensare in modo logico, ma come sempre i sentimenti la fecero da padrone e quello fu il mio primo errore. Vi chiederete il perché, ebbene l’errore sta nel aver creduto di poter convivere con una personalità come lei, per di più sconosciuta e incontaminata. La bellezza, il mistero e l’indifferenza sono tutto ciò che ci separa dal giusto e quindi al contempo ci tenta a compiere gesti illogici senza coscienza. La cosa che mi sorprese fu la mia ingenuità nel cascare all’interno della trappola“amorosa”. Proprio io, colui che predicava alle persone in difficoltà come soprassedere i sentimenti e giostrarli nel modo corretto. Come ebbi potuto mentire a me stesso! Forse sarà la natura umana, una natura piena di odio e incapacità di realizzare opere benevole senza crear danno a qualcosa o a qualcuno.
Oramai ebbi imboccato la strada dissestata che non mi portò ad alcuna luminosa uscita. Quel giorno fu il primo e l’ultimo che la vidi, il destino me la rubò e la portò lontana da me senza neppur avuto la possibilità di stringerle quella mano così tenera e delicata al solo sguardo.
Partita per Harrogate, una città dello Yorkshire, avevo un disperato bisogno di conoscerla, così chiesi il numero ad un’amica.
Il giorno seguente la chiamai con un’insolita eccitazione. Pur non essendo la prima volta ero timoroso di venire a conoscenza di una spiacevole notizia. Mi rispose quasi immediatamente, la riconobbi fortuitamente senza averla mai sentita parlare. Aveva una voce melliflua e molto sicura di sé, ma l’unica inezia che mi fece esitare nel parlare fu il suo tono scocciato e irritato. Chiusi di scatto la telefonata per paura di seccarla ancor di più.
Mi gettai a peso morto sul mio letto e cominciai involontariamente a ridere sguaiatamente e a insultarmi tra la gioia del momento e l’idiozia di ciò che ebbi fatto.
Quella stessa sera non dormii affatto. Centrato in pieno dalla freccia magica di Cupido, concepii un concetto di natura sconosciuta, ma che mi sarei ricordato per la vita:
“La cosa più semplice per una donna è attrarre un uomo… hanno la chiave del mondo in pochissime mosse, ma raramente esse hanno la capacità di rendersene conto.”
Nei seguenti giorni il mio viso si sciupava: le lacrime lo solcavano, le occhiaie lo increspavano. Il mio cervello si degradò al punto di fissare il vuoto proprio come un pazzo. Avevo bisogno di lei poiché un altro giorno in queste condizioni e sarei dovuto recarmi in manicomio! Con l’ultimo briciolo di psiche rimasta riuscii a chiamarla nuovamente: ‹‹Pronto?›› rispose lei.
Con voce tremante, farfugliai un “Ciao”.
‹‹Ciao! Con chi parlo?›› riprese lei
‹‹Noi due ci conosciamo appena, ma siccome volevo tanto conoscerti allora ho deciso di chiamarti; mi chiamo John››.
‹‹Ciao John, non so per quale motivo ti interessa così tanto conoscermi, non sono altro che una persona che ha tanta voglia di conoscere il mondo; Soddisfatta della mia vita composte di semplici cose come la terra, l’acqua, l’aria e la passione. Sono convinta di poter continuare questo percorso come una persona libera e pura come I fiocchi che cadono dal cielo in un giorno invernale. Beh sai tutto oramai di me potremmo anche salutarci…››.
‹‹No aspetta! Aspetta! Aspetta…››
Chiuse così la telefonata. Mi sentii solo, avevo freddo, tremavo… I miei occhi si tingevano di un nero inchiostro. Diventavano la tela astratta di un artista martoriato dall’amore. Spregevole amore! Crudele, falso e lancinante. Poche persone mi conoscono davvero, forse lei era l’unica di loro che potesse farlo. Poteva farmi rigurgitare ogni singolo momento della mia vita distillandolo in un mare di lacrime.
Inoltre mi definisco un uomo di “epoca antica”, nel senso che odio oggi e amo ieri, perciò per poter riparlare le scrissi una lettera, in cui le parole struggenti di un cuore in pena cercavano di esprimermi al meglio cercando di raccogliere anche la ninnola speranza che tra noi ci potesse esserci un amore vero:
"Oh! Darling,

Trovo parole immense per descriverti ma nessuna al posto e al momento giusto.
Gli errori mi aggrediscono perennemente come sanguisughe, nate con il solo scopo di recidere l’anima di una persona già combattuta dai crucci della sua vita.

L’imminenza dei cambiamenti non mi darà una futile speranza poiché ora fai parte della mia vita.
Non necessito di alcuno all’infuori di te perché nessun altro è capace di ridestare la mia anima.
Un empatia forzata dettata dall’amore mi mostra le tue emozioni.
Amore, sappi che in qualche modo ti amerò.
Non importa quel che diranno ma io ti desidererò sempre.

Guardami, te lo chiedo perché più porgo lo sguardo su me stesso e più mi rimpiango
sapendo di non essere alla tua altezza.
Fai luce sui miei dilemmi, ma sappi che tornerò con continuamente e ci arriverò in qualche modo.

Immagino che non smetterai di maledirmi, ma è ciò a darmi la gioia e la consapevolezza che tieni a me,
una persona lesionatasi con menzogne, infamie e calunnie verso gli altri.
Mi rincresce essere stato così ignobile nei tuoi confronti;
 perciò mi odio, non riesco a guardare la mia immagine riflessa senza crollare nelle sofferenze inferte.

Ma ora… Sono sincero al punto di baciarti, struggendo completamente il mio cuore.
Che posso farci, è la verità:
Steso nel mio letto a fissare il soffitto piangendo per te…
Parole tristi ma al contempo un segno di rafforzamento della mia anima.
Ogni lacrima da me versata è un insuccesso, un insuccesso per conquistarti.

Io verrò da te, conquisterò il tuo cuore come tu hai fatto con il mio.
So che prima o poi ci riuscirò, ma fino a quel giorno Amore
I love you"



Questa fu la lettera che mi permise di conquistarle il cuore. Mi richiamò, parlammo per ore senza accorgercene. I nostri argomenti potevano essere insignificanti agli occhi di qualcuno ma per me parlare della mia giornata con lei è il sogno che coronava le mie speranze. Ci incontrammo perfino una volta.
Era un pomeriggio nel mese di Novembre, la neve copriva le strade, il cielo grigio come al solito, gli alberi assenti e la gente praticamente inesistente creavano un paesaggio tetro fatto di immagini stilizzate senza anima che viste dal basso quasi ti soffocano.
Camminavo sotto questi alberi. Pensavo e vedevo come la mia vita avesse preso una piega ben diversa da quella che mi aspettavo. Come Frodo Baggins portava l’anello io portavo i miei segreti, fardelli totalmente diversi, ma tutti con lo stesso peso. I segreti che il mio cuore non poteva più contenere, avevano bisogno di essere liberi e non vivere come detenuti in una cella ben più piccola di tutti loro. Qualcosa mi diceva che la sua natura incontaminata che credevo positiva, fosse al contrario la cosa peggiore che io abbia potuto mai incontrare, ma quella vocina era talmente frivola che feci finta di non averla compresa.
La vidi su di una panchina che fissava il cielo. Le passai davanti senza farle un cenno, un saluto. ‹‹Eleanor non è di buon umore oggi…›› bisbigliò.
‹‹Come scusa?››
‹‹Su dai non fare il finto tonto, sai perfettamente chi sono e dato che ti ho già incontrato non ho difficoltà a riconoscerti.››
‹‹Davvero ricordi quella sera?››
‹‹Come faccio a dimenticarla dopo la figuraccia che hai fatto!››
Ma, come mai aveva un tono così arrogante? La paura di sbagliare, di fare un passo falso aumentava a dismisura. Sentivo premere l’angoscia sulle mie spalle.
‹‹Dammi una spiegazione››.
‹‹Una spiegazione a cosa? Al fatto che ho fatto lo sbaglio di chiamarti, oppure al fatto che sono nata per morire e nient’altro? Come ho permesso che entrassi nella mia vita, sei inutile! Ti auguro di trovare un’altra donna, forse nel mondo dei sogni bastardo!›› La vidi allontanarsi che sbatteva i piedi e grugniva.
Mi lasciò solo sul marciapiede, quel presentimento insignificante cadde sulla terra come un meteorite. La sua vera natura si rivelò. Colpì forte e lasciò un segno indelebile sulla mia pelle.
Essa si stancò di me! Si stancò di questo rapporto fantasma. Cercavo ogni giorno, in tutti i modi di evitare tutto ciò, cercando nuovi argomenti di discussione, i regali, le parole, ma nulla era reale…
Mentre lavavo le stoviglie improvvisamente vidi sul cellulare un nuovo messaggio da parte di uno sconosciuto… Lo aprii, e riconoscendo la dolcezza della scrittura riconobbi il mittente, il quale mi scrisse:
Ogni singola lettera messa una accanto all’altra nel modo giusto si trasformano nel più bell’uomo che chiunque abbia mai visto.” 
  
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