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Autore: jaureguisvojce    05/02/2014    2 recensioni
"Provai qualcosa che non provavo da un po’, ormai. Era gelosia? 'No, cazzo, Lauren, tu non sei gelosa. Non PUOI essere gelosa. Ormai è finita, è tutto passato, l’hai dimenticata proprio come lei ha dimenticato te', disse una voce nella mia mente. In realtà, sapevo benissimo che non era così. "
"E io che pensavo mi amasse sul serio! 'Camila, sei stata solo una povera illusa', mi dissi. Quante notti avevo passato a piangere per lei! [...] Si, l’amavo ancora, e nulla avrebbe potuto farmi cambiare idea."
#Camren
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Camila Cabello, Lauren Jauregui, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2.
 
*P.O.V Lauren*

Dopo circa mezz’ora di volo, avevo preso gli auricolari e avevo iniziato ad ascoltare musica. La mia mente non aveva intenzione di riposarsi nemmeno un secondo, a quanto pareva. Premetti play e partì la riproduzione casuale. Diedi un’occhiata al display del cellulare e lessi: “Scars – Miley Cyrus”. Bene, benissimo. Proprio questa doveva capitarmi? pensai, contrariata. Partì la canzone e chiusi nuovamente gli occhi.
 
I can’t pretend that I don’t see you
I can’t pretend that I don’t wanna hold you
When you’re around
When you’re around
I can’t say that nothing was I
But we know if I looked in your eyes
I’d break down
(Yeah, I’d break down)


(Non posso fingere di non vederti
Non posso fingere di non volerti stringere
Quando sei vicino

Quando sei vicino
Non posso dire che io non ero niente
Ma sappiamo che se guardo nei tuoi occhi
Mi fermerei (yeah, mi fermerei)


Guardai di sottecchi Camila. Stava leggendo un libro. La sua testa era un po’ inclinata in avanti, quel tanto da poterle permettere di leggere senza stare in una posizione troppo scomoda. I capelli le coprivano leggermente il viso, rendendola ancora più bella, se possibile. Avrei voluto abbracciarla, stringerla a me, senza motivazione, proprio come facevo un tempo.
 
If I could just one night
To be with you
It may be right
For what we were, and what we are
It’s hidden in the scars


(Se potessi una sola notte
Essere con te
Potrebbe essere giusto
Per ciò che eravamo, e ciò che siamo
È nascosto nelle cicatrici
)

Se solo potessimo tornare a ciò che eravamo, pensai.

And if I could to take you there
I won’t let go, and this I swear
You won’t have to wonder what we are
You won’t have to ever to look too far

Hidden in the scars
It’s hidden in the scars


(E se potessi portarti là
Non ti lascerei, e questo lo giuro
Non dovrai pensare a cosa siamo
Non dovrai mai guardare troppo lontano

Nascosto nelle cicatrici
È nascosto nelle cicatrici)


Se solo potesse accadere, non la lascerei mai più andare.

If I told you that I love you
But I’m doing right without you, It’d be a lie
But I could try

I’d run a thousand miles for leaving
you’re the only one I want to free me to break down
(Yeah, let’s break down)


(Se ti ho detto che ti amo
Ma sto facendo bene senza di te, sarebbe una bugia
Ma ci posso provare

Correrei mille miglia per andarmene
tu sei l’unico che voglio che mi liberi dal cadere
Yeah, cadiamo)


È vero, verissimo. Faccio finta di stare bene senza lei, ma è solo una bugia. Ed io lo so.

If I could just one night
To be with you
It may be right
For what we were, and what we are
It’s hidden in the scars

and if i could to take you there
I won’t let go, and this I swear
You won’t have to wonder what we are
You won’t have to ever to look too far
Hidden in the scars


(Se potessi una sola notte
Essere con te
Potrebbe essere giusto
Per ciò che eravamo, e ciò che siamo
È nascosto nelle cicatrici

E se potessi portarti là
Non ti lascerei, e questo lo giuro
Non dovrai pensare a cosa siamo
Non dovrai mai guardare troppo lontano

Nascosto nelle cicatrici
È nascosto nelle cicatrici)


Lacrime silenziose iniziarono a scendere dai miei occhi e me ne accorsi appena, tanto ero ‘immersa’ nella canzone.

Yeah, I’d tell you all my secrets
All the ones I’ve kept inside
And I’ll give you all the reasons that you faded from my life
I won’t let you go, baby come here close
I won’t let you walk away


(Sì, ti direi tutti i miei segreti
Tutti quelli che ho tenuto dentro
E ti darei tutte le ragioni per cui ti ho cancellato dalla mia vita
Non ti lascerò andare, baby, vieni qui vicino
Non ti lascerò andare via)


Avevo dannatamente bisogno di lei. Era sempre stata tutto ciò di cui avevo bisogno. Non volevo lasciarla andare via, ma l’avevo fatto. E adesso stavo lì a soffrire maledettamente. Che mi aspettavo? Che tutto sarebbe stato rose e fiori? Me lo merito, è giusto che io soffra. Avrei dovuto fermarla, dirle che non ero d’accordo in realtà, ma non l’ho fatto. E adesso mi ritrovo in questa situazione, pensai.

If I could just one night
To be with you
It may be right
For what we were, and what we are
It’s hidden in the scars

and if i could to take you there
I won’t let go, and this I swear
You won’t have to wonder what we are
You won’t have to ever to look too far

Hidden in the scars

(Se potessi una sola notte
Essere con te
Potrebbe essere giusto
Per ciò che eravamo, e ciò che siamo
È nascosto nelle cicatrici

E se potessi portarti là
Non ti lascerei, e questo lo giuro
Non dovrai pensare a cosa siamo
Non dovrai mai guardare troppo lontano

Nascosto nelle cicatrici
È nascosto nelle cicatrici)

 
Le lacrime si fecero più copiose, mi girai verso il finestrino e mi rannicchiai sul sedile, dando la schiena a Camila, cercando di coprire la visuale, cercando di reprimere la voglia di urlare e scappare via.

I can’t pretend that I don’t see you
I can’t pretend that I don’t wanna hold you
When you’re around


(Non posso fingere di non vederti
Non posso fingere di non volerti stringere
Quando sei vicino)


Continuavo a piangere silenziosamente, nonostante la canzone fosse finita. Guardando fuori dal finestrino, fu come se mi fossi resa conto solo in quel momento di quanto immensa fosse la Terra, sotto tutti i punti di vista. Ci sono più di 7 miliardi di persone su questo pianeta. E io che faccio? Continuo ad essere innamorata di lei, pensai. Abbassai lo sguardo verso il cellulare e, sullo schermo, vidi il mio riflesso. Sembravo un panda. Il trucco si era sciolto, dato che avevo pianto. Ora come cazzo faccio?, mi dissi. Presi un fazzoletto e cercai di rimediare al danno. Dopo un bel po’ di tempo, fui soddisfatta. Schiacciai di nuovo play, stavolta mettendo in riproduzione una playlist con canzoni decisamente più allegre.

*P.O.V Camila*

Lei era lì, rannicchiata, che ascoltava musica tranquillamente. Io, invece, cercavo di concentrarmi su questo fottutissimo libro, ma non ci riuscivo. I miei pensieri andavano altrove. Andavano a lei. Era lei il mio pensiero fisso. Non potevo togliere dalla mente quel suo sorriso falso, che non si estendeva agli occhi, i quali rimanevano come spenti. Cercai di ricordare com’era il suo sorriso prima, come le si illuminavano gli occhi quando sorrideva. E, senza volerlo, sorrisi anch’io. Si, perché era questo che lei era in grado di fare. Mi faceva sorridere, sempre. Anche se ero triste, se avevo voglia di uccidere qualcuno, lei riusciva a farlo. Avrei potuto guardarla sorridere per ore. Mi sarei potuta perdere nei suoi occhi. E adesso? Tutto era cambiato. Non c’erano più gli occhi in cui mi sarei persa in passato, né il sorriso che avrei osservato per l’eternità. Che fine avevano fatto? Perché si comportava in quel modo? E perché soffrivo maledettamente per lei? La risposta venne immediatamente: “Perché la amo”.
Chiusi il libro e mi raddrizzai. Mancava ancora poco più di un’ora all’atterraggio. Siccome Camila Cabello non sa stare con le mani in mano, cercai immediatamente qualcosa da fare. Iniziai a giocare con il cellulare, riguardai vecchie foto (cosa che, mi dissi mentalmente, non mi fece affatto bene), presi una rivista e la lessi svogliatamente e, infine, mangiai uno snack. Avevo esaurito tutte le possibilità e mi ero ritrovata, di nuovo, senza nulla da fare.
Mi voltai verso Lauren, che ascoltava ancora la musica. Prima o poi avremmo dovuto ricominciare a parlare normalmente, insomma, stavamo nello stesso gruppo e non potevamo continuare a comportarci così. Avremmo solo rovinato le cose e anche le altre ragazze ne avrebbero sofferto. Così, le diedi una pacca sulla spalla. Lei tolse gli auricolari e si girò verso di me.
-Dimmi. –mi disse.
-Lo, mi annoio.
Si rimise a sedere in maniera normale.
-E io cosa dovrei fare?
-Trova un modo per non farmi più annoiare. –le risposi, semplicemente. Solo dopo mi accorsi che in quelle parole poteva essere colta una punta di malizia, ovviamente non voluta, e sperai che Lauren non se ne fosse accorta.
-Del tipo? –chiese, probabilmente facendo finta di niente.
-Non lo soooo! Appunto per questo ti sto chiedendo aiuto. –le dissi, quasi esasperata.
-Beh, forse so cosa potresti fare! –disse lei, come se avesse avuto un lampo di genio.
-Coooosa? –le chiesi, felice.
-Dormi. –mi rispose e, con un’alzata di spalle, riprese gli auricolari.
-No! –le dissi, togliendole gli auricolari dalla mano.
-Hey! –protestò.
-Non ho sonno, non voglio dormire. –affermai, sembrando vagamente una bambina capricciosa.
Lauren mi guardò per un momento e poi sorrise. Sorrise per davvero, facendo di conseguenza sorridere pure me.
-Va bene, va bene. Ok, troviamo qualcosa da fare. –disse, arrendendosi.
-Yeeeeah! –esultai. Lauren scosse la testa, come se io non avessi speranze.
-Tieni. –mi disse, dandomi il suo cellulare. Io la guardai, senza sapere cosa fare.
-Ho scaricato nuove applicazioni e nuovi giochi, trova qualcosa che ti piace e usala.
Io iniziai a scorrere l’elenco, con Lauren che mi guardava, e optai per un gioco, chiamato ‘Vero o Falso’.
-Così alleno la mente. –dissi, in modo saccente, cosa che fece ridacchiare Lauren. E il mio cuore fece una capriola.
Iniziai a giocare e mi aiutava pure Lauren, dato che non sapevo sempre le risposte. A volte capitavano domande davvero assurde, e ciò ci divertiva molto. Capitavano anche delle domande su artisti musicali che mi piacciono molto, e allora iniziavo a sclerare in una maniera assurda.
-Ti prego, ci metti in imbarazzo, ci stanno guardando tutti! –disse Lauren, quando capitò una domanda sui One Direction.
-Tutti? Ma se siamo quattro gatti! –risposi, “saltellando” sul sedile.
-Si, ma non importa. Ti prego, Camz, smettila. –continuò, divertita.
Io mi calmai e mi soffermai a pensare per un momento al fatto che mi aveva chiamata ‘Camz’. Sorrisi lievemente.
-Daiii, è ripartito! Muovitiii! –urlò Lauren, riportando la mia attenzione al gioco.
-E poi sono io quella che mette in imbarazzo, vero? –le chiesi, inarcando un sopracciglio.
-Sta zitta e gioca.
-Non fare la dittatrice con me, eh! –affermai.
-Ma cosa? –disse Lauren, scoppiando a ridere. –La dittatrice? Mio Dio, ti prego, gioca e non sparare cazzate. –continuò.
Io sorrisi, la sua risata era qualcosa di perfetto.
 
*P.O.V Lauren*

Quanto era bella quanto sorrideva? Tantissimo. E, con i suoi comportamenti, sembrava una bambina. Ma era questo che amavo di lei. Mi era mancato ridere e scherzare con lei, e non avrei reso possibile in alcun modo che tutto ciò terminasse di nuovo.
-Siiii, cazzo, ammettilo che sono una fottuta genia. –mi disse, esultando perché aveva risposto correttamente ad una domanda.
-E tu ammettilo che l’hai scelta a caso. –le dissi, ricevendo un’occhiataccia.
-Così offendi il mio genio, cara Lauren. Capisco che tu sia gelosa e che vorresti essere come me, ma..
-NEVER IN A MILLION YEARS! –urlai, interrompendola.
-ONE DIRECTION! –urlò lei.
-Lo sapevo che avresti pensato a loro. –dissi, scoppiando a ridere. Lei fece lo stesso.
-Ciò non toglie il fatto che io sia una genia e tu.. beh, sufficientemente intelligente. –riprese lei, con aria superiore.
-Oh, sufficientemente? Cioè, grazie proprio. –le dissi, fingendomi offesa.
-Prego, non c’è di che. –rispose lei, divertita, tornando a giocare.
Continuammo a giocare, fin quando non arrivò una domanda.
“ “When she left, it was like someone had ripped my heart out, crumbled it up like a flimsy piece of loose leaf paper and crammed it back into my chest. It somehow managed to work, but it would never, ever feel the same.” è una citazione sull’amore di Senora Roy. Vero o Falso?”

(Traduzione non letterale: Quando lei se ne andò, era come se qualcuno avesse squarciato il mio cuore, l’avesse sbriciolato come un fragile pezzo di carta e l’avesse stipato di nuovo nel mio petto. In qualche modo riuscì a lavorare, ma non si sarebbe più sentito lo stesso)

Leggendola, pensai come quella citazione descrivesse benissimo la mia situazione.
Camila guardava lo schermo del cellulare, ma era come se fosse assente.
-Camz, sbrigati, il tempo sta scadendo. –le dissi, con voce flebile. Avrei voluto evitare che apparisse così, ma non ci riuscii.
Camila parve ritornare alla realtà.
-Ma non so la risposta. –disse piano.
-Mettila a caso. –le suggerii. Lei schiacciò ‘vero’, però sbagliò. Apparve un’altra scritta.
“La citazione non è di Senora Roy, ma di Steph Campbell. “So what if I love you? So what if even after everything I can't stop loving you? I will bury this love inside my heart, so deep that it will never come out.”, invece, è una citazione sull’amore di Senora Roy.”
 
(Traduzione non letterale: Che importa se ti amo? Che importa se, anche dopo tutto ciò, io non possa smettere di amarti? Seppellirò questo amore dentro il mio cuore, così in profondità che non verrà mai più fuori)

Deglutii e cercai di non far trasparire il mio dolore, che era riemerso leggendo quell’altra citazione.
-Basta. –disse Camila ad un certo punto, chiudendo il gioco e ridandomi il cellulare.
-Cosa? Perché? –le chiesi, sorpresa da quel suo cambio di umore.
-Non mi va più di giocare. Queste domande parlano di cose troppo.. Troppo.. –si interruppe, non riuscendo a trovare le parole.
-Facili? –chiesi, poco convinta.
-No, no.. Intendo, troppo.. –si interruppe di nuovo, stavolta forse di proposito.
-Reali. –dissi io, più a me stessa che a lei.
Camila si girò a guardarmi. Non riuscii a sopportare il suo sguardo, così abbassai la testa, focalizzandomi sul cellulare. Continuavo a sentire il suo sguardo su di me.
-Quanto manca? –mi chiese, ad un certo punto.
-Un’ora. –risposi.
-Bene, dato che mi è venuto sonno, penso di essere ancora in tempo per dormire. –disse, mettendosi più comoda.
 
*P.O.V Camila*

Reali. Quella era la parola esatta, quella era la parola che non volevo dire per paura della sua reazione. È invece è stata proprio lei a dirla. Mi sorprese, e non poco.
Mi girai a guardarla, ma lei distolse lo sguardo. Avrei voluto abbracciarla.
-Quanto manca? –le chiesi, infine.
-Un’ora. –rispose, continuando a guardare il cellulare.
-Bene, dato che mi è venuto sonno, penso di essere ancora in tempo per dormire. –le dissi, mettendomi più comoda.
-Si, credo di si. –confermò lei.
Mi distesi lungo il mio sedile e quello vuoto accanto al mio, appoggiando la testa su un bracciolo.
-Cazzo, è duro! –esclamai.
-Cosa? Camz, specifica, si potrebbe fraintendere. –disse, maliziosamente.
-Fottiti. –le dissi, sorridendo leggermente.
Stavo molto scomoda, così decisi di fare una cosa alquanto rischiosa, per così dire. Alzai il bracciolo, che separava il mio sedile da quello di Lauren, e poggiai la testa sulle gambe di Lauren. Lei sussultò in modo quasi impercettibile. Avevo gli occhi chiusi, quindi non potevo vedere la sua espressione. Ok, Camila, hai fatto una cazzata. Adesso ti dirà di toglierti e ti si spezzerà il cuore, mi dissi. Invece Lauren non disse niente, ma, con mia grande sorpresa, mi accarezzò lievemente la testa e sospirò. Aprii gli occhi e ci guardammo per un istante lunghissimo. Non avevamo bisogno di parole, noi due. E andava bene così.


*Spazio Autrice* SAAAALVE! Rieccomi con il secondo capitolo. Stranamente, sono soddisfatta questa volta. Non è il massimo comunque, però è meglio del primo. (Credo, ahaha) Che ne pensate? Recensite in tanti e fatemi sapere, mi raccomando! Alla prossima! :)x 
  
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