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Autore: fanky    13/06/2008    6 recensioni
Ciao sono quello che hai incontrato alla festa,
ti ho chiamata sono per sentirti e basta...
si, lo so, è passata appena un'ora, ma ascolta:
c'è che la tua voce, chissà come, mi manca.
«Pronto Hinata, sono Naruto!» esordì Naruto emozionato e imbarazzato, aveva fatto il numero della ragazza senza pensare e prima che avesse potuto attaccare lei aveva risposto:«ci siamo incontrati alla festa, ricordi?»
[...] «Ehm... tutto be-bene?»
Naruto alzò la testa di scatto incontrando due occhi perlacei e un visino spaventato.
«No, cioè sì. Ecco prima no, ora sì» rispose.
[NaruHina]
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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fdsf Per immergersi in questa song-fic non sarebbe male se metteste la canzone 'Il solito sesso' di Max Gazzè a ripetizione (io l'avrò sentita almeno per un tre ore filate mentre scrivevo e, davvero, mi ha aiutato a calarmi nella fic), quindi se non la conoscete (ma anche se la conoscete) ecco il link da cui ascoltarla:http://it.youtube.com/watch?v=GR4AUxtjL9Y


Il SoliTo SeSSo




Tu-tu
Tu-tu

«Pronto?»

Ciao sono quello che hai incontrato alla festa,
ti ho chiamata sono per sentirti e basta...
si, lo so, è passata appena un'ora, ma ascolta:
c'è che la tua voce, chissà come, mi manca.

«Pronto Hinata, sono Naruto!» esordì Naruto emozionato e imbarazzato, aveva fatto il numero della ragazza senza pensare e prima che avesse potuto attaccare lei aveva risposto:«ci siamo incontrati alla festa, ricordi?»

«Cazzo Naruto! Sei ubriaco fradicio!»
Naruto non rispose al rimprovero di Kiba, accucciato a vomitare in vaso di petunie,
perché petunie erano, vero?
«Sei uno stupido masochista! Un imbecille!»
continuò Kiba:
«Sapevi che ci sarebbero stati loro due, no? E adesso stai facendo una figura da sfigato!»
Naruto avrebbe voluto rispondere che non gliene fregava nulla di fare una brutta figura,
perché veder le due persone più importanti della propria vita creare un legame solo loro
(che lo escludeva)
faceva male e tutto il resto passava in secondo piano.
«Cazzo, cazzo!» Kiba non era per niente fine,
Naruto avrebbe voluto fargli notare pure quello ma un conato di vomito glielo impedì.
«Io torno dentro, pezzo di coglione, vedi di rimetterti e tornare, 'sta figura non ti si addice per niente!»
Naruto annuì prima di richinarsi a vomitare.
Che schifo!
Sbronzo prima di metà sera, aveva davvero toccato il fondo.
Solo che, niente scuse, vedere Sasuke e Sakura assieme,
vederli pomiciare senza pudore sul quel divanetto affollato,
ecco, aveva fatto più male del previsto.
«Ehm... tutto be-bene?»
Naruto alzò la testa di scatto incontrando due occhi perlacei e un visino spaventato.
«No, cioè sì. Ecco prima no, ora sì» le rispose.
«Ca-capisco... ecco... pulisciti» gli disse la ragazza porgendogli un fazzoletto ricamato.
«Ecco non vorrei sporcartelo!» fece per rifiutare l'Uzumaki
ma alla vista del viso affranto della giovane sconosciuta decise di prendere ciò che gli veniva offerto.
«Di solito non mi riduco così a quest'ora» tentò di giustificarsi Naruto sentendo il silenzio essergli divenuto pesante:
«Però io sono forte! Sto già bene ora!»
La ragazza gli regalò un sorriso dolce, che Naruto non seppe come catalogare.
«Piacere sono Naruto Uzumaki comunque!»
le disse porgendole la mano.
«Hi-Hinata Hyuga, mo-molto piacere»
gli rispose arrossendo la ragazza.
«Scappi dalla festa Hinata?» le chiese sapendo che, chissà perché,
lei non era il tipo da far sentire spesso la sua bellissima voce.
Lei annuì chinando gli occhi in un moto di vergogna,
per poi alzarli e mormorare un deciso:
«Ma-ma tu non sei un tipo che scappa, ve-vero Na-Naruto?»
L'Uzumaki ghignò:
«Infatti, questa era solo una ritirata stratergica, tanto per recuperare le forze!»
«Ca-capisco...» mormorò lei.
«Mi dispiace solo per le petunie, ma la guerra è guerra per tutti»
concluse con un sorriso sardonico Naruto.
Al sorriso suo seguì la risata cristallina di Hinata,
una risata dolce, che accarezzava piacevolmente l'udito.
Il giovane notò con stupore che era la prima volta che sentiva una risata tanto buona,
che non prende in giro,
perfino più soave di quella di Sakura.
«Comunque, quelli erano geranei».
«Ma no!» esplose alla rivelazione Naruto:«ero sicuro fossero petunie!»
«Non te ne intendi?» gli domandò la Hyuga ridente.
«Per niente» rivelò asciutto.
«Strano che uno che non conosca i fiori sia amico di Ino» commentò la ragazza.
«Scuole materne, elementari e medie. E tu? Una ragazza così carina e dolce, che ci fa qui?»
Hinata arrossì:
«Abbiamo fatto il liceo assieme e poi è stata la ragazza di un mio amico».



Se in quello che hai detto ci credevi davvero,
vorrei tanto che lo ripetessi di nuovo...
dicono che gli occhi fanno un uomo sincero,
allora zitta, non parlarmi nemmeno.


«Ed ecco volevo sentirti... E poi volevo sapere se quello che dicevi per te era vero».

«Sai Naruto? No, ovvio che non lo sai...»
mormorò Hinata con voce strascicata.
«No, cosa non so?»
chiese Naruto curioso del lato nuovo che Hinata rivelava sotto l'effetto dell'alcool.
«Che sei una persona eccezionale!»
esordì la ragazza sorridendo convinta.
«E cosa te lo fa pensare?»
Hinata si guardò intorno pensierosa mentre accanto a loro la festa andava avanti:
«Che vuoi bene a Sakura e Sasuke, che auguri loro solo cose belle! Che sei sincero!»
Naruto sorrise mesto:
«Tu hai davvero un’alta stima di me, mi conosci bene... meglio di me».
Hinata lo guardò da sopra il bicchiere, aveva le guance rosse a causa dell'alcool:
«Perché io ti osservo, anche se tu non te ne sei accorto mai; io ti osservo e so che i tuoi occhi sono sinceri».


Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso!

Perché, sai, non capita poi tanto spesso
che il cuore mi rimbalzi così forte addosso,
ed ho l'età che tutto sembra meno importante,
ma tu mi piaci troppo e il resto conta niente.

Le parole si accalcavano l'une dietro le altre, confondendosi con le sensazioni della serata appena conclusa, e Naruto sentiva che se avesse smesso di parlare l'incanto si sarebbe rotto:«Ecco, volevo sapere se ci potevamo vedere. Non pensare male, è solo che... che come dire... ah si! Ti devo dare il fazzoletto!... E poi, voglio vederti perché mi piaci. Davvero. Mi piaci».

Era da più di mezz'ora che lui e Hinata non facevano che parlare, ridere e scherzare.
«E poi bum! Il composto scoppia! Sì, sì e oltre che sporcarci tutti, finiamo anche per sporcare il prof!»
Un aneddoto divertente di un passato recente.
«Sei un grande Naruto!»
asserì Hinata abbracciandolo, ormai priva di freni inibitori.
Era formosa senza essere volgare in quel vestito grigio e bianco,
dolce senza essere mielosa,
gentile senza risultare artificiosa,
bella senza essere appariscente.
«Sei speciale, lo sai Hinata?» le disse senza preavviso facendola arrossire.
«Non... non dire cose così all'improvviso...!»
mormorò la Hyuga torturandosi le mani, con gli occhi bassi e le guance rosse.
D'istinto l'abbracciò, non sapeva bene nemmeno il perché
(con lei non sapeva davvero come comportarsi, aveva sempre paura di sbagliare),
e sentì il cuore battere più veloce.


Dillo al tuo compagno che ci ha visti stanotte:
se vuole può venire qui a riempirmi di botte!
Però sono sicuro che saranno carezze,
se per avere te vicino almeno servisse.

«Non m'importa niente di quello, del tuo ragazzo» il ricordo bruciava ancora:«se mi vuole picchiare, io sono pronto quando e dove vuole. Perché per quello che provo per te vale la pena fare a botte... e poi io sono forte, non mi farebbe un graffietto quello».


«Credo di essere un po' alticcia... scusami, di solito non sono così»

disse Hinata staccandosi dal suo abbraccio.
«Così come?»
«Così espansiva, così... come dire... non so, di solito sono più riservata».
Naruto sorrise:
«Che ne dici di un caffè? Faccio il mio super caffè che fa passare ogni cosa! Garantito!»
La ragazza lo guardò titubante,
ma lui non aspettò una sua risposta e la trascinò oltre l'improvvisata pista da ballo,
verso quella che ricordava essere la cucina.
«Hinata!»
Hinata si fermò guardandosi attorno e Naruto aumentò di poco la stretta sulla sua mano.
«Hinata!» era un ragazzo alto, con lunghi capelli castano scuri.
«Neji...» mormorò la giovane:«Naruto, per favore, andiamocene».
Fu davvero un sollievo pregarla di andare via, di scappare via;
scoccò un’occhiata di sfida al ragazzo, che li guardava dalla parte opposta della stanza,
e poi corse via con lei.
«Problemi con quel tipo?»
le chiese appena si fermarono, non aveva il coraggio di chiederle se era il suo ragazzo.
«No... diciamo di no» mormorò ad occhi bassi la Hyuga:
«ma sarà giusto usare la cucina di Ino?»
«È per una buona causa: te!»
rispose Naruto godendosi la vista dell'adorabile volto della ragazza che arrossiva.



Posso rivederti già stasera?

Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso!

«Si, ora ti sembrerò pazzo, ma davvero ti vorrei incontrare, mi basta anche solo vederti... cioè io voglio vederti, cavolo non so più nemmeno io che sto dicendo... Però sappi che, per me, non è solo...» Naruto tentennò, gli sembrava la più volgare delle cose dirlo a lei:«attrazione fisica».
Proprio non riusciva a parlarle in modo così diretto, a dirle che non era il solito sesso.

«Ecco qui il mio super caffè!»
dichiarò Naruto porgendo ad Hinata una tazza dal vago contenuto:
caffè e cioccolata ufficialmente.
«Bè, bevi! Berrò anch'io, stai tranquilla!»
le disse convincendola finalmente a prendere la tazza.
«Tutto d'un fiato, Hinata! O non funziona!»
Gli occhi della ragazza si illuminarono mentre annuiva ingenuamente convinta.
«Al mio tre! Uno... due... tre!»
Il mix bruciò ad entrambi la gola svegliandoli,
il suo sapore a metà fra caffè e cioccolata amara disgustò le papille gustative
al punto da sconvolgere il loro cervello,
ridestandolo dal torpore indotto dall'alcool e la tarda ora.
«È più cattivo di come ricordassi...»
si scusò Naruto cercando gli occhi della ragazza nascosti dalla frangia per una risposta.
Poco dopo Hinata alzò il viso stravolto dalla tazza.
«Scusa! Scusa! Non avrei dovuto fartelo bere! Mi spiace!»
«Io... sono perfettamente sobria»
bisbigliò quasi a se stessa la giovane
e mentre lo diceva si toccava il naso con le dita smaltate di bianco e gli occhi chiusi:
«Grazie Naruto!»
«Da-davvero?» balbettò il ragazzo che aveva temuto il peggio.
«Si! Anzi devi darmi la ricetta!»
«Certo, te la scrivo subito se vuoi...»
disse l'Uzumaki iniziando già a cercare carta e penna.
Hinata si alzò dalla sedia e si mise anche lei a cercare solo dal lato opposto al ragazzo,
se non ricordava male Ino teneva carta e penna in un cassetto.
«Acciden-»
Naruto si spaventò trovando Hinata al suo fianco, altrettanto sorpresa,
le loro mani si sfiorarono,
fredda, piccola e titubante quella di Hinata;
calda, grande e sicura quella di Naruto.
Il ragazzo prese quella piccola mano fra le sue:
vi ci si perdeva.
L'attrasse a sé.
Lei era molto più bassa di lui:
fra le sue braccia si perdeva.
Naruto ebbe paura che di lì a poco sarebbe scomparsa come un sogno al mattino,
le alzò il viso.
Hinata era arrossita, come sempre,
ma nel suo sguardo non c'erano insicurezze,
i suoi occhi riflettevano lo stesso desiderio che animava anche lui.
Con delicatezza, per paura di farla sparire o spaventarla,
la baciò.
Un bacio dolce, lento, paziente, insicuro,
quasi come il primo bacio tra adolescenti inesperti.
Gradualmente, con dolcezza, il ritmo di quel bacio aumentò,
ma non per una passione dettata dall'urgenza,
quanto piuttosto da un desiderio di conoscersi, di amarsi.
Piano, senza staccarsi se non per pochi -pochissimi- secondi,
si addossarono al mobile e usandolo come traccia arrivarono a terra.

Chiuderò la curva dell'arcobaleno
per immaginarlo come la tua corona,
e con la riga dell'orizzonte in cielo
ci farò un bracciale di regina....

Naruto pensò confusamente che Hinata sapesse di cioccolata,
sapesse di dolci e poesia.
Lui non era un letterato, nè tanto meno un poeta,
ma sapeva solo che Hinata era dolcezza e poesia.

... ma se solo potessi un giorno
vendere il mondo intero
in cambio del tuo amore vero.

«Se lo avessi, venderei il mondo intero per te»
le sussurrò sulle labbra.





Sai, qualcosa tipo "cielo in una stanza"
è quello che ho provato prima in tua
presenza...

dicono che gli angeli amano in silenzio,
ed io nel tuo mi sono disperatamente perso.
Sento che respiri forte in questa cornetta...
maledetta, mi separa dalla tua bocca!

«Un angelo, ecco cosa mi sei sembrata, Hinata».
Naruto si prese una pausa e sentì il respiro della ragazza all'altro cappo della cornetta accelerare, la conosceva abbastanza da sapere che lei non avrebbe parlato, avrebbe mantenuto quel suo surreale silenzio angelico che tanto sapeva comunicare.
«È strano da dire ma mi sembra di essere alla presenza di un miracolo stare con te, o meglio: mi fa stare bene come mai prima».

Non ci fu bisogno di parlare, di rompere quel silenzio magico,
Naruto porse la mano a Hinata e l'aiutò ad alzarsi,
sapevano già cosa volevano.
Prese la prima tovaglia che trovò e,
stringendo la mano della ragazza delicatamente,
attraversò la casa fino ad uscire nell'ampio giardino.
I rumori attorno a loro attutiti, quasi nulli.
Non ci sarebbe stata stanza abbastanza bella per lei
pensò Naruto mentre la tovaglia si distendeva al suolo da sola.
Una siepe a nasconderli a sguardi indiscreti,
il cielo stellato come testimone,
il silenzio dei loro respiri,
il silenzio che consumò ogni cosa.
"Sono al cospetto di un angelo"
pensò confusamente Naruto
e si vietò di parlare:
perché temeva che se avesse rotto quel silenzio lei sarebbe volata via,
tra i suoi simili,
tra gli angeli.

Correrò veloce contro le valanghe
per poi regalarti la fiamma del vulcano,
respirerò dove l'abisso discende
e avrei tutte le piogge nella tua mano...

... ma se solo potessi un giorno
vendere il mondo intero
in cambio del tuo amore vero.

Guardò Hinata accaldata, arrossita, sorridente, timida al suo fianco,
semplicemente troppo bella per essere vera.
La sua mente elaborò immagini fantastiche,
sciocche e infantili,
di cavalieri impavidi (come lui) e principesse timide e belle (come lei) per le quali svolgere imprese al limite dell'impossibile,
immagini sognanti e deliranti forse
ma che si avvicinavano abbastanza a rendere
l'idea di come si sentisse:
un uomo davanti a un tesoro,
un uomo davanti a un miracolo a cui basta tendere la mano per accarezzarne il volto.


Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso!

«Bene, ecco, ti ho chiamato per sapere se ci potevamo vedere» Naruto si sentì un po' stupido, era da fin troppo tempo che ripeteva le stesse cose:«sarebbe piacevole?... e poi, non so come dirtelo, ma ci tengo che tu lo sappia: non è il solito sesso per me...»

Ora ti saluto, è tardi, vado a letto...
Quello che dovevo dirti io te l'ho detto.

«Credo sia tutto» no, non aveva dimenticato nessun modo per mettersi in ridicolo:«ti lascio dormire, scusa il disturbo».

Chiuse la telefonata: aspettare una risposta che probabilmente non sarebbe mai arrivata sarebbe stato ancora più imbarazzante e più doloroso.
Naruto si diede per l'ennesima volta dello stupido masochista: non aveva occhio per le ragazze, prima Sakura così evidentemente innamorata di Sasuke e adesso Hinata, la timida, bella, piccola Hinata: sconosciuta per lui, con una vita sua, fidanzata, che forse credeva che fosse tutto uno scherzo.
Si diede un ultima volta dell'idiota, ma che gli era preso? Si buttò a peso morto sul divano, da dove gli era uscita una telefonata così farneticante?



Poche ore più tardi lo svegliò lo squillare del cellulare:«si..?» rispose assonnato.
«Na-Naruto? Sono Hinata... ecco, Neji è mio cugino e anche a me farebbe molto piacere vederti...»










****Spazio dell'autrice****

Diciamo che il titolo della canzone (che poi è anche quello della storia) centra poco con il suo reale contenuto,
ecco non so dirvi perché ma in un certo senso per me stona con tutto il resto
(in fondo nella canzone si dice 'ancora il solito sesso' solo nel ritornello e poi non vi sono altri reali accenni).
Dato che è lontana dal genere di musica che ascolto di solito questa song-fic è stata totalmente un esperimento,
infondo più che essere stata io a trovare lei, è stata questa canzone a trovare me
(ero io, o c'è stato un periodo che la mettevano su tutte le stazioni radio e non solo?).

Un grazie a tutti e un augurio di buone vacanze a chi le avesse già iniziate e buoni esami per chi invece dovesse averli.
Fanky




  
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