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Autore: Sognatrice_2000    05/02/2014    2 recensioni
Cosa succederebbe se quella sera all'Haido City Hotel Conan non riuscisse a salvare Ai da Pisco,e Gin scoprisse il suo segreto?
La giovane scienziata sarà costretta a tornare a lavorare per l'organizzazione,per mettere al sicuro i suoi amici,ma proprio quando Shinichi la verrà a liberare,ella scoprirà che non vuole andarsene.Qualcosa dentro di lei è cambiato,i suoi sentimenti sono mutati. Shiho si ritroverà a vivere una lunga lotta interiore,combattuta tra ciò che è giusto e i suoi personali desideri,scoprendo un sentimento nuovo dentro di sè.Riuscirà l'amore a trionfare per la coppia più bella e misteriosa del manga?
Dedicato alla fantastica scrittrice Aya Brea,che mi ha fatto sognare ed emozionare con la sua magnifica fanfiction ''Mia cara Sherry''.
Un bacione e grazie a tutti coloro che leggeranno e recensiranno la storia!
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8: un antidoto contro l’APTX,un sogno che presagisce la morte(1° parte)
Anche quella notte Ai la passò sveglia,intenta a lavorare sempre per lo stesso fine: riuscire finalmente a completare un antidoto definitivo contro l’APTX4869 per il suo caro amico Shinichi. Sentiva di essere sempre più vicina alla soluzione,qualche piccola modifica e quella piccola pillola rossa e bianca avrebbe potuto essere ingerita senza alcun tipo di rischio.
Eppure ultimamente la bambina sembrava titubante. Come avrebbe potuto darlo al giovane detective? In primo luogo,ora come ora non avrebbe potuto fare niente,Shinichi sembrava scomparso nel nulla. Perché non veniva a liberarla da quella prigione che diventava ogni giorno più soffocante? Conoscendolo,doveva avere sicuramente qualche asso nella manica,qualche piano segreto per aiutarla.
Ma anche lì non era tutto negativo. C’era qualcuno che ogni giorno le donava affetto,che la faceva sentire speciale …. Se se ne fosse andata,avrebbe perso anche quello,quell’amore di cui aveva un immenso bisogno. Avrebbe trovato qualcun altro che le sapesse dare ciò di cui aveva bisogno?
E la risposta che immancabilmente si dava era no. No,anche se aveva degli amici,anche se il dottor Agasa era stato come un padre per lei,nessun altro sarebbe stato capace di farla sentire così unica,così felice,al centro del mondo. Nemmeno Shinichi ci sarebbe riuscito.
Quello che la piccola scienziata voleva,anche se non osava ammetterlo,era Gin. Solo lui e nessun altro. Solo i suoi sguardi,le sue labbra,le sue braccia così forti che la stringevano,i ciuffi dei suoi capelli biondi che le accarezzavano il viso quando erano vicini,il suo odore di sigaretta,il calore del suo lungo impermeabile nero nella quale lui la avvolgeva quando era più freddo,i suoi silenzi,i suoi occhi verdi malvagi ma allo stesso tempo bellissimi e delle sue mani fredde che però a lei riuscivano ad infondere un calore unico nel suo cuore.
Shiho,cosa stai dicendo? Sei forse diventata matta? Non te ne puoi innamorare,sarebbe contro qualsiasi morale”diceva la sua voce interiore.
Nonostante tutto,non poteva fare finta che i suoi sentimenti non esistessero.
Si sentiva così fragile,così debole,come se potesse frantumarsi in mille piccole schegge da un momento all’altro,nonostante cercasse disperatamente di apparire forte. Era troppo orgogliosa per poter ammettere di aver bisogno dell’aiuto di qualcuno.
Una lacrima le rigò il viso pallido e stanco. Ormai non ce la faceva più,era allo stremo delle forze. I suoi pensieri convergevano sempre in quell’unico fulcro,non sapeva più ciò che voleva davvero.
Voleva andarsene o rimanere lì?
Certo non c’era paragone,se fosse fuggita,avrebbe potuto assaporare la vita vera,crescere finalmente come una bambina normale,e soprattutto felice. Avrebbe potuto avere degli amici,ma le sarebbe mancato comunque qualcosa.
Quanto bisogno avrebbe avuto di correre a rifugiarsi nelle braccia di qualcuno,per piangere e sfogarsi,eppure il suo orgoglio la tratteneva.
Si asciugò gli occhi con il dorso della mano e,cercando di non pensare alla tristezza che la stava assalendo,riprese il suo lavoro.
Le lancette scorrevano veloci. Le due, le tre,le quattro,le cinque,le sei del mattino ….
Ci siamo,il composto era finalmente pronto.
Ai quasi non ci poteva credere,ma era ancora presto per cantare vittoria. Non poteva ancora sapere fino in fondo se era quello giusto,se non sarebbe stata un’altra creazione letale. Avrebbe dovuto testarla,prima.
Per un attimo fu quasi tentata di ingoiarla senza pensarci due volte. Ma alla fine decise più saggiamente di riporla,e di pensarci l’indomani con più calma,a mente lucida.
E senza accorgersene si addormentò sulla tastiera del pc.
Subito dopo iniziò a sognare.
Si trovava in un prato dal verde lussureggiante che sembrava non avere mai fine,il cielo sopra la sua testa era limpido,azzurro,con solo qualche nuvoletta bianca che pareva un batuffolo di cotone.
Il sole splendeva,illuminando con raggi caldi l’ambiente circostante. Quel luogo sembrava molto simile al paradiso.
Prese a correre e a rotolarsi sull’erba,si sentiva libera,piena di gioia,non si vergognava di mostrare un comportamento infantile. Era stata obbligata a crescere troppo in fretta,e in quel momento voleva essere solo se stessa.
All’improvviso,qualcosa ruppe quell’incanto. Ella vide dirigersi verso di lei,prima in maniera sfocata,poi sempre più chiaramente,una ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi dolci.
Il suo cuore compì un balzo vertiginoso,i suoi occhi si spalancarono attoniti.
“Akemi?”
Proprio così,quella era sua sorella.
“Shiho chan ….”la sua voce era proprio come se la ricordava.
Una lacrima le bagnò il volto.
“Akemi,sei tu?”
Con suo grande stupore,però,immediatamente giunse davanti ai suoi occhi un’altra sagoma. Era un ragazzo alto,con un’aria spavalda e trasognata,ma allo stesso tempo molte intelligente. Aveva i capelli mori e gli occhi azzurri,buoni e gentili. Quel volto era inconfondibile.
“Che cosa,Shinichi? Anche tu qui?”
Era sempre più basita.
Stava per scoppiare in un pianto di gioia e di sollievo,quando udì delle parole che la fecero raggelare.
Proveniva dalle labbra di Akemi.
“Shiho …. Mi hai tradito. Come hai potuto farlo?” la fissò con quello sguardo talmente limpido e puro che lei non potè fare a meno di abbassare lo sguardo. La sua anima era stata sporcata di sangue e di malvagità,non poteva sostenere la giustizia e l’innocenza che traspariva da quelle iridi verdi.
“Cosa stai dicendo?”sussurrò,iniziando ad intuire. Eppure non voleva crederci,un macigno le pesava sul cuore,era una sensazione che la opprimeva togliendole il respiro.
“Non è giusto che tu sia qui” stavolta era stato Shinichi a parlare.
“Come? Non capisco,cosa sta succedendo?” ripetè disperata.
“Non avresti dovuto innamorarti di Gin”ecco di nuovo la voce di Akemi.
Si sentì sprofondare la terra sotto i piedi.
“Per colpa tua siamo qui,abbiamo cessato di esistere solo perché tu ci hai traditi entrambi, fidandoti di quel criminale.”puntualizzò Shinichi con voce colma di rancore.
”No,non è possibile!”urlò lei.
“E invece è proprio così. Hai sbagliato,noi non ti vorremo più bene,non sei degna del nostro affetto. Vattene da qui!”urlò di risposta lui.
”Vi prego,perdonatemi,io vi voglio bene. No,aspettatemi,non lasciatemi sola!”
A ormai era troppo tardi. Entrambi erano scomparsi dalla sua vista,una voragine si era aperta sotto i suoi piedi,ed ora il posto in cui si trovava non era più il bellissimo luogo di prima,quell’atmosfera idilliaca era stata sostituita da quella orribile e fredda di quel luogo.
Era tutto rosso sangue intorno a lei,si vedevano volti malvagi dappertutto,si udivao perennemente urla raccapriccianti. Un brivido le corse lungo la schiena.
“Benvenuta all’Inferno,mia cara Sherry”sussurrò una voce glaciale e beffarda in lontananza.
Proprio così,quella era la voce di Gin.
“No!”urlò fortissimo.
Aprì gli occhi di scatto,tremante e madida di sudore,mentre le lacrime scendevano senza sosta sulle sue guance.
Era stato solo un incubo,si ripetè. Ma un incubo carico delle sue paure interiori,di tutto ciò che realmente sarebbe potuto succedere e che lei invece si rifiutava di ammettere.
In quel momento,prese una decisione. Doveva essere onesta,doveva smetterla di mentire a se stessa. Doveva semplicemente riconoscere la verità,per quanto impossibile.
  
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