Scrivere è sempre stato un modo per sfogarmi. Le pagine di un diario, bianche e solitarie sanno essere un ottimo compagno durante le giornate tristi e piovose di fine Agosto.
L' estate è finita. Addio alle lunghe passeggiate in riva al mare, alle serate passate con gli amici a pianificare le avventure del giorno successivo e alla spensieratezza, sì, addio spensieratezza.
Le vacanze sono passate così velocemente che quasi mi sembra di non averle vissute e la voglia di tornare indietro nel tempo diviene sempre più vivida, quasi tangibile.
Con la fine dell'estate cambiano anche gli umori delle persone, il sorriso si spegne sulle labbra e una malinconia velata si cela sui nostri visi. La luce del sole è quasi innaturale, non più accesa e rinvigorente, bensì artificiale.
Me ne sto rintanata nel buio della mia piccola camera e la tremula luce emanata dalla luna si riflette sul paquet assumendo la sagoma delle fessure delle tapparelle non del tutto abbassate.
I mobili sembrano losche figure nascoste nell'oscurità che non aspettano altro che farsi avanti per inghiottirmi nel loro nero infinito. Questo buio assoluto non mi piace, trasmette negatività e pessimismo, mi sento come rinchiusa in una gabbia senza via d'uscita, ma nonostante questo non esco perchè non voglio che i colori mi permettano di ricordare le sofferenze che sto cercando di cancellare. Il rosso secco delle foglie che cadono dagli alberi lasciandosi cullare dal vento freddo, l'amore perduto che si allontana scendendo sul mio viso come una lacrima appena versata.
Il cielo blu notte, come un'amicizia raggelata dai dolori e dalla trascuratezza, dagli errori e dalle incomprensioni, il giallo miele di un primo bacio, dolce e indimenticabile.
Ripudio il nero e nel contempo lo desidero, perchè solo grazie a lui potrò riposare questa notte e dormire sogni senza colori, sogni in bianco e nero.