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Autore: nuccetta    05/02/2014    9 recensioni
Dal capitolo 1:
“Ti voglio bene anche io, Lena. Però, adesso mi prometti che non piangerai più. Se lo farai, io ti prometto che non ti lascerò mai più sola”.
Elena entra in casa felice e sorridente. Le lacrime di oggi sono solo un vago ricordo. Adesso le importa solo della promessa del suo futuro fidanzato. Perchè lei lo sa che Damon è come i grandi: lui rispetta sempre la parola data.
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Elena sta passando un momento piuttosto delicato della sua vita. il suo fidanzato di sempre l'ha lasciata con una scusa poco valida e lei si ritrova ad affrontare da sola una vacanza che avrebbero dovuto condividere entrambi con i propri amici. solo la forza dell'amicizia potrà salvarla dal suo dolore e solo la presenza di Damon potrà farle godere a fondo questa vacanza. Miami, un gruppo di amici di vecchia data e il desiderio di lasciarsi il dolore alla spalle. Questi sono gli ingredienti principali per un'estate meravigliosa. ma non sempre è tutto semplice come sembra. Il passato spesso bussa alla porta e, a volte, fa più male che mai.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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La ferita causata da un fratello fa più male di quella inferta da un nemico.”

 

 

 

 

 

“OH, Damon, ci sei anche tu. Che piacere rivederti”.

Allude maliziosa al mio indirizzo ed io socchiudo gli occhi in segno di sfida, solo la mano di Damon sulla mia schiena riesce ad impedirmi di saltarle addosso e sfogare la mia frustrazione.

“Ciao, Vicky”.

“Che facce sconvolte che avete, ragazzi. Voi due tortorelle non sarete mica già in lite?”.

Spalanco lievemente la bocca, mentre so già che lo sguardo di Stefan è fisso su di noi, in attesa di risposte che, forse, adesso sono io a temere.

Guardo Damon con la coda dell'occhio, sembra sconvolto. E' vero, quando siamo usciti da quella camera, lo abbiamo fatto con la convinzione di entrare qui dentro e raccontare tutto a Stefan, ma non era così che avrebbe dovuto andare. Forse avremmo chiacchierato un po' con lui, riso per qualche battuta stupida di Damon, forse ci saremmo preparati un caffè, si sa che tutti sono più preparati davanti un caffè, avremmo potuto trovare milioni di modi per dare il via alla conversazione, alcuni sarebbero stati solo sciocchi tentativi che avrebbero portato a conclusioni ancora più sciocche, altri valide convinzioni che avrebbero aperto gli occhi a Stefan, rendendo più facile ciò che proprio non lo è.

E invece siamo qui, chiusi in una stanza, prigionieri del nostro imbarazzo, di questa aria stupita e dolorosa che non ci lascia via di scampo. E poi c'è Vicky ed il suo sorriso trionfante. Sapevamo che non ci avrebbe reso la vita difficile, ma quello che non immaginavamo era che saremmo state noi a darle un pretesto per iniziare la sua battaglia.

Stefan ci osserva senza dire parola, il viso duro e gli occhi fissi a cercare riposte che in realtà non vuole sapere e noi, invece siamo paralizzati.

Sono io la prima a prendere un respiro, a trovare la forza di ignorare Vicky e a battermi imperterrita verso quell'amore che porta con sé rabbia e sofferenza.

“Stefan, noi...”.

“Perchè non me lo avete detto subito?”.

“Avremmo voluto, ma...”.

“Ma cosa, Elena? Non avete trovato il coraggio? Pensavate che prima o poi me ne sarei andato e vi avrei lasciato vivervi tranquilli la vostra felice vita amorosa?”.

“No, non è così. Te lo avremmo detto, eravamo qui apposta”.

Lo guardo con le lacrime agli occhi, l'ultima cosa che voglio è ferirlo così, ma non ho nessun'altra alternativa.

“E quando? Sono due giorni che sono qui. E per questi due giorni, non avete fatto altro che prendermi in giro. Avevo capito che stava succedendo qualcosa, lo vedevo dal modo in cui vi muovevate, il modo in cui orbitavate l'uno intorno all'altro, ma credevo che fosse solo una conseguenza di ciò che è stato, solo un modo confusionario per non ammettere ciò che provavate. E invece... da quanto va avanti questa storia?”.

Me lo urla in faccia con disprezzo e cattiveria e forse è questo che spinge Damon a rispondere, che riaccende quella fiamma che Vicky ha odiosamente spento.

“E' già un mese, all'incirca”.

“E tutte le volte in cui ci siamo sentiti, le volte in cui mi dicevi che non c'era nulla di nuovo da raccontare, non ti è venuto in mente di raccontarmi che te la facevi con la mia ragazza”.

Damon si avvicina rabbioso al viso del fratello, puntandogli un dito contro.

“Ex ragazza, Stefan, ex ragazza. E comunque no. Sapevo che non avrei potuto nascondertelo a lungo, sapevo che non sarebbe stato giusto, ma non volevo che lo scoprissi così, a miglia e miglia di distanza”.

Respira in modo affannoso, io mi avvicino e gli metto una mano sulla spalla, per tranquillizzarlo, per costringerlo ad arretrare di qualche passo. E lui lo fa, sorridendomi con dolcezza, prendendo la mia mano nella sua, senza pensare che Stefan è proprio qui, a pochi passi da noi, e adesso ci sta odiando come non ha mai fatto in vita sua. Ed infatti il suo sguardo indugia sulle nostre mani intrecciate ed è per questo che io stringo ancor di più la presa, perchè non mi importa quanto dolore sono disposta a portare, io voglio solo difendere questo amore.

“Non lo avevamo programmato”.

“No, Elena, tu non programmi mai nulla, tu fai sempre tutto per caso. E quando ti accorgi di avere sbagliato, ti nascondi dietro ad un muro di bugie”.

Non capisco il senso della sua frase, ma ciò che mi preme adesso è scontrarmi con lui per proteggere Damon, per proteggere il nostro amore che nessuno può mettere in dubbio.

“Non mi importa di ciò che pensi tu, Stefan. Sì, avrei voluto dirtelo, so che è tuo dovere saperlo, ma non rimarrò qui a farmi insultare da te. Perchè tu non puoi saperlo, non puoi neanche immaginare quanto è stato difficile ammetterlo prima di tutto a me stessa. E ci ho provato a contrastarlo, ci ho provato a lungo, ma non ci sono riuscita. Cosa pensi? Che non lo sapessi? Che non sapessi che non avrei dovuto innamorarmi del fratello del mio ex fidanzato? Ci ho pensato a lungo, Stefan e mi sono imposta di non farlo, ma se dici di avermi amato, lo sai meglio di me che non si può controllare l'amore”.

E gli sputo in faccia tutto ciò che penso, sorprendendo Damon che mi guarda con un moto d'orgoglio e speranza negli occhi e me stessa che non sapevo dove sarei riuscita a spingermi per preservare questo amore. Stefan, invece, sembra ancora più arrabbiato, più deciso di prima ad odiarci per quello che abbiamo fatto. E poi c'è Vicky, è stranamente silenziosa, quasi colpita più di Stefan dalle mie parole e non riesco a vedere rancore nei suoi occhi, solo una patina lucida di chi ha sofferto a lungo, di chi prova dolore per tutto questo amore.

“Non avresti dovuto farmi questo”.

Stefan esce dalla stanza sbattendo la porta dell'ingresso con forza ed io non so come dovrei sentirmi, se addolorata e colpevole per averlo ferito, o più euforica e sollevata per aver di nuovo dato un senso a questo amore. Guardo Damon negli occhi, non c'è più nessuna luce nel suo sguardo, solo la dannata disperazione di chi, per salvare un amore, ha dovuto sacrificarne un altro. Però mi sorride, o almeno ci prova, stringendomi a sé per cercare quella forza che non ha, quella forza che neanche io credo di avere. Ed io mi attacco alle sue spalle, padrona di scoppiare a piangere sulla sua maglietta, per liberarmi da tutto quel male che credo di aver fatto, per trovare nel suo tocco, ancora una volta, la salvezza.

Vicky si alza in piedi, avvicinandosi alla porta.

“Vado anche io”.

E anche questa volta non c'è nessun sorriso, nessuna battutina sarcastica, nessuno sprizzo di odio dentro ai suoi occhi. Usa un tono neutrale, una voce che non sono abituata ad ascoltare e proprio per questo non mi metto ad urlare contro di lei, ad odiarla per aver reso ancora più difficile il momento, forse perchè tutto il suo odio, tutta la sua rabbia, non sono altro che una richiesta d'aiuto.

 

 

Siamo seduti sul divano in salotto. Elena ha la testa appoggiata sulla mia spalla, la coperta di pail che le avvolge calda le gambe. Stiamo raccontando agli altri cosa è successo poco fa.

Caroline ha gli occhi lucidi, Stefan non l'ha chiamata e lei è preoccupata, preoccupata di non essere per lui essenziale come lui lo sia per lei.

“E adesso, dove sarà andato?”.

“E' da Matt. Mi ha mandato un messaggio poco fa, ha detto che se l'è trovato in casa quando è tornato dal lavoro”.

Sento Elena irrigidirsi leggermente, so che sta soffrendo, ma non vuole dimostrarlo, non vuole farmi credere che una parte di lei pensi ancora a lui. Eppure se c'è una cosa che questa giornata interminabile mi ha fatto capire, è che lei adesso è davvero mia, che non importa quanto possa dispiacersi per mio fratello, perchè questo lo faccio anche io, lei mi ama.

“Non avrebbe dovuto andare così”.

Gli occhi di tutti saettano su Bonnie, sulla ragazza dolce e sempre ottimista che adesso osserva il vuoto con gli occhi colmi di dolore, un dolore di cui non è protagonista, un dolore che potrebbe essere molto più forte, se solo sapesse.

“Non era così che volevamo andasse. Quando siamo venuti qui eravamo tutti euforici, non vedevamo l'ora di goderci la nostra prima vacanza insieme e lo abbiamo fatto veramente all'inizio. Ed eravamo così felici per Elena che aveva deciso di mettere da parte il suo rancore per Stefan. Abbiamo vissuto in pieno la nostra vacanza. Poi una maledizione sembra essersi abbattuta su di noi, Care e Matt si sono lasciati ed Elena e Damon non hanno potuto godersi la felicità del loro amore, tutto si è complicato inevitabilmente e l'arrivo a sopresa di Vicky e Stefan hanno peggiorato ulteriormente la situazione. Non è giusto”.

Vedo Jeremy appoggiare timido una mano su Bonnie che si lascia andare all'abbraccio del suo fidanzato, vedo gli occhi di Caroline inumidirsi di lacrime e guardo gli occhi di Elena che si incastrano nei miei, ricchi di rabbia, colmi di tormento. E concordo con Bonnie, non avrebbe dovuto andare così.

“Ok, sentite, Bonnie ha ragione, è la nostra vacanza, dobbiamo godercela. Stasera usciremo, andremo a bere qualcosa, ci divertiremo e cercheremo di dimenticare per un po' tutto quello che è successo in questi giorni. Tutti”. Sottolineo l'ultima parola, incrociando duramente lo sguardo di Caroline.

“Damon, io non credo che sia il ca...”.

“No, Elena. I nostri problemi saranno ancora lì domani. Stefan sarà lì, Vicky sarà lì e ci sarà anche Matt. Ma non è un errore concederci un'unica serata di svago”.

“Sì, però...”.

Interrompo Caroline bruscamente, alzandomi dal divano e rischiando anche di far cadere Elena.

“Ricordate quando abbiamo trovato la casa? Ti ricordi come eri euforica quando ci dicevi che il proprietario aveva finalmente risposto alla tua mail, Care? Eravamo felici, ero felice anche io, benchè non lo dimostrassi. Ed eravamo pronti a goderci pienamente questa nuova avventura. Finalmente avremmo lasciato a casa i nostri problemi. Le mie litigate con Stefan, il dolore di Jeremy ed Elena per essere rimasti soli, la rabbia di Bonnie per i suoi genitori poco presenti e quella tua per colpa di suo padre. Eravamo pronti a far sì che il nostro dolore non ci travolgesse e lo abbiamo fatto bene. Non siamo una compagnia fortunata, ma non lo siamo mai stati e questa non dovrebbe essere una novità ormai. Ma siamo giovani e abbiamo bisogno di divertirci, di dimostrare a noi stessi che ne siamo capaci. Quindi, Barbie, adesso prenditi Elena e Bonnie, chiudetevi in camera per un'ora, cambiatevi centomila volte i vestiti, litigate con me e con Jeremy per la vostra mezz'ora di ritardo e ballate tutta la notte, come delle pazze, come avete sempre fatto”.

Mi guardo intorno, il mio discorso ha sortito il suo effetto. Gli sguardi dubbiosi di poco fa si sono finalmente illuminati e tutti sembrano convinti, felici di potersi mettere tutto alle spalle per una sola notte. Domani sarà tutto come prima, io ed Elena ci occuperemo nuovamente di Stefan, Caroline tornerà a piangere per Matt e Jeremy forse prenderà la sua decisione di confessare tutto a Bonnie, ma questa notte è ancora nostra e dobbiamo viverla fino alla fine.

 

 

 

Abbiamo seguito il consiglio di Damon, Caroline forse lo ha fatto un po' troppo alla lettera, ma dopo prove interminabili davanti allo specchio e gli sguardi infastiditi dei due ragazzi quando la mezz'ora di ritardo si è trasformata come per magia in un'ora, adesso sia qui nel locale. E ci stiamo divertendo. Già, sembra impossibile, ma lo stiamo facendo. Certo, forse l'alcol ci sta mettendo del suo, ma la mia mano che stringe felice quella di Damon è la chiara espressione che qualche volta si può trovare un barlume di felicità anche nel dolore.

Osservo Jeremy prendere in giro Bonnie per la sua poca tolleranza al Martini, ed è vero, forse domani si urleranno addosso tutto l'odio del mondo, ma è in quegli sguardi che sta la soluzione al loro amore, è in quelle carezze sincere che si scambiano che riesco a vedere che forse lo potranno superare.

“Damon, dai, portami a ballare”.

“No, dai, Lena, più tardi...”.

Ma non fa in tempo a dirlo che lo sto trascinando dietro di me. Poi porgo l'altra mano a Caroline, questa sera deve essere magica anche per lei! Ci dirigiamo verso la pista con un sorriso, poi alziamo le braccia al cielo agitandoci come pazze che cercano disperatamente la felicità. Strapazziamo Damon esortandolo a muovere qualche passo e dopo un po' di insistenza, riusciamo a convincerlo. Si lascia andare ed è bellissimo. Ridiamo per la goffaggine dei suoi movimenti e ricominciamo a ballare con lui.

Ci raggiungono anche Bonnie e Jeremy. Io mi attacco al collo di mio fratello ed inizio a saltellare con lui, quasi una concessione, un modo un po' folle per dirgli che, anche se non condivido le sue scelte, io sono lì per lui, sempre e per sempre.

Ed è una serata di balli improvvisati, di bicchieri svuotati, di foto esagerate, una serata di abbracci di gruppo, di amicizie che crescono oltre il tempo e le difficoltà, di amori che trovano il coraggio di lottare. E' una serata di smorfie disordinate all'obbiettivo, di mani che si cercano nella folla, di denti che si scoprono in sorrisi. E aveva ragione Damon: domani i nostri problemi saranno lì, ma noi troveremo comunque un modo per superarli, lo facciamo sempre.

Torniamo a casa distrutti, con gli occhi troppo stanchi per resistere alla luce, con i piedi gonfi e i fischi della musica ancora nelle orecchie, ma siamo felici, felici di aver vinto la nostra battaglia.

Salgo in camera con Damon, chiudo la porta della mia camera, lasciandomi dietro la buonanotte radiosa dei miei compagni di vita, lasciando dentro al cassetto dei ricordi questa serata perfetta e gli sorrido, gli sorrido perchè se c'è qualcuno che manda avanti la mia vita, che mi fa superare me stessa, le mie paure, quello è proprio lui.

Mi sdraio al suo fianco, troppo stanca per cedere ai suoi baci, ma mi lascio comunque cullare dalle sue braccia forti, quelle braccia che mi parlano di noi, della nostra storia, di questo amore che, sono sicura, non avrà mai fine.

 

 

 

Ho lasciato Elena dormire nel nostro letto. E' così bella quando dorme, quando i suoi occhi non sono coperti dai suoi pensieri, quando le sue mani non sono intente a sfregarsi nervose le une con le altre.

Metto le cuffie nelle orecchie ed inizio a correre, allontanandomi per un altro da quel mondo che mi circonda, quel mondo che vorrei fosse fatto solo dei suoi sorrisi, quel mondo che mi spinge ogni giorno di più a cercare di lottare, per me, per lei, per quella famiglia che abbiamo costruito negli anni. Ed avevo ragione ieri, quando dicevo che i nostri problemi ci sarebbero stati ancora. Perchè è così, la notte è finita e adesso devo riprendermi sulle spalle le mie responsabilità. Devo farmi carico anche delle sue, per non vederla più soffrire, per non vedere più soffrire mio fratello.

Provo ad immaginare un mondo diverso, un mondo in cui Elena non c'è, in cui non c'è la vita che abbiamo vissuto fino ad ora. E sembra facile, lineare, tremendamente ordinario. Ma non sarebbe così perfetto. Io senza di lei non esisto, come non esiste questo mondo che sta sfumando, piano piano, dai miei pensieri. Cerco di ricordare il nostro passato, i nostri sorrisi, le nostre follie, ma anche le nostre litigate, i denti stretti, le parole pronunciate, quelle che fanno male, e penso a quanto ho sofferto. Perchè lei mi ha sempre aiutato nel mio cammino, ha portato la luce in un cuore decisamente troppo buio e lo ha fatto con semplicità, con dolcezza, con quella stessa euforia che aveva negli occhi ieri sera.

Per questo devo sistemare le cose, per questo devo affrontare mio fratello, per questo dovrò affrontare le mie colpe, per rivederla come la notte appena trascorsa, allegra e selvaggia nella sua libertà, per non vedere i suoi occhi soffrire ancora, per non sentire più quell'odio che un tempo aveva riservato a noi due, alla nostra storia...

 

 

Jeremy apre la porta, regalandomi un sorriso triste. E' da ieri che Elena non smette di piangere, è da ieri che non esce da quella camera, cacciando via tutte le persone che ama, Jeremy, Bonnie e persino Caroline.

Corro al piano di sopra e busso più volte contro il legno bianco della sua stanza.

Vattene, Jer”.

Elena, apri la porta”.

No, Damon, va' via anche tu”.

Non essere stupida, Lena. Apri questa maledetta porta”.

Non voglio vedere nessuno. Lasciatemi in pace”.

Elena, smetti di fare la bambina e apri questa maledetta porta”.

Silenzio. Poi i suoi passi, la mano che si scontra contro la maniglia e poi finalmente il suo viso. Ha gli occhi gonfi, il naso rosso, le labbra graffiate dai suoi denti arrabbiati, ma non posso fare altro che pensare che sia bella anche così.

Entro in camera. Il letto è disfatto, la sedia è ancora coperta dai vestiti che indossava ieri sera, un disordine che di certo non le appartiene. Incrocio il mio sguardo al suo, forse un po' duramente, ma comunque deciso a volerla vedere combattere.

Che cosa è successo ieri sera?”.

Cosa vuoi che sia successo, Damon? Tuo fratello mi ha lasciata, mi ha detto che siamo stati degli stupidi a far funzionare le cose fino ad oggi”.

La abbraccio con dolcezza e lei si abbandona a me, debole, desiderosa di aiuto, desiderosa di quella forza che a lei sembra mancare.

E' tutta colpa mia, Damon. Tutto colpa mia”.

La stringo ancora di più.

Elena, non è colpa tua”.

E vorrei dirle la verità, vorrei dirle quello che Stefan non ha avuto il coraggio di dire, ma non spetta a me farlo. O forse sì.

Elena, c'è un motivo per cui Stefan ti ha lasciato...”.

Si, un motivo c'è ed è per colpa mia, Damon. Solo mia. Ho rovinato tutto, ho distrutto tutto, mi sono comportata come una bambina viziata”.

Piange a dirotto la mia Elena, senza la forza di fermarsi, di dare un limite a quei singhiozzi che le spezzano il respiro ed io cerco di bloccarla, di afferrare quelle mani che si divincolano nell'aria, ma non riesco, lei non vuole che io la salvi, questa volta.

Elena, devi ascoltarmi, tu non c'entri niente. Non c'entra quello che c'è stato tra di noi. Basta darti le colpe per ogni cosa che succede nel mondo...”.

Hai ragione, Damon, non è solo colpa mia. E' anche colpa tua. Abbiamo commesso un terribile errore”.

Lo dice con rabbia, con odio, con sfida ed io mi sento morire dentro ad ogni parola, mi sento diventare sempre più piccolo a quell'unica frase “abbiamo commesso un terribile errore”. E adesso nulla conta più, non conta Stefan, non contano le sue lacrime, non contano le parole che continua a sputarmi addosso.

Lo abbiamo ferito, Damon. Abbiamo sbagliato, io gli ho fatto male per un semplice capriccio e non me lo potrò mai perdonare. Come non potrò mai perdonare al mio cuore di avermi fatto questo, di avermi fatto provare cose che non avrei dovuto provare, non per te. Capisci? Mi capisci, Damon? E adesso tu sei qua, dove vorrei che fossi, ma non va bene, non va bene questo mio bisogno di volerti sempre vicino, non va bene il respiro che accelera ogni volta che tu ti avvicini. Hai rovinato tutto, Damon. Hai rovinato tutto”.

E lo urla più forte, anche se non lo pensa. Ma io non posso tornare indietro, non posso dirle ch va tutto bene, che passerà, che tornerà ad amare Stefan come ha sempre fatto. Non posso dirglielo, perchè non voglio. Perchè dopotutto mi ero illuso anche io e per una volta devo preoccuparmi più per me stesso che per lei. Per questo mi allontano, per questo le dedico un ultimo sguardo ferito e per questo esco da questa stanza. Andandomene via da lei, dal dolore che mi ha procurato, dal mio cuore spezzato.

E le sue parole rimbombano nelle mie orecchie, mi fanno venire voglia di vomitare, di andarmene via, di dimenticare tutto, di dimenticare lei. Ma so già che non potrò farlo. So già che tra qualche giorno mi passerà, che continuerò ad essere un buon amico, che magari le invierò un messaggio stupido solo per farle capire che non mi ha fatto male. E le nasconderò tutto, porterò dentro di me, quella rabbia e quel segreto che non deve farle male.

 

 

Accelero il passo con il peso sul cuore. Non so cosa fare, non so come agire, non riesco più a distinguere il giusto dallo sbagliato. E fa ancora più male oggi rispetto a qualche mese fa, fa più male oggi perchè ieri lei non era mia.

 

 

Entro nel campus, rigorosamente sola. Damon è andato a chiarire con Stefan, o almeno a parlare con lui, cercando di far valere le sue ragioni, Caroline ha deciso che per oggi si distrarrà portando Thor dal veterinario e Bonnie e Jeremy sono rimasti a casa e questa cosa non mi tranquillizza neanche un po'.

Svolto l'angolo per raggiungere il portone principale, flotte di ragazzi sono già indaffarati ad iniziare la giornata, chi chiacchierando amabilmente della serata precedente, chi travolgendo gli altri per cercare di non arrivare in ritardo. Ma ciò che cattura principalmente la mia attenzione è una ragazza seduta sul cofano di una macchina bianca. Ha le gambe accavallate, una sigaretta in bocca e lo sguardo fisso su di me. Sospiro e mi avvicino a lei, decisamente contrariata.

“Cosa vuoi, Vicky?”.

Lei sorride, ma gli occhi sono quelli di ieri sera, leggermente gonfi, un po' più reali e compassionevoli del solito.

“Scusarmi, Elena”.

Se prima pensavo che forse qualcosa di buono in lei ci fosse, adesso ne sono realmente sorpresa. Ma forse sarebbe meglio ascoltare ciò che a da dire, non ci si deve mai fidare di Vicky Donovan.

“Scusarti?”.

“Sì, ieri non avevo nessun diritto di tirare in ballo quella cosa”.

“No, ma sei solita tirare in ballo cose che non ti riguardano, quindi non ti scusare, ci sono abituata”.

“Elena, davvero, non ti sto dicendo che adesso mi getterò al tuo collo e che diventeremo amiche per la pelle, ti sto solo dicendo che mi dispiace, ok?”.

Le dedico un altro sguardo, questa volta irritato.

“Perchè lo hai fatto allora?”.

“Perchè ero arrabbiata, lo sono anche adesso. Ma ieri, quando ho visto te e Damon, quando ho visto i suoi occhi che ti guardavano con amore, come se volesse difenderti a tutti i costi, come se dovesse proteggerti da ogni dolore, ho capito che è quello che voglio. Voglio un amore come il vostro, voglio una persona che mi tenga per mano, che mi regali fiori e cioccolatini quando sono triste, che mi stia vicino sempre, anche quando questa è l'unica cosa che può fare. Voglio poter essere felice, come te, che anche se avresti mille motivi per avercela con il mondo, con te stessa, riesci comunque ad avere quella luce negli occhi, quella luce che brilla solo quando lui è vicino a te”.

Rimango decisamente sorpresa da queste sue parole, da questo suo essere completamente diversa dalla ragazzina viziata ed egocentrica che dimostra di essere solitamente, da questo dolore che le lacera gli occhi, stravolgendole il viso.

“E allora perchè lo fai? Perchè sei venuta qui? Perchè cerchi di rovinare le nostre vite?”.

“Non voglio rovinarti la vita, Elena, voglio solo infastidirti e non sono qui per te. Sono venuta a Miami per un motivo, per Damon, ho bisogno di lui in questo momento della mia vita”.

L'odio ritorna a galla, stringo i denti per il fastidio e non solo perchè è qui per cercare di sedurre il mio ragazzo, ma perchè ha anche la tremenda strafottenza di dirmelo così, come se fosse una cosa normale.

“Tu vuoi Damon?”.

“Non ho detto che voglio Damon, ma che ho bisogno di lui. Ti sembrerà strano, ma anche io sono innamorata in questo momento, un amore diverso dal tuo, ma ugualmente potente”.

“Non lo avrai mai”.

“Vai, Elena, o arriverai tardi a lezione”.

Vicky si allontana nuovamente, lasciandomi sola con tutti i miei dubbi, con la mia rabbia, con il mio spaventoso istinto di rincorrerla e tirarle un pugno in piena faccia. Ma me ne vado, convinta più che mai che lei potrà anche desiderare lui, ma non potrebbe amarlo come faccio io, convinta che lei potrà anche cercare di averlo, ma il suo cuore è a me che appartiene.

 

 

 

 

Matt mi invita ad entrare in casa, dileguandosi per le strade della periferia di Miami, con la scusa di dover comprare alcune cose. Non gli credo, so che è solo un modo per lasciarci soli, che mi sta offrendo la possibilità di sistemare le cose ed io vorrei parlare con lui, convincerlo a tornare a casa, a parlare con Care, ma adesso è di mio fratello che devo occuparmi, a tutto il resto ci penserò più tardi.

Entro in salotto, Stefan è seduto sul divano e guarda la televisione, sembra tranquillo, molto più rilassato di ieri sera. Mi avvicino a lui, invitandolo ad incrociare il mio sguardo. Rimane spiazzato, non pensava di trovarmi qui.

“Ciao”.

“Ciao”.

“Posso sedermi?”.

“Non è casa mia”.

“Neanche mia, ma mi accomodo ugualmente”.

“Prego”.

Fissiamo entrambi lo schermo davanti a noi, incapaci di parlare, di ritrovare quell'intimità che abbiamo perso con il tempo. E mi sento un imbecille, qui seduto in silenzio, mentre avrei così tante cose da dire, alcune belle, altre un po' meno. E' lui ad iniziare il discorso.

“Tu ed Elena, Damon? Seriamente?”.

“Stefan...”.

“Sei mio fratello”.

“Lo so, ma non ho potuto farne a meno”.

“C'è sempre una via d'uscita, fratello. Sempre”.

“Non quando sei innamorato, Stefan. Dovresti saperlo anche tu”.

Mi guarda negli occhi, lo sguardo serio che si porta dietro fin da bambino, l'espressione cupa che mi ricorda tanto mio padre. E lo sa anche lui. Lui sa cosa vuol dire amare, lo ha fatto per molto tempo, lo ha fatto con Elena, con quella semplicità che lei è riuscita ad insegnarli.

“Ti sei innamorato della mia ex fidanzata, Damon, e non mi hai detto niente”.

“Lo so, non si dovrebbe mai desiderare la ragazza di un fratello”.

Mi guarda ancora, questa volta allargando leggermente gli occhi, come a volermi osservare meglio, a cercare delle risposte che al momento non riesce a trovare.

“L'hai sempre amata più di me”.

“Questo non è vero, l'hai amata anche tu, ma hai smesso di farlo molto tempo fa”.

“Già e credo che Elena con te possa avere tutto quello che desidera, che merita. Ho odiato vederla soffrire, per le mie parole, per i suoi sentimenti nei tuoi confronti, ma non ho potuto farne a meno. Adesso lei merita solo il meglio della vita e se il meglio per lei, sei tu, ben venga, lo accetterò. Io non ce l'ho con lei, non potrei mai avercela con lei”.

“Tu ce l'hai con me”.

“Ce l'ho con te perchè sei mio fratello, la persona più importante della mia vita, l'unica che non smetterò mai di amare. E non ce l'ho con te perchè ti sei innamorato di Elena, tu la ami da quando eri solo un bambino... io ce l'ho con te perchè non me lo hai detto, perchè hai finto per un'intera giornata, perchè mi hai preso in giro per telefonate intere. Io ti ho sempre detto tutto, anche quando tu ti arrabbiavi con me, quando mi odiavi per ciò che facevo... ma io te l'ho sempre detto”.

“Pensi che potrai perdonarmi?”.

Stefan annuisce con lo sguardo perso nel vuoto.

“Sei mio fratello, Damon, certo che ti perdonerò. Ma ho bisogno di tempo, di ore, giorni, forse mesi. Ma ti perdonerò e lo farò senza ripensamenti, senza rimorsi. Ma tu, tu mi perdonerai?”.

Butto la testa all'indietro, consapevole del perchè delle parole di mio fratello e allora mi rispondo da solo.

“io credo di averti già perdonato, anche se fa male”.

“Già, perchè chiunque in questo mondo potrebbe ferirti, ma quando sarà tuo fratello a farlo... lì è tutta un'altra storia”.

“Perchè non torniamo a casa?”.

“ho bisogno di tempo, Damon. E non perchè non sia pronto a vedere te ed Elena come coppia, ma perchè voglio perdonarti definitivamente. Non voglio dover provare rimpianto ogni volta che ti guardo negli occhi, voglio essere libero di essere con te quello che sono stato sempre, un fratello, un amico ed un confidente. E sì, Damon, vorrei che il nostro rapporto tornasse quello di un tempo, quello che abbiamo sempre avuto, che faceva invidia al mondo, ma devi volerlo anche tu”.

Annuisco, felice di sapere che c'è una speranza, ma anche preoccupato di me stesso, di quello che potrebbe succedere domani, ma per adesso va bene così. Gli sorrido, un sorriso imbarazzato,ma comunque sincero. E lui ricambia, aggiungendo una stretta alla mia spalla, il suo modo per dirmi che tutto si risolverà, che lui mi perdonerà e che anche io troverò il modo per perdonarlo. Nonostante quello che è stato, nonostante il male che ha fatto ad Elena.

Mi alzo e mi dirigo verso la porta, poi mi fermo un secondo.

“Dovresti chiamare Caroline, lei ha bisogno di te, adesso”.

Annuisce.

“La chiamerò tra poco”.

Lo saluto con la mano, convinto che quello non sia un semplice arrivederci, ma l'ennesimo modo per dirgli “ti voglio bene”.

 

 

 

 

 

 

Signore e signore, buonasera, buongiorno e buonanotte (non so ancora a che ora posterò il capitolo).

Eccoci ad un altro episodio, uno dei più importanti a mio parere. Ma andiamo per ordine.

 

  • Stefan ci rimane piuttosto male. Anzi, malissimo. Decide di allontanarsi per qualche giorno dalla casa, ma solo alla fine del capitolo riusciremo a comprendere il suo dolore.

  • Damon cerca di non perdere di vista i veri motivi che hanno spinto tutti loro ad inoltrarsi in questa nuova avventura. Cerca un modo per farli sorridere, anche solo per una notte. E ci riesce. Mi è piaciuto scrivere questo passo perchè l'ho trovato semplice e naturale. Non bisognerebbe mai dimenticarsi che dietro ad ogni dolore, si può nascondere un po' di felicità. E per questa serata loro l'hanno trovata.

  • Damon ricorda un momento del suo passato, precisamente il momento in cui ha rivisto Elena dopo che Stefan l'aveva lasciata. La Gilbert si lascia andare a parole dure che hanno ferito molto Damon e che lo hanno spinto a non confessarsi con lei, un errore che ancora oggi si porta dietro.

  • Elena incontra Vicky al campus. La ragazza è davvero dispiaciuta di ciò che ha fatto e le chiede scusa. Ma le dice anche che ha bisogno di Damon. Che cosa succederà adesso che Vicky ha confessato di essere venuta a Miami proprio per lui? Questo cambierà le cose tra Damon ed Elena?

  • Damon va a trovare Stefan. Scopriamo che il più piccolo dei Salvatore, non è arrabbiato con Elena, ma con suo fratello. Si è sentito tradito dalla persona più importante della sua vita e adesso ha bisogno di tempo. Ma siamo di fronte ad una situazione diversa da quella che ci aspettavamo, questa volta è Damon che deve provare a perdonare definitivamente Stefan per il dolore che questo ha procurato ad Elena. Ce la faranno i nostri eroi a ricongiungersi prima o poi?

 

E qui il capitolo si conclude, lasciando forse più interrogativi di prima, ma accompagnandoci sempre di più nel punto centrale della storia... ci sono tormenti del passato da risolvere, ma anche tormenti del futuro...

ringrazio ancora tutte voi che seguite la mia storia, che recensite e che comunque non la abbandonate mai. Vi ringrazio con tutto il cuore e spero che la mia storia continui a coinvolgervi così...

a presto, Anna...

 

p.s. Ricordo ancora, a chi volesse darvi un'occhiata, che l'altra storia che sto scrivendo si intitola “Se anche gli opposti si attraggono”....

 

 

 

Anticipazioni...

 

 

Ci sei andato a letto? Seriamente?”.

Ti prego, adesso siediti e ascoltami”.

No, non voglio più sentire neanche una parola. Vai all'inferno”.

 

 

  
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