Fanfic su artisti musicali > Blue
Segui la storia  |       
Autore: Rie_James    05/02/2014    1 recensioni
Beh, niente, è una storia per lo più inventata, ma con l'aggiunta di qualche evento reale. Nemmeno io so la trama precisa. Vi posso dire semplicemente che è la storia d'amore tra Duncan James ed una sua fan. Spero vi piaccia ^^
Leggete e recensite, mi raccomando!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Duncan James, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Saaaaalve BlueFam!
Probabilmente molte di voi mi avranno voluto uccidere per come ho concluso l’ultimo capitolo … Bene, non uccidetemi per ciò che farà Gab in questo XD  …
Bene, il resto del commento, ve lo metto in basso quindi…
CI SI VEDE DI SOTTO, BABE! (pt. 2 :°D)

 
10. Sorry Seems To Be The Hardest Word
- Ciao … Gab …
‹‹Ciao Gab››… E’ passata una settimana ed il meglio che riesce a dirmi è ‹‹Ciao Gab››”  pensò Gab continuandolo a fissare, stavolta più decisa.
Il suo intento non era quello di arrabbiarsi con lui e/o sbraitargli contro: per quanto in realtà ne avesse voglia, non erano fidanzati o impegnati, quindi non ne aveva il minimo diritto. Decise di mantenere la calma e di cercare di sembrare il meno turbata possibile.
- Hey Gab … - mormorò poco dopo Lee dietro di Duncan, ancora imbarazzato.
- Ciao Lee – disse accennando un sorriso per poi fissare Duncan seria - … Duncan …
Diamine Gab!! Calmati!!”  pensò  “Deve credere che sei calma, che stai bene e che non te ne può fregar di meno che lui sia qui.
- Posso … Possiamo entrare? – chiese Duncan
-  Che cosa vuoi, Duncan? – rispose lei fredda, di getto
- Voglio parlare con te.
- Vuoi parlare con me? E di cosa?
- Ti devo una spiegazione … - disse lui, quasi come se non avesse il coraggio di dire ciò che aveva fatto.
- Non mi risulta. Ci siamo baciati, non ci siamo fidanzati ufficialmente. È stata una di quelle classiche avventurelle che iniziano e finiscono con un bacio, è chiaro. Non mi devi spiegare nulla.
- Se mi lasciassi entrare e spiegare, sapresti che non è così. – sentenziò accigliato.
- Non ne vedo il motivo. Piuttosto, cosa diamine ci fai qui?!
- Te l’ho detto, sono venuto per parlarti.
- Quello che intendo è “che ci fai QUI IN ITALIA?!” … Non dovresti essere a Londra o in viaggio chissà dove?
- Sono in viaggio infatti. Ho preso l’aereo e sono venuto fin qui.
- Come sapevi dove trovarmi?
- Sono un bravo investigatore, tutto qui. Adesso ci lasci entrare, per piacere?
Gab si fece da parte e li fece entrare entrambi, chiudendo poi la porta alle loro spalle. Li guidò in salotto dove Alex e Federica erano rimaste sedute a parlare.
- Ragazze, conoscete già Duncan e Lee … Lee, Duncan … Loro sono Alex , la mia migliore amica, e Federica, una mia vecchia compagna di classe …
Duncan ed Alex si scambiarono un’occhiata veloce, poi si strinsero la mano a vicenda. Alex fece lo stesso con Lee e poi i due si presentarono a Federica.
Gab notò la cosa, ma preferì non dare troppa importanza a quell’intesa: era di sicuro una sua impressione ed era già sulla buona strada per diventare paranoica.
- Bene, adesso possiamo parlare? – chiese Duncan guardandola accigliato – In privato, magari?
- Non capisco di cosa tu voglia parlare, ma ok. Se proprio ti fa piacere … Seguimi. – disse mentre gli faceva cenno di seguirla.
Lo portò in camera sua, scostò la sedia dalla scrivania, si sedette a gambe incrociate sul letto e gli indicò la sedia col braccio come per invitarlo ad accomodarsi. Si passò una mano tra i capelli per aggiustarsi il ciuffo, come faceva sempre quando era nervosa o non sapeva bene cosa dire, poi lo guardò in attesa che il biondino cominciasse a parlare.
Duncan, dal canto suo, nemmeno sapeva bene cosa dire: aveva sbagliato, lo sapeva bene, ma doveva trovare le parole giuste per giustificarsi, per scusarsi, ma soprattutto per convincerla a rivalutarlo, a dargli un’altra occasione. Si grattò la fronte mentre si mordeva il labbro inferiore inspirando profondamente: era tesissimo. Era talmente teso che quasi gli si vedevano le vene del collo a distanza. Si massaggiò la nuca, deglutì, la guardò negli occhi e cominciò finalmente a parlare:
- Io …  Io sono venuto qui, da te, per varie ragioni … Ma principalmente per chiederti scusa.
- “Scusa”? “Scusa” di cosa? Non ti capisco … - fece lei fingendo di non aver dato peso alla cosa.
- Scusa di non essere venuto in stazione a salutarti. Di non averti chiamato, né mandato messaggi quel giorno. Di non essermi fatto vivo nei giorni seguenti …
Gab lo guardò con una finta espressione interrogativa sul viso.
- Mh? … Aaah! “Scusa” per quello, intendi … Ah sì, ora ricordo. Mi era completamente passato di testa, pensa un po’! – disse con tono pungente.
-  Mi sono comportato male … E non ho mantenuto la mia promessa … Mi dispiace, ecco.
- Tutto qui? Ok, bene, scuse accettate. Sei assolto dai tuoi peccati, adesso puoi tornare a Londra a farti le tue serate in discoteca rimorchiando la prima troietta che ti passa vicino. – disse alzandosi dal letto.
- Non ho detto che avevo finito … E anche se avessi finito, non tornerei a Londra adesso. Sono venuto qui in Italia per te, fatti un paio di domande.
- Duncan, chiariamo un paio di cosette: numero uno, non mi interessa il motivo per il quale sei venuto in Italia, detto in tutta sincerità; numero due, in conseguenza al motivo numero uno, non mi interessa farmi le suddette domande; numero tre, ti ho già detto che non hai proprio nulla di cui scusarti visto che non stiamo insieme, né ci stiamo frequentando. È stato un bacio, punto.
- Sì, ma io ti ho fatto una promessa e non l’ho mantenuta, scomparendo per i giorni seguenti. E comunque, piantala di fare la fredda della situazione: è una parte che non ti si addice per nulla.
- “Fare la fredda”?! Io ti sto dicendo ciò che penso!
- Non mi pare che sia la stessa cosa che pensavi una settimana fa, la sera del tuo compleanno!!
- Non si può cambiare idea, adesso?!
- Non credo lo si possa fare così radicalmente e in così poco tempo, tutto qua. Ed il fatto che tu stia ancora indossando il ciondolo ne è la conferma!!!
Gab si guardò al collo ed infilò la collana sotto la maglietta, maledicendosi per non essersela ancora tolta.
- Senti Duncan, ma cosa pretendi?! Che te la dia subito vinta dopo che mi hai costretto a stare una giornata intera a fissare l’entrata di una stazione nella speranza di poterti vedere entrare da lì?! Dopo che per giorni sei scomparso?! Dopo che hai riempito il tuo profilo di foto con altre ragazze in discoteca mentre visualizzavi i miei post?! CHE COSA DIAMINE VUOI DA ME?!?!
- Voglio che mi perdoni.
- E perché dovrei?!
- Perché tu mi piaci, Gab! Mi piaci molto!! Quel giorno, sono sceso per venire alla stazione, ma sono rimasto imbottigliato nel traffico, dimenticandomi il cellulare a casa peraltro … Ero in ritardo e non sapevo come rintracciarti … Poi ho utilizzato il ritardo come una scusa … Non mi sentivo pronto per provare a cominciare una relazione, ancor meno se a distanza. Ma adesso so che posso farlo, mi sento pronto … - disse alzandosi dalla sedia e, prendendole  le mani, si accovacciò di fronte a lei per terra – Mi sento pronto se sono con te … Dammi l’opportunità di riscattarmi … Dammi un’altra occasione … Fidati di me!
- “Fidati di me” … Ah-ha … Certo, è facile così! Io mi fidavo di te, Duncan, e l’unica cosa che ho guadagnato è una perfetta conoscenza strutturale delle porte dell’entrata della stazione. Perché adesso dovrei nuovamente fidarmi di te?!
- Perché mi sono pentito la sera stessa, ma pensavo che non mi avessi più voluto vedere. Così ho cercato di rintracciare Alex per trovare il modo di parlare con te, poi le ho dato il mio numero, lei mi ha chiamato e mi ha detto come, dove e quando trovarti. Ho preso il primo volo che ho trovato per venire qui, e mi sono portato dietro anche Lee. Ti basta come dimostrazione?
- ALEX?! ALEX TI HA DETTO DOV’ERO?! Ecco perché quegli sguardi prima! Giuro che questa me la paga.
- Lascia perdere Alex adesso! Allora? Merito una seconda chance?
- Dunk, per me sei perdonato … Ma non me la sento di fidarmi nuovamente di te … Mi ha fatto davvero tanto male pensare che per te fossi solo una storiella stupida, per quanto non mi potessi aspettare di più … Per cui, sinceramente, ora come ora non me la sento di riprovarci con te …
- Io non mi arrendo, questo lo sai, vero? – disse mentre ancora la teneva per mano – Sono capace di rimanere qui in Italia fin quando non risolviamo la faccenda.
- Fa’ come credi, io non ti agevolerò, né tantomeno ti ostacolerò nella cosa … Vorrei solo potermi fidare di nuovo di quello che fino ad una settimana fa era il mio idolo.
Duncan si morse il labbro inferiore guardandola languido, poi fece per accarezzarle lentamente una guancia, come a volerla rassicurare che sarebbe andata di sicuro così, ma lei si scansò e si alzò in piedi lasciandolo con la mano a mezz’aria:
- Torniamo di là – disse fredda – … Gli altri ci aspettano.
***
Lee, da bravo donnaiolo, non aveva perso tempo a fare amicizia con Alex e Federica: per tutto il tempo che Duncan e Gab erano stati nell’altra stanza a discutere, loro avevano amorevolmente chiacchierato come se si conoscessero da sempre.
Gab appena entrata in stanza aveva fulminato Alex con lo sguardo ed era andata a sedersi sul divano portandosi le ginocchia al petto abbracciandosele; Alex pregò che Duncan non si fosse lasciato scappare nulla (come da accordo) e che Gab non avesse capito nulla, ma lo sguardo colpevole di Dunk ed lo “scusa” frettoloso che gli aveva letto sulle labbra appena era entrato in stanza le facevano pensare tutto il contrario.
Duncan si sedette accanto a Gab sul divano, cercando di non starle troppo vicino vista la reazione di poco prima.
- Beh, dov’è che alloggiate? – chiese Federica rivolgendosi a Lee nel tentativo di rompere quell’aria di tensione creatasi non appena i due avevano fatto ingresso nel salotto.
- In un motel non troppo distante da qui … Sarà tipo a venti minuti di macchina da qui. – rispose lui
- In un motel?! – chiese Alex stupita
- Non volevamo dare troppo nell’occhio: un hotel di lusso ci avrebbe di sicuro messo al centro dell’attenzione dei media britannici ed anche di quelli italiani … - le spiegò Duncan.
Gab emise una risatina che camuffò con un sorriso.
- Non sia mai che vi vedano con una comune plebea … - disse pungente e provocante, sottovoce ma non troppo, giusto per farsi sentire.
Duncan la fulminò mentre Lee sospirò rassegnato.
- Quello che intendevo è che non volevo esporre te ai media … Sai, è brutto avere un mucchio di gente attorno che costruisce storie su ogni qualsivoglia cosa tu possa fare senza non avere un minimo di privacy. – rispose Duncan tentando di mantenere la calma.
Gab distolse lo sguardo sospirando.
- E per quanto rimarrete qui? – chiese poi rivolgendosi a Lee, che fece per rispondere, ma fu interrotto da Duncan:
- Tutto il tempo necessario. – sentenziò secco, lanciando un’evidentissima frecciatina.
- Oh che bello. Si prospetta una bella vacanza in un motel di periferia dove è già tanto se cambiano le lenzuola. Yuppiii! – disse Lee annoiato.
- Lee … Se preferisci, puoi … Potete venire a stare qui. Il posto c’è ... – disse Gab un po’ combattuta.
Odiava se stessa per aver fatto quella proposta, ma le dispiaceva per Lee che era stato coinvolto in questa storia.
- No Gab, non preoccuparti … - le rispose lui rassicurandola.
- Dai, tranquillo, non c’è problema! Così sarete anche più al riparo dai paparazzi. Abbiamo una stanza in più per gli ospiti … Se volete ve la mostro.
- Grazie – sorrise Lee di rimando mentre il suo amico gongolava soddisfatto.
- Di nulla! – rispose lei sorridendo ignorando Duncan.
Lee lanciò un’occhiata veloce alle ragazze, poi guardò nuovamente Gab.
- Beh, allora vado al motel a disdire la prenotazione e a prendere i bagagli. Alex, Federica, potreste accompagnarmi? Così magari mi aiutate a trovare la strada!
Gab fece per protestare, ma prima che potesse dire qualcosa, Lee aveva già portato fuori le due e chiuso la porta.
Dunk le sorrise, poggiò un braccio sullo schienale del divano e appoggiò la caviglia sulla coscia dell’altra gamba.
- Siamo rimasti solo io e te, eh? – gongolò
- Purtroppo sì. E sappi che se vi ospito, è solo perché mi dispiace che tu abbia coinvolto Lee in questa storia ingiustamente!!
- Invece a me fa piacere passare un po’ di tempo con te, pensa un po’! – disse lui con un sorrisetto irritante
- Ed invece io tra un po’ vado in palestra, quindi niente tempo con me, pensa un po’! – disse lei fingendo un sorriso ed alzandosi dal divano.
- Bene, vuol dire che verrò in palestra con te. È da un bel po’ che non mi alleno! – rispose sempre con il solito sorrisetto
- Fai come ti pare, tanto io non devo fare gli attrezzi … Seguo il corso. E togliti quel sorrisetto idiota dalla faccia, mi dà sui nervi. – sbottò mentre si accingeva a prendere la borsa della palestra.
- Corso? Di cosa? – chiese seguendola
- Taekwon-do. – afferrò il giubbino, se lo infilò e poi mise la tracolla della borsa sulla spalla – Adesso, se gentilmente ti sposti, io posso passare e andare in palestra.
Lui fece per aprirle la porta, la fece passare per prima e poi la seguì.
- Uh, arti marziali, eh? Significa che dovrei aver paura di te? Fortuna che indosso la tuta oggi!  Bene, vuol dire che mentre farò i pesi starò a guardarti.
- Sì, dovresti aver paura.
- Sto tremando. – ridacchiò sarcastico.
- Fai bene. – sbottò lei irritata mentre scendeva di corsa le scale con Duncan al suo fianco.
***
 
Imbottigliati nel traffico da più di mezz’ora, Lee, Alex e Federica si erano raccontati della loro vita:
- … E quindi, dopo sei anni separati, nel 2011 abbiamo deciso di ritornare tutti assieme come band. E devo dire che ne è valsa totalmente la pena: mi erano mancati tanto come colleghi, anche se siamo rimasti ugualmente amici in quel periodo. E voi? Come avete conosciuto Gab? – chiese Lee sorridendo.
- Per un anno, poco dopo la morte del padre, Gab è venuta a stare qui in Italia e, di conseguenza, è venuta qui anche a scuola. Ci siamo ritrovate in classe insieme e anche quando è tornata in Inghilterra siamo rimaste in contatto: ogni volta che viene a trovarci in Italia passiamo del tempo assieme. Per circa otto mesi sono stata anche io in Inghilterra, per approfondire il mio inglese. – disse Federica avanzando un po’ col busto dal posto di dietro.
- Io invece ci stavo in classe alle medie. Inizialmente le stavo addirittura antipatica, poi siamo diventate migliori amiche e non ci siamo separate più. Ci è sempre stata per me quando avevo bisogno, e così ho fatto anch’io con lei in quegli anni d’inferno che ha passato per colpa del padre … Anche se non lo ammetterà mai, gli voleva un gran bene. Ho sofferto parecchio quando è venuta a stare qui in Italia, però facevamo entrambe i salti mortali per vederci il più possibile … Una volta al mese venivo a stare un weekend da lei e per l’estate ci siamo alternate: i primi mesi, è tornata lei da me; successivamente, sono venuta io qui al mare. – continuò Alex.
Le automobili cominciarono a camminare ed il traffico a diminuire progressivamente, così Lee si rimise composto a guidare, attento alla strada.
- Oh, finalmente! … Quindi avevo ragione, insomma … - disse emettendo un sospiro di sollievo.
- Ragione? Su cosa? – chiese Federica curiosa mentre Alex aggrottava le sopracciglia.
- Su Gab. Si vede lontano un miglio che le volete entrambe un gran bene e, se le volete così bene, una ragione ci dovrà pur essere. Ho avuto una buona impressione su lei e Julie non appena le ho viste parlare con Duncan, dopo il concerto.
- Lei è … Speciale, in qualche modo – spiegò Alex – Per quanto abbia una situazione difficile, è sempre la prima a volerti aiutare, qualsiasi sia il tuo problema. Si fa in quattro per aiutarti e non chiede nulla in cambio. A volte ha davvero un caratteraccio perché è testarda e convincerla che abbia torto è davvero difficile: infatti nelle discussioni finisce sempre per aver ragione lei! – ridacchiò continuando.
- E’ vero, è testardissima! Tra me e lei non so chi è peggio! Però è vero, come ha detto Alex, è sempre pronta ad aiutarti e affronta la propria vita con il sorriso sulle labbra: è difficile trovarla triste. Se lo è, cerca di non fartelo notare, di solito. – confermò Federica
- Ricordi quell’estate che passammo tutte insieme? Sempre con quel dannato iPod nelle orecchie! – rise Alex
- Diavolo, che rabbia! Noi parlavamo, e lei in tutta risposta cominciava a cantare Bubblin’! Che nervoso! Era completamente assorta nei suoi pensieri!!
Lee rise.
- Bubblin’? Voi le parlavate e lei cantava le nostre canzoni? – continuò a ridere.
- Sì, ma cantava soprattutto Bubblin’. – rispose Federica ridacchiando
- E’ una delle sue preferite, se non la sua preferita in assoluto … “Quante sediate sulle gengive darei a quelle diamine di ballerine!!” … Non dirle che te l’ho detto! – rise mentre imitava la voce di Gab.
- Ne prenderò nota! – ridacchiò Lee – Dov’è che devo girare? Qui a destra, giusto?
Arrivati al motel, Lee prese le valigie, le caricò in macchina e guardò le ragazze con quel suo sorrisetto dolce che nascondeva benissimo il suo animo da dongiovanni.
- E se mi portaste a fare un giro della città? Così, tanto per lasciare ancora un po’ quei due da soli …
- A me sta bene. Non vengo qui da troppo tempo, magari Federica ci fa da guida! – sorrise Alex
- Seguitemi, allora! Saliamo in macchina, ti indico io la strada! – sorrise lei di rimando ad entrambi.
***
Calcio, pugno pugno.
Calcio, pugno pugno.
Gab continuava a prendere a botte il colpitore retto dal suo maestro, con tutta la forza che aveva, cosciente del fatto che Duncan era di fronte a lei a fissarla mentre faceva gli addominali.
- Forza Gab! Vai!! Jeb, diretto, calcio all’indietro!! Jeb, pugno esterno, calcio a martello! Jeb, montante, girato, girato e pugno in volo! – la incitava il maestro – Ok, e stop.
Gab aveva il fiatone.
- Maestro …. Non è che posso … Continuare ancora un po’? … Ho … Da sfogare … Un po’ di … Rabbia repressa.
Duncan ridacchiò sentendola mentre continuava ad allenarsi.
- Gab, sei sfinita. Non esagerare con gli allenamenti …
- No … Ce la faccio. – deglutì – Dai, sono pronta. – si rimise in guardia.
- Ok … Pronta? Ripartiamo! Vai! Calcio, pugno pugno!! Calcio, pugno pugno!!
Dunk la fissava con un sorrisetto stampato in faccia; scosse la testa per quanto quella ragazza fosse testarda: voleva dimostrargli a tutti i costi di essere forte e di potergli fare il culo a strisce in qualsiasi momento.
***
 
Finita la lezione, Gab si tolse i guantoni e si asciugò la fronte con l’ avambraccio.
- Uuh … Calma, tigre! Se continui così rischi di rompere tutti i colpitori del tuo maestro! – la provocò Duncan con quel sorrisetto irritantissimo che non si decideva a togliersi dalla faccia del ragazzo.
- Non farmi incazzare. Sappi che se ho colpito così forte, è solo perché ho immaginato che al posto del colpitore ci fosse la tua stupidissima faccia da idiota!!
- Che cattiveria! Eppure io sono sempre così gentile con te! – ridacchiò lui
- Oh sì, infatti – sbottò lei fissandolo seria e rabbiosa negli occhi – Talmente gentile da farmi sentire anche un po’ importante per poi lasciare alla mia immaginazione di fantasticare su di te che entri nella stazione, giusto?! … Spostati, adesso … Devo andare a cambiarmi.
Il ragazzo rimase di stucco e andò verso gli spogliatoi maschili. Gab fece lo stesso, imprecando contro Duncan. Lo odiava con tutto il suo cuore. Lo odiava, perché non la smetteva di comportarsi come un ragazzino, di fare l’idiota. E ancora di più odiava se stessa; si odiava perché non riusciva a smettere di pensare di volergli saltare addosso: talvolta perché voleva riempirlo di baci, altre volte per ucciderlo di botte.
Poco dopo uscirono entrambi dalla palestra: Gab, con le mani rintanate nelle tasche della felpa di pail, guardava fisso per terra, continuando a stare zitta; Duncan si era offerto più volte di portarle la borsa pesante, ma lei aveva continuamente rifiutato; lui la fissava di sottecchi: ancora non riusciva a capire cosa l’avesse spinto a non fare di tutto per raggiungerla in stazione e per non chiamarla.
Improvvisamente cominciò a piovere, così entrambi corsero a ripararsi sotto al tettuccio di uno dei vari negozi che avevano chiuso da pochi minuti.
- Bene, ci mancava solo questa! – esclamò lei – Sono completamente fradicia!
- Beh, non sei l’unica … - disse lui mettendosi il cappuccio in testa per poi metterlo anche a lei
- Potevo mettermelo anche da sola! – sbottò
- Sai, a volte un grazie non guasterebbe, lo sai? … - disse lui rimanendoci un po’ male.
- Hai ragione, scusa, dove ho lasciato le buone maniere?... Grazie, ma sapevo farlo anche da sola!
-Quando la smetterai di trattarmi così? Ti ho chiesto scusa, sono venuto fin qui in Italia per farlo, sto cercando di essere gentile, di ironizzare in tutti i modi, per dimostrarti che sono pentito di ciò che ho fatto … Avevi detto che non mi avresti ostacolato, ma mi stai rendendo la cosa tutto tranne che facile!! … Senti, lascia stare … Torniamo a casa che è meglio. – disse rattristato, lasciando Gab di stucco: cominciava a sentirsi in colpa …
***
 
I tre corsero in macchina non appena cominciò a piovere, sbattendo con un po’ di forza gli sportelli.
- Caspita, che corsa! – disse Alex affannata – E pensare che è primavera!
- E siamo anche in Italia! – aggiunse Lee
- Che c’entra che siamo in Italia? Cosa credi, che qui non piova mai? – ridacchiò Federica
- No, non è questo! È che certamente a Londra piove molto di più! – rise lui giustificandosi
- Quindi la gita è già finita? – chiese Alex un po’ dispiaciuta
- Purtroppo sì. In macchina c’è ben poco da vedere qui … Torniamo a casa: domani poi andremo a fare un altro giro con Gab e Duncan – disse Federica sorridendo
- CACCHIO! LI ABBIAMO LASCIATI SOLI PER PIU’ DI UN’ORA!! – esclamò Lee quasi urlando – Mi auguro che lei non l’abbia squartato vivo! Mi sentirei responsabile! – continuò fingendosi preoccupato e mettendo in moto l’auto.
- Dai andiamo … - disse Alex ridendo – Ti guidiamo noi, però sbrigati se non lo vuoi vedere nastri gialli con su scritto “Don’t cross the line” per tutta la casa!
I tre risero, poi si diressero verso casa.
 
Eccoci qua.
Bene, allora? Che ne pensate? Anche voi fareste come Gab, o vi comportereste in maniera differente? E se fosse stati in Duncan?
E che ne pensate invece di Lee, Alex e Federica? Succederà qualcosa secondo voi?
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Grazie a chi legge, a chi segue, a chi aggiunge a preferiti, ma soprattutto a chi  RECENSISCE (quindi solo a GinevraJames, mia unica fedele recensitrice(?!) ç___ç)
Anyway, se questo capitolo  v’è piaciuto (ma anche se vi ha fatto cagare) RECENSITEHHHH ♥
Vi lovvo tutti ♥
Xoxo
Rie ☺♥
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Blue / Vai alla pagina dell'autore: Rie_James