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Autore: _Salome_    06/02/2014    1 recensioni
Occhi cremisi. Occhi che affogavano nel sangue. Occhi da assassino.
Uno sguardo che l'avrebbe perseguitata per sempre... Fino alla morte del mondo.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appariva e scompariva tra lo scrosciante temporale la figura di L, come un qualcosa d'immortale ed errante.
Lo sguardo rivolto lontano dalla Terra.
Il corpo scosso dai brividi d'un pianto che si univa a quello del cielo.
Incatenato. Legato con forza a quella fine e sferzato dai lacci della morte.
Sul bordo del baratro, L piangeva.
-
Light intanto muoveva rigidi passi verso la bufera: doveva raggiungere Ryuzaki.
Non avrebbe mai creduto di trovarlo sotto la pioggia incessante, col corpo scosso dai brividi, gli occhi rivolti chissà dove.
Molti pittori hanno cercato di riprodurre quel guizzo, quel lampo che s'insinua nello sguardo di chi si avvia al patibolo sapendo che non vi sopravvivrà. E non è facile, certo, racchiudere in quei piccoli spazi le immagini di vita che corrono e si sovrappongono, il rimpianto e le lacrime, ad annegare il tutto.
Ed è proprio così che appariva Ryuzaki. Un corpo freddo che vaga nel mondo dei vivi. Cristo che s'accascia lentamente fra le incantevoli braccia della Madonna nella Pietà.
Light ne fu scosso. E per un attimo, mentre Ryuzaki girava penosamente il capo verso di lui, pensò che non fosse necessario ucciderlo.
Tanto fragile appariva, che si sarebbe detto un sogno fanciullesco d'elfo, innestato crudelmente nella realtà, e abbandonato.
Qualcosa di cristallo. E flebile come l'aria.
-Ma che cosa stai facendo qui sopra, Ryuzaki?
Non lo sentiva, poco per volta si perdeva...
-...Ho detto: Che cosa ci fai qui sopra Ryuzaki!- ripeté Light, alzando la voce.
 Il rumore della pioggia lo sovrastava, ed L continuava ad avvicinare la mano all'orecchio, in un grazioso quanto inutile gesto convenzionale.
Light si avvicinò esponendosi alla tempesta e ripeté la domanda.

Ascoltava il suono delle campane. Sente suoni inesistenti, vive in mondi sconosciuti e gelidi.  È riuscito a prevedere la data della sua condanna. Come una Salomè dagli occhi tristi avverte fin troppo bene la Morte che si avvicina con le sue ali, fatte di piume d'acciaio. Ora ne sono certo: Rem scriverà il suo nome. Io, Light Yagami, sono riuscito ad uccidere il più grande detective al mondo. Io, Kira, ucciderò un dio della morte.

-Eppure è impossibile ignorarle, è tutto il giorno che vanno avanti.

Campane, chiese... matrimoni, funerali... rinnego tutto gli do del pazzo, la verità è che lo temo. Lo temo perché sa, ha capito ogni cosa. E sente le campane.

-... dico solo sciocchezze. Non starmi a sentire.
-Hai ragione Ryuzaki, tiri sempre fuori un sacco di cose senza senso. Se dovessi dar retta a tutto ciò che dici, diventerei pazzo, oramai ti conosco bene.
-Hai proprio ragione, Light.

Pronunciò quel nome con un disprezzo indicibile nella voce. I suoi sospetti su di me non erano mai cessati... Era veramente prodigioso... Un uomo prodigioso.

-Però... lo stesso vale anche te, vero?
-Che cosa vuoi dire?
- Dimmi una cosa, dal giorno in cui sei nato, hai mai detto anche una sola volta la verità?
Si può disprezzare una persona così tan, pur ritenendola il tuo unico pari?
-Certo, può succedere a chiunque di mentire, però... non esiste nessuno di perfetto. Tutti mentono. ...però... Io sono sempre stato attento a non dire bugie che ferissero altre persone. Ecco la mia risposta.
-Immaginavo che avresti risposto così. Di solito percepisco cosa passa per la testa alle persone... ma devo ammettere quanto sia arduo anche per me, in questo caso... c'è una... ragazza. Sai, già prima d'averla vista l'avevo intuito dalla grafia. Le lettere erano aguzze, ma grandi e leggere.
 -Cosa stai dicendo, Ryuzaki?
-La sua lettera arrivava dall'Italia...devo ammettere che avrà fatto un bel viaggio per arrivare fin qua.
-E allora, Ryuzaki?!
-Quanta fretta, Yagami.
-Forse perché mentre parli stiamo sotto la pioggia scrosciante.
-Mmm... Hai ragione, ma guarda, si sta calmando. Ti dicevo: mi ha contattato pochi giorni fa, attraverso questa lettera, scriveva di avere novità sul caso Kira...
Voltò lo sguardo verso di me, guardandomi direttamente negli occhi.
-... e indicava Light Yagami come colpevole certo.

Sperai di aver saputo mascherare bene la mia sorpresa sotto la maschera dell'indifferenza.

-"Il Kira che cercate, il nome dell'orrendo assassino è Light Yagami. E certa è anche l'ipotesi di un secondo Kira, si chiama Misa Amane, è una specie di modella, e vive anche lei in Giappone. Da poco tempo si è trasferita nel Kanto"...Così c'era scritto- disse Ryuzaki portandosi il pollice alla bocca.

Confusione. Caos dentro la mia testa. Una lettera? Era forse un trucco psicologico molto mal confezionato da L per farmi confessare?

-Io non sono nella tua testa, Light, ma percepisco il tuo stupore: è anche mio. Ho fatto delle ricerche, sai? Sembra che la lettera sia spuntata dal nulla. E mi chiedo come abbia fatto a indicare con tanta precisione i due nomi dei principali indiziati.
-Sarà stato uno scherzo, o qualcosa del genere. Magari l'ha scritto qualcuno della base. Quel Matsuda... Non è da te credere a questo genere i giochetti...
-Abbiamo controllato. Chi l'ha scritta non ha avuto nessun rapporto con la polizia giapponese, men che meno con la nostra squadra.

Una goccia gelida mi percorse la schiena, forse era la pioggia, forse era lo stesso sudore che impercettibilmente m'imperlava la fronte. E il suo sguardo... mi squarciava dentro.

-... ma vedi, Light, la domanda esatta non è chi, ma come. Sono rimasto nel dubbio finché non ho deciso di farla venire qua. - Si girò verso l'enorme orologio proiettato su un grattacielo- Dovrebbe essere già qui...
Pochi passi leggeri (sarebbero stati inavvertibili, se la pioggia battente non avesse finalmente spento la sua voce) annunciarono il suo arrivo.
Gli occhi violacei della nuova arrivata saettarono verso Light.
-Ciao, Demone del nuovo mondo.
Light contrasse la mascella e girò la testa. Le rivolse una domanda che non comprese: evidentemente il suo giapponese si fermava a quella frase fatta, si trovò a pensare con disprezzo, passò quindi all'inglese.
-Come conosci il mio nome?
Lei però non lo stava ascoltando. Piuttosto sembrava puntare lo sguardo oltre la sua figura, e non guardava neppure L. Light pensò che fosse pazza.

Ma che razza di gioco stai facendo, L?

La ragazza si diresse verso un punto imprecisato del terrazzo. E si librò in aria. Il suo era un volo strano, però, sembrava aggrapparsi a qualcosa-a qualcuno-. Light ci mise qualche attimo un meno di Ryuzaki a comprendere ciò che stava succedendo.
 
  
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