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Autore: RainAndFire    06/02/2014    1 recensioni
Eleonora è una ragazzina di sedici anni che si è appena trasferita a Milano e che quindi non ha che pochi amici e che fa fatica a farsene di nuovi. È triste, depressa e sola, ma ad un certo punto un fortuito incontro contribuirà a salvarla dalla monotonia di tutti i giorni.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fortunè Penniman, Morgan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi consiglio di mettere questa mentre leggete, a meno che non vi disturbi, altrimenti vi consiglio di ascoltarla: http://www.youtube.com/watch?v=JA6id4--BDg

 

CAPITOLO 12 -  URGENT

'Got fire in your veins

Burning hot

But you don't feel the pain

Your desire is insane

You can't stop

Until you do it again

But sometimes I wonder

As I look in your eyes

Maybe you're thinking of some other guy

But I know, yes I know

How to treat you right

That's why you call me

In the middle of the night

You say it's urgent

So urgent

So-oh urgent urgent

Just wait and see

How urgent my love can be'

 

DRIIN!

"Pronto?" rispose Eleonora, sbadigliando, irritata.

"Sono John."

"John, cazzo, non potevi aspettare domani? È l'una di notte!"

"Senti, Eleonora, volevo parlarti oggi, ma sei scappata e non ce la faccio più, devo parlarti."

"Perché non ci dormi su?"

"Senti, vieni qui, già che ci sei... Ormai ti ho svegliata, no?"

"Senti, John..."

"Ti prego, ti prego, ti prego!"

"Okay, aspetta che mi vesto." disse scocciata.

"Perché, sei nuda?"

"Sono in pigiama, imbecille! Avrai svegliato me, ma tu non sei tanto sveglio."

"No, veramente, non ha senso dire così."

"Ma John, per metterti i vestiti, se sei già vestito devi svestirti."

"Non ha senso."

"Tu non sei normale, John."

"Neanche tu, ora ti 'vesti'?"

"Ci impiegherò un po’, sono a piedi e non ho la minima intenzione di prendere la metropolitana."

"Ah, okay. Ho ragione a dire che sei strana, quindi. Ti aspetto."

 

"Ciao."

"Ciao..."

Eleonora era ancora mezza addormentata.

"Mi fai entrare?"

Il ragazzo si era incantato a guardarla.

"Ah, sì scusa." disse scostandosi dalla porta.

Si diressero verso il salotto ed Eleonora si sedette sul divano.

"Beh, cosa volevi dirmi che non potevi dirmelo al telefono?"

"Io..."

La ragazza inarcò un sopracciglio.

"Io ho paura per il contratto. Domani... Oggi dobbiamo andare a controfirmare o qualcosa di simile e... E poi dobbiamo fare un album, scrivere delle canzoni. E se non ne fossimo capaci? Io penso che..."

"John, calmati." lo rimproverò la ragazza "Ti conosco abbastanza bene per capire che non è questo quello che volevi dirmi. Dunque? Parla!"

John impallidì. Deglutì due volte prima di rispondere: "È questo il problema, fidati."

"John..."

"Ti va di fare una passeggiata?" chiese il ragazzo, un po' troppo precipitevolmente "Per prendere un po' d'aria."

La ragazza annuì poco convinta.

Appena John si fu vestito, aprirono la porta e si avviarono lungo le fredde strade di Londra.

Dopo cinque minuti iniziò a piovere, ovviamente. Dopotutto erano a Londra.

Corsero fino ad un pub ed entrarono per rifugiarsi.

L’interno era caldo ed accogliente, il fuoco scoppiettava allegro nel camino, spandendo la sua luce gialla sul pavimento e sui tavoli ed illuminando le poche persone che erano ancora sedute a parlare a quell’ora.

Si sedettero al tavolo ed una cameriera che cercava di non mostrare la stanchezza sorridendo prese le ordinazioni.

Quando le due cioccolate con panna arrivarono, i due iniziarono a parlare del più è del meno.

“Esatto! Hai ragione, è proprio…”

La ragazza si bloccò a metà frase.

Un ragazzo alto dai capelli ricci color cioccolato ed un sorriso smagliante si era appena seduto ad un tavolo poco distante dal loro.

Di fronte a lui si stava sedendo un biondino che Eleonora non vedeva da un anno.

Sembravano felici.

“Jim… Mika.” sussurrò, ma per fortuna John non la sentiva, troppo preso a raccontarle della vita delle piovre.

No, stava parlando del gruppo, non delle piovre.

“Come, scusa?” gli chiese, confusa.

Lui si accorse in quel momento che non lo stava ascoltando minimamente.

“Susa, John, possiamo andare via, non mi sento bene, ho bisogno di un po’ d’aria.”

John acconsentì ed andarono a pagare, mentre lei fremeva, impaziente.

La tensione sparì solo quando furono fuori.

John portò Eleonora fino davanti a casa.

“Beh, ciao.” disse lui, girandosi ed iniziando a camminare.

“Aspetta!”

Eleonora gli corse dietro e lo raggiunse, ma inciampò e lui la prese al volo.

“Ti stavi dimenticando questa.” disse lei togliendosi la giacca e porgendogliela.

John la guardò con un misto tra stupore e delusione.

Prendendo la giacca le loro mani si toccarono ed un brivido gli percorse la schiena.

Prese un respiro per cercare di calmarsi ed alla fine si decise.

La prese per mano attirandola a sé, le mise una mano dietro alla testa e la baciò.

 

NOTA DELLA SCRITTRICE:

Hi guys! (?)

Scusate per la ‘lunga’ assenza, ma negli ultimi tempi non riesco proprio a scrivere e se scrivo i capitoli sono corti e senza spessore.

Ma lascio a voi l’ardua sentenza. Che ve ne pare? John sta rovinando tutto? O è più Eleonora a distruggere tutto? Insomma, aspetto delle recensioni, positive o negative che siano.

Bye- bye, ci vediamo l’anno prossimo con il next chapter. XD

P.S. La canzone è ‘Urgent’ dei Foreigner.

  
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