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Autore: pralinedetective    06/02/2014    1 recensioni
Aprile 1943: il patto è scritto col sangue, e sigillato con un bacio. Per quanto Agnes si sforzi, non riesce a ricordare una parola della lunga conversazione avuta con la strega – una cosa sola sembra essere stampata nella sua mente, un’idea senza colore che non riconosce come sua, e un obbligo al quale non può né vuole sottrarsi.
Un patto demoniaco ha corroso Claudia Stilinski dall'interno; quella stessa maledizione è adesso nel sangue di Stiles, scorre nelle sue vene, e la morte si avvicina rapidamente con passi silenziosi.
[magic universe; dark stiles is dark]
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Sceriffo Stilinski, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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   Ringrazio tutti quanti per il supporto! Le recensioni, chi segue e ricorda la storia, it’s refreshing e mi invoglia davvero molto a scrivere. Probabilmente continuerei anche se non la seguisse nessuno, però in questo modo mi sento un po’ più responsabile nei confronti della storia. Dunque: grazie!
   Delucidazioni: nei segmenti che trattano del patto originario, negli anni Quaranta con Agnes e la figlia Ginevra, la terminologia è scelta in modo da risultare storicamente attendibile. Avendo scelto un punto di vista interno, ho necessità di costruire un’atmosfera. Quindi eventuali nozioni di razzismo e misoginia, anche se per alcuni aspetti posso risultare incredibilmente attuali, non mi appartengono come persona. Non che abbia ricevuto accuse in questo senso, siete stati tutti incredibilmente gentili!, però è sempre meglio specificare.
   What else. Ho sempre avuto problemi con gli inizi, mi sembrano sempre troppo meccanici – nulla a che vedere con la familiarità con cui si può descrivere un universo già perfettamente caratterizzato nella mente dei lettori. Quindi, mi auguro che questo capitolo non risulti troppo meccanico.

   La storia è ambientata all’inizio dell’anno scolastico, e (per ora) gli eventi della 3A sono posticipati perché, appunto, ho necessità di caratterizzare personaggi & stuff. La saga di Jennifer e degli alfa la vedremo presto, però sarà reinterpretata secondo quella canon!au che adoro e che era tanto diffusa prima dell’uscita della terza stagione, in cui il branco di Derek e quello di Scott collaborano come uno per proteggere la città.

   Il vero mistero
nascerà col prossimo capitolo; mi auguro che comunque apprezzerete l'aggiornamento. World building, world building everywhere!
   Buona lettura ~




II - MEMORIES UNFURLING


Stiles adora quando Melissa mette in punizione Scott vietandogli di utilizzare la macchina, poiché questo significa che (anche se spesso la colpa dei casini ricade su entrambi) è compito di Stiles quello di portarlo a scuola. Sono attimi di nostalgia, e di dolce vendetta.
Al primo semaforo rosso che incontrano, il figlio dello Sceriffo alza al massimo il volume della radio, si slaccia la cintura e si sporge quasi fino alla vita fuori dal finestrino. “Black, black heart!” canta per attirare l’attenzione di quanti più passanti possibile. “Why would you offer more? Why would you—

“Stiles, ti prego, basta” esclama ridendo Scott, e lo afferra per l’orlo della maglia cercando di tirarlo dentro l’auto; scalda il cuore notare il modo in cui il licantropo, quasi inconsciamente, misura la propria forza per non fare del male all’amico.

“Conosci le regole, giovane McCall: il guidatore sceglie la musica;” Stiles annuncia la citazione con orgoglio, tornando in posizione di guida e premendo sull’acceleratore nel momento stesso in cui scatta il verde.

Tempo cinque minuti e si trovano nel parcheggio della scuola: con una manovra più brusca di quanto non intendesse, il ragazzo arresta la macchina di fianco alla fila di posti riservati alle moto, e finge di non notare il modo in cui Scott ne è ipnotizzato.
Se fossero altri due ragazzi probabilmente temerebbero di essere fraintesi, però si conoscono da più di dieci anni e nessuno di loro trova strano il modo in cui Stiles appoggia la mano sul braccio dell’amico e sorride soddisfatto. “Mi sei mancato, wereboy” gli rivela con una punta di nostalgia nella voce, e Scott risponde con una risata e un’affermazione affettuosa.

Il lupo scende dall’auto, però Stiles non lo segue. Non subito, almeno.
Prima di recuperare la propria borsa dei libri dal sedile posteriore della Jeep, il ragazzo si prende un momento per massaggiarsi le cosce, i polsi, gli avambracci; è come se un liquido gli scorresse appena sotto la pelle, caldo quel che basta per causare fastidio, non abbastanza da risultare doloroso o completamente spiacevole. È come avere l’influenza.
Ultimamente ha ricominciato ha sentire una profonda stanchezza nelle ossa, e un peso al petto – in mezzo ai polmoni. (Come tutti gli anni) non l’ha raccontato al padre poiché non è impaziente di assistere ad alcuna delle due possibili reazioni, né l’indifferenza né la preoccupazione sono un buon look per lo Sceriffo di una cittadina tanto eccentrica.

Per Stiles, il patto scade in primavera, il 26 di aprile: quando tutti gli altri studenti d’America studiano per i finals, il giovane Stilinski cerca di rimanere in vita per un altro anno.
Adesso, però, è ancora presto per pensarci. Con un’alzata di spalle allontana questi pensieri, e accenna un passo di corsa per raggiungere Scott, che nel frattempo sta dando il buongiorno a Lydia.


• • •


Qualche volta, Stiles sogna ancora la prima notte dopo la morte della madre. Una risata cattiva gli entra nel cervello, raccontando una storia di sangue e disperazione, proclamando la fine dell’infanzia con la stessa leggerezza con la quale i bambini strappano un fiore dal giardino dei vicini di casa. Al suo risveglio, un forte odore di putrefazione gli invade le narici e lo fa quasi vomitare.
Però riesce a trattenersi: ormai vi è abituato.


• • •

Un pomeriggio, verso la fine di aprile, Isaac è entrato di corsa nel salotto di casa McCall, ha afferrato Scott per la spalla e gli ha sussurrato nell’orecchio, abbastanza forte perché anche Stiles potesse sentire, C’è puzza di morto nel bosco.
Il modo in cui il cuore di Stiles sobbalzò in quel momento dovette risultare sospetto alle orecchie del beta, il quale si voltò nella sua direzione con un sopracciglio alzato e gli occhi ambrati del lupo, però Scott scosse la testa per dissipare i dubbi di Isaac. “Abbiamo trovato un corpo, una volta. Tagliato a metà. È stato… qualche tempo fa” concluse, interrompendosi per ragionare su quanto tempo fosse trascorso dalla morte di Laura.

Quanto in fretta era cambiata la vita di tutti loro.

Visitarono il bosco quella stessa notte, alla ricerca della fonte di quell’odore.
Scott e Isaac indossavano abiti che non hanno timore di sporcare, e Stiles era interamente abbigliato di nero. Si sarebbe sentito come un ninja (oppure the Vampire Slayer) se non avesse continuato a inciampare nelle radici che spuntano dal terreno (e se Sarah Michelle Gellar girasse armata di mazza da baseball in alluminio).
Nuovamente – déjà vu is over nine thousand! – furono intercettati dalla polizia, che proprio quel pomeriggio aveva ricevuto la segnalazione anonima di un cadavere nel bosco.

Le indagini durarono qualche settimana: il corpo era irriconoscibile e dalla lista delle persone scomparse non emersero corrispondenze, e la vittima rimase priva di identità. Tutte le possibili tracce non condussero da nessuna parte, e le diverse piste battute dagli investigatori si raffreddarono velocemente. Le numerose, rabbiose pugnalate al petto e al viso indicavano che si tratta di omicidio, però al di fuori di questo…
Il caso rimase irrisolto; anche il naso dei licantropi, dopo essersi abituato all’odore dolciastro e sgradevole della putrefazione, non individuò nulla fuori dall
ordinario.


• • •

Febbraio 1944. Quasi dieci mesi sono trascorsi dal giorno del tuo colloquio con la negra, e ti sei ritirata in quello che le tue amiche considerano un esilio volontario dettato dal lutto.
Trascorri la maggior parte del tuo tempo chiusa in casa, con le mani fra i capelli e il pianto fermo in gola.
Ginevra ti osserva restando sempre fuori dalla stanza, e con una mano rimane aggrappata allo stipite mentre nell’altra stringe il suo vecchio orsacchiotto per una delle orecchie. Ti chiama molte volte, mamma, mamma! però tu sei sorda alla voce del mondo, e la piccola è spaventata.

Spaventi tua figlia, Agnes. Questo ti terrorizza più di ogni altra cosa, però non hai la forza di pensare a cosa potresti fare per lei – sei impegnata a combattere quel desiderio che ti abita il cuore, quel pensiero che ti è entrato dentro e che ti condiziona.
Se ad Henry dovesse succedere qualcosa—morirebbe da eroe, ne sei certa. La nazione lo piangerebbe e tu con loro, e del tuo amato marito rimarrebbe un’immagine impeccabile e perfetta. Ma come potresti vivere con la consapevolezza che parte della colpa ricade su di te, che avresti potuto portarlo a casa sano e salvo, e invece…

Ultimamente piangi sempre più spesso, quasi tutti i giorni. È un pianto che nasce dal fondo del petto e ti scuote in tutto il corpo, quel genere di pianto che si accompagna a singhiozzi e gemiti, un pianto disperato.
(Oggi non sei da meno.)

  
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