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Autore: gwapple    06/02/2014    6 recensioni
Il sole soccombe alla carica delle tenebre, e quando perfino il tempo, che mai niente e nessuno è riuscito ad arrestare, si ferma, significa che qualcosa è in atto, sulla Terra o oltre essa.
Quattro cavalieri cavalcano in silenzio i loro sinistri destrieri: le ombre, dapprima ripudiate e scacciate dalla Terra, stanno prendendo possesso dei luoghi giudicati pieni di Luce.
Questa volta non sono gli angeli e i demoni a contendersi un pezzo di cielo o un lembo di terra... ma un'apocalisse è in atto, e solo una persona può fermarla: Dio. Ma Dio è sulla terra, e c'è qualcuno che lo sta cercando.
Tra angeli caduti, la sfortuna di due fratelli, una demone molto sexy, un cerbero addestrato, un Lucifero metallaro e un viaggio straordinario attraverso tre grandi regni, nasce questa storia.
Una storia di lacrime e sangue, dove il protagonista non è il solito bravo ragazzo ma un donnaiolo incallito ed è spalleggiato da un angelo con la fissa per le giacche di jeans.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Timeless'
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Timeless 20 AVVISO IMPORTANTE
So che il ritardo non è giustificato -almeno per così poco tempo- e questa volta non è una questione di impegni -oppure sì xD-
Sono Lady Holmes.
Qual è l'annuncio? Io e la mia collega abbiamo avuto dei problemi... no, non abbiamo litigato.
Ma lei lascerà momentaneamente il progetto.
Il ritardo è stato per questo motivo... ho aspettato per un po' che si liberasse per scrivere, ma alla fine abbiamo capito che era meglio lasciar perdere.
O per lo meno, per adesso.
Perciò ho dovuto prendere io le redini della storia... questo capitolo è ancora scritto in due, o per lo meno all'inizio, poi da metà e dal prossimo li sto scrivendo da sola... ho cercato anche di portarmi avanti.
Lo so, LO SO, è un duro colpo.
Spiace anche a me.
Ma spero comunque che continuerete ad apprezzare la storia, adesso aggiornerò un po' più velocemente. E tutto si fa più creepy cwc

Comunque, questo è l'annuncio di Miss Watson, di qualche giorno fa:


Cari lettori

è con rammarico che debbo abbandonare Timeless. Non fraintendetemi, non è un addio definitivo, solo riconosco di non essere capace di far coincidere le cose
e lascio la direzione a Lady Holmes che, ne sono sicura, saprà concludere degnamente questa storia
Con affetto
Miss Watson



Nel capitolo precedente...


Jay e Felix hanno varcato le soglie dell'Inferno, un caos di sabbia, fumo e sangue, con il volto di un demone terrificante nel cielo, abitato da Arpie, Cerberi e demoni, che si divertono a torturare e sviscerare le anime dei dannati nelle loro ruote uncinate.
All'ingresso del tempio vi è rappresentata col sangue la scena della caduta di Lucifer, le cui ali furono strappate dal fratello Michael. Perdere le ali è quanto di peggio può accadere ad un angelo, perché equivale alla dannazione e al disonore eterno.
Ancora una volta Felix rivela a Jay di aver colto qualcosa di particolare in lui, come una luce diversa simile a quella del Paradiso, eppure non riesce a spiegarsene l'origine. Ma se è vero quello che si dice, Dio ha un piano per ognuno di noi...
Jay scopre anche che i demoni sono controllati dagli angeli attraverso una maledizione, un'armatura che impedisce loro di raggiungere la propria vera forma, assai più bestiale di quella attuale. I demoni, un tempo angeli, possono ancora pentirsi, ma pochi di loro lo fanno.
Infine, al di là del velo Dante e Virgilio hanno riconosciuto Jay come un essere umano ancora vivo, e Felix come un impostore, ma non sanno esattamente come reagire alla notizia. Avvertiranno gli altri angeli?


Now...



Soundtrack del giorno:
https://www.youtube.com/watch?v=mNuV0xQLNuQ (che in realtà non ha niente a che fare col capitolo ma mi piace quindi ascoltatela durante la lettura u.ù)





Capitolo 20




Jay restò in silenzio per qualche attimo mentre lui e Felix continuavano a scendere verso l'Inferno e quelle parole e ciò che rappresentavano gli rimbombavano nella testa.
Michael gli ha strappato le ali.
Se almeno un po' aveva capito di tutto quel casino che aveva deciso di piombargli tra capo e collo, le ali per gli angeli erano ciò che per gli umani erano gambe e braccia.
Si immaginò mentre strappava un braccio ad Archie e l'immagine, oltre a fargli torcere lo stomaco, gli provocò un brivido di raccapriccio.
«Con che... come diavolo ha fatto? Era pur sempre suo fratello!»
«Michael è la spada di Dio.»
«Lucifer era suo fratello! Non so come funzionino le cose tra voi esseri piumati ma strappare qualcosa di così importante a un fratello senza nemmeno sedersi e prendere un the insieme e parlarne è... non ho nemmeno parole!»
Ma Felix aveva uno sguardo lontano, quasi come se pensasse a qualcosa. O a qualcuno. Per un momento Jay si chiese il perché di quello sguardo...
Da quello che aveva capito, il suo amico piumoso non era ancora nato, ai tempi.
Si chiese chi gli avesse raccontato quella storia.
«Ci sono volte in cui anche noi angeli dubitiamo» sussurrò Fel, strappandolo da quelle riflessioni. Jay lo guardò stranito, quasi non riconoscendolo.
Lo diceva proprio lui che poco prima aveva proclamato un'incrollabile fede in Dio?
«Eppure obbediamo. Perché è ciò che ci rimane per sopravvivere» e quasi rispondendo alla domanda nascosta dietro lo sguardo di Jay aggiunse: «Me lo ha detto una persona molto saggia, una volta.»
Prima che Jay potesse aggiungere altro, però, Felix parve riscuotersi dalle sue riflessioni e si portò un dito alle labbra: l'umano lo guardò smarrito qualche attimo e l'angelo scosse il capo.
Jay avrebbe voluto chiedergli chi fosse quella persona tanto saggia, e per un momento s'immaginò un baby Felix con due enormi occhioni blu fissare con aria attenta un uomo -o una donna, perché no- senza volto parlare all'ombra di un albero o magari accanto al fuoco scoppiettante di un camino, ma l'angelo non gli diede nemmeno il tempo di aprire bocca: parve infatti che Felix fosse stato bruscamente strappato dai suoi pensieri e riportato con i piedi ben saldi sul terreno perché, un attimo dopo, l'angelo aveva ripreso l'aria fredda e composta del soldato.
«Ora ascoltami» lo avvertì severamente. Jay si chiese se lo avessero cresciuto così o se facesse parte del suo carattere e si stupì di quella voglia che aveva di conoscere quante più parti possibili dell'angelo che lo accompagnava in quella stramba avventura.
Peccato che Felix non sembrasse dello stesso parere.
Aveva iniziato a rinchiudersi dietro un alto muro di ghiaccio e, nonostante i brevi momenti in cui gli permetteva di spiarlo da dietro le crepe, manteneva l'atteggiamento freddo e impersonale di una macchina da guerra addestrata per uccidere senza troppi rimorsi, raggiungere il proprio obiettivo senza pensare alle conseguenze.
Ma se Felix fosse stato davvero solo il soldato che tante volte lo aveva ripreso?
L'angelo che lo riprendeva per ogni minimo errore, quasi disgustato dal suo essere solo un piccolo, povero umano?
Jay non sapeva che pensare. Non era di certo la prima volta, era davvero solo un essere umano e aveva avuto mille momenti di incertezza, ma mai nella vita aveva avuto tanta paura.
Vuoi perché Felix fosse la sua ancora in mezzo alla tempesta, vuoi perché in fondo si fosse davvero affezionato a quella piccola palla di piume che proprio non capiva i suoi riferimenti cinematografici e letterari.
«Stiamo per addentrarci nell'Inferno e sono abbastanza sicuro che il nostro vantaggio sui miei fratelli non ci renderà immuni dall'essere trovati. I demoni sono creature scaltre e pericolose, l'incarnazione della falsità, della corruzione, della malvagità: non devi mai fidarti di loro» disse Felix, strappandolo dai suoi pensieri.
«Devi perciò mantenere un profilo basso. O almeno giurarmi che ci proverai. Non fidarti dei demoni, per nessuna ragione al mondo... e su tutto ricordati che non sei pronto per affrontarli da solo. Nè loro né gli angeli che ci danno la caccia. Non ne hai le capacità fisiche.»
Jay non si offese, semplicemente perché era quella la realtà dei fatti, e annuì. Poi si schiarì la voce.
«E di te posso fidarmi, invece?» indagò. Era serio, non c'erano giochetti o battutine stupide di mezzo: voleva davvero fidarsi di Felix, nonostante a volte gli sembrasse che l'angelo stesse facendo di tutto pur di evitare che ciò accadesse.
Fel si esibì in una smorfia che Jay, semplicemente, non seppe come definire.
«Andiamo» furono le sue uniche parole, poi gli fece cenno di seguirlo mentre svoltava l'angolo della montagna che li separava dall'orrore vero e proprio.
E all'umano non restò altro da fare se non seguirlo.
 Doveva ammetterlo: da vicino l'Inferno era anche peggio di ciò che avesse visto dall'alto.
Il caldo era semplicemente insostenibile e Jay dovette ammettere che, se quella sciarpa non fosse stata una sorta di sostegno morale -un modo per convincersi che sua madre fosse lì con lui, con il suo sorriso incoraggiante e l'aria benevola, quelle carezze fuggevoli che gli faceva ogni tanto tra i capelli e sul volto e il suo profumo che sapeva di casa-, se la sarebbe tolta più che volentieri.
«Ma tu non hai caldo?» si irritò quasi, accusandolo.
L'angelo sospirò come se non si stupisse nemmeno più di quel tono. «Quante volte devo ripetertelo? Noi angeli non...»
«...siete attrezzati per sentire nulla, sì, sì» completò per lui Jay, distogliendo lo sguardo. Si passò la lingua sulle labbra. Doveva calmarsi, o Felix se ne sarebbe accorto.
L'angelo, dal suo canto, non sembrava neanche prestargli attenzione. Titubante ad allontanarsi dal riparo in cui si trovava e forse, inconsciamente, cercare di ritardare il più possibile l'entrata all'Inferno, fece qualche passo senza staccare la mano dalla parete, e Jay si concesse qualche attimo per guardarsi intorno, ancora una volta.
Vi erano delle strane sporgenze di pietra rossa un po' ovunque, come degli scogli che emergevano da quel pavimento bollente, e molti di essi erano schizzati di sangue. I demoni, nelle loro lucenti armature nere, torturavano anime che erano legate a queste rocce o abbandonate per terra, o ancora appese a testa in giù da degli alberi morti.
Più avanti, addirittura, Jay notò quelle che avevano tutto l'aspetto di ruote della fortuna... solo che ad ogni tassello non c'erano cartelli che annunciavano soldi o regali natalizi.
Le ruote giravano lentamente, con le anime bloccate ad esse tramite delle corde su polsi e caviglie.
E i demoni con i propri artigli affilati squarciavano la loro pelle, bevevano il loro sangue, strappavano loro gli organi di dosso, spesso ancora pulsanti, mentre l'anima urlava e urlava e urlava...
«Jay» lo richiamò Felix piano, toccandogli una spalla con due dita. Jay sussultò e lo guardò, come un bimbo smarrito. Deglutì, cercando di ricacciare in fondo alla gola la paura sorda, e alla richiesta silenziosa dell'angelo di continuare la marcia annuì.
Felix fece una smorfia che forse doveva somigliare ad un sorriso e finalmente abbandonò la parete rocciosa.
«Ricorda adesso: profilo basso e niente gesti inconsulti, siamo intesi?»
Jay non si rese nemmeno conto che l'angelo gli stava rivolgendo la parola. Appena abbandonato il percorso di pietra e messo piede nel vero suolo dell'Inferno, una nuvoletta di vapore si sollevò dal punto in cui l'aveva appoggiato. Attratto e insieme preoccupato dalla situazione, levò il piede e si ritrovò ad ammirare la propria impronta pulsante e incandescente.
«Ma che--?»
«Jay!» lo rimproverò Felix con un sussurro agitato.
«Scusa...» borbottò lui inghiottendo l'imprecazione che gli risalì alle labbra non appena fece qualche altro passo. Il calore era praticamente insopportabile. Gli sembrava come se da un momento all'altro gli si potessero squagliare i piedi.
E forse le scarpe avevano già iniziato a sciogliersi.
«Adesso ascoltami bene...» Felix parlava sottovoce e in maniera concisa, guardandolo a testa bassa e con la coda nell'occhio mentre procedeva veloce.
«Non guardarti intorno. Ripeto: non guardarti intorno. Seguimi dietro quella sporgenza rocciosa e non fare altro.»
Jay desiderò con tutto se stesso ascoltarlo davvero, ma tra il pavimento bollente -in alcuni tratti la pietra si spaccava e si poteva intravvedere la lava sottostante, tra il fumo- e tra le urla dei dannati e le risate dei demoni, era un po' difficile restare concentrato.
La sporgenza di cui parlava Felix non era lontana: e si trovava in una zona in cui, per fortuna, non vi erano presenti demoni o anime torturate.
«Affrettati» lo rimbeccò Felix quando Jay si perse a fissare una ruota della tortura: a soffrire vi era un uomo con la barba rossa -Jay non seppe dire se per natura o per il sangue- che si lamentava, il petto scoperto e ricoperto di sudore, fango e soprattutto ferite aperte e sanguinanti.
«Ti prego...» implorava il poveretto, gli occhi lucidi di lacrime -per il caldo o il dolore?- le labbra e le gote tremolanti, il petto che si alzava e abbassava velocemente.
«Ti prego... farò tutto quello che vuoi... tutto... ma lasciami andare...»
Il demone, un bestione alto quasi due metri con una corazza ricoperta di borchie che era il doppio di lui, ed un elmo spinato che gli copriva il volto, eruttò una risata soddisfatta. «Cosa dici? Non ti ho sentito... ripeti più forte.»
Con un gesto fluido colpì il poveretto al ventre, squarciandoglielo con gli artigli. L'uomo urlò come Jay non aveva mai sentito urlare nessuno, col gomito del demone che spariva dentro il suo stomaco sanguinante.
Il demone ritirò la mano imbrattata di sangue, e il poveretto accasciò la testa sul petto. «Ti prego... ti p-prego...»
«D'accordo» convenne il demone, facendo spallucce e un passo indietro. «Ti lascerò stare.»
Il dannato aprì di nuovo gli occhi, e Jay trattenne il fiato insieme a lui.
«Davvero?»
Il poveretto era così sollevato che sarebbe scoppiato a piangere, se poi il demone non avesse fatto un altro passo indietro e detto semplicemente:
«Sì... perché ti lascerò a lui.»
Schioccò le dita, e il grosso Cerbero dietro di lui, con le tre teste dalle orecchie tirate all'indietro e i canini scoperti, spiccò un salto.
L'ultima cosa che Jay vide fu un ammasso di pelo che si avventava sull'anima tra le urla disperate di questa e il chiarissimo rumore della carne dilaniata e delle ossa fatte a pezzi.
Felix lo tirò quasi di peso dietro la sporgenza e solo allora Jay si ricordò di respirare... aveva l'affanno, il cuore batteva a mille e gli occhi saettavano da un punto all'altro.
Non poteva credere a quello che aveva appena visto.
«Jay...» quante volte Felix aveva ripetuto il suo nome?
«Ti avevo detto di non guardare.»
«Mi dispiace» disse in fretta Jay, la voce che uscì spezzata e come un soffio, il respiro accelerato. «Io non...»
Gli bruciavano gli occhi
«Mi dispiace, io... io...»
«Jay? Jay!»
Il giovane Denver prese un grande respiro, chiuse gli occhi per calmarsi, e quando li riaprì si portò una mano alla bocca, per frenare il conato di vomito.
«Sto... sto bene» si schiarì la gola «Sto bene, davvero. Allora, il piano?»
Tentò anche di fare un sorriso, che probabilmente ebbe l'effetto di una smorfia disgustata perché Felix sollevò un sopracciglio. Ma fortunatamente non disse una parola.
«Il piano...» si guardò intorno per assicurarsi di non essere visto, poi infilò la mano sotto la giacca di jeans e ne estrasse un coltello.
Era un pugnale maestoso, con l'impugnatura di quello che sembrava argento e la lama di uno strano materiale brillante. Non come un cristallo, ma come un qualcosa che producesse luce propria.
«Contiene grazia angelica» spiegò in risposta al suo sguardo.
Jay non ebbe nemmeno il tempo di fare domande perché Felix, senza troppe cerimonie, gli afferrò un palmo e vi fece una breve incisione col coltello.
«Ahi! Ma sei impazzito...?»
Felix lasciò la presa e Jay ritrasse con rabbia la mano sanguinante, cercando di tamponare la ferita con l'altra.
«Che ti è saltato in men--»
«Silenzio.»
Felix raccolse tra le dita il sangue di Jay rimasto sul coltello e con esso disegnò un simbolo a forma di triangolo sulla parete.
«E' un sigillo Enochiano» illustrò, guardandosi di nuovo intorno per assicurarsi che nessuno li avesse notati. Per fortuna, in quella zona della radura non c'era anima viva.
O morta.
«Ho utilizzato il tuo perché funzionano solo col sangue umano» continuò mentre ripuliva la lama contro i pantaloni e la rimetteva a posto dentro la tasca interna della giacca di jeans «infatti un tempo i vostri sacerdoti facevano sacrifici umani per comunicare con Dio e gli angeli. Non capivano che bastava solo un po' di sangue... è anche vero che alcuni angeli, quelli più oscuri, pretendevano che i sacrifici morissero... ma erano per lo più gli angeli della Morte stessi e molti di loro sono di fatto diventati Mietitori, dopo. I peggiori addirittura sono caduti dal Paradiso e si sono trasformati in demoni, probabilmente sono tra queste fila, anche per questo spero di non incrociare il cammino di nessuno perché non vorrei che per qualche fortuito caso qualcuno potesse ricordare il mio volto e quindi...»
«Felix!» lo interruppe Jay, un po' brusco «sono sicuro che il tuo racconto sia interessantissimo ma vedi, dei mostri assetati di sangue stanno ammazzando gente a pochi metri da noi e i tuoi fratelli bastardi ci stanno alle costole quindi... non potremo fare in fretta? Qualsiasi... qualsiasi cosa dobbiamo fare.»
«Oh, sì» convenne Felix, colto per un attimo alla sprovvista «Hai... voglio dire, suppongo tu abbia ragione.»
Si schiarì la gola e abbassò un attimo lo sguardo. «Va bene. Facciamolo.»
Si tirò su la manica del braccio sinistro e poi toccò il sigillo col palmo ben aperto. Esso si illuminò subito della stessa luce viola che poi passò velocemente nelle vene di Felix fino a fermarsi sotto le sue palpebre.
L'angelo parve illuminarsi tutto per un attimo, poi fu come se qualcuno gli avesse dato un pugno perché si irrigidì tutto e tirò indietro la testa. Quando riaprì gli occhi, le iridi avevano assunto quella sfumature violetta di quando utilizzava la sua magia angelica.
Jay non si accorse subito della seconda luce che si era accesa a distanza, concentrato com'era a fissare meravigliato Felix.
Felix, quasi spinto da una forza sovrannaturale, ruotò il capo in maniera che Jay avrebbe definito "robotica" e puntò lo sguardo in lontananza, dove l'orizzonte si perdeva dietro dislivelli di terreno infuocati.
In cima ad una piccola collinetta, poi, vi era il tempio che avevano visto all'inizio.
O meglio, quello che ne restava.
Felix staccò la mano dal sigillo e la leggera luce che l'aveva catturato fino ad un momento prima si estinse, veloce come era arrivata. Il distacco fu in qualche modo traumatico, come se gli avesse prosciugato gran parte delle forze perché traballò e sarebbe svenuto se Jay non l'avesse prontamente afferrato per le spalle.
«Woohoo, Felix, che ti prende?»
Lo scosse delicatamente, cercando di non farlo scivolare a terra.
Felix grugnì qualcosa, dondolò la testa come se fosse troppo pesante per sorreggerla, poi sollevò le palpebre e le sbatté un paio di volte per metterlo a fuoco.
«Che...» farfugliò semplicemente, quando la comprensione conquistò il suo sguardo. Si riscosse e si discostò in fretta da lui per rimettersi in equilibrio.
«Dimenticavo quanto potessero indebolire questi sigilli» si scusò con un mezzo sorriso a cui Jay rispose annuendo.
«Comunque era un incantesimo di localizzazione. Adesso sappiamo dove trovare la chiave.»
«Al tempio?»
«Alle rovine» lo corresse Felix. Stava per girarsi, ma corrugò le sopracciglia. «Un momento, tu come fai a saperlo?»
«L'ho visto» rispose ovvio Jay, e sentì un improvviso gelo. «Aspetta, non avrei dovuto?»
«No» confermò Felix quasi timoroso.
Osservò un attimo il vuoto, poi riportò gli occhi su di lui. «Deve essere per via del sangue» giustificò.
Jay fece una smorfia non del tutto convinta e Felix si rianimò. «Dobbiamo muoverci. Ah, e Jay...» lo bloccò con un braccio proprio quando avevano ripreso la marcia. Lo guardò intensamente «Non distrarti. Per nessuna ragione. Non guardare, se ti fa sentire meglio. Va bene?»
Jay si sentì punto sul vivo. Come se fosse facile! Si trovavano nel fottuto Inferno, mica in un parco giochi!
«Non puoi perdere il controllo proprio adesso. C'è ancora... tanto lavoro da fare» Felix mantenne il contatto visivo «Non possiamo permetterci rallentamenti. Devi rimanere concentrato, focalizzato sull'obiettivo.»
«Sì... sì, va bene» lo rassicurò in fretta l'umano, intriso di fastidio. Ma non gli diede il tempo di coglierlo perché lo superò incamminandosi a capo chino.
«Provaci tu a ignorare tutto, idiota...» biascicò offeso.
«Cosa hai detto?»
«Niente» sbottò Jay. Felix non indagò oltre, si limitò a camminargli al fianco e non appena, superata la roccia, i suoni prepotentemente tornarono a squarciare i timpani di Jay così come i demoni i corpi delle povere vittime, gli poggiò una mano sulla spalla.
«Ricordati quello che ti ho detto.»
Jay si costrinse a distogliere lo sguardo da quella tragedia, quelle urla, quel terrificante demone di fumo nel cielo, quei Cerberi che latravano e divoravano, quelle Arpie che lanciavano strida fastidiose e quel calore infinito che si levava dalla lava incandescente.... distolse lo sguardo da tutto quello schifo, sicuro che, purtroppo, non l'avrebbe mai più dimenticato.
Gli era rimasto impresso nella retina, indelebile, come un marchio a fuoco.
Focalizzarsi sull'obiettivo, si ripeteva a mente mentre cercava di deglutire e respirare, di continuare ad andare avanti mentre il Male infuriava attorno a lui. Ignorò i corpi straziati che venivano scagliati lontano, le risate dei demoni, tutto.
Focalizzarsi sull'obiettivo, pensò ancora, Archie.
Cercò di imprimersi a mente l'immagine del fratello. Del suo viso allegro, sorridente, con le fossette sulle guance e i riccioli scuri.
Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio... mentre il suo cuore e la sua anima urlavano di dolore e paura per quel luogo di perdizione... ma doveva andare avanti.
Dammi la forza, fratellino... pregò infine, mentre una lacrima rotolava giù calda e veloce.
«Eih, voi due laggiù, dove pensate di andare?!»





To be continued ~





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Capitolo 21

Il demone sbuffò tra i denti, raggiungendoli.
«Ecco, allora andatevene!» e separò Jay dalla donna, allontanandolo con una mano sul petto.
Ma poi qualcosa cambiò.
Cambiò nello sguardo del demone, e in quello di Felix.
Il primo di apprensione, il secondo di paura.
Jay sfuggì al tocco del demone, col fiato corto e il cuore a mille, mentre quello voltava il palmo e lo osservava come se non lo riconoscesse.
Il tempo parve fermarsi, cristallizzarsi in quell'attimo.
Jay aveva commesso l'errore più madornale della sua vita.
E non poteva più rimediare.








~ Angolo Autrici { ovvero quelle folli di Lady Holmes e Miss Watson } [ma tra poco solo Autrice mi sa ç_ç]~

Vegonunmed a tutti, lettori! :D [--> per chi si stesse chiedendo che diavolo significa questa parola, sappiate che è il corrispettivo Enochiano di "Ciao" *-*] {in corsivo le frasi di Miss Watson, normali quelle di Lady Holmes}
Non so davvero cosa aggiungere... abbiate pazienza, Miss Watson non è andata via per sempre :') tornerà appena sarà più libera....
Ma parliamo del capitolo :D
Felix e Jay non credevano davvero che tutto sarebbe andato rosa e fiori, vero?? E questo ancora è SOLO l'inizio ;)
Non vi dirò niente perchè, usando l'espressione di River Song, "spoileeers :D", ma posso annunciarvi che qualcosa di creepy è all'orizzonte, forse più vicino di quanto sembri.
Poi, qui ci sono degli spunti interessanti. Come dico sempre non tutto è come sembra.
Innanzitutto, sì, più avanti scopriremo qualcosa in più su questa "persona saggia" di cui parla Fel, e avremo anche dei flashback sul suo passato cwc Anche gli angeli sono stati bambini, del resto <3
E Jay che nota cosa che non dovrebbe... EHEH :D *meglio se sto zitta perché se no spoiler LOL*
Oh e presto il nostro team darà il benvenuto ad un nuovo personaggio ;)
A questo punto davvero non ho parole. E strano, perché di solito sono loquace xD
E' inutile scusarmi di nuovo per il ritardo, perchè è assurdo, e lo so.
Mi dispiace.
Ma perdonatemi :')
Il vostro supporto è sempre prezioso e arricchisce questa storia sempre di più <3
Sì, parlo anche a voi lettori silenziosi, fate un fischio ogni tanto ;)
Spero di poter essere all'altezza delle vostre aspettative e di saper reggere la storia da sola per un po'.... ma sarete voi i miei giudici :D
p.s: e siccome qualcuno ha chiesto... no, Jay non è una femminuccia lamentosa che va in panico e piange ad ogni occasione. Tutt'altro. Lo vedrete più avanti, e con altri flashback... è un ragazzo sensibile -ma non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura xD- ma diciamo che il passato l'ha temprato abbastanza -sia il passato passato, che il passato inteso come morte di Archie- Diciamo, ecco, che l'Inferno è abbastanza terrificante, se arriva a farlo disperare come sta facendo xD ma per gli amanti del suo spirito vivace, tranquilli che anche lui farà emergere il suo lato più badass, più prima che poi -diciamo anche dal prossimo capitolo bwahah- ;)


E ricordate: la musica è la voce dell'anima! *^* 


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†††

1. La caduta di Lucifer:

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2. I demoni:

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3. Un Jay inquieto:

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R.u.b.r.i.c.a: GIF A RANDOM


1. Don't mess with the guy, Fel!! (also: rifatevi gli occhi u.ù):

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