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Autore: Fairy21    06/02/2014    1 recensioni
Trama
Come si può passare dalle stalle alle stelle?
E poi di nuovo dalle stelle alle stalle?
Be questo è quello che è successo a me. Forse nelle stalle non si sta poi così male. Qui si conoscono persone importanti come lui, Derek, il ragazzo misterioso che mi ha fatto innamorare al primo sguardo, l’amore vero e puro, quello che ti fa toccare il cielo con un dito.
Ma se fossi più attratta dall’amore delle stelle?
Quello che mi ha fatto conoscere Luck, il ragazzo più bello della scuola che si da tante arie ma in fin dei conti può permetterselo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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Dove vi porto?

<< Sembra carino qui >> dice Sam appena entriamo.

<< Non ero mai stata qui >> rispondo.

<< C’è sempre una prima volta >> dice Luck.

Già.

Prendiamo posto e ordiniamo la cena e mentre aspettiamo ci raccontiamo l’ultimo periodo della nostra vita. Sembra che a Luck sia mancata molto la mia presenza e un po’ mi dispiace doverlo ferire dicendogli che tra noi è tutto finito. Il problema è che se tronco adesso la nostra storia in meno di qualche giorno tutta Millville lo verrebbe a sapere, compresi i miei genitori che preoccupati verrebbero qua a “consolarmi”. Questo manderebbe a monte il nostro viaggio. Non posso farlo adesso, devo aspettare, magari quando torno dalla Pennsylvania.

Ma come faccio a mandarlo via?

La cena dura un po’ troppo, forse perché non mi piace la compagnia, non per Sam ovviamente.

<< Adesso che si fa? >> chiede Luck.

<< Che cosa vuoi fare a quest’ora? >> risponde Sam.

<< Non so, perché non ci fai visitare la città? >> chiede lui.

<< Adesso? Sono un po’ stanca, magari un’altra volta >> rispondo.

<< Domani allora >> dice lui.

<< Ehm… vedremo >> rispondo.

<< Andiamo in hotel allora >> dice Sam.

<< Prima dobbiamo accompagnare tua sorella >> risponde lui.

<< No, no, non è necessario, prenderò un taxi >> mi affretto a dire.

Ci mancherebbe solo questo, dove dovrei andare, non posso mica portarli dai nonni e non conosco altri posti qui.

<< New York è pericolosa di notte, non penserai che ti mandi da sola >> risponde Luck.

<< Ma io non dovrò girare la città, salirò su un taxi che mi porterà dritta a casa >> dico.

<< Vorrà dire che prenderemo lo stesso taxi >> risponde.

<< No davvero… >> rispondo.

<< Taxi >> esclama Luck facendo segno di fermarsi davanti a noi.

Saliamo a bordo e l’autista fa la fatidica domanda: “Dove vi porto?”. Ecco, dove ci porta? Perché non lo so nemmeno io dove. L’unica idea che mi viene in mente è la casa del signor Foster, cioè del padre di Derek. Non mi sono ancora abituata!

Arriviamo davanti alla villa e Luck sembra sorpreso.

<< Non sapevo vivessi in una villa >> dice lui.

<< Ehm… sì, è del padre di una delle mie coinquiline >> rispondo.

<< Allora a domani, vuoi che ti accompagni fin dentro casa? >> chiede lui.

Per carità.

<< No, no tranquillo >> mi affretto a dire chiudendo la portiera.

Ora aspetto che vadano via e poi chiamerò un altro taxi per andare a “casa”.

<< Ciao allora >> esclamo.

<< No entra, non mi fido di questa zona buia >> dice Luck.

<< Sono arrivata ormai >> rispondo.

<< Lo so, ma meglio evitare, quando sarai dentro il cancello mi sentirò più sicuro >> dice lui.

Fantastico, adesso che faccio? Suono il campanello, ovvio. Anzi no, cosa dovrei dire, c’è Derek? Luck se ne accorgere e mi riempirebbe di domande, meglio chiamare Derek.

<< Qualche problema? >> chiede Luck.

<< No, ho… dimenticato le chiavi, quindi sto chiamando una delle ragazze >> rispondo.

<< E non puoi suonare? >> chiede.

<< Non vorrei svegliare tutta la casa, è notte fonda >> rispondo.

<< Pronto? >> dice Derek.

<< Mi apri il cancello per favore? >> chiedo.

<< Lila cosa dici? >> risponde.

<< Sono davanti al cancello di casa nostra, ho dimenticato le chiavi, mi apri per favore? >> chiedo di nuovo.

Ti prego capisci al volo Der.

<< Sei qui a casa mia? >> chiede.

<< Sì, infatti grazie >> rispondo.

E il cancello si apre, finalmente.

Luck e Sam mi salutano con un gesto dopo essersi assicurati che fossi entrata. Percorro il lungo vialetto fino alla porta d’ingresso che si spalanca al mio arrivo.

Il taxi è già andato via, per fortuna.

<< Lila, che ci fai qui? >> chiede Der sorpreso.

<< Mi hanno dovuto accompagnare a casa e non sapevo dove andare, non potevo portarli a casa dei nonni, avrebbero visto Sam >> rispondo.

<< E con questo? >> chiede.

<< Vuoi tenermi qui davanti alla porta per tutto il tempo? >> rispondo sarcastica.

<< No scusami, vieni pure >> dice.

Andiamo in camera sua, è più sicuro, il signor Foster potrebbe accorgersi che sono qui.

Non avevo ancora visto la sua stanza, cioè in pratica il suo mondo.

<< Carino qui >> dico appena entro.

<< Scusa il disordine, non pensavo di avere visite >> risponde.

<< No, scusami tu per tutto questo, io non volevo disturbarti >> dico dispiaciuta e un po’ imbarazzata.

<< Non devi scusarti >> risponde venendomi incontro penso per darmi un bacio.

Sì, avevo ragione.

<< Vuoi spiegarmi adesso che succede? >> chiede mettendosi comodo.

Be, forse è meglio, la storia è un po’ lunga. Gli racconto quello che è successo con Luck nei minimi dettagli, anzi no, ho tralasciato qualcosa, tipo i baci. Non so come la prenderebbe.

<< Certo che hai fantasia per dire a tua nonna che nel weekend torni a Millville per fare compagnia a tua sorella >> dice.

<< Avevi un’idea migliore? È per questo che non potevo tornare a casa, i nonni l’avrebbero vista e… addio viaggio >> rispondo.

<< E pensare che hai fatto tutto questo per me, come potrò mai ringraziarti? >> chiede.

<< Non devi farlo, vengo volentieri con te, solo che… >> rispondo.

<< Cosa? C’è qualche problema? >> chiede allarmato.

<< Forse uno sì >> rispondo.

Mi guarda perplesso.

<< Luck >> continuo.

<< Luck? Che cosa centra lui? >> chiede.

<< Come cosa centra Der, lui non mi lascerà mai partire >> rispondo.

<< Non è mica il tuo padrone >> dice.

<< Lo so, ma per lui sono ancora la sua ragazza e non accetterà mai di lasciarmi andare con un altro >> rispondo.

<< Allora tronca una volta per tutte questa finta relazione >> dice.

<< Magari, ma se lo facessi i miei lo verrebbero a sapere e verrebbero qua pensando che abbia il cuore a pezzi >> rispondo.

<< Be, prima o poi dovrà succedere >> dice.

<< Certo, questo lo so, ma non adesso, manderebbe in aria il nostro piano >> rispondo.

<< Quindi? Hai un’idea migliore? >> chiede.

<< Non so se sia migliore ma una sì >> rispondo.

<< Sentiamo allora, vediamo adesso fin dove si è spinta la tua fantasia >> dice sarcastico.

<< Be, ecco… Luck potrebbe… venire con noi >> rispondo.

<< Cosa? Ma sei impazzita? >> dice sconvolto.

<< Pensaci Der, se lui venisse con noi sarebbe più tranquillo e non manderebbe tutto a rotoli >> rispondo.

<< Preferisco non partire piuttosto che raccontare la mia storia a uno come lui >> dice.

<< Non dobbiamo per forza raccontargli la tua vera storia, potremmo… inventarne una >> rispondo.

<< Inventarne una? Dimmi un po’ non è che fai parte della CIA? >> dice scherzoso.

<< Divertente, dico sul serio Der >> rispondo.

<< Che fine ha fatto la mia ragazza? >> chiede scherzoso.

<< Questo è un sì? >> rispondo.

<< Non ho detto niente >> dice.

<< L’hai presa bene, pensavo peggio >> rispondo.

<< L’ho presa sul ridere, vuoi davvero fare una cosa del genere? >> chiede seriamente.

<< Io voglio affrontare questo viaggio e starti vicino a qualunque costo >> rispondo.

<< E questo mi fa piacere ma pensi davvero che potrei sopportare di vedervi sbaciucchiare per tutto il tempo? >> chiede.

Mi avvicino a lui e gli prendo le mani.

<< Der devi fidarti di me, cercherò di limitare le smancerie, pensi che sia facile per me baciare lui e vedere il tuo sguardo addosso? >> chiedo.

<< E pensi che sia facile per me vederti stare con lui tutto il tempo, magari dormirete anche insieme in uno degli hotel dove ci fermeremo? >> risponde.

Serve un cuscinetto, qualcuno che venga con noi ed eviti queste situazioni, ma chi? Ma certo, ecco chi farebbe al caso nostro.

<< Potrebbe venire anche mia sorella con noi >> dico.

<< Non so vuoi portare qualcun altro? >> chiede scherzoso.

<< Dico sul serio Der, potrebbe venire anche Sam ed io tutte le notti dormirei con lei >> rispondo.

<< Ed io con lui? >> chiede.

<< Preferisci lo faccia io? >> rispondo sarcasica.

<< Ci stiamo cacciando in una situazione più grande di noi, forse dovremmo… >> dice.

<< Dovremmo partire tutti >> lo interrompo.

<< Tutti insieme appassionatamente! >> dice scherzoso.

<< Smettila di scherzare e aiutami a pensare a quale storia potremmo raccontargli >> rispondo.

<< Vuoi davvero fare tutto questo? >> chiede.

<< Sì Der, fin dal primo momento >> rispondo.

<< Allora lo affronteremo insieme, cominciando fin da subito >> dice.

Trascorriamo tutta la notte a cercare una storia che sembri “vera”, ma non ha molta fantasia e la mia sta ormai esaurendo.

<< E se gli dicessimo che mi è morto un parente e andiamo là per il funerale? >> chiede di un tratto.

<< Sì, e poi ci imbuchiamo magari in qualche funerale di non so chi e poi, perché dovrei venire con te? Serve una storia migliore >> rispondo.

<< Hai ragione, non sono bravo in queste cose >> dice.

<< Lo vedo, continua a pensare >> rispondo sarcastica.

È quasi l’alba ormai e ancora niente, ho quasi perso le speranze, ma no, non mi arrenderò. Mai.

<< E se gli dicessimo che andiamo a prendere una nostra amica a Pittsburgh? >> chiedo.

<< Sì, e poi se non la troviamo? Con chi torniamo a New York, con un barbone? >> risponde sarcastico.

<< Vero, non ci avevo pensato >> dico.

<< Allora siamo in due a non avere fantasia >> risponde scherzoso.

<< Io l’ho già usata per la storia di mia nonna, sarà esaurita >> dico sarcastica.

<< Sì, certo, dicono tutti così >> risponde scherzoso.

Gli lancio un cuscino e riprendo a pensare, possibile che non mi venga niente in mente?

<< Potremmo raccontargli la verità solo che il protagonista non saresti tu >> dico dopo un po’.

<< E chi potrebbe essere? >> chiede.

<< Non so, una nostra amica che non ha il coraggio di affrontare questo viaggio >> rispondo.

<< E credi che se la bevano? >> chiede.

<< Credo di sì >> rispondo.

<< Forse è l’idea migliore che abbiamo avuto fin ora >> dice.

<< Tu credi? >> dico scherzosa.

<< Meglio del funerale? >> continuo scherzosa.

<< Divertente, allora va bene, è questa la nostra idea? >> chiede.

<< Sì, adesso dobbiamo solo dirlo a loro >> rispondo.

<< Ci penseremo domattina >> dice.

<< È già mattina >> rispondo.

<< Giusto, ho perso la condizione del tempo, allora ci penseremo presto >> dice.

Giusto, ci penseremo presto. Questa è l’ultima parola che mi ricordo prima di sprofondare nel sonno.

 

 

 

 

 

 

  
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