Fanfic su attori > Tom Hiddleston
Segui la storia  |       
Autore: discord    06/02/2014    5 recensioni
Possiamo dire che Wendy Hughes, una giovane ragazza albina, l’unica figlia di John Hughes , orfana di madre e quasi di padre, è una ragazza difficile. Ma dicono sia la vita a trasformare le persone, e dunque, questa vita non era mai stata troppo allegra a parer della psicologa che la seguiva.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                                       Capitolo 3
                                                                                       
                                                                                          
Carpe Diem.
                               

Fuori da quel buco pioveva ancora, la pioggia rigava il vetro emettendo un dolce picchiettare ad ogni singola goccia.
Sembrava che l’acqua volesse disegnare Londra.
Wendy era  ancora bagnata da quando era arrivata, i pallidi capelli gocciolavano sul tappeto dell’ufficio della signora Martin, la quale blaterava  da circa dieci minuti, non che lei l’ascoltasse.
Anzi era persa aldilà della solita finestra, quella pioggia non poteva significar altro che l’estate stava ormai per finire.
<<.. Hai capito?.. Wendy.. >>
Si girò di scatto verso la donna, guardandola come si guarda una persona che ti interrompe mentre fai qualcosa di importante.
<< Ti rendi conto di essere molto distratta? Eserciti fatica nel concentrarti? È un dato importante, le attività scolastiche si stanno per riaprire e.. >>
Inclinò leggermente il capo verso destra. << Oh no Martin, sei tu che mi annoi. >> E’ ancora quel tono immutato colpì nel segno dell’umanità.
La donna sospirò portandosi le dita agli occhi e scosse il capo in disapprovazione.
<< E’ solo che io non ne ho bisogno.  Sul serio. >> La voce, rispetto alla frase precedente, le era diventata più bassa, quasi bisbigliata. Inudibile.
Eppure nulla della frase più veritiera che avesse mai posto convinceva Martin, probabilmente era il suo aspetto diverso a cambiare le cose, la morte della madre le accentuava e le giudiziose parole della gente erano il suo colpo di grazia. Tutti le sembravano giudicarla, Martin non poteva essere diversa, anzi era peggio, voleva insinuarsi nei segreti più oscuri della sua mente, ignorando del tutto quanto fosse contorta.
Si guardarono negli occhi per un piccolo attimo, prima che Wendy si scottasse con quel contatto e abbassasse lo sguardo , poi Martin sorrise sorniona.
<< Ci vediamo lunedì prossimo, Wendy. >>
Ingoiò un altro cucchiaio amaro, prese il giubbotto e si diresse verso la porta, infreddolita, era ancora bagnata.
<< E’ buffo venire qui..- Essere mandati qui per essere ascoltati ed ottenere il contrario. >>
Sentì a mala pena lo sbuffo di Martin prima di chiudere la porta e spingere il pulsante per chiamare l’ascensore.
Quando aprì la porta c’era già qualcuno al suo interno, ma non alzò lo sguardo.
<< Wendy! >>
La ragazza alzò un sopraciglio e alzò lo sguardo.
<< T- T- To- m?  Che fai qui? >>
L’uomo si  abbassò un’altra volta per baciarle la mano, ma ormai Wendy aveva fatto l’abitudine a questo gesto.
Era passato più di un mese da quando era andato a mangiare a casa sua.
<< Oh, io ci abito.  Eri da Martin? >>
Non poteva concepire il fatto che adesso lui sapesse che andasse dalla psicologa, era una cosa che lei stessa non accettava per lei, figuriamoci per gli altri.
<< I-Io? >>
<< E’ una persona adorabile, non trovi? >> La interruppe, ma non si accorse del suo imbarazzo.
Fece per schiudere le labbra ma non rispose.
<< Vieni da me per un tea? >>
La ragazza scosse e il capo e alzò le mani, improvvisando una scusa plausibile per rifiutare l’invito.
<< Oh no, non posso proprio. Scusa.. >>
<< Suvvia Wendy, non puoi proprio rifiutare, ti prego. >>
Quando ricominciò a scuotere il capo, Tom, senza neanche farle dire una parola, la tirò  verso di se, per poi premere il pulsante che li avrebbe portati all’ultimo piano.
Era una  ragazza accidiosa, non avrebbe mai inferito a quella insopportabile presa di posizione dell’uomo.
<< Scusa. >>
 Annuì. << E’ ok. >>
Lo osservò prendere le chiavi dalla tasca destra e portarle nella serratura, con un barlume di speranza che Patrick, forse l’avrebbe salvata.
Si guardò attorno una volta entrata, era un grande spazio.
Aveva due piani, il secondo si affacciava a quello inferiore. I muri erano alti e bianchi, di quel bianco puro che poteva essere paragonato ai suoi capelli, tuttavia non c’erano molti quadri, né la stanza poteva definirsi piena. Il divano nero spiccava, di fronte a questo c’era la tv.
E’ incredibile come le cose vuote possano essere suggestive, e tessere in noi emozioni distinte dai vecchi, irremovibili ricordi di ognuno.
Tutta via era stata la grande vetrata dell’atrio a catturare realmente l’attenzione della ragazza.
Quando Tom le prese la giacca, come i suoi fari galanti erano soliti fare, si diresse lentamente verso di essa, senza levarle per un attimo gli occhi di dosso.
Rimase immobile, ad osservare. La pioggia, le macchine, i negozi, la gente e i palazzi più bassi, era come il suo lucernario, con l’unica eccezione che avrebbe potuto utilizzarlo anche di inverno.
Smise di soffermarsi sulle singole cose e si concentrò sul tutto, e capì perché Tom non aveva quadri sulla sua parete, uno scenario bello e mutabile come quello aveva bisogno di un palco tutto suo.
<< Ti piace? >> Lo sentì urlare dal fondo della stanza, in cucina, non c’erano pareti, ma lo spazio era così amplio che aveva avuto il bisogno di alzare la voce.
La ragazza annuì incamminandosi verso di lui.
<< Sei fortunata, ho i cupcakes oggi. Ti piacciono? >>
Per un momento impercettibile la vede sorridere euforica. << Li amo. >>
<< Non ti prometto nulla, li ho fatti io. Mi sto sperimentando in cucina, adesso che ho un po’ di tempo libero, è una specie di passione, non che sia il massimo.. >>
Rise sedendosi, quelle poche volte che alzava davvero lo sguardo verso Tom, era come un traguardo che lui aveva la foga di raggiungere. << Confido in te come pasticciere. >>
L’uomo appoggiò sul tavolo  la scatola in legno dove teneva ben ordinati i vari tipi di tea e i cupcakes , poi sorrise mettendo in bella vista i denti.
<< Posso? >> Chiese indicando la scatola.
<< Fa pure, è la mia marca preferita, non ne troverai altre. >> Disse l’uomo ridendo. 
Travasò l’acqua dalla teiera alle tazzine in porcellana.
<< Il Twinnings piace a tutti, è anche la marca preferita di me e Patrick. >> Disse la candida afferrando una bustina di english breakfast.
<< Giusto … Come vanno le cose fra voi due … insomma.. >>
Mise tre cucchiaini di tea nella tazzina e poi girò attenta a non far rumore.
Tuttavia solo quando fu sicura che Tom fosse sul procinto di distrarsi, disse ciò che pensava e poteva dire, forse una delle uniche certezze che aveva, ciò di cui era sicura.
<< Sul serio Tom, Patrick, non è il mio ragazzo. Lo conosco da tanto ma non c’è niente. O meglio c’è qualcosa, io lo amo. >> - Su quell’ultima frase gli occhi chiari di Tom la scrutarono da dietro una tazzina.- << Ma è quel tipo d’ amore che non ha bisogno di essere dimostrato né messo alla prova. E’ una consapevolezza. Di non poter essere traditi, probabilmente. Non dico sia di più di quell’amore che tutti preferiscono e da cui amano rimanerne delusi, ma non ho intenzione di sminuirlo.  Non è un “morirei per te”, ma un “moriamo insieme”. Non è un rapporto di parentela, è un patto di sangue. >>
Poi come se quelle parole fossero state nient’altro che aria, riassunse un posa trasparente e si portò la tazzina alle labbra.
<< Single. Più semplicemente. >> Disse l’uomo trattenendo una risata in espressione posta per rompere l’ambiente serio che si era creato.
Lo guardò un attimo amareggiata ma poi rise anche lei. << Si >>



                                                                                   


Passarono il tempo a dare nomi ai cupcakes. Wendy riuscì parzialmente a dimenticarsi del fatto che Patrick avrebbe potuto salvarla da un momento all’altro, e si lasciò andare a qualche sorriso.
<< Toglimi una curiosità Tom, cosa ti ha detto, seriamente, mio padre di me. >>
Chiese Wendy non appena ebbe il dubbio che suo padre potesse aver espanso con Tom argomenti che andavano ben oltre l’ufficialità.
<< Cosa ha detto eh? Cosa.. ha … detto..  >> - si girava intorno in cerca di qualcosa, poi si voltò di spalle e si rigirò con un paio di occhiali da vista sul naso. - << Ah beh, ha detto.. “ Oh Wendy la mia figlioletta adorata - >> Incominciò ad imitare la voce del Signor Hughes << - Le voglio un bene dell’anima caro Tom!... Ma se solo non fosse così cocciuta! E poi c’è quel Patrick che gli ronza attorno e cerca di fare il simpatico con me, ma Dio solo sa cosa non gli farei. In più non posso neanche impedirle di vederlo come punizione! Non fa mai niente di sbagliato! Ma sai com’è… “Gurl”.. >>
Wendy rise fino ad aver mal di pancia, ma l’attore non stoppò il suo show. Ne era del tutto presa.
<< Okkey, sei dannatamente identico a lui, ha detto nient’altro? >>
<< Oh si! Ha detto che sei tutto quello che ha, e gli dispiace di sbagliare qualche tappa …E che sei bellissima, ah no, aspetta. Questo l’ho  detto io. >>
Abbassò subito lo sguardo e si coprì il volto con le mani, consapevole di aver inevitabilmente cambiato colore. E quando una ragazza lattea come lei muta la sua tinta è innascondibile.
<< Wendy.. >> - disse alzandosi e camminando verso di lei - << Togli le mani dal volto.. >> Poi abbrancò con delicatezza i suoi polsi sottili e la costrinse a portarli verso il basso.
Sorrise nobile. << Sei diventata bordò. Com’è che non dici nulla? >> Le accarezzò la nuca e i fini capelli, mentre Wendy ancora fissava il pavimento impacciata.
<< Non sono nel mio territorio. >>
<< Già, sei nel mio.. >>
Il cellulare squillò proprio mentre Wendy non aveva più parole per compensare il suo imbarazzo, Patrick l’aveva salvata.
<< *Pronto? >>
<< *Ehy Sweety! Sei a Westminister, giusto? >>
<< * Yep >>
<< * Ci vediamo davanti alla Harrods >>
<< *10 minuti e  sono lì. >>
Riagganciò il cellulare e si voltò verso di Tom.
<< Devi andare? >>
<< Si.. Patrick mi cerca, ci vediamo alla Harrods. >>
<< Ti accompagno. >>
Allungò una mano. << Oh no, non ce ne è bisogno.. E’ qui vicino.. >>
<< Non permetterei mai di farti inzuppare ancora.. >>
<< Ok.. >>

Si incamminarono sotto un ombrello nero coperti dalla pioggia londinese.
Wendy non aveva inteso all’istante che la gentilezza di Tom nel volerla accompagnare non era una semplice educazione, ma la silenziosa richiesta di essere invitato.
Ma questo era chiaro. Tom Hiddleston era una delle tante impronte permanenti di una rigida educazione, che gli impediva abbattere le formalità. Era per questo che Wendy e Patrick erano diversi, il mondo li vedeva così perché avevano abbattuto questo grande muro.
<< Se ti va, puoi rimanere con noi. >> Disse Wendy a pochi passi dalla destinazione.
<< Non ho impegni.. >> - La guardò e rise. - << Grazie >>
<< Ma dov’è? >> Chiese  la ragazza una volta arrivati, dopo essersi girati attorno senza vedere il ragazzo.
<< Se mi avessi detto che eri in dolce compagnia non ti avrei disturbata. >> Udirono una voce provenire da dietro le loro spalle.
<< Patrick.. >> Disse la ragazze come per frenarlo da quello che stava per dire. Impossibile.
<< Tom! Che piacere! Che sorpresa! >> - Gli afferrò la mano scuotendola, poi si avvicino al suo orecchio.- << L’hai ricattata? >>
<< Peggio. >> Rispose ironicamente l’uomo, rammentando l’avvenuto nell’ascensore.
<< Che si fa? >> Aggiunse poi.
Patrick lo guardò alzando uno dei folti sopracigli che gli mettevano in risalto gli occhi neri.
<< Uuuh quanta confidenza … Non hai paura? >> Disse acquisendo un tono quasi austero.
<< Dovrei? L’ultima volta abbiamo preso un gelato. >> Rispose Tom con sfida.
<< Non ti dimenticare della volta prima. Oggi niente gelato. Si va in spiaggia. >>
Si voltò di scatto. << Dove?! >>
La diafana rise poggiando una mano sulla spalla dell’uomo, sopra la sua testa e rise. << Oh si Tom, lo facciamo ogni anno, quando l’estate sta per finire c’è un acquazzone che si conclude con un temporale. Io e Patrick andiamo in spiaggia. >>


                                                           
La pioggia, come previsto, non aveva smesso di battere, anzi prosperava bucherellando la sabbia.
E ancora il vento batteva pesante sulle onde pronunciando lo stesso suono che si sente quando si osserva un quadro.
Da lontano il suono dei tuoni cominciava ad avvicinarsi, segno che era quasi ora.
Il fascino delle spiagge Londinesi, lo si vede quando piove, e Wendy non avrebbe mai potuto esporsi al sole così a lungo da godersi una spiaggia, la sua pelle chiara si sarebbe scottata in meno di un battito di ciglia.
Dopo aver convinto Tom, passarono da casa sua a prendere il necessario.
Quando arrivarono rimasero un attimo in silenzio ad osservare quella bellezza, non c’era nessuno.
Patrick e Tom allestirono qualche ombrellone nel punto preferito da Wendy, dove gli scogli infrangevano la riva. Poi stesero gli asciugamani.
L’uomo fu il primo a sdraiarsi, poi guardò Patrick incominciare a spogliarsi.
<< Che fa? >> Chiese.
<< Credevi davvero che venissimo in spiaggia per sederci? Facciamo il bagno. >>
Sentirono Patrick ridere in lontananza.
<< Vi prenderete un raffreddore. O peggio! L’influenza! >>
Lo guardò sorridendo. << Ed anche se fosse? Ne sarà valsa la pena. Presto il temporale arriverà proprio sulle nostre teste, e sarà bellissimo. Non ti sto costringendo a venire con noi. >>
Patrick si riavvicinò a loro, ormai in boxer da mare con la stampa del volto della regina proprio sul sedere.
<< Tom, ti conviene girarti o Wendy non comincerà mai a spogliarsi. >>
<< Idiota. >>
<< Muoviti. >>
Tom si girò subito e si coprì gli occhi con una mano.
La ragazza si levò velocemente il vestito a fiori. Lasciando che il costume nero spiccasse sul suo bel fisico contornato dal prosperoso seno.
<< Mmh Sexy.. Tom, quindi vieni? >>
<< Pensaci bene Tom. E se questa fosse l’ultima possibilità dell’estate di godersi l’attimo? >> Aggiunse la ragazza.
<< Ok, ok! Arrivo. >> Si alzò cominciando a svuotarsi le tasche dentro la borsa.
<< Noi cominciamo ad andare. >> Dissero simultaneamente dirigendosi verso la riva.
Appena la ragazza immerse le caviglie nell’acqua cheta i brividi le tempestarono il corpo in modo evidente, così fece un passo indietro.
Patrick le afferrò i polsi sottili e, ponendosi di fronte a lei, cominciò ad indietreggiare.
La verità era che loro non parlavano spesso come si credeva, loro silenziavano e lasciavano che il vuoto mostrasse la realtà da se.
Per lui, Wendy era sempre stata una goccia di rugiada, che dopo una tumultuosa notte si impregnava nelle prime luci del giorno; un pezzo delle tenebre immerso nella luce, destinato a dissolversi con facilità. La perfezione della bellezza.
<< Che bel costume.. Chi te lo ha regalato? >> Chiese la ragazza continuando il gioco di Patrick, che rise spingendola verso di lui in modo che si bagnasse.  << Tu! >>
Rimasero incantati da un flash, a loro vicinissimo, e pochi istanti dopo un tuono assordante echeggiò nell’aria, eccolo, il vero ultimo giorno di estate.
<< Sarà il caso? >> Sentirono Tom alle loro spalle.
<< E’ perfetto. Patrick.. Una corsa? >> Si rivolse poi Wendy all’amico.
<< Una corsa. >>
Patrick le afferrò una mano e si girarono verso di Tom speranzosi, lo guardarono senza dire nulla. Poi lui annuì e Wendy gli tese la mano. Quando anche lui si agganciò a quella catena, dimenticarono del freddo, del primo giorno di quella stagione, dell’avvenuto durante l’estate, di quello che la gente avrebbe pensato se gli avesse visti. E corsero verso il grigio orizzonte, come se fossero all’ultimo passo dall’ arrivare alla meta.
Patrick fu il primo ad immergersi del tutto, portando Wendy con se chiaramente, Tom gli seguì, perché ancora non poteva fare altro; guardava il cielo basito, e non sapeva se esserne affascinato o spaventato. Per la prima volta nella grande corsa della sua vita si era reso conto di essere diventato troppo adulto.
Guardò Wendy, quell’essere immune hai colori, che sposata con l’aria tetra che li circondava gli diede l’impressione di essere in una fotografia in bianco e nero.
Lei e Patrick galleggiavano come cadaveri nell’acqua gelida, sorrise, non era da loro essere così seri, adesso dovevano giocare.
Così appena fu sicuro che Patrick fosse completamente rilassato lo spinse verso il fondo e strinse Wendy a se.
Sentì la risata della ragazza schiacciata sul suo petto, e la classificò involontariamente come una delle sensazioni più belle che avesse mai provato.
Patrick riemerse boccheggiando e ridendo allo stesso tempo. << Ammetto che non me lo aspettavo da te, Tom. >>
Wendy rideva ancora e lui non lasciava la stretta. << Ma che fai? >>
Si allontanò da Patrick trascinando Wendy con se. << Tranquilla principessa! Ti salvo io dall’orrido drago! >> Disse improvvisando un accento francese e scuotendo una spada immaginaria.
Patrick non ci pensò due volte e cominciò fare dei versi da drago inseguendo Tom verso la riva.
Quando tornarono a calpestare la sabbia la prese in braccio e, rincorso da Patrick, corse verso l’ombrellone e l’appoggiò su un asciugamano. << Tranquilla principessa ci penso io. >>
Si girò verso di Patrick il quale lo buttò subito nella sabbia cominciando a “lottare” come due bambini.
Dopo una decina di minuti erano ricoperti di sabbia e nessuno smetteva di ridere.
<< FERMO. >> - Ordinò Patrick quasi serio. - << Ti propongo una tregua. >>
L’uomo alzò un sopraciglio. << Ti sto ascoltando >>
<< Perché lottare.. Quando potremmo dividercela? >>
Si sentì la risata di Wendy di sottofondo. Appiattì le labbra e annuì. << Mi sembra ragionevole. >> Poi gli porse la mano insabbiata e strinsero entrambi tentando di superarsi in forza.
Tom camminò verso di Wendy che era avvolta in un asciugamano azzurro, e si inginocchiò di colpo unendo le mani.
<< Adesso ti prego, posso fare parte del vostro club super esclusivo? >> - Lo guardò negli occhi dubbiosa. - << Ti prego, dico sul serio. >>
Rivolse uno sguardo a Patrick. << Non guardare me, sei tu il capo. Però mi sembra un cavaliere ragionevole.. >>
<< Ok, ma dovrai superare delle prove a fare dei riti di iniziazione. Solo se supererai i test ne farai parte. >> Disse infine la ragazza.
Le baciò una mano gioioso. << Ok, ok grazie. >>

Patrick e Tom optarono per andarsi a sciacquare dalla sabbia, mentre Wendy, in lontananza sulla riva leggeva un libro.
<< Così è davvero questo che vuoi? >> Chiese Patrick una volta sicuro che Wendy non li potesse sentire.
<< Come scusa? >>
Sorrise sornione alludendo alle sue intuizioni. << Fare parte del club degli emarginati. >>
<< Si, perché no? >>
Seguì un attimo di silenzio. << Non è facile come sembra, arrivare a lei. E tu, sei chilometri lontano. E’ affascinante no? E’ questo che hai colto, ti incuriosisce, devi sapere cos’è. La vuoi vicino. >> - Osservò l’uomo che aveva corrugato la fronte, ma lui continuò con il suo tono acido. - << Ed io lo so che è così.. ci sono passato. Tutta via sono davvero in pochi le persone come noi, Tom. E mi stai simpatico. Ti aiuterò. >>
Ad un tratto gli occhi chiari dell’attore si fecero interessati. << Che intendi dire? >>
Si scosse i capelli mori per liberarli dalla sabbia. << Che intendo dire? Non si fiderà di te facilmente, e lei si fida  solo di me. Perciò fa in modo che io mi fidi di te. Sii amico mio e lei comincerà a fidarsi. Prima di arrivare a lei devi passare da me. >> 







-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ANGOLO AUTRICE

Si, ci ho messo un po' per aggiornare, perdonatemi, ne approfitto per farvi gli auguri di buon anno nuovo solo ora. 
Spero di non avervi annoiato con la stesura di questo capitolo.
Ringrazio ancora una volta chiunque abbia messo fra i preferiti, ricordati, seguiti e abbia commentato o recensito. 
Mi fa particolarmente piacere sapere cosa ne pensate perchè spesso sento di non fare la cosa giusta con questa storia, perciò, come al solito, vado avanti solo se volete. 
PER QUESTO, VI PREGO, VI PREGO, VI PREGO: R.E.C.E.N.S.I.T.E, CRITICATEMI FINO A FARMI SANGUINARE IL CUORE. 
Adesso la smetto, spero in meglio. Sempre con gran umiltà, un bacio
- discord
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Tom Hiddleston / Vai alla pagina dell'autore: discord