Dopo altre due
o tre ripetizioni del Polverizzatore Mac, con una delle quali Kevin
rovinò la
maschera di Kid Muscle, ad Hammy non ci volle molto per capire
cos’era che
avevano pensato lui e Flash dopo aver visto le brutte quando Kid era
sotto
ipnosi.
Un’assurda
regola dei Kinniku recitava che se mai la maschera che Kid aveva sul
volto
fosse stata rimossa in qualunque modo, lui non avrebbe potuto
più combattere.
Evidentemente era a questo che adesso i suoi due avversari -meglio
pensare a
loro in quel modo e basta, per ora- puntavano: strappare a Kid la
maschera del
volto e finirla in fretta.
«della serie
“tempi disperati richiedono soluzioni disperate”,
vero Flash?»
«è
perfettamente regolare, ed al momento non siamo noi i
disperati» ribatté il
russo «perché non lasci perdere, mh? Una ragazzina
incapace come te non
dovrebbe immischiarsi in cose da adulti».
«e i vecchi
maiali come te dovrebbero stare in un porcile di riposo, invece che
immischiarsi in cose da “g-g-g-giovani”!»
Niente da fare,
quei due non avrebbero mai smesso di darsi addosso, nemmeno in un
momento come
quello.
«i porcili di
riposo non esistono!»
«per questo
c’è
gente come te in giro, purtroppo…rispondi al cellulaaaare,
sei un vecchio
maiaaaale, no no non riattaccare -no no non
riattaccareeee-…non ti sembra un
po’caro il prezzo che adesso io sto per pagare?... sei un
vecchio maiaaaale,
sei un vecchio maiaaaaleeee…»
canticchiò lei.
«sono sempre
più convinto che ci sia altro che acqua in quella
bottiglia…»
«decisamente
Emerald e Lord Flash non si vogliono bene» fu il commento di
Doc.
«è
acqua» mentì
lei «ma comunque resta il fatto che devi imparare a farti i
cazzi tuoi una
buona volta».
«di’, ma sei
consapevole che la maggior parte dei miei problemi derivano dal fatto
che TU
non sei stata in grado di farlo?!»
Nessuno dei due
sembrava essere al corrente della presenza di King Muscle e,
soprattutto, di
Robin Mask in una delle entrate poste in alto sullo stadio.
“pare che a
Warsman non piaccia molto la mia futura nuora. Beh…in fin
dei conti non piace
molto nemmeno a me, è troppo sfrontata, disobbediente e non
sa stare al suo
posto. Come Howard da giovane, più o meno. Non che questo mi
importi, un patto
è un patto, e sapere che fin quando sarà valido
sarà un fastidio per il mio
caro ex amico mi dà una gran soddisfazione”
pensò Robin “per non parlare del
fatto che, per una volta che Kevin sta facendo qualcosa che IO volevo
che
facesse -ossia vincere la Corona Chojiin ed essere perso dietro a
lei-
non posso certo rovinare tutto”.
Era lì da
diverso tempo ormai, ad osservando le dinamiche dello scontro aveva
avuto modo
di fare qualche valutazione su…più o meno tutto
quanto.
Aveva
riconosciuto che la somiglianza di Emerald con suo padre non era
soltanto
fisica, dato che non aveva esitato a ricorrere a tattiche come quella
dell’ipnosi facendo si che Kid Muscle -e in quei momenti King
era quasi
svenuto- diventasse una pura e semplice arma, come la doppietta che
quasi
sicuramente aveva nella pochette beige. Era un’altra
caratteristica che aveva
ereditato da Howard quella di avere sempre almeno un’arma
addosso, che il suo
ex amico di solito nascondeva nella tasca interna che aveva in ognuna
delle sue
giacche, o dei cappotti. Come se ne avesse avuto bisogno e non avesse
saputo
combattere! Robin riconosceva che con un paio di proiettili
senz’altro si
faceva prima, ma non significava che approvasse.
Comunque…
Oltre a questo,
come anche tutti quelli che stavano guardando dovevano per forza avere
intuìto,
si era reso conto che nonostante fossero avversari tra Emerald e Kevin
continuava ad esserci “qualcosa”. E lui pensava di
saper dare una definizione
più approfondita a quel “qualcosa”,
anche vedendo come lei lo aveva difeso con
Jacqueline MacMad -“ecco un’altra ragazza che non
sa stare al suo posto, ah
queste ragazze di oggi… ma come accidenti le tirano
su?!”, aveva pensato- che
sembrava non vedere l’ora di buttare suo figlio fuori dal
Torneo.
“che razza di
giornata oggi. E anche Howard è qui in
città…tsk. Che vado a pensare, io non lo
temo di certo. Inoltre non vedo nemmeno perché Warsman
dovrebbe rischiare,
nessuno sa chi è davvero, altrimenti Lancaster
l’avrebbe già preso. Per di più
siamo in mondovisione…si…cosa vuoi che
accada?”
Chiaro che
Robin da dopo aver smosso di nuovo le acque avesse ripreso ad
aggiornarsi sulle
mosse del suo quasi-vicino-di-casa. Solo che risultava piuttosto
complicato.
Lui aveva agganci nell’MI6, ma anche Howard ne aveva, dunque
perfino i servizi
segreti si facevano una specie di guerra tra loro. Inoltre Howard,
questo Robin
lo sapeva perché lo aveva visto di persona, disponeva di un
esercito personale
-che faceva passare come semplice security…come no!- molto
consistente,
competente e motivato essendo anche super pagato. Forse Howard non era
l’uomo
più ricco della galassia, ma non era poi così
tanto distante dall’esserlo.
Robin non
capiva come avesse fatto un uomo che dopo alcuni investimenti sbagliati
senza
il suo aiuto sarebbe arrivato alla bancarotta a fare miliardi su
miliardi di
sterline in quelli che, a dirla tutta, erano pochi anni. E lasciando la
Lega
per di più!
Forse era
meglio non saperlo. In ogni caso decise di non stare a pensarci troppo.
“spero solo che
Kevin riesca a massacrare quel vigliacco di Kid , in fin dei
conti anche
se non è male Emerald è troppo giovane ed
inesperta per affrontare degnamente
uno scontro come questo. Per non parlare del fatto che sono e sempre
sarò
convinto che questi non sono ambienti da donne, a meno che queste non
siano
solo spettatrici…”
«io però non
vado a frugare nei cassetti di intimo altrui. Guarda che LO SO che
l’hai
fatto…» disse Emerald puntando il dito contro
Flash con tono accusatorio «la
#Rose of Midnight era tutta a sinistra del cassetto, e io
l’ho ritrovata a
destra!»
«sono tutte
accuse infondate! Kevin, non credere a una parola e attacca di
nuovo!» esclamò
il russo «e comunque…evidentemente eri troppo
ubriaca per ricordarti dove le
avevi messe!»
«le avevo messe
A SINISTRA, ed ero sobria!»
«io non ci
giurerei!»
“…ecco solo
questo non capisco: l’atteggiamento di Warsman.
Potrà anche non piacergli ma
questo non è certo il momento di bisticciare…lui
invece sembra quasi provarci
gusto. Va’ a vedere che negli anni ha preso qualche botta in
testa di troppo”.
«io te l’ho
detto quel che devo fare, vai a giocare da solo alla roulette russa! Kid,
evita Kevin e afferralo!!!»
“…e invece lei
non ha preso le botte che avrebbe dovuto prendere, e questo
è il risultato. Se
avessi seguito la prima idea che ho avuto riguardo al patto
l’avrei sistemata
già da un anno, insegnandole che una moglie deve
stare al proprio posto e
non ficcare il naso dove non deve”.
Nessuno lo
sapeva, ma Emerald tutto sommato se l’era cavata con un patto
quasi ragionevole
rispetto alla prima idea che durante uno strano dormiveglia era venuta
in mente
ad un Robin Mask vedovo ormai da un pezzo: una nuova moglie molto
giovane,
fertile e non brutta.
…non che Howard
avrebbe mai accettato un patto del genere, piuttosto avrebbe preferito
finire a
vivere come un accattone…
Quel matrimonio
combinato restava sempre una cosa barbara ma se non altro Kevin era un
ragazzo
dell’età di Hammy!
«stai lontano
dalla mia maschera!» esclamò Kid Muscle obbedendo,
afferrando Kevin e
sbattendogli ancora la testa contro il tendicorde dopo aver fatto un
bel salto.
Non c’era stato nemmeno bisogno dell’asbinthe
stavolta, notò Hammy decisamente
soddisfatta.
«adesso direi
che puoi iniziare a disperarti Sorcetto» disse Emerald
facendo pure la
linguaccia al suo arcinemico.
«e tu credi che
sia finita? Tsk».
Kevin infatti
si stava già rialzando, più lentamente e
faticosamente di prima. Tutta quella
tensione e quella violenza evidentemente erano troppe anche per
Jacqueline, che
se ne uscì con un “oh”! quasi spaventato.
E Lord Flash,
forse anche per prendersi una piccola rivincita per quel che era
successo
prima, prese subito la palla al balzo.
«che ti prende,
Jacqueline? Non è questo che desideravi? Un incontro
brutale, sanguinoso, un
vero massacro! Non dirmi che tra tutti i presenti tu non hai cuore di
guardare.
Non sapevo che avessi un cuore!»
Emerald non
commentò, impegnata a guardare Kevin fare il verme sul
tappeto.
«Kid…»
disse
piano «non c’è qualcosa che dovresti
fare?»
Ma il kinniku
capendo a cosa alludeva -ossia prenderlo a calci in quel momento di
debolezza-
scosse vigorosamente la testa.
«no».
«Kid».
«no, e non
voglio che usi quella parola, ok?»
«…no, hai
ragione, questo è esattamente quel che volevo
vedere» rispose Jacqueline a
Flash dopo essere riuscita a produrre una specie di sorriso abbastanza
sadico
«quello che tutti in questo stadio volevano segretamente
vedere, eccitazione
pura!»
Quelle
chiacchiere iniziavano decisamente a stufare Kevin. Jacqueline stessa
lo aveva
stufato già da un pezzo. Accidenti a lui che quella sera non
se n’era stato
buono e le aveva chiesto di uscire anche se non la sopportava.
E poi c’era
Emerald che…prima lo difendeva, sembrava voler tornare da
lui, e poi -da quel
che aveva capito- avrebbe preteso che Kid Muscle lo gonfiasse di botte
mentre
stava strisciando nel tentativo di rialzarsi. Ok, erano avversari, lei
voleva
vincere, ma LUI voleva vincere anche per LEI! E lei invece non si stava
facendo
troppi scrupoli nel farlo gonfiare come un pallone.
«ora basta»
disse dunque seccamente, sorprendendo sia Hammy, che Jacqueline che Kid.
«perché sembri
tanto in ansia allora? È questo che accade nel Torneo
Chojiin: imigliori
vengono malmenati, picchiati, feriti!» disse Flash
«senza dolore e
sofferenza non si raggiunge la gloria. Credevo che avresti gioito, non
che ti
saresti fatta piccola come una scolaretta impaurita; ti rispettavo
quando eri
dura come una pietra, ma ora sei diventata debole e
rammollita!» sentenziò.
«tu se non
rompi le palle a qualcuno proprio non sei contento» rispose
Emerald al posto di
Jacqueline, prendendo per la seconda volta le sue difese «per
una volta che
mostra un barlume di umanità lasciala stare no? Solo
perché tu sei una
bestiaccia delle steppe non vuol dire che dobbiamo essere tutti
così».
Kevin intanto
si era aggrappato alle corde. «cacciate via
quell’esasperante MacMad! E tu
piantala con battute e frecciatine, questa è una guerra, lo
vuoi capire si o
no?! Le cose sono due, o inizi a fare la persona seria o te ne stai
zitta».
Comprensibile
la reazione dell’inglese al quale quello scontro sembrava
più una commedia. Ma
evidentemente Hammy quel giorno non era per la comprensione.
«tu a me “stai
zitta” non lo dici. Chiaro?»
«altrimenti?»
la sfidò Kevin, appoggiandosi sulle corde e dando la schiena
ai MacMad.
«…vuoi che
dica
a tutta la galassia CHI c’è disegnato sulle tue
mutande?» lo ricattò, riducendolo
al silenzio «su col morale JJ, dopo ti offrirò un
frappè e parleremo di quanto
è vera e calzante la definizione di “grande,
grosso e coglione” riferita a
quasi tutti gli uomini che ci stanno attorno» le disse Hammy
guardandola seria
seria e facendo un gran sospiro «mi dispiace per le volte che
ho minacciato di
farti saltare la testa. Nel trattare con gente come Capitan Pantaloni
Aderenti
lì» indicò Flash
«c’è solo da stare unite!»
«ti ho già
detto che non ho bisogno del tuo aiuto, e non lo voglio il
frappè!» ribatté
Jacqueline credendo che fosse solo una presa in giro.
«vada per il
gelato allora, quello che fanno nell’aereo privato di
papà è fantastico, magari
mi faccio venire a prendere con quello stavolta…».
«non lo voglio
il gelato! Non voglio niente! Perché non usi
quell’accidenti di aereo privato
per tornartene in Inghilterra, eh?!»
Sia Kid che
Kevin se ne stavano fermi, forse presi dal dialogo tra le due ragazze,
forse
solo sorpresi per l’invito.
«infatti
tornerò
a casa per un mese o due, ma solo dopo
l’incontro…»
«tu vai DOVE
per QUANTO?!»
La ragazza si
voltò verso Flash e Kevin, stupita. Ok, che potesse dirlo
Kevin più o meno ci
stava. Ma che lui e Flash lo dicessero in coro non se lo sarebbe
aspettato.
E nemmeno Lord
Flash stesso se lo aspettava, sinceramente, trovarsi ad esclamare senza
volerlo
la stessa frase di Kevin e per giunta col suo stesso tono. Come se lui
non
avesse avuto in mente la stessa cosa, andarsene via, e non per un mese
o due ma
per sempre. O almeno, finché Howard gli avesse dato la
caccia.
Ossia,
beh...per sempre, appunto.
La verità?
Evidentemente non era dispiaciuto solo di dover perdere Kevin, al quale
come
più volte ribadito si era affezionato molto, nemmeno fosse
stato figlio suo invece
che di Robin.
Con chi avrebbe
discusso, dopo? Con chi avrebbe litigato ferocemente, chi avrebbe
punzecchiato,
chi avrebbe tentato di uccidere, con chi si sarebbe trovato ad
inventare e fare
cose strane per non farsi scoprire a fare invece…qualunque
cosa fosse meglio
tenere nascosta? Dove l’avrebbe trovata un’altra
con cui sfasciare casa, e che
gli avrebbe messo un mano un assegno da trentamila sterline o
più per
risistemarla?
Con chi avrebbe
ballato il tango la prossima volta, volendo vincere di nuovo il trofeo
dei
primi classificati? Chi avrebbe provocato in futuro, e da chi
si sarebbe
fatto provocare? Chi altri avrebbe avuto il coraggio di andare al
cinema con
lui a vedere una proiezione vintage di Lolita? Chi l’avrebbe
ospitato in casa
organizzando una serata a sfascio col finale a sorpresa?!
La risposta era
semplice: a parte Emerald, nessuno.
«francamente mi
stupite. Soprattutto tu» disse la ragazza guardando Flash
«mi tolgo dalle
scatole, sta’contento no?...è che sono troppo
sotto stress, sto bevendo come
una spugna, ha ragione Meat nel dire che rischio di diventare
un’alcolizzata…»
«certo che
almeno a noi potevi dirlo!» esclamò Terry
«volevi andartene così, senza
salutare nessuno?»
«ve l’ho detto,
giusto un paio di mesi, mica per sempre…»
«e tu credi che
ti lascerò sparire due mesi? No. Scordatelo» disse
Kevin in tono duro «abbiamo
troppo di cui parlare perché tu possa scappare via. Quella
dell’alcol è una
scusa. Vera, ma sempre una scusa».
«io dopo oggi
avrò bisogno di staccare, e vada come vada ce
l’avrai anche tu».
«sicuro,
nessuno può prendere decisioni sulla tua vita ma tu puoi
fare delle scelte che
invece coinvolgono tutti quanti, molto giusto. Non pensi che possano
esserci
persone che non vogliono che tu te ne vada,
nemmeno per un mese, o una settimana
o…o anche solo un giorno…» il volume
della sua voce si abbassò man mano «al
diavolo, allora…»
Improvvisamente
Kevin tornò di nuovo a scagliarsi contro Kid Muscle,
saltandogli sulle spalle.
«questa mossa
scioglierà quel poco che restava del tuo micro cervello, ma
non sarà una gran
perdita dato che non sei in grado di combinare niente se non hai
qualcuno che
pensa al posto tuo o che ti ipnotizza».
Detto questo
iniziò a colpire la testa del povero Kid con una serie
infinita di gomitate.
Sentiva un gran bisogno di sfogarsi in qualche modo.
Emerald…andare via per due
mesi…e glielo diceva solo adesso?! assurdo! Non poteva
fargli una cosa del
genere, loro dovevano fare così tante cose, dovevano
chiarirsi, dovevano
parlare finalmente di quel patto e decidere il da farsi,
dovevano…dovevano
iniziare finalmente la loro relazione…insieme sarebbe stato
più facile
affrontare qualunque ostacolo.
E lei invece se
ne usciva con “dopo l’incontro me ne torno a casa
un mese o due”. Che nella
lingua di Emerald, tra una cosa ed un’altra, avrebbe potuto
davvero significare
un mese o due… ma anche quattro o cinque.
Poteva reggere
all’idea di non vederla per tutto quel tempo?
No. No,
affatto.
E…e se poi
tante volte suo padre l’avesse convinta a rimanere
lì in Inghilterra? Certo,
nessuno avrebbe vietato a Kevin di fare ritorno in patria a sua volta,
ma aveva
percepito di non piacere molto a Mr. Lancaster e c’era il
rischio che cercasse
di tenerli lontani, forse portandola con sé nei viaggi
d’affari che a detta di
Hammy faceva spesso.
Viaggi, viaggi,
viaggi…nuove responsabilità, magari, nuovi
incontri…ed Emerald via via avrebbe
potuto dimenticarlo. Incontrare qualcun altro. O lasciare che relazioni
d’amicizia di qualche tipo di sviluppassero in qualcosa di
più, tipo con…che
so…quel tizio dall’aria arrogante, castano e con
una spruzzata di lentiggini
che compariva in qualche foto del suo cellulare.
Kevin parlava,
si sentiva parlare e rispondere a Flash che teneva aperti i libri di
suo padre,
vedeva le proprie mani cercare di togliere la maschera ad un Kid Muscle
collassato sulle proprie ginocchia, ma la sua mente era da
tutt’altra parte.
«dai Kid,
reagisci, non può finire così!» gli
strillò Roxanne «ricorda la Massima Sfida
dei Muscle, ricorda il livello che ha raggiunto il tuo potere, usalo
adesso!»
Ecco, anche la
due codini lì, perché non coglieva mai le buone
occasioni per rimanere in
silenzio? Nooo, lei blaterava e blaterava, e blaterava, “non
mollare
Kiiiiiiiid!”, “siamo con te KIIIIIIID!”,
“KIIIIIIID!!!”…solo queste cose sapeva
dire! E lui non poteva certo scattare come un cobra ed uscirsene con un
“chiudi
quella ca… di bocca!!!”. Primo, perché
non l’avrebbe mai fatto, né in pubblico
né se fossero stati soli -anche con Jacqueline si era
limitato ad un
“esasperante”- non era tipo da maltrattare le donne
per davvero. E
secondo, se ad Hammy non era stato bene che non fosse stato cortese con
Jacqueline, che era Jacqueline, figurarsi come
avrebbe reagito se
l’avesse fatto con Roxanne, della quale era amica.
«Kid Muscle le
sta prendendo di brutto! Perché Em non fa
qualcosa?!» disse Terry preoccupato.
«qualcosa come
l’absinthe per esempio? Tra quello e il niente non so
cos’è peggio» osservò
Trixie «forse non fa nulla perché non sa
cosa fare, no? Eccetto che
quando era sotto ipnosi e quando sono riusciti ad annullare le prime
mosse di
Kevin non hanno combinato molto».
«un po’
è anche
colpa di Kid che non l’ha ascoltata. Emerald gli aveva detto
che la Kinniku
Driver ed ogni variante della Kinniku Buster non avrebbero funzionato,
ma Kid
le ha usate lo stesso» le fece notare Wally «chiaro
che combinino poco, se lui
fa tutto di testa sua».
«a me viene da
dire che forse è meglio che segua il proprio istinto invece
che ascoltare lei.
¡Caray! Non l’avete vista
prima? Avrebbe preteso che Kid si accanisse su
Kevin mentre era a terra. È già tanto che abbia
rispettato la volontà di Kid e
non abbia utilizzato il controllo ipnotico per farglielo fare anche se
lui non
era d’accordo» disse El Niño .
«se Kevin non
si fosse guadagnato il diritto di vendicarsi sui Kinniku una volta per
tutte ti
direi di gettare la spugna già ora, Lancaster» la
punzecchiò ancora Flash.
«non mi
interessa niente se siamo in mondovisione, se continui a seccarmi una
pallottola da qualche parte te la becchi lo stesso. Absin-»
«n-no!» esclamò Kid, come
riprendendo le forze «n-non quella
parola non c’è…bisogno!!!»
trovò perfino la forza per rimettersi in piedi, cosa
che sorprese Kevin ma non lo fece comunque desistere.
«ci può essere
una sola maschera su questo ring: Kevin Mask!»
dichiarò, continuando a tentare
di togliere la maschera al Kinniku.
«battutone»
Emerald scosse la testa.
«la tua di
prima su Artù era peggio» commentò il
russo «sai che tu Ginevra me la ricordi
molto?»
«ho capito che
a te piacerebbe fare la parte di Lancillotto, ma non
c’è trippa per gatti KID
SE VUOI FARE QUALCOSA FALLO SU-BI-TO!»
Il ragazzo
riuscì non si sa come a tirare un gran calcio sulla maschera
di Kevin,
facendolo cadere.
«buono! E
adesso, per gentile concessione di El Niño, vai con
il…»
«Ribaltamento
in Presa Doppia!» esclamò Kid, eseguendo quella
mossa a puntino.
«precisamente
quello».
«hai visto? Kid
Muscle ha eseguito la mossa di El Niño, il ribaltamento in
presa doppia. Kevin
Mask ha preso un brutto colpo».
«KIIIID, SE
VINCI TI DARò
IL Più
GROSSO BACIO DELLA TUA VITA!»
Kid esultò.
Jacqueline invece no.
«sporco
traditore. A questo punto puoi dimenticarti della mia
simpatia» borbottò.
«eddai JJ, se
mai ti faccio conoscere io uno. Che rapporti hai con gli americani con
delle
deliziose lentiggini sulle guance?» le chiese Emerald,
stavolta per prenderla
un po’in giro, si. Per quanto a dir la verità,
conoscendo Michael, la rossa non
gli sarebbe dispiaciuta.
«e tu pensi che
io abbia bisogno di te per trovare un ragazzo?!»
« non mi pare
che da sola combini molto neh».
Kevin intanto
aveva strisciato verso Lord Flash, che gli stava mostrando per
l’ennesima volta
la tecnica Olap sul libro verde.
«la chiave per
vincere sta qui, Kevin: il suo nome è Olap. Una mossa
così difficile da
padroneggiare che neppure tuo padre riuscì ad effettuarla
bene…»
“nonché quella
che MIO padre chiama ‘la mossa stupida’, non so
perchè. Non l’ho mai capito. e
a Kevin questo ho sempre fatto a meno di dirlo”
pensò Hammy.
«l’altra
tecnica segreta, quella che Robin Mask mi insegnò trentotto
anni fa…»
Emerald sentì
come un campanellino farle “din” in testa.
“l’altra
tecnica segreta, quella che Robin Mask mi
insegnò trentotto anni fa”…
“mi
insegnò”.
“trentotto anni
fa”.
Emerald fece un
sospiro, lo sguardo da pantera era tornato. Pensò che, santo
cielo, se voleva
nascondersi non era proprio quello il modo. A quel punto avrebbe fatto
molto
prima a prendere la balalaica, saltare sul ring, iniziare a ballare la
danza
dei cosacchi e cantare “so-no Warsman, so-no
Warsman”!
“se papà
è in
ascolto è fatta, lo prendiamo, convinciamo anche Robin Mask,
andiamo dal notaio
e via siamo tutti a posto” pensò la ragazza, senza
riflettere oltre sul destino
che sarebbe toccato al russo in quel caso. Che sotto sotto credesse che
magari
suo padre una volta ottenuto quel che voleva avrebbe lasciato andare
Warsman-Flash-quello che era?
«…è
rivelata
sulle pagine di questo antichissimo libro».
Anche Kevin
aveva fatto delle veloci riflessioni sulle parole del suo allenatore,
l’uomo
del mistero, forse l’unico amico che avesse mai avuto e del
quale non sapeva
nemmeno il vero nome.
«bugiardo! Come
osi affermare che mio padre ti abbia insegnato alcune delle sue
tecniche
segrete?! È impossibile! Lui non ha mai insegnato a chi non
fosse della
famiglia!»
“beh a mio
padre non è che abbia proprio insegnato. È stato
più uno scambio” pensò Hammy.
«no, Kevin, ti
sbagli: tuo padre ha insegnato a qualcuno che non faceva parte della
famiglia».
Lord Flash
stesso era talmente preso dai ricordi, come Kevin lo era da tutta
quella
situazione, da non rendersi conto di stare facendo qualcosa di simile
al
disegnarsi un bersaglio in fronte.
«aspetta…hai
ragione, ora mi ricordo! Mio padre ha insegnato ad un altro, era un
famoso
chojiin, una delle persone più simili ad un amico che mio
padre abbia avuto
mai!»
“pa’ dove sei.
Pa’ perché non rispondi. Pa’, accendi il
fottuto telefono. Pa’!!! Porco mondo!
Ho qui a due metri il tizio che cercavamo e tu non
rispondi?!” pensò Emerald cercando
di chiamarlo almeno sei volte.
«…ma se
affermi
che mio padre ti ha insegnato, Lord Flash, allora devi essere tu quel
famoso
chojiin misterioso…»
«può darsi
Kevin. Ma ascolta questo: le tecniche di tuo padre mi hanno reso molto
più
forte di quanto sarei stato senza conoscerle. Gli devo molto. Ecco
perché
voglio che tu impari la tecnica che io non sono mai riuscito a
padroneggiare…»
“la mossa
stupida” pensò Emerald.
«…Olap. Tuo
padre ed io abbiamo una grande fiducia in te. Puoi farcela!»
Quindi quello che
gli stava dicendo era che aveva davvero fiducia in
lui? Che non era una
cosa solo…così? e che anche suo padre Robin aveva
veramente riposto in lui
delle speranze nonostante tutto?
L’idea del
patto era lontanissima dalla mente del ragazzo in quel momento, che era
semplicemente felice avendo capito una volta di più di non
essere solo. Flash
gli voleva bene, suo padre gli voleva bene e…anche Emerald
forse gliene voleva
ancora…
Tra una cosa ed
un’altra insomma Kevin non ce la fece a restare freddo e
controllato come
soleva fare in pubblico, trovandosi a piangere un’altra volta
davanti al suo
allenatore -più tutto il resto del mondo in questo caso-
commosso.
«puoi
riuscirci, Kevin! Tu puoi riuscire in quello che tuo padre ed io
abbiamo
fallito, attraverso questa tecnica. È il segreto dei
segreti!»
Emerald vedendo
Kevin piangere in quel modo oltre alla sorpresa avrebbe avuto una gran
voglia
di unirsi a lui, anche solo per solidarietà, come fanno a
volte i bambini
piccoli. Immaginò quanto dovesse essere tutto
così intenso, per lui. Riusciva
quasi a sentire i suoi pensieri riguardo a suo padre, a Flash
stesso…Kevin si
era davvero attaccato a quell’uomo. Che lo considerasse un
po’ la figura
paterna che non aveva avuto, o meglio, che non aveva avuto in modo
adeguato
visto che Robin Mask era stato uno schifo di padre?
«Lord
Flash…»
Kevin pose perfino la propria mano sopra quella del russo
«grazie per la tua
fiducia in me…»
Hammy continuò
a guardarli.
«devi credere
in te stesso! Fai avverare il nostro sogno!» lo
incitò Flash. Kevin si rialzò,
asciugandosi le lacrime con un gesto veloce.
“se Kevin
dovesse perdere Lord Flash…Warsman…mh, ormai
continuerò a chiamarlo Flash…ne
soffrirebbe, ne soffrirebbe tantissimo” pensò
Hammy guardando il suo amore, e
il suo arcinemico/alleato/partner di ballo/guardone preferito
“peccato che
serva a papà e me, ma forse…insomma, a questo
punto non so se sarebbe davvero
buona cosa se finisse nelle grinfie dell’MI6. Vada come vada
tra me e Kevin,
non posso permettere che rimanga solo. Insomma, almeno Flash deve
restare. È
strapieno di difetti e ha indotto Kevin ad andare oltre la linea,
però a quanto
sembra gli vuole bene per davvero”.
“guardatelo,
sta piangendo come un bambino!” pensò Kid
esultando “Il mio attacco deve
avergli fatto più male di quanto pensassi, quindi penso sia
giunta l’ora della
mossa conclusiva, la Muscle Millennium!”
«sseh Hammy ho
capito, è ora della mossa finale…»
«ma manco per
niente!!! t’ho detto niente io a riguardo? No! E allora non-attento
alle
spalle!!!»
L’avvertimento
era giunto troppo tardi però, perché Kevin aveva
già brutalmente Kid Muscle ad
uno stinco.
«ahiahiahiaahaihaihaihaiahi
che maleeeeee!» si lagnò il kinniku, proprio come
avrebbe fatto un bambino,
tanto che invece di accanirsi Kevin rimase a guardarlo stando
lì fermo come un
cretino.
E beccandosi di
conseguenza un calcio alla caviglia poco dopo, che lo fece crollare a
terra.
«i tuoi sogni
di gloria stanno per essere infranti, così come ho infranto
la tua maschera!»
esclamò Kid Muscle, iniziando a prendere
l’avversario a calci e combattendo
-senza rendersene nemmeno conto, come Emerald gli aveva detto di fare
fin
dall’inizio.
“se Kevin non
fosse Kevin mi verrebbe da dire che era ora, oltre a
“dagliele sode! Non
fermarti a quei quattro calci!”…ma che
diamine…?”
«Kid…cioè…io
di
tutti i modi stupidi che ho visto di farsi male questo
è…» la ragazza fece un
grosso sospiro portandosi la mani davanti al volto vedendo il piede di
Kid
incastrato nella maschera di Kevin «uff. Non ho parole adatte
a commentare,
temo».
«non
infrangerai mai i miei sogni Kid Muscle! Sarai tu ad essere distrutto,
ed
attraverso ciò io ridarò lustro al nome della mia
famiglia!» disse con forza
l’inglese alzandosi e facendo cadere Kid a terra, per poi
bloccarlo in una
presa di sottomissione.
«spezzerò la
linea di campioni della tua famiglia così come si spezza una
collana di perle
finte!» dichiarò poi, sbattendo il kinniku contro
il tappeto.
«Kevin Mask è
l’unico wrestler che riesce a distruggere qualcuno
fisicamente e psicologicamente
allo stesso tempo!» commentò Doc.
“però
è un
dilettante in confronto a QUELLA” pensò Lord Flash
guardando Hammy “che gli ha
fatto venire un attacco di panico dandogli del mostro”.
Nonostante il
colpo piuttosto duro Kid si rialzò, e lui e Kevin ripresero
a massacrarsi.
«è ora di
chiudere questa storia!» sentenziò infine il
kinniku «ultimate muscle!»
Il simbolo del
suo potere gli comparve sulla fronte, e le cose parvero andare meglio,
tanto
che per tutto quel tempo Emerald non mise bocca su quel che stava
facendo.
Poi Kid con un
ultimo colpo scagliò Kevin contro le corde del ring.
«è
l’ora!»
«no che non lo
è! Non ti ho detto di utilizzare la Muscle Millennium mi
pare!»
«ma è quello
che voglio fare!»
«non
costringermi ad usare l’absinthe!»
«non ci sto
più
ad essere uno strumento Hammy, mi dispiace, voglio chiudere
quest’incontro e lo
farò!» concluse Kid Muscle scagliando in aria
Kevin con un calcio e lanciandosi
contro le corde del ring.
«KID, TI HO
DETTO DI NO!!!»
«MUSCLE
MILLENNIUM!»
«corri
Checkmate!!! Se Lord Flash è chi credo io, Kid è
in guai ancora più seri di
quanto pensassimo!»
“per non
parlare dell’arrivo in ospedale di Mr.Lancaster, ma quello
poco conta adesso”.
Meat avrebbe
tanto voluto avere un aereo privato o simili per poter raggiungere il
suo
pupillo allo stadio, ma purtroppo lui e Dik Dik dovevano accontentarsi
di una
specie di pony express. Meglio di niente, e comunque avrebbe viaggiato
anche in
risciò pur di arrivare a destinazione.
Da quando Meat
aveva visto Kevin utilizzare il Polverizzatore Mac aveva collegato i
vari
indizi, ed era arrivato alla conclusione che l’allenatore di
Kevin Mask non
fosse altri che Warsman, lo spietatissimo chojiin russo.
Nonché la
persona che Hammy e suo padre stavano cercando da un pezzo.
Dalle immagini
che aveva visto sul proprio portatile Meat aveva capito anche
un’altra cosa:
Emerald, a sua volta, aveva tratto la stessa conclusione. Ed aveva
tentato di
raggiungere telefonicamente il padre, senza risultato a giudicare
dall’espressione insoddisfatta sul suo volto.
Ed ora Kid
aveva smesso di ascoltarla, decidendo di fare di testa propria, e Meat
non
sapeva quanto questo fosse conveniente. Meglio un Kid sotto ipnosi o un
Kid che
faceva cavolate come quella? Il piccolo allenatore non riusciva a
decidersi.
«ma tu pensi
davvero che…»
Le parole di
Dik Dik furono coperte dai forti rumori prima di un elicottero che
passò sopra
di loro, poi di una lunghissima fila di grosse auto nere rinforzate
che
-andando a oltre duecentotrenta all’ora- li superarono
rapidamente. Sia quelle
che l’elicottero di prima sembravano diretti esattamente
dov’erano diretti
anche lui, Van Dik e Checkmate, ossia allo stadio. E sarebbero arrivati
sicuramente
prima di loro.
«whoa, e che
cos’era, l’esercito?» allibì
Dik Dik, decidendo di alleggerire Checkmate ed
iniziare a correre per conto suo.
«non lo so, ma
qualunque cosa fosse non possiamo stare a pensarci ora! Non possiamo
fermarci!»
“però ho la
vaga impressione che tu non ti sia sbagliato del tutto, Dik
Dik”.
«c’è un silenzio siderale mentre Kid,
nonostante gli avvertimenti di Emerald,
si prepara a scagliare il suo attacco!» commentò
Mac.
«distruggilo,
usa la Muscle Millennium!» esclamò Trixie.
«finalmente,
era ora che attaccassi a modo tuo Kid! Meglio tardi che
mai…» aggiunse Roxanne.
«forse non
dovrò più disdire l’appuntamento dal
parrucchiere!» esultò Chichi. Tale
considerazione non c’entrava assolutamente niente con quel
che stava
succedendo, ma di quell’appuntamento la ragazza aveva senza
dubbio un gran
bisogno.
«manca soltanto
un minuto a quanto ci mise King Muscle a sconfiggere Robin Mask nelle
finali
del ventunesimo Torneo Chojiin! Forza Kid! Batti e Kevin e tuo padre
allo
stesso tempo! vendicati, di
quell’incontro/esibizione!» lo incitò
Wally. Terry
rimase in silenzio, pensieroso.
«Kid, non hai
imparato niente!!! Non pensi che se Emerald ti ha detto di aspettare
possa
esserci un motivo valido?!» gli urlò El
Niño.
«non ne vedo il
motivo. Insomma, la mia mossa funziona sempre, perché non
usarla ora? così
prendo il mio trofeo e ce ne andiamo a mangiare…e stavolta
la gara a chi mangia
di più la vinco io Hammy!»
Lei non disse
una parola. Non lo guardava nemmeno, fissava il vuoto e scuoteva la
testa. Ma perché,
perché non aveva voluto darle retta quel grandissimo idiota?
“usa
l’absinthe, Emerald”.
Le rare volte
in cui si era trovata in mezzo ad un incontro col ruolo che aveva ora
-durante
gli addestramenti- la “voce della
coscienza” di solito era identica a
quella di suo padre.
“ma lui ha
detto che non vuole”.
“avete fatto un
patto, Kid Muscle ha promesso che ti avrebbe dato ascolto qualunque
cosa tu gli
avessi detto di fare. Lo sta rispettando, Hammy? Non mi sembra. E se fa
così
questo sciocco si farà battere dal figlio di Robin Mask e da
quella bestiaccia
delle steppe. È questo che vuoi?”
“ma se Kevin
vincesse non mi dispiacerebbe lo stesso…insomma, si
è impegnato così tanto, e
io lo so bene, perché c’ero…”
“lo so che sei
innamorata di quel ragazzo, ma che figura faresti se Kid
perdesse?”
“sono una DJ
che si è improvvisata allenatrice, nessuno si aspetta
chissà cosa da me anche
se ho anni di addestramento alle spalle”.
“non è
così che
funziona in questo mondo. Qui o dai il massimo o sei fuori. E se poi
Kevin
Mask, la bestia e i tuoi amici iniziassero a pensare che vali meno di
quanto
invece è in realtà? Non dico che lo faranno per
forza -e della bestia comunque
non ci interessa, a dire il vero, quando mai le bestie hanno
un’opinione degna
di nota?- ma potrebbe accadere. E tu sosterresti
l’idea che Kevin ti
consideri così poco? Non credo proprio”.
“Kevin non mi
considererà mai ‘poco’, credo che lui mi
ami ancora”.
“Hammy…sii
ragionevole, prendi tu il controllo adesso e fai
vincere a Kid quella
cintura”.
“mi dispiace,
ma non intendo mancare di rispetto a Kid più di quanto abbia
già fatto
-nonostante avessi il suo consenso- se vuol lanciare la Muscle
Millennium, che
lo faccia, magari troveremo un modo per uscirne. E potrò
dargli del tonto da
qui fino alla fine dei suoi giorni per non avermi dato retta”.
E fu così che
Emerald rimase in silenzio.
«Kevin!
adesso!» esclamò Flash battendo le mani sul
tappeto «frantuma la sua Muscle
Millennium! Puoi farcela, ragazzo mio!»
«hai ragione,
Lord Flash! Tattica speciale numero zero…Maelstrom
Power!»
«ma quale
Maelstrom! Se Kevin si illude che gli basti accendersi come una
lampadina per
battere Kid allora gli serve una lampadina nuova, oltre che una bella
ripassata
della storia del wrestilng. Anche suo padre non è mai
riuscito a rovesciare le
sorti della dinastia Kinniku, e mi dispiace dirlo ma Robin Mask era un
wrestler
due volte più in gamba del figlio…»
«“due volte
più
in gamba”…se mai due volte più
stronzo» commentò Emerald.
«non ti
permettere mai più di dire una cosa del genere!»
sbottò il russo aspramente.
«so quello che
dico, e so anche che tu sai che so quello che dico, e sai
perché!»
Mh. Si. Tutto
molto chiaro. Beh, per Lord Flash lo era davvero.
«credimi, non
è
lui il vero stronzo» ribatté comunque, tenendo
come Emerald e tutti gli altri
gli occhi puntati verso il cielo, a vedere come sarebbe andata a finire.
«non
riattaccare con quella storia di mio padre, altrimenti ti sparo sul
posto, me
ne frego se siamo in mondovisione».
«lo sai cos’ha
fatto».
Nessuno faceva
caso alla loro conversazione. L’attenzione di tutti era
puntata su Kevin, che
incredibilmente sembrava essere davvero riuscito a bloccare la mossa
finale di
Kid!
«non può
essere! Quell’attacco non era mai stato bloccato da
nessuno!» allibì
Jacqueline.
«so solo quel
che mi hai detto tu. Ma se fosse vero, anche se io non ci credo nemmeno
un
po’…» ormai le parole di Hammy erano una
sorta di mormorio, essendo sorpresa
dal fatto che a quanto pare Kevin ce l’aveva fatta sul serio
«esistono
predatori e prede. L’uomo è il predatore, la
bestia è la sua preda; è la
natura. Così mi ha sempre detto mio padre».
Flash evitò
accuratamente di rispondere, decidendo di concentrarsi sulla gioia che
provava.
C’erano. Lui e Kevin c’erano davvero, alla vittoria
mancava tanto così, a
saldare il suo debito verso Robin mancava tanto così! Ce
l’avevano fatta, e
poco era importato che Emerald si fosse schierata dalla parte di Kid;
loro ce
l’avevano fatta ugualmente!
La guardò.
Come aveva
potuto arrivare a temere che quella ragazzina, una puttanella beona,
potesse
diventare davvero un problema? Che gli era passato per la testa?
“predatori”!
“prede”! Che blaterasse pure, intanto lui e Kevin
le avevano suonate a lei e
Kid, giusto? Che la smettesse di darsi arie, dunque, perché
non ne aveva
motivo. Era una piccola perdente alleata con un altro perdente di passa
cento
chili, tutto qui.
Era da tempo
che non provava una tale gioia. Se non fosse stato così
abituato
all’autocontrollo -lasciando perdere le volte in cui a causa
di Emerald questo
veniva facilmente meno- probabilmente si sarebbe messo a saltellare
come uno
juventino che vede la propria squadra battere l’ Inter per 3
a 1.
«ho cercato di
avvertirti Kid! Cosa credi che abbia fatto ogni giorno, prima che
iniziasse
questo incontro? Ho studiato come bloccare la tua Muscle
Millennium!»
Kid povero era
sconvolto. Rimpiangeva di non aver dato retta ad Hammy, adesso.
«mi sono
coperto di lividi, massacrato, mi è venuto anche un gran mal
di pancia…»
«En-te-ro-ger-mi-naaaa…pa
pa da pa pa…» canticchiò Emerald da
sotto dopo aver finito la bottiglietta
verde.
No, nonostante
la situazione tragica non aveva potuto farne a meno. Kevin comunque
finse di
non sentire, pur iniziando a condividere l’opinione di Flash
sul fatto che
Emerald in quella bottiglia non avesse messo dell’acqua.
«…ma ci sono
riuscito».
«qualcuno mi
dica che sto sognando, che tutto questo non sta
succedendo…» si lagnò Kid.
Kevin a quel punto sciolse la presa, e fece sbattere Kid contro il
tappeto.
Lord Flash non
era il solo ad essere euforico. Anche Kevin sentiva praticamente di
avere già
la vittoria in tasca, era fatta, era fatta!...
E ormai
tutti quanti conosciamo l’effetto dell’euforia su
Kevin Mask: un grosso aumento
di arroganza e stronzaggine. Precisamente il tipo di cosa che di solito
faceva
andare ad Emerald il sangue alla testa portandola a rispondergli per le
rime
anche quando il loro legame praticamente non aveva alcun problema.
«ti senti
meglio, Kid? Dovevi sapere che era solo questione di tempo e che prima
o poi
qualcuno avrebbe bloccato la tua mossa. L’attesa di questo
momento deve averti
distrutto».
Kid, disteso a
terra, mugugnava dal dolore e lo shock. Uno shock condiviso da tutti.
«oh no…Kid
Muscle!» esclamò El Niño.
«è finita. Kid
è arrivato alla fine ormai, Kevin lo ha ridotto come una
frittata» disse Terry.
«devo
concordare con Terry: Kevin Mask è stato
fantastico» ammise Wally, anche se gli
costava.
«dovevamo
aspettarcelo. Kevin si è impegnato tanto, soffrendo come mai
gli è successo
nella vita; è questo che gli ha fatto superare Kid
Muscle».
«anche Kid ed
Emerald si sono impegnati a fondo per vincere! Sono ricorsi perfino
a…a quella
cosa…» mormorò Roxanne «ha
ancora ottime possibilità di vincere, è andato al
tappeto altre volte e si è sempre
rialzato…»
«sii realista,
Roxanne».
«è arrivato il
momento di gettare la spugna, non credete?»
domandò Kevin ad Emerald e Kid in
tono supponente. Kid si rialzò a fatica.
«i-illuso!» lo
apostrofò con una smorfia di dolore sul volto «io
non perderò contro un
perdente come te!»
«sono solo
chiacchiere, Kid. Le tue parole non mi fanno nulla, e nemmeno i tuoi
attacchi.
Hai già dimenticato che io li ho bloccati tutti? Perfino la
tua “insuperabile”
Muscle Millennium?»
Kid arretrò con
un urletto spaventato nel ricordarlo.
«Em…cosa viene
dopo la Muscle Millennium?»
Nessuna
risposta.
«v-vuoi dire
che io non ho altri attacchi?»
No, non se non
era sotto absinthe. Ma a che pro dirglielo?
«la smetti con
il trattamento del silenzio e mi dici cosa devo fare?!»
«adesso le
chiedi consiglio? Quando ti ha detto di aspettare prima di sferrare la
Muscle
Millennium l’hai ignorata» gli ricordò
Flash «non puoi pretendere che ora
risolva i tuoi problemi. Anche perché francamente dubito che
una sciocca
ragazzina incapace che si è immischiata in cose
più grandi di lei possa farlo»
aggiunse.
A quel punto
Kevin si rivolse ad Emerald, che stava ancora in silenzio.
«arrenditi,
Emerald. Lascia stare. Tutto questo era una causa persa, e tu lo sapevi
fin dal
principio. Guardati. Ti sei rifiutata di utilizzare il controllo
ipnotico
quando lui ha voluto fare di testa sua, non riuscendo a sostenere
l’idea di
farmi veramente del male, come non sei riuscita a tradirmi per davvero.
Tu ed
io lo sappiamo perché, giusto?»
l’inglese si avvicinò alle corde «ed
è anche
perché è a TE che voglio dedicare la mia
vittoria, che voglio essere
magnanimo…» disse, sempre con quell’aria
arrogante e supponente. Ma non
ricordava cosa succedeva ad usarla con lei? Non si rendeva conto che in
quel
modo avrebbe ottenuto tutto il contrario di ciò che voleva?
Evidentemente no.
«…ed offrirti
l’opportunità di saltare sul carrozzone dei
vincitori. Arrendetevi adesso, arrenditi
adesso, e mi dimenticherò della stupidaggine che
hai fatto nell’essere così
sleale verso di me. Ti sto tendendo la mano, Emerald…ti
conviene prenderla».
Traducendo dal
“kevinese” all’italiano tutta quella
fanfaronata significava “sto vincendo per
te, pensando a te, è per te che l’ho fatto, torna
da me, non mi interessa cos’è
successo se mai ne parleremo in seguito, ma adesso torna da
me”…
«perché non
vai
tu a “prenderla” in quel posto, mh?»
…solo che
evidentemente Hammy non aveva attivato il traduttore automatico
kevinese-italiano.
«e tu,
bestiaccia che non sei altro» la ragazza guardò
Flash «ficcati nella tana di
una puzzola, se mai dovesse accettarti, ed evita di uscirne. Con le tue
frecciatine e con la tua» tornò a guardare Kevin
«“magnanimità”, mi ci pulisco
amorevolmente il c…»
«non fare la
sciocca, getta la spugna, approfitta della mia generosità e
finiamola qui».
Traduzione:
“non essere testarda, ti rivoglio, mi manchi
maledizione!”
«e lasciala
perdere, è solo una sciocca!» sbuffò il
russo.
«parla quello
che con le troppe chiacchiere s’è disegnato un
bersaglio sulla testa!!!» sbottò
lei. Facendo il collegamento con quel che intendeva, Flash
iniziò a pensare che
forse non aveva tutti i torti. Poi però lasciò
perdere. Era una giornata troppo
perfetta perché qualcosa potesse andare storto.
«dai, è
finita.
Emerald…Hammy…» Kevin si
avvicinò ancora «non essere testarda, sai che non
direi niente di tutto questo se non ti rivolessi davvero, e
completamente,
dalla mia parte» le mostrò i bracciali
«lo vedi cos’ho al polso? Lo sai cos’hai
tu al collo? Te la ricordi la promessa che ci siamo fatti?»
«ho una memoria
eidetica. È ovvio che me lo ricordo».
«molto bene.
Allora se per te significava qualcosa agisci di
conseguenza…»
Mormorii tra il
pubblico.
Perché la
cupola sopra lo stadio aveva iniziato a chiudersi?
«Ikimon, ma che
accidenti fai?!» sbottò Vance.
«non sono io!
Il telecomando non funziona!»
La cupola si
chiudeva sempre di più, e rapidamente.
«ma che
…?!»
Kid si ritrasse ancora, molto allarmato «perché la
cupola si chiude?!!»
Anche Kevin non
se lo spiegava. Se non c’entravano i
MacMad…chissà, forse era un guasto
tecnico…
Si guardò
attorno, mentre faceva sempre più buio.
Perché in giro
non c’erano più addetti? Non uno che fosse uno,
nemmeno i tizi che
distribuivano il cibo?
«ma che diavolo
sta succedendo?!» sbottò. Detestava non capire
cosa gli accadeva attorno. La
cupola si chiuse del tutto, tutte le luci si erano spente escluse
alcune che
ancora illuminavano il ring in maniera piuttosto fioca e quelle
minuscole di
posizione lungo le entrate ed i gradini degli spalti «Lord
Flash, qualche
idea?...Lord Flash? Mi stai ascoltando?»
No, non lo
stava ascoltando. Non ascoltava lui, non ascoltava i mormorii del
pubblico, non
ascoltava Ikimon che sbraitava in uno walkie-talkie ad addetti che non
rispondevano.
Perché in tutto
lo stadio, a parte Robin Mask - finito chissà dove in quel
momento; non era più
all’entrata lassù in cima, Dio solo sapeva
perché - era l’unico che aveva
capito.
L’unico che ricordava.
Il rumore di
uno sparo contro il soffitto fece zittire il pubblico.
Dall’impianto
audio dello stadio partì una musica che, sentita una volta,
Lord Flash non
aveva mai dimenticato.
“O
Fortuna…”
No, non l’aveva
dimenticato. Come avrebbe potuto farlo? Quella era
la colonna sonora che
aveva accompagnato l’entrata, nell’unico incontro
che avesse mai combattuto…
“velut
luna…”
…dell’uomo che
gli dava la caccia da anni. L’unico uomo del quale avesse
veramente un cieco
terrore. Si, lui, Lord Flash, Warsman, uno dei chojiin più
spietati di tutti i
tempi, era terrorizzato da ...
“statu
variabilis…!”
Un potente
riflettore illuminò una delle entrate in cima allo stadio.
Eccolo lì,
Howard Lancaster.
La schiena era
dritta, il viso rivolto verso il basso rendeva impossibile vedere i
suoi occhi.
Aveva il completo, il
fazzoletto rosso sangue, e teneva in mano
un bastone da passeggio nero lucido con la punta in ferro.
«…papà…?»
bisbigliò Hammy.
“semper
crescis…”
Con una falcata
l’uomo scese quattro gradini, battendovi contro la punta in
ferro del bastone,
forte, quando la musica fece una pausa. Nel silenzio di tomba che
regnava nello
stadio, quel rumore risuonò forte quasi come il colpo di
pistola di prima.
“aut
decrescis…”
Altri quattro
gradini, un’altra pausa alla fine del verso, un altro colpo
del bastone.
Flash se lo
sentiva, lo sentiva ovunque sotto la propria pelle, Howard
Lancaster era
venuto per lui! Non era lì per assistere la figlioletta,
pensava guardandolo
pietrificato dalla paura, era venuto lì per finire il lavoro
iniziato undici
anni prima, era lì per lui, LUI, per prendersi la sua testa
e metterla accanto
a quella degli animali che aveva ucciso durante le sue battute di
caccia.
“vita
detestabilis…”
Quattro
gradini, pausa, colpo. Nessuno aveva il coraggio di parlare, gli occhi
erano
tutti puntati su Howard e sulla sua lenta discesa.
“nunc
obdurat…”
Kid Muscle
perso ogni ritegno si era nascosto dietro Kevin, aggrappandosi alla sua
gamba.
E l’inglese era tanto inquieto che non si curò
nemmeno di cacciarlo via.
Ikimon tremava
come una foglia, Vance e Jacqueline erano pallidi. Anche Emerald non
parlava,
ma più che inquieta lei al 90% era…incuriosita.
Quindi quello era l’esempio
della pressione psicologica di cui suo padre le aveva parlato? Wow.
Non si rendeva
conto di come stavano davvero le cose, non ancora. E forse non
l’avrebbe mai
fatto. Era perfino lieta che lui fosse arrivato, finalmente.
“et tunc
curat…”
Il russo aveva
iniziato a tremare quanto e forse anche più di Ikimon, gli
occhi sbarrati, i
muscoli delle gambe in tensione. L’animale pronto alla fuga
nel vedere il
cacciatore.
“ludo mentis
aciem…”
Gli amici di
Kid, Doc, e anche Mac erano nelle stesse condizioni di tutti gli altri.
Non
riuscivano a dire una parola.
“egestatem…”
Kevin si voltò
ad osservare Lord Flash.
E in quel
momento anche lui capì…
“mi considera
una bestia rara di cui vuole la testa”.
La sua paura
ogni volta che parlava di quell’uomo, quell’uomo…
Quell’uomo che
gli aveva dato la caccia era proprio lui, Howard Lancaster.
“potestatem…”
Quattro gradini,
pausa della musica, colpo di bastone.
“dissolvit ut
glaciem…”
Hammy spostò lo
sguardo da suo padre a Flash, che aveva iniziato ad indietreggiare pian
pianino, sperando solo che le gambe lo reggessero e non lo facessero
cadere per
il troppo tremare. La giovane Lancaster non poteva credere di star
vedendolo
davvero in quel modo. Era spaventato a morte. Ma perché?
“Sors immanis
et inanis,
rota tu
volubilis…”
Doveva andare.
Doveva andare via di lì immediatamente.
Quello era
l’unico pensiero di Lord Flash al momento.
“status malus,
vana salus
semper
dissolubilis…”
Nonostante
ormai fosse in età piuttosto avanzata il russo sapeva ancora
combattere. Ovvio.
Certe cose non si disimparavano mai.
Ma…combattere?
E chi ci riusciva?
No.
No, no.
Indietreggiò
ancora di qualche passo, incespicò, non cadde solo
perché si aggrappò al ring.
“obumbrata…”
Quattro
gradini, la pausa, il colpo.
“et
velata…”
I ricordi…i
ricordi iniziavano ad ammassarglisi in testa, spietati, senza
lasciargli
sollievo o respiro.
“mihi quoque
niteris…”
Come aveva
potuto essere così cieco, come aveva potuto desiderare di
far nascere
un’amicizia con quell’uomo? Uomo…uomo,
lo chiamava, ma era esatto?
No, per lui non
era esatto, per lui era il diavolo in persona, il Signore degli Inferi
che gli
aveva scagliato contro i suoi demoni. Riviveva ognuna delle orribili
sensazioni
che aveva provato mentre lo vedeva scendere, gli era vicino, sempre
più vicino,
troppo vicino.
“nunc per ludum
dorsum nudum
fero tui
sceleris…”
Per quanto
sarebbe riuscito a reggere la tensione, per quanto ancora avrebbe
potuto
trattenersi, controllare i muscoli delle gambe, che ormai sentiva
pulsare
disperatamente?
“Sors
salutis…!”
Howard aveva
completato la discesa, sollevò finalmente lo sguardo e Flash
rivide gli occhi
di smeraldo del predatore guardare lui, proprio lui. Non si
controllò più, ora
il controllo lo avevano la paura ed i ricordi, non sentì
più nulla se non il
proprio urlo, fuggì correndo lungo la via per la quale era
entrato con Kevin
nello stadio, gli occhi temporaneamente chiusi nella speranza di non
vedere gli
ALTRI occhi, quelli della pantera…vana
speranza…non bastava chiudere gli occhi
per scacciare un’immagine che si aveva impressa a fuoco nella
mente.
“et virtutis
mihi nunc
contraria,
est affectus
et defectus
semper in
angaria…”
Kevin lo
chiamava, ma era inutile, il suo allenatore era pazzo di paura e non
sentiva
niente. Howard Lancaster stava ormai camminando verso il ring,
continuando a
guardare Flash.
Solo a quel
punto ad Emerald venne il dubbio…”ma gli
avrà dato la caccia davvero allora?”.
Howard sollevò
la mano sinistra in un breve cenno.
“Hac in
hora…!”
Da ogni
entrata, dalla cima degli spalti lungo tutta la circonferenza dello
stadio
partirono dei puntatori laser che dipinsero Flash, e la strada davanti
a lui,
di un rosso acceso. Era sotto tiro. Era spacciato. Quanti erano gli
uomini di
Lancaster, quanti?!
“sine
mora…!”
Uno dei venti
uomini posizionati davanti a quell’entrata -Connors- con un
sorriso arrogante
gli fece cenno di voltarsi.
Col respiro
affannato, irregolare, tremando come mai, si trovò costretto
ad obbedire.
“corde pulsum
tangite…”
Howard
Lancaster gli stava facendo cenno di tornare indietro,
dov’era prima,
all’angolo di Kevin.
Ma lui non
voleva…non voleva…
Connors sparò
ad un centimetro dai suoi piedi. Messaggio chiaro. Doveva tornare al
suo posto,
o sarebbe morto immediatamente invece che dopo.
Capendo come
dovevano sentirsi i condannati a morte, il russo obbedì,
tornando indietro a passi
lenti, sempre tremando come mai aveva fatto in vita propria.
Howard era
accanto ad Emerald ora, e le aveva posto una mano sulla spalla come a
dirle “va
tutto bene principessa, c’è papà
adesso”.
“quod per
sortem
sternit fortem,
mecum omnes
plangite!”
Mr. Lancaster
sollevò il bastone, e durante l’ultima parte
musicale la cupola dello stadio
iniziò a riaprirsi. Tutti tornarono a vedere il cielo,
carico di nubi nere,
esattamente dopo aver sentito l’ultima nota.
«fino ad ora ti
è andata bene. Ma come puoi vedere, la sorte di un uomo - o anche di una bestia come te -
può mutare nel tempo di
una canzone».
Lord
Flash, che lo guardò terrorizzato, e allo stesso tempo dava
delle brevissime
occhiate anche ad Emerald…come in cerca di un aiuto che
difficilmente sarebbe
arrivato.
***
Se
conoscete “O Fortuna” potete rendervi
conto dell’atmosfera che c’era. Se non la conoscete
cercate “O Fortuna, Orff”…e
a quel punto magari capirete perché tutti se la sono quasi
fatta sotto. Questa
si che è un’entrata!
Grazie
a tutti quelli che:
-
leggono
-
seguono
-
recensiscono.