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Autore: _Cthylla_    06/02/2014    3 recensioni
[ COMPLETA ]
Occhi di smeraldo, capelli d'ebano e...faccia di bronzo. Riassumibile in due parole: Emerald Lancaster. E questo Kevin Mask lo sa bene.
Dal capitolo3.2:
"«io sono riuscita a convincere mio padre a lasciarmi percorrere la strada che desidero, ed anche a farmi aiutare, diventando tutt’altro da quel che lui avrebbe voluto e continuando comunque ad andare d’amore e d’accordo con lui; tu invece detesti ancora Robin Mask, ma hai finito per diventare, guarda caso, un wrestler della League» osò perfino sorridergli ironicamente «non sei uscito molto dal tracciato».
E poco le importava che l’aria di Kevin stesse diventando pericolosa, Emerald non cedette di un punto.
«né tu né nessun altro avete il diritto di giudicarmi. Chiaro?»
«cristallino. E ribatto col tuo stesso concetto, Kevin Mask; dare giudizi a qualcuno espone al rischio di essere giudicati, anche in modi che possono non piacere. Tienilo a mente, quando parli con me» gli disse lei «perché io non temo di dire le cose in faccia alle persone, anche quando sono due volte più alte e tre volte più pesanti»."
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Warsman/Lord Flash
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi di smeraldo'
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24

Dopo altre due o tre ripetizioni del Polverizzatore Mac, con una delle quali Kevin rovinò la maschera di Kid Muscle, ad Hammy non ci volle molto per capire cos’era che avevano pensato lui e Flash dopo aver visto le brutte quando Kid era sotto ipnosi.

Un’assurda regola dei Kinniku recitava che se mai la maschera che Kid aveva sul volto fosse stata rimossa in qualunque modo, lui non avrebbe potuto più combattere. Evidentemente era a questo che adesso i suoi due avversari -meglio pensare a loro in quel modo e basta, per ora- puntavano: strappare a Kid la maschera del volto e finirla in fretta.

«della serie “tempi disperati richiedono soluzioni disperate”, vero Flash?»

«è perfettamente regolare, ed al momento non siamo noi i disperati» ribatté il russo «perché non lasci perdere, mh? Una ragazzina incapace come te non dovrebbe immischiarsi in cose da adulti».

«e i vecchi maiali come te dovrebbero stare in un porcile di riposo, invece che immischiarsi in cose da “g-g-g-giovani”!»

Niente da fare, quei due non avrebbero mai smesso di darsi addosso, nemmeno in un momento come quello.

«i porcili di riposo non esistono!»

«per questo c’è gente come te in giro, purtroppo…rispondi al cellulaaaare, sei un vecchio maiaaaale, no no non riattaccare -no no non riattaccareeee-…non ti sembra un po’caro il prezzo che adesso io sto per pagare?... sei un vecchio maiaaaale, sei un vecchio maiaaaaleeee…» canticchiò lei.

«sono sempre più convinto che ci sia altro che acqua in quella bottiglia…»

«decisamente Emerald e Lord Flash non si vogliono bene» fu il commento di Doc.

«è acqua» mentì lei «ma comunque resta il fatto che devi imparare a farti i cazzi tuoi una buona volta».

«di’, ma sei consapevole che la maggior parte dei miei problemi derivano dal fatto che TU non sei stata in grado di farlo?!»

Nessuno dei due sembrava essere al corrente della presenza di King Muscle e, soprattutto, di Robin Mask in una delle entrate poste in alto sullo stadio.

“pare che a Warsman non piaccia molto la mia futura nuora. Beh…in fin dei conti non piace molto nemmeno a me, è troppo sfrontata, disobbediente e non sa stare al suo posto. Come Howard da giovane, più o meno. Non che questo mi importi, un patto è un patto, e sapere che fin quando sarà valido sarà un fastidio per il mio caro ex amico mi dà una gran soddisfazione” pensò Robin “per non parlare del fatto che, per una volta che Kevin sta facendo qualcosa che IO volevo che facesse -ossia vincere la Corona Chojiin ed essere perso dietro a lei-  non posso certo rovinare tutto”.

Era lì da diverso tempo ormai, ad osservando le dinamiche dello scontro aveva avuto modo di fare qualche valutazione su…più o meno tutto quanto.

Aveva riconosciuto che la somiglianza di Emerald con suo padre non era soltanto fisica, dato che non aveva esitato a ricorrere a tattiche come quella dell’ipnosi facendo si che Kid Muscle -e in quei momenti King era quasi svenuto- diventasse una pura e semplice arma, come la doppietta che quasi sicuramente aveva nella pochette beige. Era un’altra caratteristica che aveva ereditato da Howard quella di avere sempre almeno un’arma addosso, che il suo ex amico di solito nascondeva nella tasca interna che aveva in ognuna delle sue giacche, o dei cappotti. Come se ne avesse avuto bisogno e non avesse saputo combattere! Robin riconosceva che con un paio di proiettili senz’altro si faceva prima, ma non significava che approvasse.

Comunque…

Oltre a questo, come anche tutti quelli che stavano guardando dovevano per forza avere intuìto, si era reso conto che nonostante fossero avversari tra Emerald e Kevin continuava ad esserci “qualcosa”. E lui pensava di saper dare una definizione più approfondita a quel “qualcosa”, anche vedendo come lei lo aveva difeso con Jacqueline MacMad -“ecco un’altra ragazza che non sa stare al suo posto, ah queste ragazze di oggi… ma come accidenti le tirano su?!”, aveva pensato- che sembrava non vedere l’ora di buttare suo figlio fuori dal Torneo.

“che razza di giornata oggi. E anche Howard è qui in città…tsk. Che vado a pensare, io non lo temo di certo. Inoltre non vedo nemmeno perché Warsman dovrebbe rischiare, nessuno sa chi è davvero, altrimenti Lancaster l’avrebbe già preso. Per di più siamo in mondovisione…si…cosa vuoi che accada?”

Chiaro che Robin da dopo aver smosso di nuovo le acque avesse ripreso ad aggiornarsi sulle mosse del suo quasi-vicino-di-casa. Solo che risultava piuttosto complicato. Lui aveva agganci nell’MI6, ma anche Howard ne aveva, dunque perfino i servizi segreti si facevano una specie di guerra tra loro. Inoltre Howard, questo Robin lo sapeva perché lo aveva visto di persona, disponeva di un esercito personale -che faceva passare come semplice security…come no!- molto consistente, competente e motivato essendo anche super pagato. Forse Howard non era l’uomo più ricco della galassia, ma non era poi così tanto distante dall’esserlo.

Robin non capiva come avesse fatto un uomo che dopo alcuni investimenti sbagliati senza il suo aiuto sarebbe arrivato alla bancarotta a fare miliardi su miliardi di sterline in quelli che, a dirla tutta, erano pochi anni. E lasciando la Lega per di più!

Forse era meglio non saperlo. In ogni caso decise di non stare a pensarci troppo.

“spero solo che  Kevin riesca a massacrare quel vigliacco di Kid , in fin dei conti anche se non è male Emerald è troppo giovane ed inesperta per affrontare degnamente uno scontro come questo. Per non parlare del fatto che sono e sempre sarò convinto che questi non sono ambienti da donne, a meno che queste non siano solo spettatrici…”

«io però non vado a frugare nei cassetti di intimo altrui. Guarda che LO SO che l’hai fatto…» disse Emerald puntando il dito contro Flash con tono accusatorio «la #Rose of Midnight era tutta a sinistra del cassetto, e io l’ho ritrovata a destra!»

«sono tutte accuse infondate! Kevin, non credere a una parola e attacca di nuovo!» esclamò il russo «e comunque…evidentemente eri troppo ubriaca per ricordarti dove le avevi messe!»

«le avevo messe A SINISTRA, ed ero sobria!»

«io non ci giurerei!»

“…ecco solo questo non capisco: l’atteggiamento di Warsman. Potrà anche non piacergli ma questo non è certo il momento di bisticciare…lui invece sembra quasi provarci gusto. Va’ a vedere che negli anni ha preso qualche botta in testa di troppo”.

«io te l’ho detto quel che devo fare, vai a giocare da solo alla roulette russa! Kid, evita Kevin e afferralo!!!»

“…e invece lei non ha preso le botte che avrebbe dovuto prendere, e questo è il risultato. Se avessi seguito la prima idea che ho avuto riguardo al patto l’avrei sistemata già da un anno, insegnandole che una moglie deve stare al proprio posto e non ficcare il naso dove non deve”.

Nessuno lo sapeva, ma Emerald tutto sommato se l’era cavata con un patto quasi ragionevole rispetto alla prima idea che durante uno strano dormiveglia era venuta in mente ad un Robin Mask vedovo ormai da un pezzo: una nuova moglie molto giovane, fertile e non brutta.

…non che Howard avrebbe mai accettato un patto del genere, piuttosto avrebbe preferito finire a vivere come un accattone…

Quel matrimonio combinato restava sempre una cosa barbara ma se non altro Kevin era un ragazzo dell’età di Hammy!

«stai lontano dalla mia maschera!» esclamò Kid Muscle obbedendo, afferrando Kevin e sbattendogli ancora la testa contro il tendicorde dopo aver fatto un bel salto. Non c’era stato nemmeno bisogno dell’asbinthe stavolta, notò Hammy decisamente soddisfatta.

«adesso direi che puoi iniziare a disperarti Sorcetto» disse Emerald facendo pure la linguaccia al suo arcinemico.

«e tu credi che sia finita? Tsk».

Kevin infatti si stava già rialzando, più lentamente e faticosamente di prima. Tutta quella tensione e quella violenza evidentemente erano troppe anche per Jacqueline, che se ne uscì con un “oh”! quasi spaventato.

E Lord Flash, forse anche per prendersi una piccola rivincita per quel che era successo prima, prese subito la palla al balzo.

«che ti prende, Jacqueline? Non è questo che desideravi? Un incontro brutale, sanguinoso, un vero massacro! Non dirmi che tra tutti i presenti tu non hai cuore di guardare. Non sapevo che avessi un cuore!»

Emerald non commentò, impegnata a guardare Kevin fare il verme sul tappeto.

«Kid…» disse piano «non c’è qualcosa che dovresti fare?»

Ma il kinniku capendo a cosa alludeva -ossia prenderlo a calci in quel momento di debolezza- scosse vigorosamente la testa.

«no».

«Kid».

«no, e non voglio che usi quella parola, ok?»

«…no, hai ragione, questo è esattamente quel che volevo vedere» rispose Jacqueline a Flash dopo essere riuscita a produrre una specie di sorriso abbastanza sadico «quello che tutti in questo stadio volevano segretamente vedere, eccitazione pura!»

Quelle chiacchiere iniziavano decisamente a stufare Kevin. Jacqueline stessa lo aveva stufato già da un pezzo. Accidenti a lui che quella sera non se n’era stato buono e le aveva chiesto di uscire anche se non la sopportava.

E poi c’era Emerald che…prima lo difendeva, sembrava voler tornare da lui, e poi -da quel che aveva capito- avrebbe preteso che Kid Muscle lo gonfiasse di botte mentre stava strisciando nel tentativo di rialzarsi. Ok, erano avversari, lei voleva vincere, ma LUI voleva vincere anche per LEI! E lei invece non si stava facendo troppi scrupoli nel farlo gonfiare come un pallone.

«ora basta» disse dunque seccamente, sorprendendo sia Hammy, che Jacqueline che Kid.

«perché sembri tanto in ansia allora? È questo che accade nel Torneo Chojiin: imigliori vengono malmenati, picchiati, feriti!» disse Flash  «senza dolore e sofferenza non si raggiunge la gloria. Credevo che avresti gioito, non che ti saresti fatta piccola come una scolaretta impaurita; ti rispettavo quando eri dura come una pietra, ma ora sei diventata debole e rammollita!» sentenziò.

«tu se non rompi le palle a qualcuno proprio non sei contento» rispose Emerald al posto di Jacqueline, prendendo per la seconda volta le sue difese «per una volta che mostra un barlume di umanità lasciala stare no? Solo perché tu sei una bestiaccia delle steppe non vuol dire che dobbiamo essere tutti così».

Kevin intanto si era aggrappato alle corde. «cacciate via quell’esasperante MacMad! E tu piantala con battute e frecciatine, questa è una guerra, lo vuoi capire si o no?! Le cose sono due, o inizi a fare la persona seria o te ne stai zitta».

Comprensibile la reazione dell’inglese al quale quello scontro sembrava più una commedia. Ma evidentemente Hammy quel giorno non era per la comprensione.

«tu a me “stai zitta” non lo dici. Chiaro?»

«altrimenti?» la sfidò Kevin, appoggiandosi sulle corde e dando la schiena ai MacMad.

«…vuoi che dica a tutta la galassia CHI c’è disegnato sulle tue mutande?» lo ricattò, riducendolo al silenzio «su col morale JJ, dopo ti offrirò un frappè e parleremo di quanto è vera e calzante la definizione di “grande, grosso e coglione” riferita a quasi tutti gli uomini che ci stanno attorno» le disse Hammy guardandola seria seria e facendo un gran sospiro «mi dispiace per le volte che ho minacciato di farti saltare la testa. Nel trattare con gente come Capitan Pantaloni Aderenti lì» indicò Flash «c’è solo da stare unite!»

«ti ho già detto che non ho bisogno del tuo aiuto, e non lo voglio il frappè!» ribatté Jacqueline credendo che fosse solo una presa in giro.

«vada per il gelato allora, quello che fanno nell’aereo privato di papà è fantastico, magari mi faccio venire a prendere con quello stavolta…».

«non lo voglio il gelato! Non voglio niente! Perché non usi quell’accidenti di aereo privato per tornartene in Inghilterra, eh?!»

Sia Kid che Kevin se ne stavano fermi, forse presi dal dialogo tra le due ragazze, forse solo sorpresi per l’invito.

«infatti tornerò a casa per un mese o due, ma solo dopo l’incontro…»

«tu vai DOVE per QUANTO?!»

La ragazza si voltò verso Flash e Kevin, stupita. Ok, che potesse dirlo Kevin più o meno ci stava. Ma che lui e Flash lo dicessero in coro non se lo sarebbe aspettato.

E nemmeno Lord Flash stesso se lo aspettava, sinceramente, trovarsi ad esclamare senza volerlo la stessa frase di Kevin e per giunta col suo stesso tono. Come se lui non avesse avuto in mente la stessa cosa, andarsene via, e non per un mese o due ma per sempre. O almeno, finché Howard gli avesse dato la caccia.

Ossia, beh...per sempre, appunto.

La verità? Evidentemente non era dispiaciuto solo di dover perdere Kevin, al quale come più volte ribadito si era affezionato molto, nemmeno fosse stato figlio suo invece che di Robin.

Con chi avrebbe discusso, dopo? Con chi avrebbe litigato ferocemente, chi avrebbe punzecchiato, chi avrebbe tentato di uccidere, con chi si sarebbe trovato ad inventare e fare cose strane per non farsi scoprire a fare invece…qualunque cosa fosse meglio tenere nascosta? Dove l’avrebbe trovata un’altra con cui sfasciare casa, e che gli avrebbe messo un mano un assegno da trentamila sterline o più per risistemarla?

Con chi avrebbe ballato il tango la prossima volta, volendo vincere di nuovo il trofeo dei primi classificati? Chi avrebbe provocato in futuro, e da chi si sarebbe fatto provocare? Chi altri avrebbe avuto il coraggio di andare al cinema con lui a vedere una proiezione vintage di Lolita? Chi l’avrebbe ospitato in casa organizzando una serata a sfascio col finale a sorpresa?!

La risposta era semplice: a parte Emerald, nessuno.

«francamente mi stupite. Soprattutto tu» disse la ragazza guardando Flash «mi tolgo dalle scatole, sta’contento no?...è che sono troppo sotto stress, sto bevendo come una spugna, ha ragione Meat nel dire che rischio di diventare un’alcolizzata…»

«certo che almeno a noi potevi dirlo!» esclamò Terry «volevi andartene così, senza salutare nessuno?»

«ve l’ho detto, giusto un paio di mesi, mica per sempre…»

«e tu credi che ti lascerò sparire due mesi? No. Scordatelo» disse Kevin in tono duro «abbiamo troppo di cui parlare perché tu possa scappare via. Quella dell’alcol è una scusa. Vera, ma sempre una scusa».

«io dopo oggi avrò bisogno di staccare, e vada come vada ce l’avrai anche tu».

«sicuro, nessuno può prendere decisioni sulla tua vita ma tu puoi fare delle scelte che invece coinvolgono tutti quanti, molto giusto. Non pensi che possano esserci persone che non vogliono che tu te ne vada, nemmeno per un mese, o una settimana o…o anche solo un giorno…» il volume della sua voce si abbassò man mano «al diavolo, allora…»

Improvvisamente Kevin tornò di nuovo a scagliarsi contro Kid Muscle, saltandogli sulle spalle.

«questa mossa scioglierà quel poco che restava del tuo micro cervello, ma non sarà una gran perdita dato che non sei in grado di combinare niente se non hai qualcuno che pensa al posto tuo o che ti ipnotizza».

Detto questo iniziò a colpire la testa del povero Kid con una serie infinita di gomitate. Sentiva un gran bisogno di sfogarsi in qualche modo. Emerald…andare via per due mesi…e glielo diceva solo adesso?! assurdo! Non poteva fargli una cosa del genere, loro dovevano fare così tante cose, dovevano chiarirsi, dovevano parlare finalmente di quel patto e decidere il da farsi, dovevano…dovevano iniziare finalmente la loro relazione…insieme sarebbe stato più facile affrontare qualunque ostacolo.

E lei invece se ne usciva con “dopo l’incontro me ne torno a casa un mese o due”. Che nella lingua di Emerald, tra una cosa ed un’altra, avrebbe potuto davvero significare un mese o due… ma anche quattro o cinque.

Poteva reggere all’idea di non vederla per tutto quel tempo?

No. No, affatto.

E…e se poi tante volte suo padre l’avesse convinta a rimanere lì in Inghilterra? Certo, nessuno avrebbe vietato a Kevin di fare ritorno in patria a sua volta, ma aveva percepito di non piacere molto a Mr. Lancaster e c’era il rischio che cercasse di tenerli lontani, forse portandola con sé nei viaggi d’affari che a detta di Hammy faceva spesso.

Viaggi, viaggi, viaggi…nuove responsabilità, magari, nuovi incontri…ed Emerald via via avrebbe potuto dimenticarlo. Incontrare qualcun altro. O lasciare che relazioni d’amicizia di qualche tipo di sviluppassero in qualcosa di più, tipo con…che so…quel tizio dall’aria arrogante, castano e con una spruzzata di lentiggini che compariva in qualche foto del suo cellulare.

Kevin parlava, si sentiva parlare e rispondere a Flash che teneva aperti i libri di suo padre, vedeva le proprie mani cercare di togliere la maschera ad un Kid Muscle collassato sulle proprie ginocchia, ma la sua mente era da tutt’altra parte.

«dai Kid, reagisci, non può finire così!» gli strillò Roxanne «ricorda la Massima Sfida dei Muscle, ricorda il livello che ha raggiunto il tuo potere, usalo adesso!»

Ecco, anche la due codini lì, perché non coglieva mai le buone occasioni per rimanere in silenzio? Nooo, lei blaterava e blaterava, e blaterava, “non mollare Kiiiiiiiid!”, “siamo con te KIIIIIIID!”, “KIIIIIIID!!!”…solo queste cose sapeva dire! E lui non poteva certo scattare come un cobra ed uscirsene con un “chiudi quella ca… di bocca!!!”. Primo, perché non l’avrebbe mai fatto, né in pubblico né se fossero stati soli -anche con Jacqueline si era limitato ad un “esasperante”- non era tipo da maltrattare le donne per davvero. E secondo, se ad Hammy non era stato bene che non fosse stato cortese con Jacqueline, che era Jacqueline, figurarsi come avrebbe reagito se l’avesse fatto con Roxanne, della quale era amica.

«Kid Muscle le sta prendendo di brutto! Perché Em non fa qualcosa?!» disse Terry preoccupato.

«qualcosa come l’absinthe per esempio? Tra quello e il niente non so cos’è peggio» osservò Trixie «forse non fa nulla perché non sa cosa fare, no? Eccetto che quando era sotto ipnosi e quando sono riusciti ad annullare le prime mosse di Kevin non hanno combinato molto».

«un po’ è anche colpa di Kid che non l’ha ascoltata. Emerald gli aveva detto che la Kinniku Driver ed ogni variante della Kinniku Buster non avrebbero funzionato, ma Kid le ha usate lo stesso» le fece notare Wally «chiaro che combinino poco, se lui fa tutto di testa sua».

«a me viene da dire che forse è meglio che segua il proprio istinto invece che ascoltare lei. ¡Caray! Non l’avete vista prima? Avrebbe preteso che Kid si accanisse su Kevin mentre era a terra. È già tanto che abbia rispettato la volontà di Kid e non abbia utilizzato il controllo ipnotico per farglielo fare anche se lui non era d’accordo» disse El Niño .

«se Kevin non si fosse guadagnato il diritto di vendicarsi sui Kinniku una volta per tutte ti direi di gettare la spugna già ora, Lancaster» la punzecchiò ancora Flash.

«non mi interessa niente se siamo in mondovisione, se continui a seccarmi una pallottola da qualche parte te la becchi lo stesso. Absin-»

«n-no!» esclamò Kid, come riprendendo le forze «n-non quella parola non c’è…bisogno!!!» trovò perfino la forza per rimettersi in piedi, cosa che sorprese Kevin ma non lo fece comunque desistere.

«ci può essere una sola maschera su questo ring: Kevin Mask!» dichiarò, continuando a tentare di togliere la maschera al Kinniku.

«battutone» Emerald scosse la testa.

«la tua di prima su Artù era peggio» commentò il russo «sai che tu Ginevra me la ricordi molto?»

«ho capito che a te piacerebbe fare la parte di Lancillotto, ma non c’è trippa per gatti KID SE VUOI FARE QUALCOSA FALLO SU-BI-TO!»

Il ragazzo riuscì non si sa come a tirare un gran calcio sulla maschera di Kevin, facendolo cadere.

«buono! E adesso, per gentile concessione di El Niño, vai con il…»

«Ribaltamento in Presa Doppia!» esclamò Kid, eseguendo quella mossa a puntino.

«precisamente quello».

«hai visto? Kid Muscle ha eseguito la mossa di El Niño, il ribaltamento in presa doppia. Kevin Mask ha preso un brutto colpo».

«KIIIID, SE VINCI TI DARò IL P GROSSO BACIO DELLA TUA VITA!»

Kid esultò. Jacqueline invece no.

«sporco traditore. A questo punto puoi dimenticarti della mia simpatia» borbottò.

«eddai JJ, se mai ti faccio conoscere io uno. Che rapporti hai con gli americani con delle deliziose lentiggini sulle guance?» le chiese Emerald, stavolta per prenderla un po’in giro, si. Per quanto a dir la verità, conoscendo Michael, la rossa non gli sarebbe dispiaciuta.

«e tu pensi che io abbia bisogno di te per trovare un ragazzo?!»

« non mi pare che da sola combini molto neh».

Kevin intanto aveva strisciato verso Lord Flash, che gli stava mostrando per l’ennesima volta la tecnica Olap sul libro verde.

«la chiave per vincere sta qui, Kevin: il suo nome è Olap. Una mossa così difficile da padroneggiare che neppure tuo padre riuscì ad effettuarla bene…»

“nonché quella che MIO padre chiama ‘la mossa stupida’, non so perchè. Non l’ho mai capito. e a Kevin questo ho sempre fatto a meno di dirlo” pensò Hammy.

«l’altra tecnica segreta, quella che Robin Mask mi insegnò trentotto anni fa…»

Emerald sentì come un campanellino farle “din” in testa.

“l’altra tecnica segreta, quella che Robin Mask mi insegnò trentotto anni fa

“mi insegnò”.

“trentotto anni fa”.

Emerald fece un sospiro, lo sguardo da pantera era tornato. Pensò che, santo cielo, se voleva nascondersi non era proprio quello il modo. A quel punto avrebbe fatto molto prima a prendere la balalaica, saltare sul ring, iniziare a ballare la danza dei cosacchi e cantare “so-no Warsman, so-no Warsman”!

“se papà è in ascolto è fatta, lo prendiamo, convinciamo anche Robin Mask, andiamo dal notaio e via siamo tutti a posto” pensò la ragazza, senza riflettere oltre sul destino che sarebbe toccato al russo in quel caso. Che sotto sotto credesse che magari suo padre una volta ottenuto quel che voleva avrebbe lasciato andare Warsman-Flash-quello che era?

«…è rivelata sulle pagine di questo antichissimo libro».

Anche Kevin aveva fatto delle veloci riflessioni sulle parole del suo allenatore, l’uomo del mistero, forse l’unico amico che avesse mai avuto e del quale non sapeva nemmeno il vero nome.

«bugiardo! Come osi affermare che mio padre ti abbia insegnato alcune delle sue tecniche segrete?! È impossibile! Lui non ha mai insegnato a chi non fosse della famiglia!»

“beh a mio padre non è che abbia proprio insegnato. È stato più uno scambio” pensò Hammy.

«no, Kevin, ti sbagli: tuo padre ha insegnato a qualcuno che non faceva parte della famiglia».

Lord Flash stesso era talmente preso dai ricordi, come Kevin lo era da tutta quella situazione, da non rendersi conto di stare facendo qualcosa di simile al disegnarsi un bersaglio in fronte.

«aspetta…hai ragione, ora mi ricordo! Mio padre ha insegnato ad un altro, era un famoso chojiin, una delle persone più simili ad un amico che mio padre abbia avuto mai!»

“pa’ dove sei. Pa’ perché non rispondi. Pa’, accendi il fottuto telefono. Pa’!!! Porco mondo! Ho qui a due metri il tizio che cercavamo e tu non rispondi?!” pensò Emerald cercando di chiamarlo almeno sei volte.

«…ma se affermi che mio padre ti ha insegnato, Lord Flash, allora devi essere tu quel famoso chojiin misterioso…»

«può darsi Kevin. Ma ascolta questo: le tecniche di tuo padre mi hanno reso molto più forte di quanto sarei stato senza conoscerle. Gli devo molto. Ecco perché voglio che tu impari la tecnica che io non sono mai riuscito a padroneggiare…»

“la mossa stupida” pensò Emerald.

«…Olap. Tuo padre ed io abbiamo una grande fiducia in te. Puoi farcela!»

Quindi quello che gli stava dicendo era che aveva davvero fiducia in lui? Che non era una cosa solo…così? e che anche suo padre Robin aveva veramente riposto in lui delle speranze nonostante tutto?

L’idea del patto era lontanissima dalla mente del ragazzo in quel momento, che era semplicemente felice avendo capito una volta di più di non essere solo. Flash gli voleva bene, suo padre gli voleva bene e…anche Emerald forse gliene voleva ancora…

Tra una cosa ed un’altra insomma Kevin non ce la fece a restare freddo e controllato come soleva fare in pubblico, trovandosi a piangere un’altra volta davanti al suo allenatore -più tutto il resto del mondo in questo caso- commosso.

«puoi riuscirci, Kevin! Tu puoi riuscire in quello che tuo padre ed io abbiamo fallito, attraverso questa tecnica. È il segreto dei segreti!»

Emerald vedendo Kevin piangere in quel modo oltre alla sorpresa avrebbe avuto una gran voglia di unirsi a lui, anche solo per solidarietà, come fanno a volte i bambini piccoli. Immaginò quanto dovesse essere tutto così intenso, per lui. Riusciva quasi a sentire i suoi pensieri riguardo a suo padre, a Flash stesso…Kevin si era davvero attaccato a quell’uomo. Che lo considerasse un po’ la figura paterna che non aveva avuto, o meglio, che non aveva avuto in modo adeguato visto che Robin Mask era stato uno schifo di padre?

«Lord Flash…» Kevin pose perfino la propria mano sopra quella del russo «grazie per la tua fiducia in me…»

Hammy continuò a guardarli.

«devi credere in te stesso! Fai avverare il nostro sogno!» lo incitò Flash. Kevin si rialzò, asciugandosi le lacrime con un gesto veloce.

“se Kevin dovesse perdere Lord Flash…Warsman…mh, ormai continuerò a chiamarlo Flash…ne soffrirebbe, ne soffrirebbe tantissimo” pensò Hammy guardando il suo amore, e il suo arcinemico/alleato/partner di ballo/guardone preferito “peccato che serva a papà e me, ma forse…insomma, a questo punto non so se sarebbe davvero buona cosa se finisse nelle grinfie dell’MI6. Vada come vada tra me e Kevin, non posso permettere che rimanga solo. Insomma, almeno Flash deve restare. È strapieno di difetti e ha indotto Kevin ad andare oltre la linea, però a quanto sembra gli vuole bene per davvero”.

“guardatelo, sta piangendo come un bambino!” pensò Kid esultando “Il mio attacco deve avergli fatto più male di quanto pensassi, quindi penso sia giunta l’ora della mossa conclusiva, la Muscle Millennium!”

«sseh Hammy ho capito, è ora della mossa finale…»

«ma manco per niente!!! t’ho detto niente io a riguardo? No! E allora non-attento alle spalle!!!»

L’avvertimento era giunto troppo tardi però, perché Kevin aveva già brutalmente Kid Muscle ad uno stinco.

«ahiahiahiaahaihaihaihaiahi che maleeeeee!» si lagnò il kinniku, proprio come avrebbe fatto un bambino, tanto che invece di accanirsi Kevin rimase a guardarlo stando lì fermo come un cretino.

E beccandosi di conseguenza un calcio alla caviglia poco dopo, che lo fece crollare a terra.

«i tuoi sogni di gloria stanno per essere infranti, così come ho infranto la tua maschera!» esclamò Kid Muscle, iniziando a prendere l’avversario a calci e combattendo -senza rendersene nemmeno conto, come Emerald gli aveva detto di fare fin dall’inizio.

“se Kevin non fosse Kevin mi verrebbe da dire che era ora, oltre a “dagliele sode! Non fermarti a quei quattro calci!”…ma che diamine…?”

«Kid…cioè…io di tutti i modi stupidi che ho visto di farsi male questo è…» la ragazza fece un grosso sospiro portandosi la mani davanti al volto vedendo il piede di Kid incastrato nella maschera di Kevin «uff. Non ho parole adatte a commentare, temo».

«non infrangerai mai i miei sogni Kid Muscle! Sarai tu ad essere distrutto, ed attraverso ciò io ridarò lustro al nome della mia famiglia!» disse con forza l’inglese alzandosi e facendo cadere Kid a terra, per poi bloccarlo in una presa di sottomissione.

«spezzerò la linea di campioni della tua famiglia così come si spezza una collana di perle finte!» dichiarò poi, sbattendo il kinniku contro il tappeto.

«Kevin Mask è l’unico wrestler che riesce a distruggere qualcuno fisicamente e psicologicamente allo stesso tempo!» commentò Doc.

“però è un dilettante in confronto a QUELLA” pensò Lord Flash guardando Hammy “che gli ha fatto venire un attacco di panico dandogli del mostro”.

Nonostante il colpo piuttosto duro Kid si rialzò, e lui e Kevin ripresero a massacrarsi.

«è ora di chiudere questa storia!» sentenziò infine il kinniku «ultimate muscle!»

Il simbolo del suo potere gli comparve sulla fronte, e le cose parvero andare meglio, tanto che per tutto quel tempo Emerald non mise bocca su quel che stava facendo.

Poi Kid con un ultimo colpo scagliò Kevin contro le corde del ring.

«è l’ora!»

«no che non lo è! Non ti ho detto di utilizzare la Muscle Millennium mi pare!»

«ma è quello che voglio fare!»

«non costringermi ad usare l’absinthe!»

«non ci sto più ad essere uno strumento Hammy, mi dispiace, voglio chiudere quest’incontro e lo farò!» concluse Kid Muscle scagliando in aria Kevin con un calcio e lanciandosi contro le corde del ring.

«KID, TI HO DETTO DI NO!!!»

«MUSCLE MILLENNIUM!»

                                                      

 

 



«corri Checkmate!!! Se Lord Flash è chi credo io, Kid è in guai ancora più seri di quanto pensassimo!»

“per non parlare dell’arrivo in ospedale di Mr.Lancaster, ma quello poco conta adesso”.

Meat avrebbe tanto voluto avere un aereo privato o simili per poter raggiungere il suo pupillo allo stadio, ma purtroppo lui e Dik Dik dovevano accontentarsi di una specie di pony express. Meglio di niente, e comunque avrebbe viaggiato anche in risciò pur di arrivare a destinazione.

Da quando Meat aveva visto Kevin utilizzare il Polverizzatore Mac aveva collegato i vari indizi, ed era arrivato alla conclusione che l’allenatore di Kevin Mask non fosse altri che Warsman, lo spietatissimo chojiin russo.

Nonché la persona che Hammy e suo padre stavano cercando da un pezzo.

Dalle immagini che aveva visto sul proprio portatile Meat aveva capito anche un’altra cosa: Emerald, a sua volta, aveva tratto la stessa conclusione. Ed aveva tentato di raggiungere telefonicamente il padre, senza risultato a giudicare dall’espressione insoddisfatta sul suo volto.

Ed ora Kid aveva smesso di ascoltarla, decidendo di fare di testa propria, e Meat non sapeva quanto questo fosse conveniente. Meglio un Kid sotto ipnosi o un Kid che faceva cavolate come quella? Il piccolo allenatore non riusciva a decidersi.

«ma tu pensi davvero che…»

Le parole di Dik Dik furono coperte dai forti rumori prima di un elicottero che passò sopra di loro, poi di una lunghissima fila di grosse auto nere rinforzate che  -andando a oltre duecentotrenta all’ora- li superarono rapidamente. Sia quelle che l’elicottero di prima sembravano diretti esattamente dov’erano diretti anche lui, Van Dik e Checkmate, ossia allo stadio. E sarebbero arrivati sicuramente prima di loro.

«whoa, e che cos’era, l’esercito?» allibì Dik Dik, decidendo di alleggerire Checkmate ed iniziare a correre per conto suo.

«non lo so, ma qualunque cosa fosse non possiamo stare a pensarci ora! Non possiamo fermarci!»

“però ho la vaga impressione che tu non ti sia sbagliato del tutto, Dik Dik”.


«c’è un silenzio siderale mentre Kid, nonostante gli avvertimenti di Emerald, si prepara a scagliare il suo attacco!» commentò Mac.

«distruggilo, usa la Muscle Millennium!» esclamò Trixie.

«finalmente, era ora che attaccassi a modo tuo Kid! Meglio tardi che mai…» aggiunse Roxanne.

«forse non dovrò più disdire l’appuntamento dal parrucchiere!» esultò Chichi. Tale considerazione non c’entrava assolutamente niente con quel che stava succedendo, ma di quell’appuntamento la ragazza aveva senza dubbio un gran bisogno.

«manca soltanto un minuto a quanto ci mise King Muscle a sconfiggere Robin Mask nelle finali del ventunesimo Torneo Chojiin! Forza Kid! Batti e Kevin e tuo padre allo stesso tempo! vendicati, di quell’incontro/esibizione!» lo incitò Wally. Terry rimase in silenzio, pensieroso.

«Kid, non hai imparato niente!!! Non pensi che se Emerald ti ha detto di aspettare possa esserci un motivo valido?!» gli urlò El Niño.

«non ne vedo il motivo. Insomma, la mia mossa funziona sempre, perché non usarla ora? così prendo il mio trofeo e ce ne andiamo a mangiare…e stavolta la gara a chi mangia di più la vinco io Hammy!»

Lei non disse una parola. Non lo guardava nemmeno, fissava il vuoto e scuoteva la testa. Ma perché, perché non aveva voluto darle retta quel grandissimo idiota?

“usa l’absinthe, Emerald”.

Le rare volte in cui si era trovata in mezzo ad un incontro col ruolo che aveva ora -durante gli addestramenti-  la “voce della coscienza” di solito era identica a quella di suo padre.

“ma lui ha detto che non vuole”.

“avete fatto un patto, Kid Muscle ha promesso che ti avrebbe dato ascolto qualunque cosa tu gli avessi detto di fare. Lo sta rispettando, Hammy? Non mi sembra. E se fa così questo sciocco si farà battere dal figlio di Robin Mask e da quella bestiaccia delle steppe. È questo che vuoi?”

“ma se Kevin vincesse non mi dispiacerebbe lo stesso…insomma, si è impegnato così tanto, e io lo so bene, perché c’ero…”

“lo so che sei innamorata di quel ragazzo, ma che figura faresti se Kid perdesse?”

“sono una DJ che si è improvvisata allenatrice, nessuno si aspetta chissà cosa da me anche se ho anni di addestramento alle spalle”.

“non è così che funziona in questo mondo. Qui o dai il massimo o sei fuori. E se poi Kevin Mask, la bestia e i tuoi amici iniziassero a pensare che vali meno di quanto invece è in realtà? Non dico che lo faranno per forza -e della bestia comunque non ci interessa, a dire il vero, quando mai le bestie hanno un’opinione degna di nota?- ma potrebbe accadere. E tu sosterresti l’idea che Kevin ti consideri così poco? Non credo proprio”.

“Kevin non mi considererà mai ‘poco’, credo che lui mi ami ancora”.

“Hammy…sii ragionevole, prendi tu il controllo adesso e fai vincere a Kid quella cintura”.

“mi dispiace, ma non intendo mancare di rispetto a Kid più di quanto abbia già fatto -nonostante avessi il suo consenso- se vuol lanciare la Muscle Millennium, che lo faccia, magari troveremo un modo per uscirne. E potrò dargli del tonto da qui fino alla fine dei suoi giorni per non avermi dato retta”.

E fu così che Emerald rimase in silenzio.

«Kevin! adesso!» esclamò Flash battendo le mani sul tappeto «frantuma la sua Muscle Millennium! Puoi farcela, ragazzo mio!»

«hai ragione, Lord Flash! Tattica speciale numero zero…Maelstrom Power!»

«ma quale Maelstrom! Se Kevin si illude che gli basti accendersi come una lampadina per battere Kid allora gli serve una lampadina nuova, oltre che una bella ripassata della storia del wrestilng. Anche suo padre non è mai riuscito a rovesciare le sorti della dinastia Kinniku, e mi dispiace dirlo ma Robin Mask era un wrestler due volte più in gamba del figlio…»

«“due volte più in gamba”…se mai due volte più stronzo» commentò Emerald.

«non ti permettere mai più di dire una cosa del genere!» sbottò il russo aspramente.

«so quello che dico, e so anche che tu sai che so quello che dico, e sai perché!»

Mh. Si. Tutto molto chiaro. Beh, per Lord Flash lo era davvero.

«credimi, non è lui il vero stronzo» ribatté comunque, tenendo come Emerald e tutti gli altri gli occhi puntati verso il cielo, a vedere come sarebbe andata a finire.

«non riattaccare con quella storia di mio padre, altrimenti ti sparo sul posto, me ne frego se siamo in mondovisione».

«lo sai cos’ha fatto».

Nessuno faceva caso alla loro conversazione. L’attenzione di tutti era puntata su Kevin, che incredibilmente sembrava essere davvero riuscito a bloccare la mossa finale di Kid!

«non può essere! Quell’attacco non era mai stato bloccato da nessuno!» allibì Jacqueline.

«so solo quel che mi hai detto tu. Ma se fosse vero, anche se io non ci credo nemmeno un po’…» ormai le parole di Hammy erano una sorta di mormorio, essendo sorpresa dal fatto che a quanto pare Kevin ce l’aveva fatta sul serio «esistono predatori e prede. L’uomo è il predatore, la bestia è la sua preda; è la natura. Così mi ha sempre detto mio padre».

Flash evitò accuratamente di rispondere, decidendo di concentrarsi sulla gioia che provava. C’erano. Lui e Kevin c’erano davvero, alla vittoria mancava tanto così, a saldare il suo debito verso Robin mancava tanto così! Ce l’avevano fatta, e poco era importato che Emerald si fosse schierata dalla parte di Kid; loro ce l’avevano fatta ugualmente!

La guardò.

Come aveva potuto arrivare a temere che quella ragazzina, una puttanella beona, potesse diventare davvero un problema? Che gli era passato per la testa?

“predatori”! “prede”! Che blaterasse pure, intanto lui e Kevin le avevano suonate a lei e Kid, giusto? Che la smettesse di darsi arie, dunque, perché non ne aveva motivo. Era una piccola perdente alleata con un altro perdente di passa cento chili, tutto qui.

Era da tempo che non provava una tale gioia. Se non fosse stato così abituato all’autocontrollo -lasciando perdere le volte in cui a causa di Emerald questo veniva facilmente meno- probabilmente si sarebbe messo a saltellare come uno juventino che vede la propria squadra battere l’ Inter per 3 a 1.

«ho cercato di avvertirti Kid! Cosa credi che abbia fatto ogni giorno, prima che iniziasse questo incontro? Ho studiato come bloccare la tua Muscle Millennium!»

Kid povero era sconvolto. Rimpiangeva di non aver dato retta ad Hammy, adesso.

«mi sono coperto di lividi, massacrato, mi è venuto anche un gran mal di pancia…»

«En-te-ro-ger-mi-naaaa…pa pa da pa pa…» canticchiò Emerald da sotto dopo aver finito la bottiglietta verde.

No, nonostante la situazione tragica non aveva potuto farne a meno. Kevin comunque finse di non sentire, pur iniziando a condividere l’opinione di Flash sul fatto che Emerald in quella bottiglia non avesse messo dell’acqua.

«…ma ci sono riuscito».

«qualcuno mi dica che sto sognando, che tutto questo non sta succedendo…» si lagnò Kid. Kevin a quel punto sciolse la presa, e fece sbattere Kid contro il tappeto.

Lord Flash non era il solo ad essere euforico. Anche Kevin sentiva praticamente di avere già la vittoria in tasca, era fatta, era fatta!...

E ormai tutti quanti conosciamo l’effetto dell’euforia su Kevin Mask: un grosso aumento di arroganza e stronzaggine. Precisamente il tipo di cosa che di solito faceva andare ad Emerald il sangue alla testa portandola a rispondergli per le rime anche quando il loro legame praticamente non aveva alcun problema.

«ti senti meglio, Kid? Dovevi sapere che era solo questione di tempo e che prima o poi qualcuno avrebbe bloccato la tua mossa. L’attesa di questo momento deve averti distrutto».

Kid, disteso a terra, mugugnava dal dolore e lo shock. Uno shock condiviso da tutti.

«oh no…Kid Muscle!» esclamò El Niño.

«è finita. Kid è arrivato alla fine ormai, Kevin lo ha ridotto come una frittata» disse Terry.

«devo concordare con Terry: Kevin Mask è stato fantastico» ammise Wally, anche se gli costava.

«dovevamo aspettarcelo. Kevin si è impegnato tanto, soffrendo come mai gli è successo nella vita; è questo che gli ha fatto superare Kid Muscle».

«anche Kid ed Emerald si sono impegnati a fondo per vincere! Sono ricorsi perfino a…a quella cosa…» mormorò Roxanne «ha ancora ottime possibilità di vincere, è andato al tappeto altre volte e si è sempre rialzato…»

«sii realista, Roxanne».

«è arrivato il momento di gettare la spugna, non credete?» domandò Kevin ad Emerald e Kid in tono supponente. Kid si rialzò a fatica.

«i-illuso!» lo apostrofò con una smorfia di dolore sul volto «io non perderò contro un perdente come te!»

«sono solo chiacchiere, Kid. Le tue parole non mi fanno nulla, e nemmeno i tuoi attacchi. Hai già dimenticato che io li ho bloccati tutti? Perfino la tua “insuperabile” Muscle Millennium?»

Kid arretrò con un urletto spaventato nel ricordarlo.

«Em…cosa viene dopo la Muscle Millennium?»

Nessuna risposta.

«v-vuoi dire che io non ho altri attacchi?»

No, non se non era sotto absinthe. Ma a che pro dirglielo?

«la smetti con il trattamento del silenzio e mi dici cosa devo fare?!»

«adesso le chiedi consiglio? Quando ti ha detto di aspettare prima di sferrare la Muscle Millennium l’hai ignorata» gli ricordò Flash «non puoi pretendere che ora risolva i tuoi problemi. Anche perché francamente dubito che una sciocca ragazzina incapace che si è immischiata in cose più grandi di lei possa farlo» aggiunse.

A quel punto Kevin si rivolse ad Emerald, che stava ancora in silenzio.

«arrenditi, Emerald. Lascia stare. Tutto questo era una causa persa, e tu lo sapevi fin dal principio. Guardati. Ti sei rifiutata di utilizzare il controllo ipnotico quando lui ha voluto fare di testa sua, non riuscendo a sostenere l’idea di farmi veramente del male, come non sei riuscita a tradirmi per davvero. Tu ed io lo sappiamo perché, giusto?» l’inglese si avvicinò alle corde «ed è anche perché è a TE che voglio dedicare la mia vittoria, che voglio essere magnanimo…» disse, sempre con quell’aria arrogante e supponente. Ma non ricordava cosa succedeva ad usarla con lei? Non si rendeva conto che in quel modo avrebbe ottenuto tutto il contrario di ciò che voleva? Evidentemente no.

«…ed offrirti l’opportunità di saltare sul carrozzone dei vincitori. Arrendetevi adesso, arrenditi adesso, e mi dimenticherò della stupidaggine che hai fatto nell’essere così sleale verso di me. Ti sto tendendo la mano, Emerald…ti conviene prenderla».

Traducendo dal “kevinese” all’italiano tutta quella fanfaronata significava “sto vincendo per te, pensando a te, è per te che l’ho fatto, torna da me, non mi interessa cos’è successo se mai ne parleremo in seguito, ma adesso torna da me”…

«perché non vai tu a “prenderla” in quel posto, mh?»

…solo che evidentemente Hammy non aveva attivato il traduttore automatico kevinese-italiano.

«e tu, bestiaccia che non sei altro» la ragazza guardò Flash «ficcati nella tana di una puzzola, se mai dovesse accettarti, ed evita di uscirne. Con le tue frecciatine e con la tua» tornò a guardare Kevin «“magnanimità”, mi ci pulisco amorevolmente il c…»

«non fare la sciocca, getta la spugna, approfitta della mia generosità e finiamola qui».

Traduzione: “non essere testarda, ti rivoglio, mi manchi maledizione!”

«e lasciala perdere, è solo una sciocca!» sbuffò il russo.

«parla quello che con le troppe chiacchiere s’è disegnato un bersaglio sulla testa!!!» sbottò lei. Facendo il collegamento con quel che intendeva, Flash iniziò a pensare che forse non aveva tutti i torti. Poi però lasciò perdere. Era una giornata troppo perfetta perché qualcosa potesse andare storto.

«dai, è finita. Emerald…Hammy…» Kevin si avvicinò ancora «non essere testarda, sai che non direi niente di tutto questo se non ti rivolessi davvero, e completamente, dalla mia parte» le mostrò i bracciali «lo vedi cos’ho al polso? Lo sai cos’hai tu al collo? Te la ricordi la promessa che ci siamo fatti?»

«ho una memoria eidetica. È ovvio che me lo ricordo».

«molto bene. Allora se per te significava qualcosa agisci di conseguenza…»

Mormorii tra il pubblico.

Perché la cupola sopra lo stadio aveva iniziato a chiudersi?

«Ikimon, ma che accidenti fai?!» sbottò Vance.

«non sono io! Il telecomando non funziona!»

La cupola si chiudeva sempre di più, e rapidamente.

«ma che …?!» Kid si ritrasse ancora, molto allarmato «perché la cupola si chiude?!!»

Anche Kevin non se lo spiegava. Se non c’entravano i MacMad…chissà, forse era un guasto tecnico…

Si guardò attorno, mentre faceva sempre più buio.

Perché in giro non c’erano più addetti? Non uno che fosse uno, nemmeno i tizi che distribuivano il cibo?

«ma che diavolo sta succedendo?!» sbottò. Detestava non capire cosa gli accadeva attorno. La cupola si chiuse del tutto, tutte le luci si erano spente escluse alcune che ancora illuminavano il ring in maniera piuttosto fioca e quelle minuscole di posizione lungo le entrate ed i gradini degli spalti «Lord Flash, qualche idea?...Lord Flash? Mi stai ascoltando?»

No, non lo stava ascoltando. Non ascoltava lui, non ascoltava i mormorii del pubblico, non ascoltava Ikimon che sbraitava in uno walkie-talkie ad addetti che non rispondevano.

Perché in tutto lo stadio, a parte Robin Mask - finito chissà dove in quel momento; non era più all’entrata lassù in cima, Dio solo sapeva perché -  era l’unico che aveva capito.

L’unico che ricordava.

Il rumore di uno sparo contro il soffitto fece zittire il pubblico.

Dall’impianto audio dello stadio partì una musica che, sentita una volta, Lord Flash non aveva mai dimenticato.

“O Fortuna…”

No, non l’aveva dimenticato. Come avrebbe potuto farlo? Quella era la colonna sonora che aveva accompagnato l’entrata, nell’unico incontro che avesse mai combattuto…

“velut luna…”

…dell’uomo che gli dava la caccia da anni. L’unico uomo del quale avesse veramente un cieco terrore. Si, lui, Lord Flash, Warsman, uno dei chojiin più spietati di tutti i tempi, era terrorizzato da ...

“statu variabilis…!”

Un potente riflettore illuminò una delle entrate in cima allo stadio.

Eccolo lì, Howard Lancaster.

La schiena era dritta, il viso rivolto verso il basso rendeva impossibile vedere i suoi occhi. Aveva il completo, il fazzoletto rosso sangue, e teneva in mano un bastone da passeggio nero lucido con la punta in ferro.

«…papà…?» bisbigliò Hammy.

“semper crescis…”

Con una falcata l’uomo scese quattro gradini, battendovi contro la punta in ferro del bastone, forte, quando la musica fece una pausa. Nel silenzio di tomba che regnava nello stadio, quel rumore risuonò forte quasi come il colpo di pistola di prima.

“aut decrescis…”

Altri quattro gradini, un’altra pausa alla fine del verso, un altro colpo del bastone.

Flash se lo sentiva, lo sentiva ovunque sotto la propria pelle, Howard Lancaster era venuto per lui! Non era lì per assistere la figlioletta, pensava guardandolo pietrificato dalla paura, era venuto lì per finire il lavoro iniziato undici anni prima, era lì per lui, LUI, per prendersi la sua testa e metterla accanto a quella degli animali che aveva ucciso durante le sue battute di caccia.

“vita detestabilis…”

Quattro gradini, pausa, colpo. Nessuno aveva il coraggio di parlare, gli occhi erano tutti puntati su Howard e sulla sua lenta discesa.

nunc obdurat…”

Kid Muscle perso ogni ritegno si era nascosto dietro Kevin, aggrappandosi alla sua gamba. E l’inglese era tanto inquieto che non si curò nemmeno di cacciarlo via.

Ikimon tremava come una foglia, Vance e Jacqueline erano pallidi. Anche Emerald non parlava, ma più che inquieta lei al 90% era…incuriosita. Quindi quello era l’esempio della pressione psicologica di cui suo padre le aveva parlato? Wow.

Non si rendeva conto di come stavano davvero le cose, non ancora. E forse non l’avrebbe mai fatto. Era perfino lieta che lui fosse arrivato, finalmente.

“et tunc  curat…”

Il russo aveva iniziato a tremare quanto e forse anche più di Ikimon, gli occhi sbarrati, i muscoli delle gambe in tensione. L’animale pronto alla fuga nel vedere il cacciatore.

“ludo mentis aciem…”

Gli amici di Kid, Doc, e anche Mac erano nelle stesse condizioni di tutti gli altri. Non riuscivano a dire una parola.

“egestatem…”

Kevin si voltò ad osservare Lord Flash.

E in quel momento anche lui capì…

“mi considera una bestia rara di cui vuole la testa”.

La sua paura ogni volta che parlava di quell’uomo, quell’uomo…

Quell’uomo che gli aveva dato la caccia era proprio lui, Howard Lancaster.

“potestatem…”

Quattro gradini, pausa della musica, colpo di bastone.

“dissolvit ut glaciem…”

Hammy spostò lo sguardo da suo padre a Flash, che aveva iniziato ad indietreggiare pian pianino, sperando solo che le gambe lo reggessero e non lo facessero cadere per il troppo tremare. La giovane Lancaster non poteva credere di star vedendolo davvero in quel modo. Era spaventato a morte. Ma perché?

“Sors immanis

et inanis,

rota tu volubilis…”

Doveva andare. Doveva andare via di lì immediatamente.

Quello era l’unico pensiero di Lord Flash al momento.

“status malus,

vana salus

semper  dissolubilis…”

Nonostante ormai fosse in età piuttosto avanzata il russo sapeva ancora combattere. Ovvio. Certe cose non si disimparavano mai.

Ma…combattere? E chi ci riusciva?

No.

No, no.

Indietreggiò ancora di qualche passo, incespicò, non cadde solo perché si aggrappò al ring.

“obumbrata…”

Quattro gradini, la pausa, il colpo.

“et velata…”

I ricordi…i ricordi iniziavano ad ammassarglisi in testa, spietati, senza lasciargli sollievo o respiro.

“mihi quoque niteris…”

Come aveva potuto essere così cieco, come aveva potuto desiderare di far nascere un’amicizia con quell’uomo? Uomo…uomo, lo chiamava, ma era esatto?

No, per lui non era esatto, per lui era il diavolo in persona, il Signore degli Inferi che gli aveva scagliato contro i suoi demoni. Riviveva ognuna delle orribili sensazioni che aveva provato mentre lo vedeva scendere, gli era vicino, sempre più vicino, troppo vicino.

“nunc per ludum

dorsum nudum

fero tui sceleris…”

Per quanto sarebbe riuscito a reggere la tensione, per quanto ancora avrebbe potuto trattenersi, controllare i muscoli delle gambe, che ormai sentiva pulsare disperatamente?

“Sors salutis…!”

Howard aveva completato la discesa, sollevò finalmente lo sguardo e Flash rivide gli occhi di smeraldo del predatore guardare lui, proprio lui. Non si controllò più, ora il controllo lo avevano la paura ed i ricordi, non sentì più nulla se non il proprio urlo, fuggì correndo lungo la via per la quale era entrato con Kevin nello stadio, gli occhi temporaneamente chiusi nella speranza di non vedere gli ALTRI occhi, quelli della pantera…vana speranza…non bastava chiudere gli occhi per scacciare un’immagine che si aveva impressa a fuoco nella mente.

“et virtutis

mihi nunc contraria,

est affectus

et defectus

semper in angaria…”

Kevin lo chiamava, ma era inutile, il suo allenatore era pazzo di paura e non sentiva niente. Howard Lancaster stava ormai camminando verso il ring, continuando a guardare Flash.

Solo a quel punto ad Emerald venne il dubbio…”ma gli avrà dato la caccia davvero allora?”.

Howard sollevò la mano sinistra in un breve cenno.

“Hac in hora…!”

Da ogni entrata, dalla cima degli spalti lungo tutta la circonferenza dello stadio partirono dei puntatori laser che dipinsero Flash, e la strada davanti a lui, di un rosso acceso. Era sotto tiro. Era spacciato. Quanti erano gli uomini di Lancaster, quanti?!

 “sine mora…!”

Uno dei venti uomini posizionati davanti a quell’entrata -Connors- con un sorriso arrogante gli fece cenno di voltarsi.

Col respiro affannato, irregolare, tremando come mai, si trovò costretto ad obbedire.

“corde pulsum tangite…”

Howard Lancaster gli stava facendo cenno di tornare indietro, dov’era prima, all’angolo di Kevin.

Ma lui non voleva…non voleva…

Connors sparò ad un centimetro dai suoi piedi. Messaggio chiaro. Doveva tornare al suo posto, o sarebbe morto immediatamente invece che dopo.

Capendo come dovevano sentirsi i condannati a morte, il russo obbedì, tornando indietro a passi lenti, sempre tremando come mai aveva fatto in vita propria.

Howard era accanto ad Emerald ora, e le aveva posto una mano sulla spalla come a dirle “va tutto bene principessa, c’è papà adesso”.

“quod per sortem

sternit fortem,

mecum omnes plangite!”

Mr. Lancaster sollevò il bastone, e durante l’ultima parte musicale la cupola dello stadio iniziò a riaprirsi. Tutti tornarono a vedere il cielo, carico di nubi nere, esattamente dopo aver sentito l’ultima nota.

«fino ad ora ti è andata bene. Ma come puoi vedere, la sorte di un uomo - o anche di una bestia come te - può mutare nel tempo di una canzone».

 Lord Flash, che lo guardò terrorizzato, e allo stesso tempo dava delle brevissime occhiate anche ad Emerald…come in cerca di un aiuto che difficilmente sarebbe arrivato.

 

 

***

 

Se conoscete “O Fortuna” potete rendervi conto dell’atmosfera che c’era. Se non la conoscete cercate “O Fortuna, Orff”…e a quel punto magari capirete perché tutti se la sono quasi fatta sotto. Questa si che è un’entrata!

 

Grazie a tutti quelli che:

- leggono

- seguono

- recensiscono.

 

   
 
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