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Autore: IrisDeBlanche    06/02/2014    0 recensioni
Viviamo, e a volte non ci accorgiamo neanche di farlo. è naturale, semplice.... ma mica tanto. Perché un giorno ti svegli e ti accorgi che l'amico che ti stava accanto ti ha voltato le spalle, che il 30 al test di fisica non ti basta più, che forse quei punti di rifermento che credevi eterni, non sono poi così stabili. E così tutto quello che sembrava banale e semplice diventa complesso, insostenibile...
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'altra volta. È successo un'altra fottuta volta. Cazzo, non importa quante volte io lo ripeta, quella ragazza non capirà mai che una volta mangiati i cereali bisogna richiuderli con le apposite mollette. È ovvio che poi la mattina dopo fanno schifo. Voglio dire, non hai bisogno di studiare alimentazione per capirlo. Ma forse per la sua piccola e stupida testolina bacata capire dove mettere la chiave è già troppo. Beh, almeno ci riesce in pieno. No, dico sul serio. Ormai è così esperta che sa adattare anche le chiavi più difficili alla sua serratura... però cazzo, dopo un giorno passato all'università pulire questo schifo... le lascerò un altro post it :

 

“I cereali vanno chiusi. Pulisci questo schifo. Stasera vado a lavoro e torno per la mezza. Cerca di finire prima.”

 

E sì, con Carol bisogna sempre specificare. Essere diretti è essenziale, dato che l'ultima volta mi sono addormentata alle due. Non c'è bisogno che mi fai sentire che hai avuto un orgasmo. Se proprio ci tieni, me lo puoi dire anche il giorno dopo.

Guardo l'orologio. Le 7.30. Cazzo, quel bastardo se non mi fa fuori oggi non so quando gli sarà possibile ancora. Meglio correre. Potrei prendere il bus, ma sarà così pieno e così in ritardo che mi conviene farmela a piedi, anche se dopo puzzerò più del pollo che ha preparato Carol domenica scorsa.

Eccolo qui, il "bistrot più in della città", come si ostina a chiamarlo Marius, il proprietario, benché non sia un bistrot né tanto meno “in”. D'altro canto,come si dice, contento lui, contenti tutti.

Waoh, si è appostato davanti alla porta,e dall'aria mi sa anche di incazzato, oggi non la scampo.

<< Oh, ecco chi si vede, ha forse perso l'orologio signorina? È quasi un'ora di ritardo; qui la gente ha fame>> mi fa con aria canzonatoria. Si vede che ci gode a riprendermi."Sicuramente non lei, dato che non ha affatto l'aria particolarmente sciupata" vorrei cantargli dietro, ma il lavoro mi serve ancora, malgrado la paga da fame.

<< Mi scusi ma una mia zia è stata appena ricoverata, è molto anziana e...sa com'è, ad una certa età si sente particolarmente bisogno di affetto >> gli rispondo con un sorrisetto serafico cercando di tagliare corto. È una grossa palla, lo so io e lo sa lui, ma se non altro permette a me di andarmi a cambiare e a lui di continuare a masturbarsi mentalmente con la commessa del negozio di fronte.

<< Non mi ricordavo che avessi qualche zia qui>> mi fa Jane, con un occhiolino mentre m'infilo la camicia.

<< E io non mi ricordavo che le tue orecchie avessero raggio di azione così ampio >>

<< Mmm siamo pungenti stasera. Giornata dura ? >>

<< Neanche te lo immagini>> le faccio con un mezzo sorriso che vorrebbe dire tutto ma che in realtà non significa niente.

E subito le urla del grassone ci riportano alla triste realtà di 30 persone affamate,che non mangiano dall'ultimo hot dog di un'ora prima (poveri loro)e che se la prenderanno con te se il cibo è freddo o salato, che per quanto tu possa essere gentile si ricorderanno solo dell'acqua che hai versato su delle snickers da quattro soldi che comunque avevano bisogno di una lavata e che alla fine di daranno una mancia di tre nichelini e una gomma mangiucchiata. “Life sucks” c'era scritto sul muro della stazione stamattina. Beh, tesoro, se hai avuto il tempo di scriverlo significa che hai ancora altri cento motivi da scoprire per tagliarti le vene.

Ci dividiamo i tavoli. A me è capitata una giovane coppietta. Che schifo. Li guardo e mi dico che questi non durano un altro mese. I modi melensi e affettati di lei mi ricordano le cheerleaders del liceo mentre quell'espressione da "sono figo e lo riconosco di lui" mi sa tanto di "eh, tu sì che sei fortunata baby!!" . Ok, torno indietro sulla terra:stanno ordinando e io ho già perso la prima parte dell'ordine. Passo anche per gli altri tavoli e poi porto le commande a Jake. È una sorta di cuoco,(ma in fondo qui tutti siamo una sorta di qualcosa). Ci raggiunge anche Jenny, e mentre lui cucina ( se friggere dei surgelati si può chiamare tale) iniziamo il solito gioco di sempre.

<< Hai visto la coppia lì in fondo ? >> mi fa lei.

<< Intendi il re e la reginetta del liceo? >>

<< Ma no, quelli sposati. io dico che stanno festeggiando l'anniversario >>

<< Io dico che tempo una o due settimane divorziano >>

<< Stai scherzando, guarda come sono felici. Non litigano e li ho sempre sentiti in argomento, ciò significa che la coppia è ancora viva >>

<< Jay, non sono felici: lei sorride per il botox, che probabilmente si sarà fatta come ultimo gesto disperato per tenersi il marito, o semplicemente per autoconvincersi che va tutto bene, motivo che la spinge a parlare quanto più possibile. Il marito invece è tutto giulivo perché pensa all'amante che lo aspetta dopo cena,e che raggiungerà con la scusa del lavoro >>

<< Preferisco la mia versione >>

<< Come sempre >> le rispondo.

Pronti i piatti li serviamo. Come avevo pronosticato il marito se ne va via prima della moglie, mentre dalla faccia della cheerleader si desume che l'anello non è quello che si aspettava. Forse dureranno anche meno di un mese.

Quando anche l'ultimo cliente, ovviamente insoddisfatto, se ne va, mi preparo per andarmene.

<< Un passaggio? >> mi fa Jake. Ovviamente accetto. Una giovane ragazza non dovrebbe mai camminare a quest'ora di notte per le buie e pericolose vie di Pittsburgh.... e soprattutto se posso evitare di camminare, tanto meglio. C'è solo un problema : Jake parla. Ma non normalmente, lui parla e parla e parla e non so se si rende conto che a me non frega niente di quello che dice perché dopo una serata come questa voglio solo andare a dormire. Fatto sta che continua a parlare. E poi all'improvviso si ferma e fa :

<< Che ne pensi di Jaqueline? >>

È la sua nuova ragazza e il suo essere eterno sfigato e l'aver avuto due di picche tutta la vita (in pratica le uniche donne con cui aveva contatto erano quelle delle copertine di Playboy) lo portano a cercare conferme sulle sue scelte in campo amoroso. Ora ,si potrà pensare che un passaggio vale almeno un pò di conversazione. Ma come cazzo faccio a dirgli che quello scempio all'evoluzione che si è trovato è un'oca giuliva di proporzioni macroscopiche e che la sua sola vista mi comporta un innato sentimento omicida nei suoi confronti ? Ovviamente sono una persona educata, ed è mio amico, quindi gli rispendo << Che ne so? Mica sono lesbica ? >> e così me la svigno.

Finalmente sono arrivata: altre informazioni sulle doti canore della gallina e l'avrei mandato a quel paese.

<< Ci vediamo domani >> gli faccio.

<< Ciao >> mi risponde lui con un sorriso stanco ma sincero. E se ne va.

 

Sto sotto al palazzo, sta iniziando a piovere. Dovrei entrare. Eppure non ci riesco.

So già che salirò sopra, imprecherò contro Carol che si sta scopando l'ennesimo bell'imbusto incontrato in palestra, poi mi chiuderò in camera e con l'i-pod al massimo cercherei di decriptare quel manuale di fisica, e oggi proprio non ci riesco.

Oggi non riesco a continuare ad essere come ieri, a studiare fingendo di capirci qualcosa, a sottolineare pensando che non sia fatica inutile e che tanto finirò a lavorare in un Mc Donald, o peggio, che resterò a lavorare per quel sottouomo di Marius.

E ora che cazzo mi prende? Cos'è quest'aria deprimente? Perché sto piangendo? Perché cavolo sto piangendo? fa qualcosa. muovi le gambe. o dio, sto parlando con me in terza persona. è ufficiale, sono da ricovero. presto farò compagnia a zia Maggie in ospizio. Se non altro avrò crostata al cioccolato ogni mattina, e un'ottima veduta sul sedere di quell'infermiere del secondo piano .., beh, anche quello del primo piano non è male. Almeno mi è tornato il buon umore.

ed è proprio con questa voglia di tagliarmi le vene con un rasoio arrugginito che mi infilo nel primo bar che trovo. è una topaia, come ogni cosa in questo quartiere d'altronde. una nuvola di fumo aleggia per la sala. In fondo c'è un biliardo dove dei quattordicenni tra una canna e una Corona cercano di mostrare al mondo il testosterone che non hanno e una peluria che atteggiano a barba, nella vana speranza di far colpo sulle ragazze sedute al tavolo accanto, che nel frattempo fanno il filo a ragazzi fuori dalla loro portata. In un angolo, al buio, dove la luce del neon malfunzionante non arriva c'è un uomo, probabilmente sulla cinquantina, che tra un gin tonic e l'altro si guarda in giro, forse con l'ansia di essere riconosciuto. Sarà uno di quelli d'alto borgo, che vive dall'altra parte della città. Chirurgo o avvocato di giorno e alcolizzato di notte;starà cercando sul fondo della bottiglia il motivo del suo matrimonio infelice o del perché la vita si sia rivelata diversa da come se la prospettava al college. E anch'io con la speranza di trovare qualche risposta mi dirigo al bancone.

Non faccio in tempo a sedermi su uno di quei scomodi sgabelli che mi si avvicina un tizio, un ragazzo, avrà all'incirca la mia età, forse un pò più grande.

<< Posso offrirti qualcosa? >> mi fa con un sorriso sghembo, passandosi una mano tra i capelli. No, seriamente, pensavo che certi tipi esistessero solo nelle ff di qualche directioner arrapata. Ma davvero con quel sorrisetto da fighetto del quartiere pensa di fare colpo?

<< Vedi, se mi avessi chiesto direttamente se mi andava una botta e via, forse avrei accettato >> . Come se non avessi capito dove voleva arrivare.

<< Beh, diciamo che mi considero un gentiluomo: che non si dica che non so come trattare una donna >>

Cazzo, un'altra frase e giuro che gli vomito addosso. Dove le legge certe cose?

<< Cavoli, si vede che devi proprio ubriacarla una donna per avere una possibilità. Fai davvero così schifo a letto ? >>

Beh, penso che questa non se l'aspettasse dato che gli è appena andato di traverso lo scotch. O forse, semplicemente, faceva davvero schifo lo scotch. Fatto sta che finalmente si è tolto dai piedi.

<< Allora ragazzina, spero non sia venuta solo a scaldare la sedia >> mi fa il barista che ha assistito divertito alla scena.

<< Un whisky e coca,... più whisky che coca >> .

E così iniziai, per arrivare a fine serata con una bottiglia vuota di Jack Daniels.

<< Dovresti andare a casa >> mi fa Aldo, Baldo,Marco o come si chiama il barista.

E, appena trovato l'equilibrio, decido di seguire il suo consiglio.

Pensavo che scherzassero quando dicevano che vedevi doppio. Invece penso che uno dei due lampioni che ho davanti .....ahi, porca..., ah, penso di essermi rotta il naso e cos'è sangu..

<< Ehi, attenta a dove cammini >> mi urla un tipo a cui sono andata a sbattere in questo momento, cioè prima, non ora o poi e.... cavoli, sto messa proprio male, un altro semaforo e sto a casa.

Ahi, che mal di testa.

Ma cos'è questo rumore.

<< Beeeeep, beeeeeeep >>.

Cavolo, la testa... ma che cavolo si suona? Ma chi è che sta facendo questo rumore?

Rintronata dall'alcool mi fermo cercando di capire quanto reale sia questo casino nella mia testa.

<< Beeeeeep, beeeeeeeeeep >>

Sempre più forte.

<< Beep,beeeeeep >>

Da dove, una luce....

CRASH!!

 

 

 

 

 

 

 

  
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