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Autore: Serenity452    07/02/2014    5 recensioni
Undici anni dopo la Quarta Guerra Mondiale Ninja contro Kaguya, Itachi è sopravvissuto passando più di otto anni in coma, disperso in un villaggio senza nome.
Al suo risveglio decide di rimanere nell'ombra e vivere come cacciatore di taglie, per non portare scompiglio nella nuova e pacifica vita di Sasuke, ristabilitosi a Konoha dopo anni di viaggi in giro per il mondo.
Ma quando Itachi torna in segreto nel proprio villaggio ritrova Luna, la bambina che aveva salvato anni prima sulla strada di casa con Kisame.
Tuttavia Luna ormai diventata una ragazza adulta, bella e apparentemente indipendente.
Una ragazza capace di risvegliare in lui una passione irrefrenabile che farà tremare i loro cuori.
Una lotta interiore tra amore di lei e negazione di lui, fra differenze d'età, fragilità nascoste e amicizia.
Certo, se poi ci si mettono pure Naruto e Boruto, siamo sicuri che la storia d'amore funzionerà, no?
E Sasuke, come la prenderà?
[Revisione di You'll be in my heart!]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie, Più contesti
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Capitolo II: Moonwalker




Al mattino, quando Itachi aprì gli occhi, Luna era ancora dolcemente posata sul suo petto, come quando si erano addormentati, stretti l'uno fra le braccia dell'altro.
Sorrise, era carina come un angelo.
Itachi non si dava pace, si sentiva così turbato, tanto da non capire nemmeno più perché si trovava in quella grotta e non nel suo letto di Konoha, dove una volta svegliato avrebbe dato il buongiorno ai suoi cari, sarebbe andato a lavoro ed una volta tornato avrebbe aiutato Sasuke con i suoi compiti, per poi correre da Shisui a divertirsi.
Per la prima volta dopo tanto tempo desiderò che quella fosse la sua vita, la vita che avrebbe dovuto vivere, se non fosse stato incastrato in una catena di sciagurati eventi tra i vertici di Konoha e il Clan Uchiha.
Guardò di nuovo Luna, ancora fra le braccia di Morfeo o, per meglio dire, fra le sue braccia, cullata in un sonno tranquillo.
Era così carina e lo stringeva tanto calorosamente, come se davvero per lei non ci fosse nessun altro al mondo.
E lui? Lui provava la stessa sensazione?
Sì, qualcosa di simile, decisamente.
Poche ore, eppure Luna aveva fatto breccia in un muro alto e solido costruito da un Uchiha.
Come aveva fatto o quali mezzi avesse usato, erano un mistero.
Ma Itachi sapeva che in lei rivedeva il suo dolce fratellino.
Chissà, una volta giunto a Konoha per catturare il Kyūbi, come avrebbe trovato Sasuke.
Non poteva non chiederselo, ormai mancava davvero troppo poco.
Non era pronto, forse non lo sarebbe mai stato.
Non per le parole di odio che gli avrebbe riservato.
Luna si mosse piano, prendendo fiato bruscamente.
Il moro allora pensò che era meglio eliminare quell’abbraccio prima che Kisame lo vedesse, perché era risaputo che l'uomo pesce di Kiri era un gran pettegolo e presto tutta l’Akatsuki sarebbe venuta a sapere dell'esistenza di Luna.
E pensare che quei Mukenin cominciassero a spettegolare sul fatto che Itachi Uchiha avesse a cuore una bambina, poteva essere un punto debole per lui e un rischio per lei.
Sciolse l’abbraccio, ma la tenne su di lui, mentre gentilmente la svegliava.
Luna con una mano stringeva la maglia del ragazzo, mentre l’altra era poggiata sulle labbra.
-Hmmm…Io diventerò...la paladina dell'amore… -Itachi la guardò perplesso e gli scappò un risolino, ma poi sentì che anche Kisame si stava per svegliare e fece silenzio.
Kisame continuò a dormire, ma quando l'Uchiha tornò a guardare Luna si accorse che i suoi occhi d'ambra e miele erano aperti e lo fissavano spauriti e confusi.
-Va tutto bene, Piccina, sono io...Itachi, ben svegliata...-
-Ah! O-Ohayo, Itachi-san....-Mugugnò con la voce ancora impastata dal sonno, strofinando i suoi occhioni con il dorso delle mani.
Itachi si alzò e la posò sul sacco a pelo, dove lei si sedé.
-Kisame!-Chiamò il moro.
Lo spadaccino si limitò ad emettere qualche brusio rigirandosi nel sacco a pelo, era una cosa impossibile quell'uomo.




-Certo che hai una spada veramente enorme, Cììsame-san [Kisame]!-
-Ohe, mocciosa, pronuncia bene il mio nome!-Borbottò Kisame, saltando da un ramo all'altro con Itachi affianco a lui, che trasportava Luna, passata dall'imbarazzo per esser stata caricata in spalla da Itachi, al sentirsi completamente a suo agio insieme ai due Mukenin.
-Accidenti, Chisame-san! Hai un nome troppo difficile!-Sbraitò lei alzando i pugni al cielo e ciondolando pericolosamente all'indietro.
-Reggiti, maledizone!-Disse Itachi, ormai seccato difronte all'evidente intesa Kisame-Luna dove lui era stato tagliato momentaneamente fuori.
-E allora il tuo nome? Non è nemmeno Giapponese!-
-Il mio nome significa Tsuki, bakayaro, accidenti!-
-Certo che per essere una bambina tanto piccola hai fegato a chiamare uno grande il doppio di te in quel modo!-La provocò lo squalo.
Luna lo guardò sobbalzando dinanzi ai denti aguzzi di Kisame tutto sorridente.
-G-gomen, Kisamèè-san! Allora, me lo dici che cos'è la tua spada gigante?-
-É la Samehada, ma se non fai attenzione al suo nome, ti mangerà di certo!-La prese in giro Kisame.
Luna gli credette ed annuì soltanto, senza azzardarsi a tentare l'impresa di un nome così lungo.




Viaggiarono per tutta la mattina, fra le chiacchiere di Luna e Kisame, e ancora Luna che raccontava qualche strana e confusa storia tra le sue fughe dall'Asilo grazie ai suoi poteri che a volte erano da Shinobi ed altre da guerriera Sailor, che solo lei sapeva cos'era in realtà.
Verso mezzo giorno si fermarono nei pressi di un grande campo di grano, per accamparsi e mangiare qualcosa.
Si appartarono sotto un grande albero dalle foglie verdi e luminose, che emanava un profumo incantevole.
Itachi tirò fuori dalla borsa una scatola di medie dimensioni, poi ne estrasse un'altra simile avvolta in un fazzoletto blu.
-Tieni Kisame!-Disse Itachi porgendo al compagno il secondo recipiente, per poi aprire quello che aveva cacciato per primo.
Nella scatola, c’erano tre onigiri e qualche contorno, con un po' di carne.
-Noi divideremo il bento, stasera però ti farò mangiare come si deve, d'accordo?-
Luna sorrise ampiamente, annuendo con le gote lievemente arrossite.
-Arigatō, Itachi!-Gli disse facendolo sorridere.
Porse così uno degli Onigiri anche alla piccola, mangiarono in silenzio, anche se Itachi continuava a far muovere il suo cervello come un treno in piena corsa, che però percorreva sempre lo stesso binario, “Luna”.
Alla fine del pasto, Kisame regalò i suoi Dango a Luna ma la bambina annunciò che nemmeno a lei piacevano, così finì per mangiarli Itachi.
Poco dopo, Luna, volle sgranchirsi le gambe, così chiese ad Itachi se poteva
fare un giro nei dintorni, ma il ragazzo le disse che era meglio non allontanarsi.
-Suvvia, Itachi-san, lasciala andare, dopotutto la radura è facile da tenere d'occhio...-Gli disse Kisame facendo un cenno col capo a Luna, per farla andare.
Lei sorrise e annuì guardando Itachi, poi scappò via, saltellando fra le spighe di grano, alte e profumate.
Bene, adesso anche Kisame aveva voce in capitolo.
Fantastico, fra poco avrebbero litigato per il cognome da darle?
Vide la bambina correre lungo la discesa di terra, addentrandosi sempre di più nell’immenso campo di grano, con le braccia verso il cielo, finché ad un certo punto, svanì dalla sua vista. Itachi strabuzzò gli occhi, chiedendosi dove fosse finita.
-É caduta...-Disse Kisame, anche lui la stava tenendo d'occhio dunque?
Sì, sembravano proprio una coppietta di isterici genitori.
La lite per il cognome era vicina.
-Ehi, tutto bene, Koneko?-La chiamò a gran voce Kisame.
-Haiii, Kisame-san! Sono solo inciampata!-
Kisame rise ed Itachi invece voltò lo sguardo altrove.
Gli dava fastidio che Kisame improvvisamente avesse preso a cuore Luna, anche perché conoscendolo, uno come lui non avrebbe esitato ad ucciderla, se fosse stato necessario.
Dannazione, era chiaro che Luna non sarebbe stata un problema, piccola com'era, ma non voleva farla avvicinare a Kisame.
Dopotutto, l'aveva trovata lui.
Luna intanto continuava a giocare per conto suo, vagando qua e là, cadendo ed inciampando di continuo, sparendo e riapparendo dalla vista di Itachi e Kisame.
Ma quando i due Mukenin non la videro rialzarsi, il promo a scattare verso di lei fu Itachi.
Luna era fra le braccia di due Shinobi del villaggio di Suna, che le tappavano la bocca, mentre lei si dimenava.
Mukenin anche loro, ovviamente.
-Lasciate la bambina...-Disse Itachi, guardandoli con aria truce.
-Sei matto?! Questa qui sarà la nostra merce di scambio! Avanti, dateci tutti i vostri soldi e le vostre armi!-Sbraitò quello che teneva Luna.
In quel momento arrivò anche Kisame, annoiato come non mai.
-Come, ti sei già fatta catturare, Koneko-chan? Vuoi che ci pensi io, Itachi-san?-
L'Uchiha non rispose e valutò la situazione.
Erano dei deboli, lo si poteva ben vedere da come tremavano e stringevano Luna, oltretutto sembrava che non li avessero riconosciuti.
Bene.
-Non ce ne sarà bisogno, sono appena caduti nel mio Genjutsu!-
E difatti gli occhi rossi di Itachi si rispecchiarono in quelli dei due aggressori di Suna che in poco crollarono atterra, lasciando andare Luna che scappò dietro Itachi.
-Gomennasai, Itachi-San! Non mi allontanerò più da te! Non ti fanno male gli occhi, vero?!-Urlò la piccola, con le lacrime che scivolavano veloci sulle sue guance.
-Sta tranquilla, è tutto apposto, questi occhi sono la mia abilità innata...Lo Sharingan...-
Lei lo guardò preoccupata ed allora Itachi disattivò lo Sharingan così che lei potesse tranquillizzarsi.
-Arigatō, Itachi!-




Dopo aver ripreso il viaggio, i tre erano giunti nelle vicinanze di un piccolo borgo poco abitato quando il cielo si era ormai oscurato con dei grandi nuvoloni carichi di pioggia.
-Kisame… Riposiamo d'accordo?-Disse Itachi cominciando a rallentare.
-D'accordo, non ti farà bene viaggiare sotto la pioggia, conosco una locanda qui, andiamo lì...-
Itachi annuì ed i due si diressero verso la periferia del paesino.
Luna intanto era raggomitolata sulle spalle di Itachi e sonnecchiava tranquilla.
La locanda suggerita da Kisame era tranquilla e discreta con poche stanze ed un ristorantino frequentato sopratutto da gentaglia in fuga, che non voleva dare nell'occhio.
-Luna, siamo arrivati in una locanda, devo metterti giù!-Disse Itachi.
Lei ancora assopita, strusciò la faccia conto la schiena di Itachi e mugugnò qualcosa.
-Lascia stare, la prendo io, Itachi-san...-E così Kisame non gli diede neppure il tempo di ribattere che afferrò la bambina e se la appoggiò su una spalla, mentre lei continuava a mugugnare e cercava di non svegliarsi.
Itachi fumò di rabbia e fastidio.
La stava solo tenendo in braccio, cercava di ripetersi.
Non le stava facendo nulla di male.
Solo che, quando lei si svegliò di soprassalto per il vociare di un gruppo di uomini, cercò di alzarsi e Kisame la tenne giù posandole una mano sulla schiena.
Luna era di spalle e non poteva vedere nè lui nè Kisame.
-I-Itachi-san?!....-Disse piano, scuotendo il capo alla ricerca di un viso familiare.
-Shh...Koneko-chan, non dire i nostri nomi ad alta voce!-La rimproverò quello blu.
Luna lo riconobbe e, quando si accorse della Samehada accanto a lei, sbiancò.
-Sei troppo alto, Kisame-san, posso voltarmi? Mi vengono le veltigini [vertigini]!-Esclamò, cercando di voltarsi per assicurarsi che Itachi fosse lì con loro.
Non sapeva perché, ma l'idea che lui non ci fosse la spaventava a morte, sebbene ci fosse Kisame, che nonostante le minacce sembrava non volerle fare nulla.
-Certo, proprio come una Koneko!-Esclamò lui, afferrandola come avrebbe fatto col pelo di un gatto e voltandola, in modo che i suoi piedi gli penzolassero sulla schiena e lei potesse poggiare i gomiti sulla sua spalla.
Così lei incontrò lo sguardo nervoso di Itachi e l'espressione cupa che mostrava.
Però gli sorrise, contenta di sapere che non l'aveva lasciata con Kisame.
-Itachi-san, eccoti qui!-
Ma lui stavolta non sorrise, bensì la ignorò e si avvicinarono al bancone, dove c’era una donna di mezza età dai capelli castani legati in una coda bassa.
Indossava un bel Kimono rosso che aveva attirato l'attenzione di Luna.
Lei adorava il kimono, ma era raro che l'indossasse.
-Buona sera signori…-Disse in modo calmo, quasi come se non si fosse accorta del rango dei due.
-Vorremmo due camere, possibilmente al primo piano e vicine…Solo per stanotte…-Disse Itachi.
-Ecco a voi signori… le camere sono dotate di un bagno con vasca…I bambini al disotto degli otto anni non pagano, lei ne ha?-
-Sei e mezzo…!!-Precisò Luna sorridendo cordiale, sgambettando sulla schiena di Kisame, che neppure se ne accorgeva.
-Ok… inoltre nel prezzo è compreso l'uso delle terme, che si trovano al piano inferiore, sono aperte fino alle sette di sera…-Itachi fissò Kisame, che apparve quasi riluttante.
-Itachii facciamo il bagno!!?!-Itachi la fissò quasi a bocca aperta.
-D’accordo, dopo vedremo!-
E detto questo, prese le chiavi della camera e si avviò verso il corridoio.
Ma che gli diceva la testa? Pure alle terme la portava ora?
Stava forse impazzendo?
Lui non andava da una vita alle terme a fare il bagno!
Se proprio voleva andarci, poteva chiederlo a Kisame, no?
Si trovavano così bene insieme.
Ma poi, si trovò ridicolo lui stesso.
Era una bambina, perché si stava ingelosendo?
Non la conosceva neppure.
Tuttavia fu più forte di lui, passò accanto a Kisame che aveva appena recuperato le chiavi, allungò un braccio ed afferrò Luna per la maglietta, tirandola su.
Kisame non disse nulla, Luna arrossì e si ritrovò sul petto di Itachi.
-Tu vieni con me...-Disse stringendola a sé.
Allora lei gli legò le braccia al collo e sorrise, guardando Kisame.
-Ci vediamo dopo, Kisame-san!-
E sgambettò di nuovo, contenta.
Ovviamente, le piaceva di più Itachi che Kisame.
Forse se ne stava innamorando, ed Haru, il suo amichetto dell'asilo, era solo un'ombra sbiadita in confronto alla bellezza adulta di Itachi.
Itachi.
Sì, era molto più bello di Haru-kun.


La stanza era molto spartana, alla loro destra c’era un letto matrimoniale, con ai lati due comodini ed una lampada riposta sopra ognuno.
Di fronte c’era una piccola scrivania in legno ed al lato destro un armadio consumato e pieno di graffi.
Davanti alla scrivania c'era una finestra con i vetri già bagnati dalle gocce della pioggia ed adiacente alla scrivania vi era situata una porta.
Itachi l’apri trovando il bagno, che era una stanzetta di media grandezza, con la famosa e piccola vasca e componenti soliti.
-Hmm… alla faccia della vasca…-Borbottò, richiudendo la porta.
-Itachi?-Lo chiamò la bambina, che guardava il letto.
-Cosa c'è?-
-Ma tu… dove dol-r-mi? “Destla” o “Sinistla”!?-Itachi la guardò mettendosi una mano sulla fronte.
-Ma come parli? Kisame ha ragione, non scandisci bene le parole, si dice: DestRa o SinistRa… con la R! RRR!-
-Lo so! Dessstra… sinissstra!-Mostrando i dentini quando vocalizzò la esse.
-Un po' meglio, ma quello dev'essere un difetto che si sistemerà col tempo, visto che sono poche le parole che sbagli!-
-Allora, dove dormi?-
-Destra! Cosi tu sei vicina al bagno se ci devi andare nella notte!-
-Va bene!....... Itachi-san, andiamo a fare il bagno alle terme!?-Itachi la guardò stupito.
Ci credeva che era piena di forze, aveva dormito tutto il tempo del viaggio.
-Fra poco…-
-Perché?-Domandò lei, mentre Itachi cominciava a levarsi la cappa dell’Akatsuki, la gettava sulla sedia e si sedeva sul letto.
Luna gli si avvicinò e cercò di arrampicarsi sul materasso, visto che però non ci riusciva, alzò le braccia per farsi prendere da Itachi, che l'accontentò.
-Perché adesso dobbiamo riposare…-
-Ma io non sono stanca!-Esclamò lei muovendosi a gattoni sul letto, contenta che fosse morbido e perfetto per saltarci fino a toccare il soffitto.
-Ma io sì…-Disse il moro, togliendosi le scarpe e stendendosi, mentre le carezzava la testolina arancione.
Allora lei si stese sul braccio di Itachi ed appoggiò la testa sul suo petto grande.
-Scusa, sei stanco perché mi hai portato per tutto il viaggio e poi hai usato quegli occhi, “Straminchian”!-Itachi la guardò a bocca aperta, poi scoppiò a ridere. Tanto da perdere il fiato.
-Eh? Perché ridi? Ehi perché ridiiiiiiiiii!??!-Itachi si rotolò sul letto con le mani avvolte sul ventre.
Allora Luna indispettita gli si buttò addosso per fermarlo.
-Itachi! ItachiItachiItachiItachiiii!-I due iniziarono a rotolare a destra e sinistra, in modo buffo.
-Uh! Ehi ehi… il mio occhio si chiama Sharingan! S-H-A-R-I-N-G-A-N!!!-
-SHALINGAN! E IO CHE HO DETTO! STALINGHAN! SHA-MIN-GHI-AN!-Urlò la bambina, scalciando e battendo I pugni.
-EEEH! Sharingan!-
-Uffa lo so dire Sharinghian! Basta Itachi!-Itachi ridacchiò di nuovo.
-D'accordo, Piccina!-Ed afferrandola per un braccio la tirò a sé, schiacciandola sul suo petto.
-Shh...ora fammi dormire!-
-Ma quando andiamo a fare il bagno?-Gli chiese, facendo dei cerchietti immaginari con l'indice sul petto del ragazzo.
-Tra un po’…te lo prometto…-Luna sembrò convincersi e chiuse gli occhi.






-Ma tu…sai nuotare, Itachi-san?-
-Sì, certo!-Le rispose, mentre si sistemava le scarpe.
-Ah… io no…-Mormorò la piccola.
-Imparerai…-La consolò l'Uchiha.
-Hmmm….!-Mugugnò Luna osservando la pioggia battere sui vetri della finestra e scendere giù, scivolando fino al bordo.
Le piaceva la pioggia, i fulmini ed i tuoni decisamente di meno.
-D’accordo andiamo…-Annunciò Itachi afferrandola al volo per la vita, facendola ridere.
Da una parte, tutto quello era carino, divertente e dolce, ma dall’altra, il giovane si sentiva perplesso, incerto, addirittura spaventato.
Lui non si stava comportando più come si era prefisso di apparire.
E la causa era lei, una bambina.
Che avesse davvero un debole per i bambini, era risaputo, Sasuke lo aveva amato tanto quanto lui aveva amato quel pargoletto di fratello nato all'improvviso.
Infondo Luna era così simile a suo fratello, ma forse non era questo a metterlo in crisi, la realtà era ben diversa.
Luna era diversa.
Lei riusciva a fargli provare emozioni dimenticate, come l'amore.
Non desiderava altro che essere amato.
E che fosse quella bambina dagli occhi color miele ed ambra ed i capelli arancioni poco importava, se così poteva essere importante e necessario per qualcuno che lo apprezzava.
Da troppo tempo non si sentiva così ma ben presto avrebbe rammentato che la vita era crudele e Luna sarebbe stata solo un triste spiraglio d'amore e luce nella sua vita buia e solitaria.




Fine II Capitolo.

[Continua...] 


Spoiler Prossimo Capitolo!

-Dov’è la bambina?-Chiese infuriato, forse più con se stesso che con Aria.
Dopotutto, Luna era una sua responsabilità e per una volta si sentì come se fosse stato lui a comportarsi come supponeva che avrebbe fatto invece Kisame con Luna.
-Ma cosa te ne importa di lei adesso!!-Il moro l’afferrò per la gola, prima che la bionda potesse dire altro.
-Dov’è?-Domandò con uno sguardo omicida che trasudava tutta la sua forza e imponenza.
-È…sulla piscina! L’ho chiusa lì! Da sola,spero si annegata!-Esclamò perfidamente la bionda.

 





 
   
 
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