Only now, I remembered.

 
 
 
Molly era pienamente convinta che il Quiddich fosse uno sport stupido.
Naturalmente, questo non centrava niente con il fatto che Arthur passasse molto più tempo a giocare, che a stare con lei.
Impressione.
Erano al quinto anno di Hogwarts, Maggio, e stava per arrivare il loro anniversario.
Molly ricordava tutto del giorno in cui si erano messi insieme:
Il modo in cui lui le aveva preso la mano e le aveva chiesto di provarci, il modo in cui gli uccelli sembravano cantare più dolcemente e il modo in cui il sole dava tutt’un altro aspetto alle lentiggini di Arthur.
Ce n’era voluto di tempo, perché lui si dichiarasse, ma alla fine ce l’aveva fatta, e lei non era mai stata così felice.
E ora invece stava male.
Perché lui non sembrava volerla considerare, a parte i soliti convenevoli, e le solite smancerie.
E lei aveva paura che quell’amore adolescenziale non fosse destinato a durare.
Quel giorno ci sarebbe stata l’ultima partita di Quiddich della stagione.
Lei ci sarebbe andata, e allora qualcosa avrebbe dovuto succedere.
 
*
 
Gli altri giocatori della squadra dei Grifondoro portavano Arthur sulle spalle, conducendolo negli spogliatoi, prima dell’inizio della partita.
“Perché Weasley è il nostro re ogni due ne pare tre; Weasley è il nostro salvatore, col suo gioco pieno d’ardore, vinceremo noi perché, perché Weasley è il nostro re.”
Molly avrebbe tanto voluto dir loro che, magari, avrebbero potuto lasciare che Arthur fosse il suo re, una volta tanto, ma stette zitta.
La partita incominciò dopo qualche minuto.
Arthur era il Portiere della squadra.
Grazie a lui, avevano vinto durante i due anni precedenti.
I Corvonero non erano molto forti, ma in quel momento erano gli uomini da battere, dato che in fatto di punti li superavano.
Ma la partita non era molto avvincente.
I battitori Grifondoro -Charlie e Charlie, una ragazza e un ragazzo- distraevano i Cacciatori Corvonero ogni volta che cercavano di avvicinarsi alla Pluffa, e il Portiere della squadra avversaria, seppur dotato, al confronto con i Cacciatori Grifondoro si arrendeva.
Sembravano dei fulmini, e la partita si concluse 200 a 10.
Il cercatore Corvonero non aveva potuto far nulla contro James Potter.
Quando finì, Molly si preparò ad una festa in Sala Comune, durante la quale il suo ragazzo non l’avrebbe degnata di un’occhiata.
Conosceva la routine, e pur essendo il loro anniversario, sapeva quanto Arthur fosse distratto.
Probabilmente non lo ricordava neppure.
 
*
 
Nel corridoio che portava alla Sala Comune, si meravigliò di sentire il silenzio.
Di solito, durante le feste, i muri tremavano a causa del rumore.
Molly liquidò la faccenda, pensando che alla fin fine, forse i suoi compagni si erano ricordati di insonorizzare la stanza.
Quando entrò, però, fu palese che la motivazione di tutto quel silenzio, fosse un’altra.
La sala era immersa nel buio, e non si sentiva un fiato.
Poi, d’improvviso, la luce inondò la stanza e un sacco di gente uscì fuori da dietro poltrone, sedie, e tavoli, per urlare: “Sorpresa!”
In quel preciso istante, Arthur le stava venendo incontro per baciarla.
 
*
Quello era stato di gran lunga il più bel giorno della vita di Molly.
Il suo ragazzo, a conti fatti, non si era affatto dimenticato di lei, anzi.
Aveva passato un mese intero a programmare quella festa, avvertire tutti i Grifoni e farli stare zitti, trovare bibite, cibo e avere l’autorizzazione di Silente per fare la festa a sorpresa.
Qualcuno le raccontò addirittura che era stato costretto a massaggiargli i piedi!
Tutto ritornava ad avere un senso, compresa la frase di Severus Piton, un Serpeverde dall’aria piuttosto viscida, che le aveva detto di scegliersi un bell’abito per la serata della partita.
E loro non si erano mai parlati prima!
Non avrebbe neppure saputo dire da chi aveva saputo della festa…
 
Dopo essere stati in Sala Comune, Arthur l’aveva portata in un posto, che lui aveva chiamato Stanza Va e Viene.
Era al Settimo piano, e lei non ricordava di averla mai vista.
L’interno era molto simile ad un ristorante di lusso.
Esseri invisibili portavano tutto ciò che desideravano al loro tavolo, al lume di candela.
Molly era davvero colpita.
Non si sarebbe mai aspettato questo dal suo magnifico ragazzo…
 
*
Dall’anniversario erano passati solo un paio di giorni.
Molly viveva ancora in una specie di sogno, dove esistevano solo lei e Arthur.
Stava andando in Sala Grande per la colazione, gli occhi a cuoricino e la testa tra le nuvole, quando andò a sbattere contro qualcuno.
“Spero tu ti sia divertita. E Lily? È stata tutto il tempo appiccicata a Potter?”
Era Piton.
Molly si ricordò vagamente di Lily Evans, e James Potter che, pur essendo i ragazzi più popolari della scuola, non l’avevano mai colpita molto.
Lo guardò, senza rispondere.
Poi balbetto un: “N-non lo so.” E scappò via.
Era stato inquietante.
Poi vide Arthur, e si rilassò, tornando a vivere nel suo mondo, sognando ad occhi aperti, dimenticandosi di quel ragazzo, e dei suoi occhi tristi.
Solo due volte le tornò in mente quel momento.
Quando si seppe della morte di Lily e James Potter, e di come Voldemort fosse scomparso, e quando scoprì la morte di Severus Piton, l’umo più coraggioso che lei avesse mai conosciuto.