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Autore: delusjone    07/02/2014    6 recensioni
Un treno dagli occhi scuri ed espressivi.
Un treno sul quale lei più volte aveva rifiutato di salire.
Un treno pieno di tatuaggi.
Un treno. Il più bello di tutti.
Il suo treno. Solo andata.
Zayn
I wanna save your heart tonight.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL SUO TRENO ERA VENUTO IN MACCHINA.

 
A me.
 
 


Eloise continuava a suonare imperterrita, continuava a suonare facendo scorrere le dita su quei tasti bianchi e neri, continuava a suonare mentre i suoi continuavano a litigare, ad urlare, a rompere tutto.
Suonava sempre Eloise Jane Evans. Piangeva, qualche volta.
Litigavano sempre i suoi genitori. Sua madre portava dei lividi, qualche volta.
Urla, pianti, rumore di qualcosa che si rompe.
Una porta sbattuta. Il rumore stridulo dei pneumatici sull’asfalto.
Eloise suonava.
 Il pianto di quella donna distrutta, annientata, annullata, da quell’uomo che era il padre dei suoi figli.
Eloise poggiò con forza entrambe le mani sul pianoforte che emetteva note disordinate.
 
Vienimi a prendere, ti prego. Portami via, ho paura.
 
Aveva paura. Paura di non vivere abbastanza in quella che una volta era la sua casa. Paura della gente che entrava ed usciva da lì dentro. Paura delle urla, dei pianti e dei gemiti.
Paura di quei cocci rotti, dell’alcool che faceva scatenare suo padre come una furia.
Voleva vivere, lei.
E doveva andar via da lì per poterlo fare.
Ma li voleva anche salvare, tutti loro.
Voleva salvare sua madre e anche suo padre.
 
Sto venendo, piccola. Ti porto via, puoi giurarci.
 
La porta della sua stanza sempre chiusa a chiave.
Il borsone blu era sotto il letto. Lo aprì buttandoci dentro i primi vestiti che riusciva ad afferrare.
I suoi risparmi, quelli guadagnati facendo la babysitter o lavorando nella ferramenta di Mr.Clark.
Quei risparmi che più volte aveva preso e messo nella sua borsa, era uscita, andata in quella maledetta stazione e si era seduta su una panchina solitaria aspettando un treno che la portasse via. Via da tutto quello schifo che la circondava. Che mettesse sotto tutti i suoi demoni.
Aspettava un treno. Non sapeva quale.
Si sedeva in quella stazione ed aspettava.
«Mi scusi, ha una sigaretta?» e quello gliela dava, pensando chissà che cosa di lei.
Quella ragazza dagli occhi blu e i capelli neri sempre coperti da un cappellino.
La ragazza dai grandi occhialoni da vista che le ricoprivano il viso candido.
E lei restava lì, a fumare su quella panchina.
Ed aspettava. Ore ed ore.
Non ha mai avuto il coraggio di salire su nessuno dei treni che continuamente passavano.
Salgo sul prossimo. Questa era la frase che ripeteva a se stessa ogni volta che ne vedeva uno allontanarsi gremito di tutti quei passeggeri che fino a poco tempo fa erano lì e la guardavano chiedendo chi fosse e cosa ci facesse in quella stazione a quell’ora.
Prese la piccola mazzetta di soldi e la mise in una tasca del borsone blu.
Si guardò intorno e raccattò le ultime cose dalla sua stanza prima dell’arrivo del suo treno.
Un treno dagli occhi scuri ed espressivi.
Un treno sul quale lei più volte aveva rifiutato di salire.
Un treno pieno di tatuaggi.
Un treno. Il più bello di tutti.
Il suo treno. Solo andata.
Zayn.
 
Non prese tutto quel che le serviva, prese quel che si trovava davanti non chiedendosi se potesse servirle o no.
Un paio di fari. La finestra socchiusa. La sua macchina.
Il suo treno era venuto in macchina.
Addio.
Il borsone blu. Lì dentro c’era tutto o almeno questo sperava Eloise: di aver presto tutto.
La finestra aperta.
I fari spenti. Camminava veloce verso di lei, si guardava intorno furtivo.
I loro occhi si incontrarono, si fusero. Lui sorrise.
Il suo treno aspettava solo lei per poter partire. Solo andata.
«Lanciami il borsone.» sussurrò Zayn con le braccia spalancate verso la finestra sulla quale era seduta Eloise con le gambe penzoloni.
Lo prese con un'imprecazione. Forse era pesante.
«Posso farcela.» sussurrò a se stessa mentre con cautela poggiava i piedi prima su una tegola poi sull’altra.
La finestra non era molto alta.
Saltò sporcandosi i jeans di terra.
Zayn si caricò il borsone in spalla e la scortò fino alla macchina.
«Andiamo via da qui.» mormorò quasi con rabbia mentre sfrecciava lontano da quella casa.
Il treno era partito.
Eloise aprì il finestrino lasciando che l’aria fredda le battesse sul viso. Chiuse gli occhi e respirò profondamente.
Zayn le prese la mano stringendola forte nella sua.
«Non potevi salvarli tutti. Scegli di salvare almeno te stessa, lasciati salvare da me.» sussurrò dolcemente.
Annuì e ricambiò la sua stretta.
Accelerarono.
 
--
 
Il suo treno in macchina viaggiava da ormai quasi due ore.
Il suo treno le sussurrava che sarebbe andato tutto bene.
Il suo treno le diceva che erano liberi.
Il suo treno le diceva che lei era al sicuro adesso.
Con la testa poggiata sulla spalla di Zayn, ancorata al suo braccio, a lui, sfrecciavano nel buio della notte che li inghiottiva complice.
«Dove andiamo, Zayn?» chiese con voce inaspettatamente carica di preoccupazione, timore.
«Non torniamo indietro. Andiamo dove vogliamo.» mormorò accelerando ancora.
E si sentiva al sicuro, con lui.
Una stazione di servizio, si fermarono.
Il motore era spento.
Si guardarono, erano insieme.
La mano di lui sulla guancia di lei. Un bacio.
«Vieni.»
Scesero entrambi dall’auto dirigendosi verso l’entrata. Zayn teneva Eloise stretta a se, come avesse paura che potessero portargliela via. Di nuovo.
Entrarono. Presero qualcosa da mangiare e due birre. Uscirono.
Entrambi seduti su un muretto illuminato dalla fioca luce della strada e della stazione di servizio.
Un sorso di birra.
«Lei lo sa?» chiese timidamente Eloise mentre accarezzava la mano di Zayn.
«No, non lo sa. Non credo sarà un problema, ha già un altro.» rispose. Un altro sorso di birra.
«L’ha fatto molte volte?»
Eloise sfiorava con le dita sottili i tatuaggi di Zayn. La piccola E sul suo polso sinistro. Avvicinò anche il suo polso, quello dove c’era la Z. Sorrise.
«Cosa?» ritirò il polso che lei continuava a solleticare.
«Tradirti.»
«Quando ci siamo messi insieme stava già con un altro. Si, l’ha fatto molte volte.» disse passandole le dita tra i suoi capelli lunghi e neri.
«E tu lo sapevi…» sussurrò Eloise.
«Non mi importava, non me ne è mai importato molto di lei. Come a lei non importa nulla di me.»
«Ma all’inizio si.» costatò la ragazza alzando lo sguardo su di lui.
La birra stava finendo.
«Già. All’inizio, si.»
«E poi?»
Eloise era curiosa, Zayn non le ha mai raccontato della sua futura moglie, Juditte.
La donna che gli hanno scelto i suoi genitori.
Il ragazzo sospirò.
«Perché mi stai facendo tutte queste domande, Ise
Eloise scrollò le spalle e prese un sorso dalla sua birra ancora piena.
«Cosa è successo dopo?» chiese ignorando la domanda di Zayn.
Il ragazzo esitò, ma poi rispose cercando di capire dove quella ragazza volesse andare a parare. «Dopo sei arrivata tu.»
Eloise sorrise.
«L’hai tradita solo con me?»
Zayn prese la birra piena dalle sue mani e ne bevve un generoso sorso. «Con nessuna.»
La ragazza corrugò la fronte e si alzò. Lui sorrise allacciando le gambe intorno ai fianchi di lei.
«Ho tradito te con lei. Non il contrario.»
Sorrise. Non gli dirà mai quanto ha pianto la notte sapendo che lui era con Juditte.
Zayn scese dal muretto, la birra in mano.
«Juditte non ha mai significato nulla per me, dovresti saperlo.» mormorò.
«Lo so.»
La birra ora sul muretto.
Il corpo di Zayn stretto a quello di Eloise.
Uno era l’ancora di salvezza dell’altra.
La mano calda di lui sul viso freddo di lei, le loro labbra unite. Sapevano di birra.
Un treno. Solo andata.
Un ultimo sorso di birra per Eloise, l’altro per Zayn.
La bottiglia vuota si ruppe al di la del muretto.
Il suo braccio circondò i fianchi sottili di lei. «Andiamo.»
E di nuovo si inoltrarono nel buio complice della notte.
Infondo a loro bastava stare insieme.
In macchina, in una reggia, in una stanza.
Che importanza ha? L’importante è stare insieme.
 
Eloise non poteva salvarli tutti.
Non poteva salvare sua madre. E nemmeno quel padre tanto odiato.
Nemmeno gli altri. Lei voleva farlo.
Ma se fosse rimasta qualche tempo in più lì cercando con le unghie e con i denti di salvarli, avrebbe bruciato la possibilità di salvare persino se stessa.
Avrebbe perso il suo treno.
E se Zayn avesse sposato Juditte avrebbe reso felici i suoi, avrebbe finto di amare una donna che continuava a tradirlo senza che a lui importasse almeno un po’.
Zayn avrebbe mandato a rotoli la sua vita, Eloise avrebbe fatto lo stesso con il disperato intento di salvarli.
 
I wanna save your heart tonight.
 
Erano liberi, insieme e felici.
E a nessuno importerà mai dove.
Avevano il buio della notte loro alleato.
Avevano la birra, l’amore e un pezzo di cielo.
Insieme.
 
THE END.
 
 
Spazio autrice.
Salvez!
Innanzitutto mi scuso per qualsiasi errore, non ho nemmeno riletto.
Avevo in mente questa os da troppo tempo ma, essendo molto impegnata con la scuola, non ho avuto un briciolo di tempo per scriverla.
Oggi ho cominciato a buttare giù qualche riga e tadan! Ne è uscita questa qui.
Ci sono davvero molto affezionata.
Spero vi piaccia e, se siete arrivati fin qui, perché non recensite?
Un bacio,
-delusjone. 
   
 
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