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Autore: blu_notte    08/02/2014    10 recensioni
– ...E anche Magnus ti ama. –
Il ghiaccio che sembrava imprigionare il cuore di Alec andò in frantumi.
–E tu come lo sai? – chiese in un susurro.
Jace inclinò leggermente la testa di lato, con fare meditabondo. –Semplice. Lo vedo da come ti guarda. E fidati di me: se conosco bene Magnus Bane, il sommo stregone di Brooklyn, ti perdonerà. E' colpa dei tuoi occhi azzurri, sai. Fanno conquiste. –
Fan fiction MALEC - spoiler per chi non avesse ancora letto Città delle Anime Perdute
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"L'eternità non fa dimenticare la perdita.
La rende solo sopportabile."

 (Cassandra Clare)     
   
 






Capitolo 2: Fraintendimenti

Quando Clary e Alec entrarono da Taki, fuori aveva appena cominciato a scendere una pioggerellina leggera, ma inaspettatamente ghiacciata, che aveva sorpreso i due a pochi isolati da lì. Nonostante gli ottimistici tentativi di conversazione di Clary, Alec si era chiuso in un mutismo ostinato, rifiutandosi di rispondere se non a monosillabi. Il Nephilim spinse la pesante porta a vetri del locale e subito individuò Isabelle e Jace seduti ad un tavolino, intenti a confabulare tra loro. Jace alzò lo sguardo, che incontrò quello di Clary. Alec odiava quando quei due si comportavano così. Si guardavano come se nulla avesse più senso se non lo sguardo dell'altro, come se avessero finalmente riacquistato un pezzo di loro fino ad allora mancante. Sì, Alec li odiava. Non fece neppure in tempo a pensarci, però, che Isabelle l'aveva travolto in un abbraccio tutto profumo di vaniglia e capelli soffici.
–Ehi, Iz. – disse, un po' imbarazzato.
Fortunatamente il locale era quasi vuoto. Allontanò con delicatezza la sorella da sè.
–Scusa, è che sono felice. Pensavo che non saresti venuto. Mi mancava un po' il mio vecchio fratellone musone. – Il viso di Isabelle si illuminò di un sorriso radioso.
Alec si arrotolò una ciocca dei lunghi capelli della sorella attorno ad un dito, e li tirò leggermente con fare affettuoso.
–Non mi preoccuperei, se fossi in te. Ho tutta l'intenzione di continuare a fare il fratello maggiore musone. – sorrise leggermente.
–Va bene. – assentì Jace, che si era alzato e li aveva raggiunti.
–Sospetto che Izzy stia per proporre una specie di abbraccio di gruppo. Quindi, direi che è il caso di andare a sederci e ordinare qualcosa. Sto morendo di fame. –
Alec annuì con fare solenne, ma non potè fare a meno di notare lo sguardo di Jace, che continuava a scivolare su Clary, e alle sue mani, che cercavano continuamente il contatto con quelle di lei. Alec si ricordava, ovviamente, di quando era stato lo stesso con Magnus. Erano passati pochi giorni, in fondo, ma il ragazzo ripensava a quei momenti come se fossero accaduti anni prima. Non si era mai sentito così lontano dalla persona che amava in vita sua. Ne più solo che in quel momento, in mezzo alla felicità di Isabelle, Jace e Clary. Perchè sentirsi soli, si rese conto Alec, era molto peggio di esserlo. Il Nephilim si lasciò cadere su una sedia accanto a Isabelle e sollevò uno dei menù plastificati, cercando di fare come gli aveva detto Clary: fingere che la scelta del pranzo fosse la sua più grande preoccupazione in quel momento. Bè, Clary non aveva detto esattamente quello, ma in fondo non ci vedeva niente di male, nell'interpretare i consigli a modo suo.
–Alec? – sentì la voce di Jace che lo chiamava.
–Sì? –
–Ti ho appena chiesto perchè non ci hai detto niente di Maureen. – disse Jace, alzando le sopracciglia.
–Io… –
Allora la notizia era davvero ufficiale. Era la conferma che gli bastava: aveva sul serio fatto la figura dello stupido con Magnus.
–Come lo sapete?– chiese soltanto.
Jace e Isabelle si scambiarono uno sguardo complice che non piacque affatto al Nephilim, poi riportarono l'attenzione su di lui. Clary osservava con occhio critico la scena, le dita intrecciate a quelle del fidanzato sotto al tavolo.
Isabelle sospirò: –Be', ci sono delle voci, fra i Nascosti. Parlano di un Lightwood che ha assistito all'assasinio di Camille e all'ascesa del nuovo capo del clan di New York. – Iz gli lanciò un'occhiata di sbieco. Alec fece scorrere lo sguardo dalla sorella al parabatai, per poi finire su Clary.
–Perchè non mi hai detto niente? – domandò, incespicando sulle ultime parole. La ragazza ricambiò il suo sguardo con interesse. Sembrava leggere qualcosa nei suoi occhi, pensò Alec, e non riuscì a levarsi di dosso quella strana sensazione. La sensazione che lei sapesse qualcosa.
–Non lo sapevo. – disse semplicemente.
–Potevi parlarcene! – esclamò Isabelle. –E specialmente parlarne alla mamma. Sarà furiosa. O a Jordan, che lo avrebbe riferito al Praetor. Maureen è fuori controllo, Alec. Rappresenta un pericolo. Ha ucciso Camille. E chissà quanti mondani. Non passerà molto tempo prima che i poliziotti mondani comincino a fare collegamenti fra gli omicidi. – Isabelle fu zittita dall'occhiata truce che Jace le rivolse.
Alec scosse la testa. –No, Iz ha ragione. Non so cosa avessi per la testa… davvero. –
–L'hai detto a Magnus. – quella di Clary non era una domanda. Era un'affermazione, che lasciò Alec totalmente senza parole.
La tensione, intorno a quel tavolino, si sarebbe potuta tagliare con una spada angelica.
–Io… sì. Come l'hai… come l'hai saputo…? – farfugliò il Nephilim, tenendo lo sguardo fisso sul suo menù plastificato.
Gli angoli della bocca di Clary si arricciarono in un sorriso.
–L'ho capito. –
Fortunatamente in quel momento arrivò la camerira per prendere le loro ordinazioni. Non era Kaelie, ma una Cacciatrice dai lunghi capelli biondo miele raccolti in una stretta coda di cavallo e dagli occhi nocciola abbastanza grandi da conferirle un'aria vagamente sorpresa.
–Alyx! – esclamò Jace, corrugando la fronte. –Che ci fai tu qui? –
Alec riuscì quasi a sentire Clary che si irrigidiva, dall'altro capo del tavolino.
–Raccolgo soldi extra. – Alyx sorrise amabilmente, facendo scivolare lo sguardo su tutti i presenti, e soffermandosi un attimo di troppo su Alec. Lui avrebbe preferito che non lo avesse fatto.
–Quindi cosa volete ordinare? – la ragazza picchiettò la penna sul blocchetto degli appunti.
Jace guardò Clary, in un modo che probabilmente rassicurò la ragazza sui suoi sentimenti, perchè si rilassò un po'.
–Credo che io prenderò un piatto di spaghetti. –
Jace annuì. –Perfetto, allora li prendo anch'io, –
Alyx finì di scarabocchiare l'ordinazione, poi rivolse uno sguardo interrogativo ad Isabelle e ad Alec che ordinarono solo due toast. La cameriera esitò un attimo ad allontanarsi, sempre fissando Alec.
–Si può sapere chi è? – chiese il Nephilim, quando Alyx fu sufficientemente lontana.
Jace alzò le spalle. –Alyx Bayhawk. Simpatica. Una volta l'ho aiutata ad uccidere un demone Kuri. Ah, credo che tu le piaccia. – Aggiunse distrattamente rivolto ad Alec che però liquidò la conversazione con una scrollata di spalle.
–Non mi interessa. –
–Come vuoi. – assentì Jace, passandosi una mano fra i capelli biondi.
–Tornando al discorso di prima, penso che dovresti proprio dire a Maryse quello che hai visto.
–E comunque perchè eri andato da Camille? – chiese Isabelle, giocherellando con il bordo del suo tovagliolino di carta.
Alec si sentì gelare.
–Passavo di lì per caso. –
–Oh.– Izzy non sembrava troppo convinta, ma non replicò.
Fortunatamente, in quel momentò il cellulare di Jace prese a suonare. Il ragazzo controllò lo schermo con un'aria da cane bastonato.
–E' Maryse. – stava per infilare di nuovo il telefono nella tasca posteriore dei jeans quando la  il tocco leggero di Clary sul suo polso lo bloccò.
–Rispondi: potrebbe essere importante. –
Jace si lasciò sfuggire un grugnito sfrustrato, ma premette ugualmente il pulsante di accettazione della chiamata.
–Ciao. –
Alec, Izzy e Clary rimasero in attesa per un tempo che parve interminabile.
–Sì, ok. Glielo dico. Sì, viene subito. Sì. Sì, ok, ciao. –
QUando Jace alzò lo sgaurdo su di lui, Alec capì che doveva essere successo qualcosa.
–Magnus è andato all'Istituto, vuoleva discutere con Maryse la questione di Maureen. – sentenziò gravemente, tamburellando le dita sul tavolo. Ad Alec si stava formando uno spiacevole nodo alla gola. Deglutì forte prima di dire: –Ma la mamma non ne sapeva niente. –
–Appunto. –
Senza aspettare gli altri, Alec si alzò in piedi e si diresse a grandi passi verso la porta. Una morsa di ghiaccio gli stringeva il cuore. Non voleva vedere Magnus. Stava per raggiungere la porta quando la figura snella di Alyx gli si parò davanti. Tra le mani aveva il vassoio con le loro ordinazioni.
–Dove stai andando? –
Alec le girò attorno senza risponderle, ma lei gli corse dietro.
–Io sono Alyx. –
Alec si voltò verso di lei con un'espressione di pura sofferenza dipinta sul volto.
–Lo so. –
La ragazza lo fissò per un secondo, come se si aspettase che il Nephilim aggiungesse qualcosa.
–E tu sei…? – chiese quindi Alyx
–Alec. –
Il ragazzo fece per girarsi di nuovo, ma la ragazza lo trattenne per un braccio. Stava sorreggendo il vassoio con un braccio solo, perfettamente in equilibrio, cosa che Alec trovò abbastanza notevole.
–Ti va di uscire questa sera? Io finisco di lavorare alle cinque. –
Alec aveva fretta di andare all'Istituto, e non aveva nessunissima voglia di spiegare a quella ragazza che lui era già innamorato, e per di più di un ragazzo. Per la precisione di uno stregone.
–Scusa, non penso di essere il tuo tipo. – disse alla fine.
–Non lo puoi sapere, se non mi conosci. Potremmo andare da qualche parte, parlare…– Gli occhi della ragazza brillavano, talmente pieni di speranza che Alec non ebbe il coraggio di dirle di no.
–Va bene, vengo a prenderti alle cinque. Magari riesco a farti capire perchè non sono il tuo tipo.–
Il viso di Alyx si illuminò, e Alec si sentì come se una miriade di piccoli aghi l'avessero trafitto. Non voleva spezzare il cuore di quella ragazza. Ma alla fine sarebbe stato inevitabile.
–A dopo, allora. –


Magnus sedeva su una delle poltroncine della biblioteca dell'Istituto, sovrappensiero, mentre Catarina Loss passeggiava nervosamente su e giù per il labrinto di scaffali. Erano passati quasi due anni dall'ultima volta che l'aveva vista, anche se era a conoscenza del fatto che viveva anche lei a New York. Magnus e Catarina erano sempre stati grandi amici, ma ogni tanto era normale perdersi di vista, dopo centinaia di anni alle spalle, e l'eternità davanti. Di certo, lo stregone non si era aspettato di trovarla all'istituto, ma era stato proprio così. Le aveva chiesto cosa ci facesse lì, e Catarina aveva risposto che in ospedale, dove lavorava al momento, erano stati portati diversi cadaveri, tutti riportanti le stesse ferite al collo, e quasi completamente dissanguati. Maryse ne era rimasta molto turbata, anche se non sembrava volerlo dare a vedere. A quanto pareva, non sapeva niente di Maureen. Aveva chiesto ad entrambi gli stregoni di aspettarla in biblioteca, mentre lei faceva un paio di telefonate.
–Cosa credi che faranno a quella Maureen? In fondo è solo una bambina. – disse Catarina, e non per la prima volta.
–Non lo so. E, ti dirò, non mi importa neppure più di tanto. –
Magnus si prese la testa fra le mani e chiuse gli occhi. Era così stanco.
–Va bene, va bene. A proposito, mi dispiace. Per la morte di Camille, intendo. –
Lo stregone fece un gesto in aria, come ad allontanare quel pensiero, neppure fosse una zanzara.
Magnus percepì la presenza di Catarina al suo fianco, il suo odore era familiare come il proprio, dopo tutti quegli anni. Aveva vissuto così tante avventure insieme a lei e a Ragnor… era stato un brutto colpo per entrambi, quello della morte di Ragnor.
–Lo so che ci stai male, Magnus. Non fingere con me. – la stregona gli mise una mano sulla spalla con fare protettivo.
Passarono diversi interminabili secondi prima che lo stregone decidesse di rispondere: –Non… non è per Camille. –
–Allora qual'è il problema? –
A Magnus parve quasi di poter vedere l'amica corrugare le sopracciglia in un'espressione preoccupata.
–Ho combinato un casino… Io… non avevo mai amato qualcuno così tanto… e adesso… –
Magnus non riuscì a terminare la frase, perchè Catarina lo abbracciò. Lo stregone non aveva mai avuto fratelli, ma era piuttosto sicuro che la sensazione di familiarità e protezione che si aveva facendosi stringere fra le braccia da una sorella fosse quella.
Ricambiò l'abbraccio, i lunghi capelli bianchi di lei che gli solleticavano il viso.
In quel momento Maryse fece irruzione nella stanza, seguita a ruota da Alec. Alec.
Magnus trasalì e si scostò velocemente da Catarina.


Alec rimase impietrito davanti a quella scena: Magnus che abbracciava una ragazza, una stregona, e per di più molto carina. Sembravano fidarsi totalmente l'uno dell'altra, come solo le coppie che si conoscono da molto tempo. Il cuore del Nephilim batteva all'impazzata, mentre la sua mente faceva collegamenti, creava ipotesi. Gli sembrava di essere sott'acqua e di non riuscire a respirare. Dopo diversi secondi impiegati a fissare il suo ex ragazzo e la stregona,  Alec trasse una sola conclusione: Ha fatto in fretta a rimpiazzarmi.
Lo sguardo del Cacciatore si posò su Magnus. Indossava dei pantaloni aderenti di pelle nera, e una maglietta dai colori sgargianti. I capelli erano scompigliati come al solito. Niente che lasciasse intendere che il suo cuore fosse in pezzi. Solo, aveva un'espressione indecifrabile sul volto.
Maryse, troppo concentrata sui suoi ragionamenti per notare la tensione creatasi nella stanza, sbrigò velocemente le presentazioni.
–Catarina, questo è mio figlio, Alexander Lightwood. Alec, questa è Catarina Loss, che lavora all'ospedale dove stava la mamma di Clary, devi esserci stato qualche volta. –
Alec mandò giù il nodo che aveva in gola e annuì.
–Sì. Piacere di conoscerti. –
Da quando diceva "piacere di conoscerti" a una sua coetanea?
Catarina dimostrava una ventina d'anni, forse qualcosa di più. Aveva la pelle blu e lunghi capelli bianco latte che le scendevano sulle spalle e il suo sorriso era talmente radioso e innocente che Alec sentì di odiarla ancora di più.
–Quindi, riassumendo: tu hai visto Maureen che uccideva Camille, giusto? – nella voce di Maryse non c'era traccia d'ira, solo un'incredibile stanchezza. Alec ne fu un po' stupito: nei giorni precedenti non aveva notato le ombre scure sotto gli occhi della madre, e neppure quelle rughe intorno alla bocca che, avrebbe potuto giurarlo, prima non c'erano.
–Non esattamente. Io… ero andato a cercare Camille. Dovevamo parlare. E ho trovato Maureen, sporca di sangue, che mi ha detto di aver ucciso il capo del clan di New York, e di esserne lei la nuova padrona. Tutto qui. –
–E hai inviato un messaggio di fuoco a Magnus. – la voce di Maryse era leggermente esitante, mentre si andava a sedere a quella che una volta era stata la scrivania di Hodge. Alec rimase fermo dov'era.
–Sì. Ho pensato che voi lo sapeste e che magari lui… ecco, non era stato informato della notizia.–
–Avresti dovuto parlarmene. – la voce di sua madre era piena di rimprovero. –Questa Maureen è senza controllo, ha ucciso diverse persone e la polizia mondana ha già iniziato ad investigare. –
Alec non sapeva cosa rispondere.
–Avete già informato il Praetor? – indagò Magnus.
La sua voce trafisse il cuore di Alec come una miriade di punture d'ago. Sembrava così calmo. E non lo aveva mai, neppure una volta, degnato di uno sguardo. Come se per lui Alec non esistesse più.
–Ovviamente. – Maryse sospirò. –Ma ci vorrà un po' perchè possano fare qualcosa. Innanzitutto questa è competenza del Conclave. Questa vampira ha infranto troppe leggi, dovrebbe essere processata. Certamente, bisognerebbe prima catturarla, e non sarà facile con tutto il clan che probabilmente la appoggia. Stiamo rischiando brutto. Il clan di New York non è famoso per il suo rispetto nei confronti degli Accordi. Se Maureen innescasse una scintilla… –
– … il fuoco divamperebbe. – concluse Magnus in tono grave.
–Voglio trovarla io. – disse Alec, sorprendendo prima di tutto se stesso.
Maryse trafisse il figlio con lo sguardo.
–Sei sicuro? Ormai sei maggiorenne, Alec, ed effettivamente hai la piena capacità di affrontare questa missione. Ma dovrebbe accompagnarti qualcuno… –
–Andrò io con lui. – La interruppe Magnus, gli occhi da gatto freddi e impassibili fissi su Maryse.



Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Eccoci qui con il secondo capitolo!!!
Ok, specialmente ora che siamo in "fase di sviluppo" per questa fan fiction, ci terrei molto a ricevere le vostre recensioni :)
Vorrei sapere cosa ne pensate di Alyx, e soprattutto del fraintendimento di Alec (tanto per fare qualcosa di diverso, vero Alexander? xD )
Per il resto, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! ( ah, alla fine ho controllato il regolamento scolastico e, fortunatamente per noi, nessuna regola vieta espressamente di non fare ricorso a spade angeliche e simili contro i professori :D )
Alla prossima,
Nives
  
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