Capitolo
5
Quando la telefonata finì mi recai in cucina. Giunto
sulla porta mi bloccai davanti alla scena che mi si presentò. Un leggero
sorriso comparve sulle mie labbra: Jennifer era seduta davanti alla finestra e Randy,
con in mano una matita e un blocco da disegno, le stava dando istruzioni per
mettersi in posa.
Quel tavolo, su cui Randy aveva appoggiato il
necessario per disegnare, se avesse potuto parlare ne avrebbe avute da
raccontare.
Ricorda che da bambini ci sedevamo per fare i
compiti, giocare con le vecchie costruzioni di legno che la nonna conservava
dalla sua infanzia, oppure per colorare quei libri illustrati.
Randy iniziò il ritratto di Jennifer. Quando era
impegnato in un disegno cambiava completamente espressione, si estraniava dal
resto del mondo. Fin da piccolo aveva sempre avuto un grande senso artistico.
Infatti nessuno si stupì quando riuscì ad allestire la sua prima mostra d’arte.
Tornai al presente. Dovevo parlare urgentemente con
Jennifer. Avrei fatto infuriare Randy, ma non potevo aspettare che finisse.
-Jenny, vieni un momento. Devo parlarti. – dissi
avvicinandomi qualche passo.
Randy mi fulminò con lo sguardo, ma fu Jennifer a
parlare. –Non puoi aspettare un attimo? Sono impegnata in questo momento. –
disse, cercando di fare meno movimenti possibili.
-No. Finirete dopo. Vieni per favore. – detto ciò
iniziai a dirigermi nel salotto.
-Uff… - sentii Randy sbuffare –Vai, se no non la
smetterà più. –
Poco dopo Jennifer fu dietro di me. –Si può sapere
cosa c’è di così urgente? –
Cercai di organizzare il discorso. –Papà ha
organizzato una festa mercoledì sera. Vuole festeggiare i primi cento anni
dall’apertura del ristorante, e vuole che vi partecipiamo… -
Alzò un sopracciglio. – Tutto qui? E non potevi
dirmelo di là con Randy? Vorrà saperlo… -
-Vuole solo noi due! – dissi tutto d’un fiato.
-Come scusa? – chiese. Dal suo tono sembrava
confusa.
-Vuole che alla festa partecipiamo solo tu ed io.
Randy non deve saperlo. –
-Cosa?! Questo evento riguarda tanto noi quanto lui!
–
-Jenny… lo sai cosa pensa papà di Randy e della sua…
scelta di vita. Da quando l’ha saputo ha sempre vissuto nel terrore che
qualcuno lo giudicasse come pessimo genitore per quello che faceva il figlio… -
-Che cosa assurda! – sbottò – Randy non ha mai dato
preoccupazioni del genere. Anzi, ogni genitore vorrebbe un figlio così caro
com’è stato lui con papà, anche se non lo merita. –
Probabilmente si riferì all’assenza di nostro padre
ad ogni evento pubblico riguardante nostro fratello; come la sua prima mostra.
-Spero tu gli abbia detto che senza di lui non ci
muoveremo per nessuna ragione al mondo! –
Deglutii rumorosamente. Lei mi guardò e poi ridusse
gli occhi ad una fessura. – Tu hai accettato l’invito, non è forse così? –
-Be’… sai per papà sarebbe importante averci lì… e
anche Jasper… -
-E per me è più importante mio fratello! – si portò
una mano sulla fronte – Non ci credo… per lui è più importante avere vicino
Jasper, un uomo che nemmeno conosce, piuttosto che il sangue del suo sangue?
Ridicolo! –
Si avvicinò all’attaccapanni e prese la borsa ed una
giacca. – Dì pure a papà che non ho alcuna intenzione di partecipare a quella
stupida festa! –
Si avvicinò alla porta, prese le chiavi dell’auto e
fece per uscire.
-Ma dove vai? –
-A fare un giro! – uscì sbattendo la porta.
Mi sedetti sul divano e lasciai cadere la testa
all’indietro. Sapevo che Jennifer aveva ragione da vendere, ma anche con tutta
la mia buona volontà non riuscivo a dare contro a mio padre.
Randy fece capolino davanti a me.
-Ho sentito la porta sbattere… che è successo? – si
sedette.
-Ho fatto un po’ arrabbiare Jenny…-
Alzò le spalle. –Non è certo la prima volta che
combini un guaio. Vedrai che le passerà in poco tempo. –
-Invece io credo proprio che non le passerà questa
volta… -
Guardai Randy. Avrei dovuto dare la notizia anche a
lui prima o poi, ma non appena lui si voltò e, sorridendo, mi mise una mano
sulla spalla per confortarmi mi bloccarono.
Lo guardai per alcuni minuti. –Randy… devo dirti una
cosa… -
-Dimmi. – mi guardò con la curiosità negli occhi.
-Senti… papà ha organizzato una festa… ma… -
Mi blocco, alzando una mano. – Ma non vuole che io
ci sia. Non ti preoccupare. Non c’è problema. – disse, senza tradire alcune
emozione.
Lo guardai stupito: com’era possibile rimanere così
insensibili di fronte ad una notizia del genere? –E non ti dà fastidio? – era senza
alcun dubbio la domanda più stupida che potessi fargli.
Randy alzò le spalle e guardo dritto davanti a sé –Non
è serto la prima volta che papà si rifiuta di farsi vedere con me in pubblico…
non è colpa sua, ma è cresciuto in un ambiente dalla mentalità ristretta… -
Continuai a fissarlo, e ogni minuto mi sentii sempre
più un verme…