Quante parole vagano nell'aria, noi tutti le sentiamo. Ma ne comprendiamo il vero significato? Un anno fa avrei detto di si. Mi sentivo così superiore, mi sentivo capace di capire la gente di saper leggere tra le righe; che illusa! Ho iniziato a sentirle dopo l'incidente. All'inizio credevo di essere diventata pazza ma poi capii che questo era un dono, il mio dono; per la prima volta avevo qualcosa di mio qualcosa che in un certo senso mi rendesse speciale. Riesco a percepire i pensieri della gente. Ho capito di poter aiutate il prossimo, sentivo chiaramente l'anima delle persone intorno a me, che chiedevano di essere capite ed aiutate. Ho iniziato ad aiutare "l'altro" ho iniziato a guarire le loro ferite, le mie parole sono divenute balsamo per le loro anime distrutte dalle circostanze dalla vita. Tuttavia presto ho dovuto fare i conti con l'altra faccia del mio dono. Sentivo anche i pensieri di chi voleva fare del male, coloro che volevano uccidere, rapire, torturare, violentare; tutto questo mi avrebbe potuto portare a non fidarmi più di nessuno se non fosse arrivato lui. Tutto in lui esprime sicurezza, dolcezza, ma sopratutto, solidarietà. Lui dedica tutta la sua vita per aiutare gli altri, è un poliziotto e nel tempo libero allena ragazzi disabili. L a cosa più importante però è che non riesco a sentire i suoi pensieri però sembra che lui senta i miei. Sa se sono triste, se sono felice realizza i miei desideri prima ancora che io stessa ne abbia coscienza. Ora ad un anno di distanza posso con sicurezza affermare che il mio è un dono che mi porta al cospetto della più degradante parte nascosta dell'uomo ma sopratutto rende possibile un mio intervento per migliorare nel mio piccolo il mondo. La cosa più importante è che ho un porto sicuro, dove approdare ogni volta che la vita mi appare orribile, la casa dove risiede il mio cuore, la casa di James.