E rieccomi qui!! Uh, non riesco
quasi a credere che siamo già all’ottavo capitolo… Tra due
capitoli ci dovremo salutare, fedeli lettrici… Credo che mi mancheranno i
vostri bei commenti… U///U Ok, dai, passiamo
alle cose serie! Innanzitutto un bel GRAZIE a Lallix per avere inserito questa
storia tra i preferiti… E siamo a dodici!! Che bello!! Sono a dir poco euforica!! ^///^
E poi:
PikkolaGrandefan: Sono contenta che la fic continui a piacerti! Sei fin troppo gentile!
Machy: Eh già, sembrava proprio
il momento adatto, eh? Ma tranquilla, non si sa mai… Mille grazie per il
commento!
Zerby: Mi lusinghi! Definirmi un “genio”…
Aaah, sei veramente troppo buona! Ti ringrazio
infinitamente!
Juju210: Sono contenta che anche a te sia
piaciuta la terza parte del capitolo scorso! Ih, ih, vedrai, vedrai! Grazie mille!!
Selhin: Giààà,
e chi ci crede che se l’è dimenticato?? Solo
che è così puccio!!
Grazie mille per il commento!
Gabry Sweettosa: Sono felice che la storia
continui a interessarti! Mille grazie, sei gentilissima!!
Lallix:
Che dire, benvenuta nel circolo! ^^ Grazie per il commento, mi fa piacere che
la storia ti piaccia!!
Bene, bene,
bene… Vi anticipo che questo è un altro capitolo in cui vi
verrà voglia di strozzare Ethan, ma questo
solo dopo aver assistito a un’altra scenetta dolce… E un’altra
cosa: voi ce la vedete Miranda tipo Cupido?? ^^
Più in là capirete!
Buona lettura
a tutti!
“IL MIO MIGLIORE AMICO”
8. Emozioni contrastanti
Agosto è arrivato.
Siamo nel pieno dell’estate. Anche quest’anno, io e la mia famiglia
non lasceremo la città. Poco importa, però, visto che anche
Miranda e Gordo saranno qui.
Domani, per esempio, faremo
un semplice picnic al parco, ma ci basterà come passatempo.
L’importante è stare insieme; è sempre stato così,
per noi tre.
Miranda ed io stiamo
preparando il cibo ed il resto a casa mia. Nonostante evitiamo ancora di stare
in piedi troppo a lungo, adesso tutte e due non abbiamo più
difficoltà a camminare, ed è bello ritrovare la nostra vecchia
complice intimità. Non stavamo un po’ da sole a spettegolare da
chissà quanto.
«Sai, Lizzie», mi
dice Miranda ad un tratto, piegando una serie di tovaglioli e stipandoli nel
cesto da picnic insieme al plaid che ci farà da materassino.
«Credo di doverti dire una cosa.»
«Dimmi pure», rispondo,
alzando gli occhi dalla mia borsa.
Lei evita il mio sguardo, ma
poi sospira e mi fissa seria.
«Beh, insomma, è
giusto che tu lo sappia. Gira voce che Ethan Craft e Kate Sanders escano
insieme.»
Ricambio l’occhiata.
«Eh?»
«Hai capito benissimo.
Dopo il ballo sembrava che lui non fosse poi così interessato alla cosa,
ma a quanto pare ora sono inseparabili.»
«Oh.» Torno a
guardare la mia borsa. «Capisco.»
«Non…»
Miranda esita. «Non ti dà fastidio?»
Ci penso su. In realtà
non lo so, non ho la minima idea di che effetto mi faccia questa notizia. Mi
sento quasi neutrale. Immagino sia perché in fondo mi sono sempre aspettata
una cosa del genere… Ma forse non è per questo che ora sono quasi
indifferente. Forse c’è dell’altro. Forse i miei famosi dubbi sono più forti di quanto
pensassi.
«Oddio.» Miranda
si china di fronte al mio viso, poggiandomi nel frattempo una mano sulla
fronte. «Non può essere. Di sicuro stai male. Mi rifiuto di credere che la cotta per
Ethan ti sia passata.»
Sospiro profondamente,
scostandomi da lei.
«Non è questo.
Almeno, credo di no.»
«Ma
allora…?»
«Senti», la
interrompo, guardandola fisso, stringendo la borsa in una morsa nervosa.
«Se ti dico una cosa, mi prometti che non ne farai parola ad anima
viva?»
«Lizzie, è con
me che stai parlando», dice incrociando le braccia.
«Proprio per questo te
lo chiedo», sbuffo. «Non so bene se posso fidarmi a parlartene. Ho
qualche reticenza per quanto riguarda questo genere di confidenze, da quando tu
sei andata a spiattellare a Gordo che in quarta elementare lui mi
piaceva.»
Lei spalanca gli occhi e la
bocca.
«Andiamo, Lizzie,
quello è stato un incidente, sai che non avrei mai…»
«Scusami.»
Sospiro di nuovo. «Hai ragione, lo so che all’epoca non l’hai
fatto apposta. Però, guarda, è una cosa tanto ingarbugliata
che…» Mi interrompo, cercando le parole. «E va bene,
sarò sincera. Io… Io non so più bene cosa provo per Ethan.
Perché… Perché qualcuno
mi ha fatto venire molti dubbi.» Non me la sento di pronunciare davanti a
lei il nome di Gordo e rivelarle così anche i particolari.
Lo sguardo di Miranda resta
incredulo come prima.
«Mi stai dicendo che ti
piace un altro ragazzo?»
«Non…
esattamente. Oh, cavolo, non lo so!»
Mi sento avvampare. «So solo che da quando mi hanno detto che gli
piaccio, non riesco a smettere di chiedermi come reagirei se lui me lo dicesse di persona, e che
è sempre più difficile ignorare la cosa, perché è
sempre più evidente che lui vorrebbe
dirmelo, anche se non ci riesce…»
«Buona, buona,
buona.» Miranda interrompe la mia tirata confusa, afferrandomi per le
spalle. Ha una luce strana nello sguardo. «Lizzie, stai parlando di chi
penso io?»
La guardo, senza capire. Cosa
diavolo ne so di ciò che pensa lei?
All’improvviso,
cogliendomi di sorpresa, sorride. Mi lascia andare e torna allegramente ai suoi
tovaglioli.
«Beh, era pure ora che
qualcosa si smuovesse», mormora tra sé e sé.
«Di che accidenti stai
parlando, Miranda?», sbotto, esasperata.
Lei si volta a guardarmi con
un sorriso che sa tanto di saccenteria.
«Tranquilla, Lizzie,
capisco che per te deve essere un periodo strano, e non voglio stressarti.
Perciò non ti chiederò chi sia questo fantomatico ragazzo, in modo da lasciarti il più possibile
obiettiva e razionale. Parliamo d’altro, ti va?» Di colpo si
illumina. «Ehi, lo sapevi che ultimamente sto rivalutando Larry
Tudgeman?»
Non lo sapevo, ma non me ne
stupisco. Dalla sera della festa a casa sua, quando è stata dimessa dall’ospedale,
il suo rapporto con Larry è molto migliorato. Ovviamente mi fa piacere,
ma ora, chissà perché, non mi sento in vena di lanciarmi in
un’altra conversazione di questo tipo.
Torno anch’io alla
preparazione della mia borsa, riflettendo intanto sul fatto che su questo
pianeta tutti sembrano trovare una soluzione ai loro problemi sentimentali,
eccetto per la sottoscritta.
***
«Bene, direi che questo
posto va bene per tutti, no?»
«Certo.»
Lascio cadere la borsa da
picnic. Miranda e Gordo fanno lo stesso.
«Ragazzi, io faccio un
salto al chiosco», dice Miranda. «Mi è venuta voglia di un
gelato. E a voi?»
«No, ti
ringrazio.» Scuoto la testa, mentre sistemo a terra il plaid e preparo il
necessario per il picnic, evitando sia il suo sguardo sia quello di Gordo.
«Andate pure voi due.»
«Gordo», scatta
Miranda, «perché non resti ad aiutare Lizzie? Se vuoi posso
portarti io qualcosa.»
Ma cosa diavolo…?
«No, ti ringrazio,
Miranda, sono a posto.» Gordo si avvicina a me, prendendomi dalle mani il
cesto. «Tu vai, ci vediamo più tardi.»
«Ottimo.»
Miranda fa un cenno con la
mano e sparisce in direzione del chiosco, lo stesso in cui sono stata insieme a
Ethan quasi un mese o una vita fa.
Mi viene l’assurdo
pensiero che stia facendo di tutto per lasciarmi sola con Gordo. Ma no, cosa
vado a pensare? Lei non sa mica chi è il ragazzo che mi fa dubitare di
Ethan…! Eppure…
Continuo a dispiegare
tovaglioli e stoviglie di cartone, evitando ostinatamente di guardare Gordo.
È tutta la mattina che andiamo avanti così. Dopo essere stata sul
punto di ammettere tutta la faccenda con Miranda, sono ancora più
preoccupata dall’eventualità di ciò che può
succedere tra me e lui. Perciò perlopiù lo ignoro. Con un
po’ di fortuna ci riuscirò anche ora…
«Lizzie, si può
sapere che hai?»
Dimenticavo che io non sono affatto fortunata.
«Niente.
Perché?»
Senza preavviso, Gordo si
sporge verso di me, mi porta una mano al mento e me lo solleva, costringendomi
a guardarlo.
«Sei strana. Ecco
perché.»
«Sto bene»,
farfuglio, sperando che mi lasci andare alla svelta.
«Dai, non sei capace di
dire bugie.» Lui allontana le dita dal mio viso, come se si rendesse
conto improvvisamente del contatto fisico che ha cercato e raggiunto. A
disagio, riprende in mano il cesto. «Dimmi la verità… Hai
saputo di Ethan e Kate, vero?»
L’imbarazzo diventa
incredulità: è possibile che lo sappia già tutto il Paese?
Sono stata l’ultima ad esserne messa al corrente? All’improvviso mi
dico che è meglio così, è meglio che lui creda che sono
confusa per via di Ethan, piuttosto che sappia che sono confusa per colpa sua.
«Ehm…
Già.» Abbasso lo sguardo. Cerco di rafforzare la scusa. «E
poi… Ieri Miranda mi ha detto che sta cambiando idea su Larry, e…»
«Cosa c’entrano
Miranda e Larry?», domanda Gordo, spiazzato.
«C’entrano. Vuol
dire che tutti, in qualche modo,
trovano la possibilità di piacere a qualcuno che non si è mai
interessato a loro. È ciò che sta succedendo a Larry con Miranda.
Ma ho paura che a me non succederà mai.»
Accidenti. E questa panzana
da dove cavolo mi è uscita?… Forse però è la
verità… Forse per questo l’ho detto con tanta naturalezza.
In fondo non mi sono detta più volte, dopo il famoso quasi-bacio, che io
non avevo davvero più speranze con Ethan?
«Lizzie…»
Alzo di nuovo gli occhi.
Gordo mi guarda con un’aria seria che mi spaventa.
«Devi smetterla di
sminuirti in questo modo. Te l’avrò detto mille volte; se Ethan
non apprezza la fortuna che ha, significa solo che non la merita. E tu non puoi
e non devi starci male, perché
prima o poi capirai che puoi essere felice anche senza di lui.»
Arrossisce. È
probabile che sia arrossita anch’io.
Certo che è davvero
dolce. Un altro, al posto suo, probabilmente approfitterebbe della situazione:
visto che al momento il ragazzo che teoricamente
mi interessa esce con la mia acerrima nemica, un altro potrebbe benissimo farsi
avanti. Ma non Gordo. Gordo è speciale, è il mio migliore amico.
O forse è qualcosa di più.
In questo momento capisco più
che mai che lui vuole in primo luogo vedermi serena, e che per questo è
anche disposto a non pensare affatto a ciò che prova lui. È
sempre stato così, anche quando ha deciso di sostenermi nel mio
pedinamento a Ethan; ma ora, proprio ora,
questa consapevolezza mi colpisce più forte.
Ci guardiamo in silenzio,
l’uno di fronte all’altra, inginocchiati sul plaid, in questo punto
del parco riparato dal sole, proprio di fronte al laghetto. E di colpo, proprio
come la notte del ballo di fine anno, seguo un impulso.
Lo abbraccio.
«Ma… Lizzie!…»
Gordo è confuso, si
irrigidisce, ma io non gli dico nulla. Anche perché non saprei cosa
dirgli.
Alla fine lo sento ricambiare
l’abbraccio, ed è come essere investita da un fiotto di
tranquillità, anche se il cuore mi batte all’impazzata.
Restiamo così per un
po’, in silenzio.
«Lizzie! Gordo!»
Una voce che conosco molto bene
mi strappa da questa specie di trance. Mi allontano da Gordo, guardandomi
intorno, e lo vedo.
Ethan Craft è a pochi
passi da noi, impettito sul suo skate-board, e ci saluta con un braccio.
Vederlo mi lancia di nuovo
nella confusione più totale. È vero, ero riuscita a non pensare
più a lui come al ragazzo dei miei sogni, l’unico al mondo che
potesse interessarmi; ma questo solo perché ultimamente ho fatto in modo
da allontanarmi in tutti i sensi da lui, per poter capire se il disagio che
provo con Gordo nascondesse qualcos’altro, così come mi ha
consigliato Chiedilo a Fannie!...
Ora, invece, al rivedere Ethan scopro che non è cambiato niente:
guardandolo provo sempre la solita piacevole fitta allo stomaco.
Lui scivola sullo skate fino
a fermarsi di fronte a noi.
«Ciao, Ethan», lo
saluta Gordo, secco.
Non mi curo della sua
freddezza e mi infervoro all’istante.
«Ciao, Ethan»,
ripeto. «Come… Come mai sei solo?» Esito prima di rivolgergli
la domanda; non vorrei sembrare indiscreta, ma sono troppo curiosa. «Non
sei con Kate?»
Lui mi fissa come se avessi
detto un’eresia.
«Kate? Bah! Abbiamo
litigato.»
Questo significa almeno tre
cose.
Punto primo: le voci sono
vere, e Ethan e Kate si sono effettivamente messi insieme.
Punto secondo: le voci sono poco
informate, perché non sanno evidentemente che Ethan e Kate ci hanno
messo poco a litigare.
Punto terzo: Ethan è
qui da solo, e non appena ci ha visti, o mi
ha vista, è venuto da noi, o da me.
E quest’ultimo punto a
sua volta può significare mille cose…
«Sono tornat… Ethan?»
Mi volto e vedo Miranda,
appena tornata dal chiosco, che fissa Ethan come se fosse una specie di alieno.
Che diavolo le prende? Non è contenta che sia qui con noi?
«Ciao, Miranda»,
le fa lui di rimando, con la massima naturalezza.
Io mi guardo intorno,
estremamente confusa da questa situazione inusuale. Così facendo finisco
inevitabilmente per soffermarmi su Gordo.
Si è incupito, e
continua ad armeggiare con le posate di cartone senza guardare nessuno.
Ho la sensazione di essere
spaccata in due. E non è affatto piacevole.