Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Mariposa81    09/02/2014    6 recensioni
“Per questo” riprese Soun perentorio “abbiamo deciso che da questo momento il fidanzamento è rotto”
*
La mia storia è una prosecuzione del Manga che diciamoci la verità ha lasciato un po' tutti con l'amaro in bocca. Tante volte mi sono chiesta: ma se la Takahashi avesse continuato a disegnare come sarebbe andata a finire tra quei due? Bè, questa volta a mettere il bastone tra le ruote nei i cuori di Ranma e Akane saranno proprio i loro stessi padri con risultati....inaspettati....tanto da far ricomparire anche una loro vecchia conoscenza.
Se vi ho incuriosito abbastanza non vi resta che leggere la mia fanfic che è la prima in assoluto quindi siate clementi... ;)
Spero tanto che vi piacerà!
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Genma Saotome, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Shinnosuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ranma era poggiato, a braccia incrociate, sulla balaustra della nave; la vernice rossa con cui era stata dipinta veniva via in più punti mostrando il legno con cui era stata costruita. Rosso, era anche il colore del mare che in quel momento, rifletteva gli ultimi raggi di sole mentre scompariva dietro le montagne cinesi, sempre più grandi, man mano che si avvicinavano alla costa. Ascoltava distratto il suono delle onde che s’infrangevano sulla chiglia ma dietro i suoi occhi, semi chiusi per schermare la luce dei raggi solari, c’era un unico pensiero: come reagirà Akane al mio ritorno?
Suo padre lo raggiunse mettendosi al suo fianco. Strinse con le mani il parapetto osservando la costa e con le lacrime che gli scorrevano lungo le guance esordì dicendo : “Ci siamo figlio mio”
Ranma gli gettò un’occhiata di disapprovazione: un artista di arti marziali non doveva cedere in quel modo davanti alle emozioni.  Il più agitato di tutti, però, era Ryoga: saltava da una parte all’altra del ponte, bucando il pavimento della nave con il dito indice ripetendo pieno di gioia: “Non mi trasformerò più in maiale!”
Ranma si girò a guardarlo torvo: “Ryoga, guarda che se non la smetti subito ci farai affondare”. Ma era troppo tardi, perché numerosi zampilli di acqua salata avevano iniziato ad affiorare dai diversi buchi.
Poche decine di metri separavano ormai i nostri eroi dalla costa mentre la barca s'inabissava miseramente sempre di più.
“Sei un idiota!” sibilò Ranma trasformato in ragazza. Nuotò fino a riva trascinando con se il maialino e lo sbattè sul bagnasciuga in malo modo.  
Genma, versione panda, si scrollò energicamente l’acqua di dosso finendo d’inzuppare il povero Ranma la cui tempia iniziò pericolosamente a pulsare.
“Ma come faccio ad avere due compagni di viaggio idioti come voi!?” urlò, calciandoli via con quanto forza aveva in corpo.

Scosse la testa spazientito e iniziò a predisporre un accampamento per la notte.  Era già passata da un pezzo l’ora di cena e per protesta il suo stomaco emise un sonoro brontolio; accese il fuoco e cominciò a scaldare l’acqua per il suo ramen istantaneo ripensando, con l’acquolina in bocca, ai manicaretti che preparava Kasumi.
Finito in un attimo di cenare, decise di non coricarsi subito anche perché sicuramente non avrebbe preso sonno  quella sera; troppe emozioni e pensieri stavano riempendo la sua mente. Aveva bisogno di riflettere un momento, adesso, che era rimasto solo. Si andò a sedere sulla sabbia umida con le mani poggiate dietro la schiena e rivolse il viso al firmamento udendo il suo respiro e il suono della risacca.
Era una notte splendida, una di quelle notti da non passare da soli. Il cielo era costellato da miliardi di luci bianche e, proprio di fronte a lui, la luna che quella sera aveva raggiunto tutta la sua interezza, si rifletteva nel mare lasciando una lunga striscia argentata.
*Chissà cosa stai facendo Akane. Mi stai pensando almeno un po’?* Per un attimo il viso della ragazza si materializzò sorridente, proprio di fronte a lui. Ranma sentì una stretta al cuore. Era via da casa da quasi un mese e lei gli mancava terribilmente; avrebbe voluto tanto sentire la sua voce che lo chiamava, vedere il suo broncio e il suo viso adirato, il suo sorriso, osservarla di nascosto mentre si allenava. Quel giorno, ricordò, se non fosse arrivato P-Chan a interromperli, chissà….*chissà se avrei veramente avuto il coraggio di baciarla*. Un brivido gli percorse la schiena e sentì che il cuore aveva iniziato a martellargli fastidiosamente nel petto. Se tutto andava secondo i suoi piani, domani sarebbe tornato ad essere un ragazzo normale, il ragazzo che avrebbe voluto che lei conoscesse la prima volta che suo padre gliela presentò. E questa volta non si poteva più cedere davanti a inutili imbarazzi, questa volta avrebbe dovuto avere coraggio e dirle cosa provava.
*Sei sicuro che ci riuscirai?* lo schernì la sua voce interiore che puntuale arrivava a far crollare le sue fragili certezze.
Ranma inghiottì a disagio e assunse un’espressione preoccupata. Pensieri tristi iniziarono a  turbarlo: immaginò Akane, seduta sul letto della sua stanza. Evitava di guardarlo mentre con voce fredda e distante gli spezzava il cuore: “Ranma ti ringrazio, ma non posso ricambiare i tuoi sentimenti  perché vedi….mentre eri via mi sono fidanzata con Shinnosuke”.

“Cos’è quel muso lungo?”
Sobbalzò. Alle sue spalle era spuntato Ryoga, completamente bagnato e con ancora del vapore caldo che saliva dal suo corpo. Più in là dietro di lui, suo padre ancora in versione panda, ronfava beatamente accanto al fuoco dell’accampamento.
“Sai…”continuò senza aspettare la risposta dell’amico “lei manca tanto anche a me” ammise malinconico.
“Cosa stai blaterando Ryoga??”
Lo fissò scettico, alzando un sopracciglio e aggrottando la fronte. “Vuoi dirmi che non stai pensando ad Akane?”
Ranma si mise una mano sulla fronte :“Ma secondo te, in un momento come questo sto a pensare proprio a ……??!!!” Ma il rossore che era salito a colorargli le guance, e che si vedeva anche nella fioca luce con cui la luna riusciva ad illuminare la spiaggia, tradiva le sue parole.
“Sei proprio uno stupido Ranma” lo interruppe bruscamente. “Se solo avessi io la tua fortuna, non la sprecherei di certo come fai tu!” esclamò sedendoglisi accanto e fissando tristemente le luci all’orizzonte di imbarcazioni lontane.
“La…la tua fortuna?”  chiese voltandosi stupito
Ryoga strinse la sabbia nel pugno della sua mano, indeciso se continuare o meno quel discorso. Ma alla fine lasciò che le parole uscissero dalla sua bocca: “Quella di possedere il cuore di Akane”
Ranma restò un attimo senza fiato. Il suo viso ora era completamente paonazzo. “M..m…ma Ryoga che stai dicendo? Akane non ha mai detto di…..”
“Non so nemmeno perché te lo sto dicendo. Nemmeno la meriti una così” aggiunse sprezzante, lanciando in acqua quel mucchietto di sabbia.
Scosse la testa infastidito. “Tu non hai idea quante volte, in veste di P-chan, ho dovuto sopportare la vista del volto triste di Akane perché Ukio, Shampoo e Kodachi erano riuscite ad incastrati in qualche appuntamento. Per non parlare poi di quando i vostri genitori hanno rotto il fidanzamento: non l’avevo mai vista piangere per….te” concluse cupo ripensando a quella sera.
“Ma davvero non l’hai ancora capito?”
Ranma non rispose. Non sapeva cosa dire. Spesso Akane si era dimostrata gelosa nei suoi confronti ma non era per niente carina con lui e preferiva soltanto prenderlo a bastonate e continuare a ripetere a tutti che lui non era il suo fidanzato e che non ne voleva uno. Possibile che Ryoga gli stesse mentendo?
“Ah, con te è fiato sprecato. Meglio per me!” esclamò dirigendosi verso la sua tenda. *Una volta che tornerò ad essere un uomo normale mi dichiarerò e conquisterò il suo cuore. Ne sono sicuro* pensò felice entrando sorridente nella sua tenda.
Ranma rimase a lungo a rimuginare sulle parole di Ryoga *quindi, forse anche lei.. mi.. ama?*  

“Etciù!”
*O qualcuno sta parlando di me o mi sto beccando un bel raffreddore a stare qui fuori* pensò, seduta sul tetto della sua casa. Akane, si sistemò meglio la sciarpa gialla intorno al collo fino a coprirsi completamente la bocca.   
Ormai era lì da più di un’ora a fissare il nero della notte carico di tantissime stelle e di una romantica luna  che le illuminava il volto di una luce pallida. Era salita sul tetto anche quella sera; era lì che si rifugiava quando voleva starsene un po’ da sola, perché quel posto per lei, era speciale. Era il luogo della casa preferito da Ranma e questo la faceva sentire più vicina a lui, in qualche modo.
“Ranma…”mormorò infelice. Gli mancava così tanto che avrebbe preferito persino sentire i suoi insulti pur di vederlo di nuovo. Doveva essere davvero una folle a pensare certe cose. Con lei adesso c’era Shinnouke, dolce, paziente e gentile che la faceva sentire protetta e amata e invece di stare un po’ tranquilla non faceva altro che sospirare per quello stupido. Forse doveva cominciare a considerare seriamente il ragazzo di Ryugenzawa:  Ranma poteva anche non tornare mai più.
Gli occhi le si inumidirono subito.  “Ranma torna da me” pregò rivolta al cielo di Nerima

Quella notte due ragazzi, in due paesi differenti ma sotto la stessa luna, si cercavano disperatamente e il cielo quasi a rispondere alle loro preghiere inviò una stella cadente ad esaudire i lori desideri.
 
“Tornerò Akane…aspettami!” mormorò Ranma affidandosi a quella stella che stava lasciando una lunga scia nel firmamento.
 
* * *
 
La mezzanotte era passata da poco e in tutta la casa dei Tendo regnava un assoluto silenzio; non tutti dormivano però. In una delle stanze, dove il buio della notte veniva perforato dai bianchi raggi lunari, qualcuno stava tramando contro il destino. Seduto sul pavimento, Shinnosuke eseguiva con movimenti lenti ed accorti, le istruzioni di Happosai. Ricordava perfettamente le sue parole: “Brucia per primo qualcosa scritto dall’amore da sostituire e vedrai issarsi un fumo color del sangue”. Il ragazzo lo osservò salire lentamente verso il soffitto mentre le parole di Ranma venivano consumate dalla fiamma. “Subito dopo brucerai qualcosa scritto da te e vedrai fuoriuscire un fumo del colore della notte. Questo, dovrà poi essere fatto respirare alla donna il cui amore si vuole sostituire”

Shinnosuke aprì la porta della sua stanza senza far rumore e si diresse lentamente verso la camera di Akane.
*Tanto non funzionerà* ripetè a se stesso cercando di lavarsi la coscienza. Akane stava dormendo con il volto girato verso la finestra e stringeva tra le braccia un peluche a forma di maialino. Con le mani che gli tremavano, il ragazzo  avvicinò  il brucia incensi vicino al viso della piccolo Tendo. Ormai era fatta non poteva più tornare indietro; al massimo il vecchio l’aveva preso in giro e non sarebbe successo niente oppure da domani….
 
* * *
 
Il sole aveva già raggiunto il punto più alto della giornata e il gruppo di tre uomini procedeva spedito in fila indiana in mezzo ai boschi della Cina. Pian piano la vegetazione cominciò ad allargarsi  fino a quando uscirono definitamente dalla foresta. Si affacciarono dal promontorio e alla loro vista apparvero le sorgenti maledette; tante piccole pozzanghere d’acqua da cui partivano giunchi secchi di bambù, ognuna caratterizzata da una maledizione diversa a seconda di chi 50 anni prima vi era annegato. Spinti dall’emozione si abbracciarono come degli sciocchi.
Ranma si riprese subito da quell’attimo di debolezza; guardò Ryoga e poi suo padre : “Finalmente non ci trasformeremo più!”.
Il signor Genma si mise a correre lungo il sentiero che scendeva a valle. “Vi saluto ragazzi!”
“Aspettaci papà!” urlò il figlio pronto a corrergli dietro ma si sentì afferrare per il braccio.
 “Lo sai Ranma vero?” chiese Ryoga fissandolo intensamente. I suoi occhi erano due fessure.
“Cosa? Lasciami andare idio…..” rispose infastidito
“Se vedrò di nuovo piangere Akane, non te lo perdonerò e te la porterò via per sempre. Non sto scherzando”
No, Ryoga non scherzava affatto; non l’aveva mai visto così serio e risoluto.
Ranma fece un passo verso di lui e lo guardò dritto negli occhi. “Te lo prometto, Ryoga”

 
* * * 
 
Due settimane dopo a Nerima.
“Akane è di nuovo ai fornelli?” chiese preoccupato Soun alla figlia maggiore
“Sì papà ma non ti preoccupare. Ormai cucina solo per Shinnosuke”
“Ah già è vero. Ma, non lo trovi un po’ strano?”
“Sì! E’ un po’ che Akane non sembra più la stessa”
Nabiki alzò la testa dalla sua rivista intervenendo nel discorso. “Bè, era ora che iniziava a comportarsi in modo femminile!”
“Non è questo che mi turba” mormorò pensieroso il signor Tendo toccandosi il mento “ ma è con chi ha deciso di farlo che non mi convince”
“Shinnosukeeeee, vieni, la colazione è pronta!” cinguettò Akane portando a tavola quella che sembrava una torta dall’aspetto orribile e dal sapore ancor peggiore.
“Emh… Si arrivo” rispose il ragazzo scendendo le scale mentre lo stomaco gli iniziava  già a contorcersi.
La piccola Tendo, si sedette a tavola accanto a lui, prese una forchettata del dolce che aveva preparato e l’avvicinò alla bocca di Shinnosuke sorridendo.
“Ehm, mangio da solo, non c’è bisogno davvero” disse lui alzando una mano imbarazzato. Ma ancora di più lo erano i conviventi della casa che non riuscivano ad abituarsi al nuovo comportamento di Akane così dolce e accondiscendente.

La ragazza afferrò la cartella e si alzò. “Ok, io adesso scappo, altrimenti farò tardi a scuola. Mi verrai a prendere anche oggi all’uscita, vero Shin?” chiese regalandogli uno dei suoi sorrisi più dolci che fece impallidire il Signor Tendo.
Shinnosuke le fece l’occhiolino. “Certo, come sempre. A dopo!”
Il vecchio Happosai si materializzò nella stanza nella sua tutina bordeaux  e rivolgendosi a Kasumi, che gli stava già premurosamente versando del tè, chiese: “Allora? Nessuna notizia di Genma e Ranma?”
Akane era sulla porta pronta ad uscire. Si stava infilando le ballerine quando improvvisamente sentì un forte dolore al petto che la costrinse ad aggrapparsi allo stipite con un’espressione di dolore sul volto.
“Akane! Cosa è successo? Ti senti bene?” chiese Soun con apprensione, avvicinandosi alla figlia.
Nabiki non disse nulla, ma si girò a fissare la sorella con uno sguardo carico d’ansia.
“Non è niente papà, per un attimo ho sentito una piccola fitta. Nulla di grave”
Kasumi le accarezzò la testa con fare materno: “Sarà meglio che dopo la scuola ti fai vedere dal Dottor. Tofu, Akane. Questi attacchi iniziano a preoccuparci”
“Si Akane, ti accompagnerò io” disse Shinnosuke
“Vedrete che non è niente. Non vi preoccupate” replicò sforzandosi di sorridere per tranquillizzarli un po’.
I componenti della famiglia la osservarono uscire di casa a passo svelto con un’espressione preoccupata sul volto.

Shinnosuke finì di fare colazione con il cibo preparato da Kasumi e si avviò, con un asciugamano in spalla, verso la palestra per allenarsi un po’.
“E’ così alla fine l’hai usato eh?”
Happosai l’aveva raggiunto lungo il corridoio di legno che separava la casa dal dojo.
Shinnosuke si fermò; il suo corpo si era improvvisamente irrigidito. Si sentiva stranamente a disagio e colpevole. “Cosa vuoi dire vecchio? Come fai a saperlo?”
“L’incenso dell’amore sostituito ha un effetto che cresce con il tempo, non è immediato. Nel cuore di Akane Ranma non è ancora scomparso del tutto ecco perché prima, quando ho pronunciato il suo nome lei ha avvertito quella fitta al cuore”
“Cosa significa questo? Akane starà male?”
“Non ti preoccupare, l’effetto sarà completo e Akane non sentirà più alcun dolore dopo solo una settimana dall’utilizzo dell’incenso. Quando gliel’hai fatto respirare?”
“Oggi….oggi è proprio il settimo giorno. Questo vuol dire che da domani Akane non proverà più niente per Ranma?”
“Esatto ragazzo, a meno che oggi non accada qualcosa che glielo faccia ricordare. Ehehe, ti ho fatto proprio un bel regalo. Vedi di tenerlo a mente”
Shinnosuke lo osservò in silenzio mentre balzava via con un sacco vuoto sulle spalle pronto a fare razzie di reggiseni e slip.
*Da domani, Akane sarà completamente mia*
 
* * * 
 
“Ti ringrazio Kasumi per avermi salvato anche questa volta, la cena era davvero ottima” disse Shinnosuke abbozzando un sorriso.
“Sono contenta che ti sia piaciuta”
“Ehm, hai per caso visto Akane?”
“A dire il vero no. Lo sai che dopo cena sparisce sempre”
“Prova in palestra” consigliò Nabiki fissando la tv senza nemmeno voltarsi.
“Proverò” . Ma Shinnosuke già sapeva che non l’avrebbe trovata neanche lì.

Akane era di nuovo sul tetto; ciocche di capelli continuavano a finirle sul viso per via del vento che soffiava imperterrito da quella mattina. *Brr, che freddo che fa! Continuo a venire su questo tetto tutte le sere, invece di restare in compagnia degli altri a godermi la tv al calduccio. Non capisco proprio perché lo faccio, è come se dentro di me scattasse qualcosa. Un bisogno, che non mi so spiegare. Una forza che mi trascina qui sopra ad aspettare, ma chi, che cosa?*
Si portò le ginocchia al petto e alzò il naso al cielo: lo spicchio di luna sopra di sé, era semi nascosto da qualche nuvola nera e ostile. 

Ad un tratto alcune tegole alle sue spalle cigolarono con fare sinistro, segno che lassù non era più sola. Il respiro le si fece corto mentre il cuore ricominciava a darle fastidio. *Eppure il Dottor Tofu ha detto che non ho niente*  Si portò una mano al petto e si voltò impaziente, tesa come una corda di violino.
Non ne capì il motivo ma il cuore smise subito di farle male e una forte delusione prese il posto del sentimento di attesa e speranza che aveva provato poco prima.
 “Ah! Ecco dove ti nascondevi!”
Shinnosuke le si sedette accanto e si girò a guardarla. “Cosa ci fai  qui? Fa molto freddo”
“Non lo so a dire vero. Suppongo che mi piaccia venire ad osservare le stelle”
Il ragazzo seguì il suo sguardo su nel cielo. “E’ vero se ne vedono tantissime. Anche se, la più bella è proprio qui accanto a me”
Akane fece finta di non aver sentito. Arrossì, ma rimase immobile con gli occhi fissi sul cielo. Le nuvole si erano lentamente spostate fino ad oscurare completamente la luna avvolgendoli entrambi nel buio della notte. Si sentiva insicura, quasi in pericolo ma era incapace di muoversi: una parte di lei voleva scappare mentre l’altra, quella più forte, la costringeva a restare.

“Akane, ormai è un mese che vivo qui con te e spero che tu abbia compreso i miei sentimenti”.  Shinnosuke le prese la mano e lentamente, se la portò alla bocca baciandola, quasi come a volerne rivendicare il possesso.
“Akane, vorrei essere il tuo fidanzato”
Si voltò finalmente a guardarlo. “Il…mio…fidanzato…” sussurrò lei di rimando. Quella parola le suonava così tristemente familiare. “Il mio fidanzato…” ripetè ancora; era un termine che conosceva bene, l’aveva già sentito, l’aveva già provato, un tempo l’aveva anche odiato e poi amato ma non si ricordava né come, né perché, né….con chi.
Intanto il vento continuava ad aumentare. Shinnosuke, impaziente e a disagio, decise di provare il tutto per tutto. La tirò a sé bruscamente e chiuse la distanza tra loro poggiando le sue labbra su quelle della ragazza.
Akane sgranò gli occhi, stupita di quel gesto così inaspettato. *Il mio primo bacio: è questo che si prova? Ma io…perché non provo niente? E soprattutto perché una parte di me sente che è sbagliato?* Non riusciva a chiudere gli occhi, come aveva fatto lui; sentiva solo molto freddo sia fuori che dentro di lei.
Alzò lo sguardo oltre la spalla di Shinnosuke e il freddo che stava sentendo si tramutò in gelo; stupore, misto a terrore balenò nei suoi occhi. Il suo cuore le sferzò un ultimo, doloroso attacco: si portò entrambe le mani al petto stringendo tra le mani il maglione che indossava.
“Akane cosa c’è? Stai male” chiese spaventato il ragazzo. Ma Akane non lo stava ascoltando, continuava a fissare un punto davanti a sè con un’espressione sconvolta e incredula sul volto.
Shinnosuke si voltò seguendo il suo sguardo e capì.

In piedi sul tetto, con i vestiti e i capelli scossi dal vento, c’era Ranma. 

Ranma, che li guardava sprezzante e furioso.
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Mariposa81