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Autore: logan_weasley    09/02/2014    1 recensioni
"Gli yordle non amavano molto i cambiamenti, erano dell’idea che la sicurezza di una cosa certa era sempre meglio dell’incertezza di un cambiamento. Lulu non era sempre d’accordo con questa linea di pensiero, ma non se ne discostava poi troppo, anche a lei piaceva sapere sempre quello che sarebbe accaduto e non apprezzava molto le sorprese."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jinx, Lulu, Malzahar
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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LULU E LA RADURA DELLE FATE – CAPITOLO 1 (Incontro inaspettato)
 
Come ogni mattina Lulu si alzò dal suo comodo letto, si liberò dalla coltre delle coperte e iniziò i suoi rituali mattutini: lavarsi la faccia, fare colazione, scambiare due chiacchiere con sua madre, dare un bacio sulla guancia al padre prima che uscisse per andare al lavoro. Quelle piccole abitudini erano sempre rimaste uguali fin da quando aveva ricordo. Bandle City del resto era un posto che nel tempo era sempre rimasto immutato, gli yordle non amavano molto i cambiamenti, erano dell’idea che la sicurezza di una cosa certa era sempre meglio dell’incertezza di un cambiamento. Lulu non era sempre d’accordo con questa linea di pensiero, ma non se ne discostava poi troppo, anche a lei piaceva sapere sempre quello che sarebbe accaduto e non apprezzava molto le sorprese. La mattinata passò molto velocemente per la giovane yordle, aiutò sua mamma a sistemare la casa e poi uscì a giocare con gli altri ragazzini della sua età. Puntuale come un orologio, alle dodici precise, tornò nella sua piccola casetta ricavata dal tronco di un grande albero e pranzò insieme a sua madre. Le raccontò i giochi che aveva fatto e come sempre le disse che sarebbe andata a giocare nel bosco subito dopo aver finito di mangiare.

Lulu amava moltissimo giocare con i suoi coetanei, ma quello che preferiva era ritirarsi nel regno della fantasia: giocare ad essere un valoroso cavaliere in gonnella, affrontare draghi e mostri terribili, fare finta di essere una principessa in pericolo o destinata a sposarsi presto con un bellissimo principe, giocare ad essere una regina cattiva o una fata buona che esaudisce i desideri di tutti quanti. Il teatro di questi suoi giochi solitari era il bosco che sorgeva tutto intorno a Bandle City. Lulu era bravissima ad arrampicarsi sugli alberi, le piaceva soprattutto addentrarsi nel fitto del bosco, dove aveva trovato il Padre della Foresta, un grande e maestoso albero, il più antico di tutti, e salire sopra di esso. I grandi nodi che ricoprivano quasi tutta la sua corteccia rendevano facile l’arrampicata e così la giovane yordle riuscì a salire sul ramo più basso. Facendo un piccolo salto si aggrappò con le mani ad un ramo più grande e più alto, sì issò sopra di esso e vi si sedette. Quello era il suo posto preferito, da lì riusciva a scorgere le case più vicine al limitare del bosco. Facendo molta attenzione si avvicinò alla corteccia dove aveva lasciato il suo bastone: un pezzo di legno pieno di nodi che aveva trovato ai piedi del Padre della Foresta. Lo afferrò e iniziò a muoverlo fantasticando di essere una strega.

 Su quell’albero vari tipi di uccelli erano soliti fare il loro nido, i rami erano abbastanza ampi da ospitare nidi di grandi dimensioni. Inoltre era abbastanza alto da proteggerli dai predatori più grandi, avidi di uova. Sulla corteccia spesso i nodi avevano formato delle vere e proprie insenature dove i volatili più piccoli si nascondevano durante i temporali estivi. Alcune di queste rientranze però erano assai grandi e permettevano anche alle specie di dimensioni maggiori di ripararsi. In una di esse Lulu aveva trovato un grande uccello blu ferito ad un’ala, ogni giorno andava a vedere come stava e lo medicava come meglio poteva. Nel giro di una settimana era riuscito a tornare a volare quasi normalmente, poi dopo un mese aveva trovato un compagno, dopo un anno aveva deposto le uova nel nido e da pochi giorni si erano schiuse. Secondo i calcoli che la giovane yordle aveva fatto, quel giorno i piccoli avrebbero imparato a saltare di ramo in ramo. Quando Lulu giunse all’insenatura doveva aveva visto per la prima volta l’uccello blu trovò il nido vuoto.  Si guardò intorno per scoprire dove fossero andati i suoi amici alati, ma non li trovò da nessuna parte. Poi sentì un famigliare cinguettio e si accorse che la famiglia di pennuti era esattamente sopra la sua testa: i piccoli avevano già imparato a volare. Erano molto piccoli rispetto ai genitori, la madre e il padre erano poco più piccoli di uno yordle adulto.

Contenta di aver visto i suoi amici, Lulu decise di arrampicarsi più in alto. Solitamente non lo faceva, l’altezza massima che aveva raggiunto era quella del nido. Sfruttando uno dei grandi nodi della corteccia salì sopra un ramo, molto più grande di quello su cui era prima, da lì con un salto raggiunse un ramo leggermente più piccolo, ma da cui aveva accesso ad un altro nodo. Salì ancora di qualche ramo e poi decise di fermarsi. Era arrivata abbastanza in alto quel giorno, probabilmente più in alto di qualunque yordle conoscesse. Tra due piccoli rami notò un nido, da cui proveniva uno strano cinguettio. Lulu non aveva mai sentito un verso simile, non era nemmeno convinta che si potesse definire un cinguettio. Era più simile alla voce di un piccolissimo yordle che si sforzava di urlare per farsi sentire. Indecisa sul da farsi si mise ad osservare l’intricato intreccio di rami da cui proveniva il suono. Osservandolo attentamente notò che non si trattava di un vero e proprio nido, ma più che altro un mucchietto di rami e foglie secche raccolte alla rinfusa e agganciati ai due rami in malo modo. In mezzo a quel garbuglio notò un’ala colorata. Incuriosita si avvicinò. Tra i rami una piccola fata dalla ali colorate si dimenava a più non posso. Non sembrava davvero incastrata, ma Lulu scostò i rami più vicini alla magica creatura che subito iniziò a svolazzarle intorno. Con una minuscola mano nera le sfiorò il naso e improvvisamente lo strano ed incomprensibile verso si tramutò in parole dal senso compiuto. «Buon giorno!» squittì la fata. «Mi chiamo Pix! Grazie per avermi liberato!» disse lo spirito fatato continuando a svolazzare intorno alla giovane yordle. «Tu sei Lulu! In realtà non ero incastrata! Ho fatto tutto per incontrarti!» cinguettò Pix. «Come mai?» chiese Lulu. «Perché voglio portarti nella Radura delle Fate! Coraggio, seguimi!» esclamò la creatura magica. Con uno strano movimento delle mani fece comparire davanti a sé un portale colorato in cui si tuffò. Senza farselo ripetere due volte Lulu seguì Pix ed entrò nel varco.
  
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