Scrivo mente nessuno mi vede.
A farmi compagnia solo le tiepide lacrime che mi rigano il volto e si infrangono sull'inchiostro fresco. 
Doveva essere un bel sogno, ma ci sono ferite e vuoti troppo profondi per essere colmati.
Non ho mai avuto cose importanti nella mia vita. Ho sempre sigillato il mio cuore per paura di soffrire, cercavo di non esporre troppo di me, non mi fidavo della gente, mi faceva sentire vulnerabile. Ci fu un ragazzo però, un ragazzo veramente particolare che senza avviso decise di rubarmi il cuore e di portarlo molto lontano. Non so se ne fosse consapevole. Non l'ho mai saputo.
Era iniziato tutto con un semplice sguardo, poi qualche battuta...tutto arrivò così repentinamente che faticavo a credere di avere qualcuno nella mia vita su cui poter contare. Il mio 'qualcuno'. Era facile volergli bene e fidarsi di lui. Che io ricordi, non ho mai incontrato qualcuno che lo disprezzasse o che parlasse male di lui. Era come un angelo. L'ho sempre pensato, ma non mi ero mai soffermata sul fatto che gli angeli abitassero così lontani dalla terra. Non li si poteva incatenare ad un luogo. Erano liberi.
Ma la magia, oh si, la magia, l'ho sentita quando siamo saliti su di un palco per la prima volta insieme. Il nostro piccolo pezzo di mondo e la nostra passione a legarci sempre di più. Era facile parlarci, era facile essere se stessi, perché lui era così, riusciva a tirare fuori il meglio delle persone. O almeno ci era riuscito con me. Giorno dopo giorno divenne il mio punto di riferimento, il mio metodo di paragone. E da lì non si tornava più indietro, perché non c'era nessuno che potesse mettersi allo stesso livello, nessuno che mi facesse vivere le stesse emozioni, nessuno che mi facesse 'sentire'. Vivevo in un mondo illusorio, troppo presa dall' idillio per accorgermi che il mio prezioso angelo mi stesse abbandonando, volando molto lentamente per non essere notato. Infondo l'aveva sempre fatto. Era l'angelo più luminoso, ma viaggiava con un panno sulle ali per paura di svegliare coloro che incontrava sul suo cammino. Un giorno mi sono girata e ho realizzato che il mio angelo era sparito, troppo lontano per riportarlo indietro. 
Non ero mai riuscita ad apprezzare niente nella mia vita, ma con l'immagine delle sue ali luminose che si allontanavano, arrivò anche una realizzazione. Ho sbattuto la faccia contro la più netta verità, e ho capito che avevo sprecato quei pochi attimi di felicità che avrei potuto avere. Avevo commesso un solo errore, ma uno dei più fatali: avevo dato tutto per scontato. Avevo creduto che il mio angelo mi avrebbe sempre tenuta per mano e che mi avrebbe accompagnata lungo tutto il mio percorso, che mi avrebbe sempre cantanto stupide canzoni durante il tragitto e che avrebbe fatto di tutto pur di strapparmi un sorriso anche nelle più buie delle giornate. Ora capisco, ma è troppo tardi.
Il mio angelo luminoso è lontano e io lo guardo allontanarsi mentre porta il mio cuore via con lui.