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Autore: Kiji    09/02/2014    3 recensioni
Lay sta passando un momento difficile. La sua popolarità è la più bassa del gruppo e viene costretto ad accettare qualcosa che lo sconvolge: un duetto con Jonghyun degli SHINee. Potrà l'odio tra i due protagonisti, essere messo da parte per la buona riuscita del progetto? Amore, odio, gelosie.... tanti sentimenti che verranno messi in gioco in una sola storia. Spero vi piacerà ed aspetto con pazienza i vostri commenti...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Lay, Lay
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La corsa in auto durò più di quanto speravo. Vedevo il paesaggio scorrere di fronte ai miei occhi, ma non riuscivo in alcun modo ad accelerare il tempo. Proprio quando la distanza diventava un problema, io non riuscivo a trovare il modo di ridurla al minimo.
– Per favore si sbrighi, ho bisogno di incontrare una persona. – Il tassista era distratto. Probabilmente non aveva capito la mia fretta ma come potevo dargli torto? Neanche io capivo più me stesso. Vedere quel foglio, sentire la compostezza della carta ed il profumo delle sue dita che emanava. Non credevo di poter riconoscere persino quei piccoli fattori, era proprio vero che l’amore ti infetta dentro.
– Mi dispiace, non posso oltrepassare il limite di velocità. Si metta comodo ed aspetti tranquillamente. Arriveremo tra poco. – Possibile che dovessi ancora aspettare? Percorrevo ancora mentalmente quelle parole ed il significato che avevano assunto nella mia testa. Era una scrittura semplice, proprio come la persona che le aveva impresse ad una ad una. Le ricordavo ancora, come se li avessi stampate nella mente, un marchio a fuoco che bruciava ancora.
“Hyung,
ti rispetto fin dal primo momento in cui entrai in questo meraviglioso gruppo. Sei sempre stato il nostro manager, la persona che più ci ha aiutati nei periodi di difficoltà, ma anche tu sei un essere umano vero? Per qualche strana ragione ci fu un periodo in cui credevo che tutta la tua vita ruotasse attorno a noi ed invece non avevo capito nulla. Quando scoprii la tua relazione rimasi sconvolto, non per la persona che avevi accanto, ma per come la trattavi.
Tu non sei quel mostro, vero? Vidi i suoi lividi, le lacrime che scendevano lente e la disperazione in volto, ma ancora quello stupido continua ad amarti. Perché? Credo di saperlo, una volta anche io ti ammiravo da lontano, sebbene il mio non era di certo amore. La persona che porto nel cuore non è così crudele, ma ha un’anima dolce. Lui mi ha sempre sorriso, anche se non conosceva i miei sentimenti. Mi hai chiesto per quale motivo ho salvato Lay?
So bene che il mio corpo è sacro, ma quella persona che tanto amavo stava per morire, potevo forse permetterlo? Quando vidi Chen tra le tue braccia, così piccolo ed indifeso, volevo a tutti i costi aiutarlo, non per strappartelo dalle mani, ma solamente per salvarlo da un amore che lo avrebbe distrutto così come anche il mio cuore sta facendo.
Mi hai detto che sono un ipocrita, che anche io amo in un modo distorto, ma almeno io so quando farmi da parte. Anche se Lay non potrà mai accettarmi, io non lo forzerò mai verso di me. Ti detesto per come hai portato Chen alla disperazione, ma ancora di più perché l’hai sfruttato. L’amore non è questo Hyung. Cerca dentro di te e trova una risposta, così come io troverò il modo di dimenticare.  Jonghyun.”
Pensai tanto, ma le risposte erano troppo confuse. Per quale motivo si era complicato tutto in quel modo? Probabilmente era così ferito che mi aveva spinto via per non sentire le spine nella sua stessa carne, proprio come me.
Jonghyun era una persona strana, ogni volta imparavo sempre qualcosa di più e mi stupiva in ogni istante. Era come una matrioska, aprendo ogni bambola la sua espressione cambiava scoprendo sempre una persona diversa ma pur sempre magnifica. Fin da quando lo conoscevo, avevo sempre visto in lui quella scintilla, ed ho sempre amato ogni parte della sua personalità, anche le più severe. Stavo correndo da lui, dopo averlo ferito di nuovo, forse più di altre volte.
 Credevo che chiedendo scusa tutto sarebbe tornato normale o almeno ci speravo. Se solo ci fossimo abbracciati avremmo trovato le parole adatte per ricominciare, ne ero fermamente convinto. Non appena vidi in lontananza il suo dormitorio, una parte dentro di me divenne irrequieta. Il cuore iniziò a battere, era il momento di scoprire le carte.
Era inutile ferirsi ancora, portava solo più dolore. Non mi importò nulla di dover dare spiegazioni, entrai senza permesso in quello stanzone così simile al nostro. La loro vita era sospesa in bilico così come quella di ogni idol nell’agenzia. Tenuti in sospeso dal favore del pubblico, ma prima o poi ognuno di noi sarebbe stato rimpiazzato. Minho mi guardava sconvolto, mi chiese qualcosa ma non risposi. La mia bocca si aprì da sola, avevo bisogno di sapere una sola cosa.
– Dov’è Jonghyun? – Sembrava irritato, ma non potevo dargli torto. Anche io sarei sconvolto se la situazione fosse capovolta.
– Non è qui. Ha preso una settimana, dovrebbe tornare domani se non sbaglio. – Quella consapevolezza mi lasciò senza fiato. Non doveva andare in quel modo. Io dovevo assolutamente trovarlo, dovevamo parlare e gli avrei detto cosa provavo dentro il mio cuore. Ci saremmo abbracciati e lui mi avrebbe dato dello stupido, ma non era lì. Ancora una volta dovevo aspettare che tornasse da me.
– Ti prego, sai per caso dove si trova adesso? Io… devo vederlo. – Le parole mi morivano in gola. Sembravo pazzo e forse lo ero davvero. Una voce dietro di me sconvolse tutto.
 – Pensavo che avessi capito. Jonghyun ha sofferto troppo a causa tua ed ancora non vuoi lasciarlo in pace. Perché? Mi spieghi per quale diavolo di motivo sei tornato? Sono stato gentile con te e te l’ho chiesto come un favore, ma non vuoi capire, vero? – Onew era arrabbiato.
Si avventò su di me, stringendomi il polso con potenza. Non avevo mai visto una tale luce nei suoi occhi. La belva che mi aveva assalito all’ospedale, disperata e ferita, non era lontanamente paragonabile alla furia omicida che in quel momento voleva sbranarmi.
– Mi dispiace, ci ho provato a restare lontano da lui. Davvero con tutto il cuore volevo smetterla di amarlo, ma non ci riesco. – Liberato dalla sua presa mi inginocchiai d’istinto. L’orgoglio bruciava nel petto, ma sentivo che gli dovevo una scusa almeno. Sapevo bene cosa provava e non riuscivo a fingere di non vedere quegli occhi lucidi pronti a scoppiare in un pianto disperato.
– Picchiami se vuoi, sfoga la tua rabbia. Puoi fare ciò che vuoi del mio corpo, ma ti prego dimmi dove si trova Jong. Ho bisogno di vederlo, di chiedergli scusa. Sento che se non potrò vederlo questa notte, nulla tornerà a posto. – Onew non mi guardava. Aveva voltato lo sguardo da tempo, ma io continuavo a restare immobile, in balia delle sue emozioni. Anche se mi avesse ucciso, io non avrei mollato.
– Pensi che così risolverai tutto? Credi davvero che le nottate passate in bianco, le ferite sul suo corpo e nel cuore verranno lavate via? Io ho visto quanto ha sofferto a causa tua e lo amo più di quanto tu possa anche solo sperare. Vai via dalla mia casa e non tornare mai più. Se ti vedrò ancora accanto a Jong giuro che ti uccido con le mie mani. – Non mi degnò di uno sguardo né aspettò che mi fossi alzato, semplicemente uscì dalla stanza rintanandosi dietro una porta qualsiasi, consapevole che non mi restava altro che fuggire via. I passi lenti di Minho, rimbombarono nella stanza deserta.
Sentivo il peso del suo respiro accanto a me, ed il profumo del cioccolato caldo che teneva tra le mani, mi riscaldò per un istante le membra tremolanti.
– Scusalo Lay. Cerca di capirlo, vuole solo proteggere una persona cara. Non posso dirti dove trovarlo anche perché ho promesso a Jong di lasciargli il tempo di pensare. Vuole restare da solo. Sono consapevole che probabilmente non mi ucciderà se ti vedesse lì, ma Onew si. Mi dispiace. – Anche lui mi lasciò lì, senza la possibilità di dimostrargli quel qualcosa che mi ero ripromesso. Ero stato uno stupido e solo in quel momento davvero ne capivo la gravità. Se mi fossi accorto dell’errore, loro mi avrebbero forse accettato? Aspettai fino a quando i ginocchi non dolevano per lo sforzo. Avevo paura di vedere nuovamente Onew, ma non potevo allontanarmi del tutto.
Uscii fuori, con il vento fresco che mi pungeva il viso e cercai di non morire. Era quella ormai la mia vita, fino a quando lui non avrebbe ripercorso la via insieme a me. 
  
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