Film > Sherlock Holmes
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Autore: BlueFlame    09/02/2014    2 recensioni
Dal testo:
"Ho sempre saputo che c'erano cose che il mio amico Sherlock Holmes non mi diceva. Fatti riguardanti la sua vita e la sua infanzia, ma non avrei mai sospettato che il mio amico nascondesse un segreto così grande, fino a quando non la incontrammo, quel giorno scoprii il suo segreto più grande."
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

 
Lili bussò alla porta della camera di Sherlock Holmes, sicura che fosse ancora sveglio.
-Avanti-disse l’uomo al suo interno-sapevo saresti venuta-concluse la frase non appena lei fosse entrata.
Sherlock era appoggiato al davanzale della finestra e stava guardando fuori.
-A differenza di questa, la vostra casa a Farnham non è molto grande-mentre parlava, non aveva cambiato posizione.
-Quella è solo una casa di villeggiatura dove non andavamo spesso, quindi era inutile farla molto grande, mentre questa è la casa di città. Però ne abbiamo una molto più grande, la Manor House-con un sospiro si era avvicinata a lui, ma non troppo-comunque, non sono qui per parlare della grandezza delle case della mia famiglia, ma…
Sherlock, che si era girato a guardarla, la zittì posandogli un dito sulle labbra.
-Lo so di cosa vuoi parlarmi, oltre che a parole, me l’hai ripetuto più volte anche con lo sguardo, ma dovresti esserti accorta che non era il momento adatto per parlarne-le rispose fissandola dritta negli occhi.
Lei si staccò subito da quel contatto, che troppo a lungo le era mancato.
-Visto che lo sai, cosa voglio dirti, rispondi!
L’investigatore sbuffò e ritrasse la mano prima di risponderle.
-Avevo voglia di vederti, tutto qui!-aveva utilizzato il suo solito tono che infastidiva anche le persone più calme.
-C’eravamo scambiati una promessa, mi sembra-Lili stava iniziando ad irritarsi-inoltre sei stato tu a chiudere con me!-precisò lei.
-Anche questo è vero, ma sei stata tu ad infrangerla per prima parlando con la fidanzata di Watson-continuò lui appoggiandosi nuovamente al davanzale della finestra a braccia incrociate.
-L’ho incontrata per caso, e fino a quando non ti ha nominato, non sapevo neanche chi fosse-anche lei incrociò le braccia.
-Non mentirmi, sapevi benissimo chi fosse, visto che mi tieni d’occhio … pensi che dalla vostra chiacchierata, dalle parole che vi siete dette, non abbia capito che mi stavi mandando un messaggio?-Sherlock tenne continuamente il suo sguardo puntato su quello di Lili-che il tuo “ci rivedremo presto”, in realtà non era riferito a me? Andiamo, mi stai forse sottovalutando? Eppure tu sei una delle persone che meglio mi conosce, sei una di coloro che mi è rimasta vicino mentre stavo diventando un investigatore!-concluse l’investigatore.
-Hai ragione, lo sapevo che era la fidanzata del tuo amico Watson, ma il messaggio che ti ho lasciato dentro quelle parole, era …
Sherlock l’aveva bloccata nuovamente, solo che ora era più vicino a lei.
-Io sto bene, so che anche tu stai bene, mi sento triste ad osservarti da lontano, ma è quello che ci siamo promessi, ci rivedremo presto-disse il detective in un sussurro-è questo il messaggio che mi stavi mandando.
Lili arrossì per la poca distanza che li divideva, e si allontanò da lui.
Sherlock continuò ad osservarla, ma non si avvicinò, sapeva che lei non avrebbe voluto.
-Era vero quando ho detto che volevo vederti, sapere da quel messaggio che tu mi osservi, mentre io no …
-Ma non avresti comunque dovuto accettare quest’invito, è da anni ormai che tento di non far incontrare i tuoi casi con quelli che si occupa Ciel, e tu, invece, hai appena reso vani tutti i miei sforzi-interruppe lei con disappunto-forse ho sbagliato a far sedere Mary al mio tavolo, a parlare di te con lei per mandarti quel messaggio-aveva aggiunto poi, con tono più triste.
-Per me hai fatto bene, mi sono domandato spesso come stavi, ho avuto spesso voglia di vederti, e quindi non mi pento di ciò che ho fatto-fece una pausa, per poi assumere il suo tono da detective-ma se tu non mi vuoi qui, vuol dire che la tua famiglia nasconde altri segreti oltre a quelli di cui venni a conoscenza anni fa.
-Non è per quello, è vero che la mia famiglia possa nascondere molto altro, ma tu sei un investigatore, questa casa, queste persone, questa famiglia-si girò per non guardare Sherlock negli occhi-non possiamo finire sui racconti delle tue avventure, lo sai anche tu-Lili riuscì finalmente a trovare le parole per concludere la frase.
Il detective osservò la figura di spalle di Lili, non era mutata molto dall’ultima volta che l’aveva vista. Era stata la primavera dei loro 25anni, quando lui le disse che era meglio che non si frequentassero più. Si erano fatti allora quella promessa, una promessa che nessuno dei due ebbe più dimenticato. Si erano poi detti addio, e lei si era voltata per andarsene, e come allora i suoi capelli erano lunghi e lisci, non portava acconciature, anzi, a pensarci bene, lei aveva sempre lasciato i capelli sciolti, anche quando si erano conosciuti da ragazzi. Non aveva mai potuto dimenticare la sua figura girata di spalle che se ne andava, certo che stesse piangendo. E ora erano di nuovo li, con lei triste, girata di spalle, e la questione era la stessa di quegli anni, il segreto della sua famiglia.
-Lo so, per questo non ho mai raccontato a Watson di te, di noi-disse lui, distogliendo lo sguardo dalla sua figura.
-Ma ora mi ha conosciuta, avrà trovato strano il tuo comportamento, si starà facendo delle domande, vorrà delle risposte, cosa pensi di fare, negargliele?-si girò per guardarlo.
-No, ora gli racconterò tutto, ma gli dirò che quello che verrà a sapere non dovrà mai rivelarlo a nessuno, mai, te lo prometto-anche lui si era girato a guardarla.
-Bene, allora domani andatevene, e facciamo tornare tutto come prima!
Lili si girò nuovamente per uscire dalla stanza, ma Sherlock fu più veloce e le afferrò un polso, poi, con un gesto delicato ma deciso, l’avvicinò a se. Con la mano, le prese il volto e lo avvicinò al suo, baciandola, prima più dolcemente. Lei non ricambiò subito il bacio, era combattuta, ma poi, iniziò ricambiarlo. Lili gli portò le mani tra i capelli, mentre lui aveva schiuso le labbra e aveva iniziato a leccarle le labbra. Anche lei schiuse le labbra per concedere alla lingua di lui di entrare nella sua bocca.
Incuranti del fatto che Lili avesse lasciato la porta socchiusa quando era entrata, i due avevano iniziato a baciarsi più appassionatamente.
Watson, che era andato nella camera di Holmes per parlargli, nell’aprire leggermente di più, vide il suo amico che stava baciando la contessa di casa Phantomhive. John rimase allibito davanti a quella scena che mai si sarebbe immaginato di vedere. Era capitato proprio nel momento in cui lui l’aveva afferrata e poi baciata, lasciandolo così di stucco.
Il medico ritornò sui suoi passi, capendo che in quel momento il suo amico non gli avrebbe raccontato nulla. Prima di andarsene, però, delicatamente, senza fare alcun rumore, il dottore chiuse la porta, per lasciare ai due amanti un po’ di privacy nel caso che fosse passato qualcuno.
 
“Sapevo dell’interesse che il mio amico Holmes provava per Irene Adler, ma non avrei mai immaginato di vedere il mio amico baciare in quel modo una donna. Le mie domande ora erano aumentate. Ora volevo sapere il legame che li univa. Per il momento li avrei lasciati soli, con l’intenzione di parlare al mio amico il mattino seguente. Ero ignaro che quello che stava accadendo avrebbe dato moto agli avvenimenti futuri. Ma nessuno conosce il futuro, ci si può solo preoccupare di esso, ma per il momento non me ne stavo preoccupando, anzi, nessuno se ne stava preoccupando, neanche il mio amico. E con ancora mille domande che cercavano risposta, me ne tornai nella mia stanza a dormire.”

 
  
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