Capitolo 6 – Un’isola non troppo deserta
La
vista dell’isola per un attimo gli sembrò un miraggio. Ryo e Kaori si trovavano
in acqua da ore, lui che cercava di tenere entrambi a galla, lei sofferente per
la ferita tra le sue braccia. Con un ultimo sforzo, lo sweeper nuotò verso la
riva, e, appena i suoi piedi toccarono il fondo sabbioso, si alzò in piedi
sollevando Kaori tra le braccia e camminò fino alla spiaggia. La posò
delicatamente a terra, poi anche lui si lasciò cadere stremato sulla morbida
sabbia.
-Stai
bene?- chiese a Kaori
-Sì…Mi
fa male la ferita, ma ora che non sono più immersa nell’acqua salata va meglio-
rispose lei –E tu? Hai nuotato per ore…-
-Non ti
preoccupare, ora piuttosto dobbiamo trovare qualcosa per medicare la tua ferita-
Kaori
si sollevò a sedere, non senza una smorfia di dolore, e si guardò intorno.
-Non mi
pare di vedere ospedali o farmacie in vista- ironizzò
-Mai
sentito parlare di erbe medicinali?- replicò lui –Te la senti di camminare?
Dobbiamo inoltrarci all’interno se vogliamo trovarne-
-Sì,
credo di farcela-
Ryo
l’aiutò ad alzarsi e insieme si incamminarono verso la foresta che ricopriva
l’intera parte di isola che riuscivano a vedere.
-Dove
credi che siamo?- chiese Kaori
-Visto
il tragitto della nave, credo che siamo in una delle molte isole dell’arcipelago
delle Filippine- le rispose Ryo –Da quello che ho visto finora, temo che sia
deserta-
-Fantastico…Di
bene in meglio…- sospirò lei
Dopo
qualche minuto di cammino, Ryo individuò una pianta che avrebbe potuto essere
utile. Fece sedere Kaori su di un masso, spezzettò alcune foglie della pianta e
le schiacciò con un sasso, facendone una poltiglia, poi lo spalmò sulla ferita
di Kaori e fece una fasciatura con le maniche della propria camicia.
-Ti ha
insegnato il Professore ad usare queste erbe?- gli chiese Kaori respirando
lentamente per cercare di attenuare il bruciore
-Sì,
quando eravamo in Centro America- le rispose lui finendo di sistemarle la
fasciatura –Fra un po’ il bruciore passerà, però queste erbe non saranno
sufficienti se si sta formano un’infezione-
-E
allora che si fa?-
-Ci
sono delle erbe che potrebbero fare al caso nostro, ma nascono ad un’altitudine
maggiore di questa-
Kaori
guardò la montagna che si scorgeva oltre le fronde degli alberi. Non era molto
alta, ma era comunque una bella scarpinata.
-Vuoi
dire che dovremmo andare fino a lassù?!-
-Non
proprio fino in cima…Ma sì. Te la senti?-
-Non
credo di avere molta scelta…- rispose lei con una smorfia
-Vedrai
che andrà tutto bene, Sugar, te lo prometto- Ryo le sorrise e le accarezzò una
guancia
E così
ripresero il cammino in direzione della montagna. Nonostante l’ombra che
offrivano le chiome degli alberi, il caldo era opprimente e l’umidità
insopportabile. Kaori, già ferita, ben presto cominciò a risentirne e fece
sempre più fatica a camminare. Ryo la fece sedere e riposare per un po’. Poi
controllò la ferita.
-Accidenti,
si sta infettando, ti senti la febbre?- le chiese
-Mi
sento un po’ stordita, ma non è grave, posso continuare- rispose lei
-Non se
ne parla nemmeno, da ora in avanti ti porto io-
-Ma sei
stanco anche tu! Perché non mi lasci qui e continui da solo?-
-Non ti
lascio da sola, perciò smettila di protestare o ti sollevo in spalla come un
sacco di patate!- scherzò lui
-D’accordo,
uomo di Neanderthal, mi arrendo!- rispose Kaori ridendo
Ryo la
sollevò tra le braccia e continuò il cammino con la stessa andatura di prima,
come se portare Kaori non gli costasse il minimo sforzo. Lei si stupì ancora una
volta di come, nonostante la situazione in cui si trovavano, soli e dispersi
chissà dove, si sentisse così tranquilla e al sicuro tra le sue braccia. Ryo era
in grado di affrontare qualsiasi situazione e, con lui al suo fianco, tutto
sarebbe andato bene. In fondo, Miki e Umibozu probabilmente si erano già mossi
per cercarli.
-Quanto
credi che ci vorrà perché Miki e Umi ci trovino?- chiese a Ryo
-Sinceramente…Non
lo so. Ci sono un sacco di isole deserte da queste parti- rispose lui
-Va
beh, posso sempre considerarla una vacanza su un’isola tropicale…Anche se
preferirei un bell’hotel a cinque stelle e un bel massaggiatore-
-Ehi,
come sarebbe a dire un bel massaggiatore? E io?-
-Beh,
puoi massaggiarmi tu se vuoi…- replicò lei maliziosa
Ryo la guardò così intensamente da toglierle il fiato, ma quel
momento fu breve, perché ben presto il suo sguardo si fece attento e si spostò
in un punto di fronte a loro. Anche Kaori voltò la testa e si trovò davanti ad
un gruppo di uomini vestiti solo di alcuni pezzi di stoffa intorno ai fianchi e
armati di lance. Aveva sempre più l’impressione di trovarsi dentro un film di
Spielberg…
Il più
anziano del gruppo, quello che doveva essere il capo, fece un passo avanti e
rivolse loro la parola:
-Quién
eres vosotros?-
(Trad.
Chi siete voi?)
-Che
lingua parlano? Spagnolo?- chiese Kaori a Ryo bisbigliando
-Sì,
molti abitanti indigeni delle Filippine lo parlano- le rispose lui
Poi lo
sweeper disse qualcosa in spagnolo all’uomo che aveva rivolta la parola e, dopo
qualche scambio di battute, quello iniziò a parlare in giapponese per farsi
capire anche da Kaori.
-Conoscono
la nostra lingua. Gli ho detto quello che ci è successo e perché siamo qui, ci
aiuteranno- le disse Ryo
-Abbiamo
l’erba che vi serve al nostro villaggio, seguiteci- confermò l’uomo
Così,
Ryo e Kaori si trovarono a seguire quello strano gruppo, che sembrava orientarsi
nella foresta come se fosse niente. Durante il tragitto, il capo spiegò loro che
il gruppo di uomini si trovava a caccia quando li avevano trovati e che il
villaggio si trovava a un paio d’ore di cammino. Kaori cercò più volte di
convincere Ryo a metterla giù e a farla camminare, ma lui fu irremovibile.
D’altra parte, lei si sentiva sempre più debole, probabilmente a causa della
febbre che stava salendo, e faceva sempre più fatica a tenere gli occhi aperti.
-Resisti,
siamo quasi arrivati- le sussurrò Ryo facendole bere un po’ d’acqua che gli
indigeni avevano dato loro
Tuttavia,
Kaori fece appena in tempo a vedere le sagome di alcune capanne di legno e
paglia, prima di perdere i sensi.