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Autore: Polloistheway    09/02/2014    2 recensioni
Dal capitolo 1
-CLARY!- urlò mentre la ragazza che amava cercava di afferrare qualcosa per fermare la sua caduta nel portale.
-Jace avvisa Magnus di questo portale e cerca di riaprirlo. Ti prego... ti amo- queste furono le sue ultime parole. Lasciò il ramo che la stava trattenendo, non emise nemmeno un suono mentre cadeva e il portale si chiudeva sopra la sua figura. Jace urlò di nuovo e crollò sulle ginocchia piangendo. Fu un dolore quasi fisico, che gli trafisse il cuore fino a mozzargli il respiro. Fu trovato solo ore dopo, mentre ancora le lacrime gli rigavano il volto, da Alec e Isabelle, che lo portarono all'Istituto.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Piccolo spazio autrice all'inizio.
Scusate per queste due cose che dico:
1-mi sono presa una “piccola” (si fa per dire) licenza poetica.
Ho ambientato la storia nel mondo dei libri della Roth dopo la morte di Janine. So che gli Esclusi avrebbero dovuto prendere il potere, ma ho pensato che magari potevo lasciare che le fazioni prendessero i membri del gruppo e se li dividessero finché gli Intrepidi non decidono di andare a parlare con i Pacifici del mondo esterno da salvare.
2-Ho lasciato in vita Will perché era uno dei miei personaggi preferiti.
3-In questo capitolo faccio incontrare gli angeli, i Nephilim e Tessa agli altri Cacciatori dell'Istituto.
4-Le parti Malec spero di scriverle nel prossimo capitolo

 
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Compliment Your 
Soul

Cam alzò lo sguardo di scatto e corse in cucina. Davanti a lui si trovava Penny, dietro al divano, che cercava di afferrare dalle braccia di Quattro la sua bambina.
Tris era accanto al corridoio dove si trovava lui, che stava correndogli incontro.
Lui si preparò all'impatto, ma all'ultimo la ragazza scartò e gli passò sotto il suo braccio. Dalla sua bocca uscì un sibilo interdetto. Lasciò che Clary se la vedesse con una persona della sua stessa taglia e si mise difronte a Quattro.
-Molla subito June- gracchiò. Le sue scapole bruciavano, le ali in attesa di essere spiegate.
-Tu e Clary dovete venire con me. Se venite non dirò una parola su Penny e June, che vi hanno aiutato. I Capi non gli faranno niente... in caso contrario...-
-No, Cam- Penny gli afferrò un braccio. Le ombre si stavano addensando sul soffitto. Non sapeva se la paura che provava per Penny e June e quello che il governo avrebbe potuto fargli o se per quello che stava succedendo nell'altra stanza a Clary.
-Cam possiamo andare- la voce della Cacciatrice ruppe la sua tensione.
-Cosa?- si voltò verso di lei e notò Tris davanti alla ragazza, con le mani bloccate nella morsa della rossa. 
-Voglio che vi lascino in pace. Parlerò solo io con il siero della verità. Cam non verrà.- spiegò con voce ferma -Non m'interessa ciò che farai Quattro, perché io ho Tris e poi.. niente andrà secondo i tuoi piani, te lo dico io.- lasciò la presa su Tris. -Metti a terra June. SUBITO- gli intimò- e tieniti la tua ragazza. Ora mi vesto e arrivo.- concluse lasciando tutti di stucco.
Non appena la porta del bagno sbatté June corse tra le braccia della madre.
-Provate a toccarla ancora una volta e non mi trattiene nessuno dal ridurvi in cenere- ringhiò il demone. Quattro, che stava massaggiando i polsi doloranti di Tris, alzò lo sguardo, sconvolto. Cam prese Penny e June e le portò in camera.
-Torno subito- le rassicurò dopo aver dato un bacio in fronte a tutt'e due. Raggiunse il bagno e aprì la porta senza chiedere nemmeno il permesso.
La ragazza indossava dei leggins rossi, come i suoi capelli e una maglietta gialla senza maniche.
Quando il demone entrò gli sorrise. Lui si mosse come un fulmine e l'abbracciò.
-Tu sei una pazza- bisbigliò tra i suoi capelli. Clary ridacchiò, poi lo mollò e lo guardò negli occhi. 
-Come hai fatto? A bloccare Tris intendo.-
-È molto più brava di quanto pensassi, ma mi hanno addestrato i migliori- Clary sorrise malinconica ricordando le lezioni di frusta con Iz, il lancio dei coltelli con Alec e le acrobazie di Jace. Il suo cuore perse un battito.
-Perché hai scelto di andare con loro?- domandò Cam.
-Sapevo che me l'avresti chiesto. Non ho intenzione di lasciare che incolpino te, Penny o June per ciò che è successo. Il siero probabilmente non funzionerà su un Nephilim, ma tanto non devo nascondere che io lo sia, tu invece hai un segreto immenso da proteggere. Non puoi dire al mondo che sei un angelo caduto- gli prese la mano e gli disegnò una runa con un pennarello.
-Voglio che ti ricordi di questa runa. Quando vedrai Jace lo riconoscerai. Fagliela vedere. Saprà che sono stata qui. Ti prego.- sorrise convinta e gli baciò la guancia. -Ci vediamo Cam-
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-Alec?- Jace urlò agli altri in salotto di fare un po' di silenzio.
-Jace? Ti stiamo aspettando qui all'Istituto. Siamo tutti preoccupatissimi!- 
-Lo so ma devo avvisarvi che non potrò tornare a casa... cioè... non dentro l'Istituto. Ci possiamo trovare da Taki fra circa mezz'ora?- silenzio.
-Alec?-
-Jace arriviamo. Dobbiamo portarci via anche Simon vero?- Jace sorrise.
-Sì, Alec, anche lui grazie.- si udì uno sbuffo poi la conversazione venne interrota.
-Magnus ci incontriamo da Taki fra mezz'ora. Ci saranno solo Isabelle, Simon e Alec-  al suono dell'ultimo  nome lo stregone sussultò.
-Io avrei da fare...- cominciò.
-No. Dovete SMETTERLA di comportarvi come due bambini con l'orgoglio ferito. Per l'Angelo Magnus!- Jace lo prese per un braccio e lo trascinò vicino ad una parete.-Ora... un Portale- e così la compagnia andò fino a New York. 
Poco dopo erano seduti su una tavolata del ristorante preferito dai Nephilim, ad aspettare gli ultimi  ragazzi.
-Jace!- Isabelle gli si fiondò tra le braccia senza quasi notare gli altri.
-Iz, così lo strozzi- rise Simon dietro di lei, ma Jace si accorse che il suo viso era scavato e la mascella tesa.
-Salve a tutti io sono Simon, loro sono Isabelle e Alec.-
Magnus, con un groppo in gola ripeté le presentazioni, poi insieme si scambiarono le varie informazioni.
-Tu sei fratello Zaccaria?- la voce di Iz si alzò di un'ottava quando scoprì l'identità di Jem, l'altro ridacchiò.
Alla fine della seduta Arianne e Izzy stavano chiacchierando di vestiti alla moda, Alec se ne stava in disparte, la coppia di Nephilim parlava animatamente con Roland e Jem, Magnus e Tessa avevano formato un terzetto ciarlone.
Simon e Jace erano gli unici ad aver afferrato il concetto: Clary era scomparsa da ormai ventiquattr'ore e a nessuno interessava.
-Ragazzi...RAGAZZI!-urlò Jace alzandosi. Tutti si zittirono all'istante.
-Clary è scomparsa. Non abbiamo idea di dove, gli incantesimi di localizzazione non funzionano, non sappiamo in che Annunziatore sia caduta e voi parlate tranquilli di tutt'altro. Qual'è stata l'utilità di tutto questo riunire gente? Una rimpatriata tra vecchi amici? Farci vedere che al mondo non ci siamo solo noi Nephilim? Bene, non me ne frega un cazzo! Non capite che Clary potrebbe essere in pericolo?- Simon si alzò, posandogli una mano sulla spalla.
-Jace andiamo a prenderci una boccata d'aria.- uscirono insieme e forse per la prima volta si abbracciarono.
-Non so che fare- mugolò Jace quando si staccò. -Clary è la persona più importante della mia vita-
-Lo so. Ed è per questo che noi torneremo là dentro, prenderemo i loro bei culetti immortali e non e li faremo muovere, finché non troveremo Clary- Simon lo guardò con gli occhi che brillavano. -Se devo scoprirò i denti- e per dimostrarlo sorrise, lasciando che i canini si allungassero. Jace ridacchiò.
Tornarono all'interno e si fermarono a fissare i commensali, poi, con un'occhiata d'intesa cominciarono.
-SILENZIO! Ora: voglio trovare la mia ragazza. Il problema è che si è inficcata in uno dei vostri cosi e io voglio che voi vi alziate, prendiate le vostre cose e che aiutiate me e Simon a trovarla.-
Izzy era letteralmente senza parole.
-JONATHAN CHRISTOPHER HERONDALE! Come osi parlarci così?- Roland si alzò in piedi, ma in quel momento Arianne scoppiò a ridere.
-Magnifico, magnifico! Mi piace!- corse da Roland e lo baciò sulla guancia.
-Ci sto.- porse la sua mano smaltata di nero a Jace che la strinse -Ro, muoviti. Devi aiutarmi a trovare una stanza in questa città- 
-Se volete a casa mia ci sono delle stanze in più, naturalmente l'invito è esteso anche a voi due- Magnus sorrise a Miles e Shelby.
-Noi non possiamo. Jace ci dispiace, ma abbiamo una famiglia.- Shelby lo abbracciò stretto e aggiunse:- So che troverai Clary, devi solo aspettare un po'-
Il Cacciatore li salutò con la mano, mentre i due varcavano il buio di  Annunziatore.
-Beh fratello, io ci sono, come sempre- Izzy si strinse a Simon, tirando anche Alec accanto a lei. Quello sorrise sghembo e si indicò la runa vicino al collo.
-Tessa, Jem, Magnus?- chiese speranzoso.
-Io ho offerto le mie stanze!- lo stregone lo disse come se fosse già chiaro che li avrebbe aiutati.
-Ho aiutato Magnus con l'incantesimo di Clary, anche se non la vedo da molto le voglio bene. Non la lascerò in balia degli eventi.-Tessa strinse il tovagliolo che aveva in mano, poi lo posò e fissò il suo ragazzo.
-Dove va Tessa vado io- dichiarò quest'ultimo.
-Bene. Per oggi abbiamo fatto abbastanza. Dobbiamo dormirci sopra- esordì Simon voltandosi verso la porta.
-Ma...- Jace si ritrasse quando l'amico di Clary lo guardò con i denti scoperti. -Ok, ok. Domani-
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Tris, Quattro e Clary erano appena saliti su un treno di ritorno incittà. La Cacciatrice era di nuovo sola. Con Cam si sentiva come a casa, con il suo mondo sovrannaturale a portata di mano, ma Tris e Quattro non avrebbero mai capito.. non se non avesse fatto qualcosa per dimostrarglielo.
-Clary siamo arrivati- Tris non la sfiorò nemmeno, aveva paura di toccarla dopo ciò successo a casa della mamma e della bambina.
Saltarono dal treno.
Nel quartier generale dei Candidi era tutto in bianco e nero. Cam le aveva spiegato il perché, ma in quel momento l'unica cosa a cui pensava era dire a Quattro ciò che sperava potesse avverarsi.
-Ehm Quattro... avrei una domanda da farti – il ragazzo si fermò e aspettò in silenzio. -Vorrei che ci fossero meno persone possibili lì con noi. Non vorrei che poi tutti sapessero che vengo da un altro posto, in un altro tempo e possiedo dei “poteri magici”. Intendi?- l'uomo annuì.
-Vedrò cosa posso fare-

Venti minuti dopo Clary era seduta su una sedia, in mezzo ad una sala, con solo dieci spettatori: Tris e Quattro, un ragazzo biondo carino in seconda fila, Christina e Will, un ragazzo intrepido che a quanto aveva capito si chiamava Uriah e quattro Candidi.
-Bene, ora inizieremo da domande facili, facili. Il siero è già in circolo,quindi non cercare di mentire- pronunciò Quattro. -Prima domanda: come ti chiami?-
-Clarissa F...- il siero le bruciò nelle vene -  Morgenstern-
-Da dove vieni?- 
-Da Brooklyn, New York, Stati Uniti D'America-
-Cosa fai nella vita?-
-Ero una studentessa, ora faccio la Shadowhunter, una cacciatrice di demoni-
-Ma va, Quattro! Non è possibile. Deve essere una Divergente uscita di testa-
-Peter...- sibilò Tris tra i denti.
-Continuiamo. Come sei arrivata qui?- Quattro guardò in cagnesco il ragazzo biondo poi fissò il suo sguardo freddo sul viso bianco di Clary.
-Io... io non lo so. Sono stata trascinata in una voragine nera, ma non era un Portale. Io-io non lo so- mugugnò. Aveva la fronte imperlata di sudore e il sangue le stava bruciando in una maniera insopportabile.
-Basta vi prego!- sapeva già da principio che il siero sarebbe entrato in contrasto con la componente principalmente angelica del suo sangue.
-Clarissa che?- lei crollò dalla sedia, cercando di respirare. 
-Basta, BASTA!- due mani le afferrarono le spalle e la tirarono in piedi.
-Si può togliere? Dobbiamo toglierle  il siero subito, sta delirando.- la presero in braccio e iniziarono a trasportarla. La sua mente era affollata da una serie di immagini della sua vita.
Sua madre, Luke, Simon, Jace, Alec, Magnus, Izzy, Raziel, Cam, Valentine, Sebastian...
Urlò, quando l'immagine di suo fratello si mosse. Piano piano il suo corpo si coprì di sangue e le si avvicinò sorridendo.
“Jace e io siamo di nuovo legati” sussurrò mostrando la runa di Lilith sul suo petto. Clary urlò nuovamente.
-Clarissa, Clarissa cercheremo di curarti- non era Quattro, ma non aveva mai sentito quella voce.
-Jace, Jace. Salva lui! Sebastian, Jonathan, Lilith. Cam, Cam aiutalo!- qualcuno l'aiutò a distendersi, poi le prese il braccio, prelevandole del sangue. Una mano strinse la sua dolcemente.
Quelle che sembrarono ore passarono prima che qualcuno arrivasse a portare a lei e al ragazzo che l'aveva trasportato.
-Non ci sono molte note positive. Dobbiamo solo aspettare. Il suo sangue sta combattendo contro il siero, mancano ancora circa quattro ore prima che finisca di agire completamente.- 
Clary gemette -Fa male-
-Lo so, lo so, stai tranquilla.- il suo corpo bollente venne appoggiato ad una spalla di lui, poi si sentì abbracciare tutto il corpo. E passò il tempo, con lei tra le sue braccia e lui che la stringeva.
Ore dopo Clary si risvegliò indolenzita.
-Jace? Ho fatto un incubo infinito- biascicò con la voce ancora impastata dal sonno. Aprì piano gli occhi e scattò su, per poi arretrare.
-Mi dispiace di averti svegliata- il ragazzo era Uriah.
-Dispiace a me di essermi addormentata- balbettò la Cacciatrice stringendosi le ginocchia al petto.
-Non avevo mai visto niente di simile- borbottò l'Intrepido distogliendo lo sguardo da lui. -Qualcuno come te. Non sapevo nemmeno della vostra esistenza. Perché non sei sola vero?- 
-Io-io non so se gli Shadowhunters esistano qui. Non so neanche perché ci sono io- si strinse nelle spalle e fissò Uriah con più attenzione.
Guardandolo attentamente era un ragazzo carino, ispirava simpatia e sprizzava coraggio da tutti i pori. Aveva un non so che di Jace. Gli sorrise.
-Ti prego non ne posso più di parlare di me. Mi racconti qualcosa di qui?- a gambe incrociate e mani giunte aspettò che Uriah le raccontasse qualcosa.
-Che ne dici della storia di Tris? Qui è quasi una leggenda- ridacchiò, poi il suo sorriso si spense -Peter prima ha detto la parola Divergente, l'hai sentito?- la rossa annuì – Beh Tris, io e Quattro siamo dei Divergenti. Come credo tu sappia il nostro sistema è diviso in cinque fazioni. Eruditi, intelletto, Abneganti, altruismo, Intrepidi, coraggio, Candidi la verità e i Pacifici beh... lo capisci già dal nome. I Divergenti non hanno un'attitudine specifica.  Tris ha lavorato molto per riuscire ad arrivare fino a questo punto. Ha fatto scoprire a tutti noi che esiste un mondo fuori, un mondo in rovina- si fermò un secondo – Dovremmo ringraziarla a vita- 
-Non capisco perché spendano tempo con me e Cam allora. Non avremmo creato problemi. Sto solo cercando di tornare a casa-
-Come fai ad essere così calma ora? Hai rischiato di morire poche ore fa!-
-Tesoro, nel mio mondo rischio di morire quasi tutti i giorni. Vorrei potervi fare vedere, ma non ho visto demoni e sono disarmata. In effetti mi sento nuda senza armi... è strano.- 
-Beh, mai strano quanto quello che sta accadendo qui- il ragazzo biondo della sala del siero entrò con sguardo sprezzante.
-Peter! Vieni, stai a sentire. C'è un mondo oltre a ciò che vediamo. Potresti imparare molto- Uriah era entusiasta.
-No, grazie, non m'interessa. Sono solo passato per avvisarvi che Quattro sta cercando di fermare le guardie dall'uccidere un tipo con gli occhi verdi all'entrata-
-Cam!- Clary boccheggiò. Si alzò in piedi, ma era ancora spossata dal siero, così le sue gambe non la ressero. Uriah si sporse verso di lei, ma fu Peter a prenderla. 
-Gr-grazie- mormorò. Il viso del ragazzo s'infiammò.
-Dai, ti accompagno- l'aiutò ad alzarsi e le mise un braccio sotto le spalle.
Arrivarono all'entrata a fatica. Clary ridacchiò. Quattro e Cam erano spalla a spalla per fermare un sacco di guardie Intrepide.
-Cam!- urlò la Cacciatrice. Il demone si voltò e Clary vide il sollievo nei suoi occhi.
-Clary!- si fece strada tra i soldati e la raggiunse, stringendola in un abbraccio.
-Perché sei venuto qui? Sei un pazzo- Clary si sentiva sollevata, pensava che non avrebbe rivisto nessuno dei suoi amici, mentre ora si ritrovava tra le braccia di uno di loro. 
-Quattro è venuto a chiamarmi, ma forse sono stato un po' impulsivo prima di entrare qui.- risero e sciolsero l'abbraccio.
-Devo portarti via di qui- borbottò il demone guardandosi in giro.
-No. Uriah mi ha raccontato di ciò che stanno facendo Tris a Quattro. Voglio capire meglio ciò che succede, voglio andare nel mondo fuori.- sorrise -Vorrei che tu mi dessi una mano- 
-Cosa?- Cam spalancò gli occhi, poi aggrottò le sopracciglia -Vieni con me. Voglio farti vedere cosa sono solo capace di fare- ringhiò. La prese per mano e di diresse da Quattro.
-Torniamo tra qualche minuto. Giuro che non scappiamo.- passarono avanti e uscirono sulla strada. Si infilarono in un vicolo stretto tra due edifici, poi si fermarono.
-Cam che devi farmi vedere?- sussurrò. Gli occhi verdi del demone iniziarono a splendere e, quando Clary alzò lo sguardo vide le ombre del vicolo che si addensavano formando uno sciame di cavallette nere. La Cacciatrice tornò a fissare Cam, che aveva alzato il viso verso il cielo.
-Cam...- poco dopo dalle spalle del demone uscirono due ali nere e dorate scintillanti. L'angelo caduto allungò le braccia, poi si rilassò, lasciando la testa mollemente sul collo.
Clary affascinata si avvicinò e allungò una mano verso le piume. La passò leggermente sul manto morbido delle ali. Socchiuse le labbra sotto shock. 
-È la cosa più bella che io abbia mai visto- sussurrò. Deglutì e chiuse gli occhi, lasciando che la sua mano continuasse a vagare su quella bellezza.
Poco dopo si trovò con le dita di Cam che le accarezzavano la guancia. Aprì gli occhi.
-Voglio ancora che tu mi aiuti- mormorò. Il demone posò tutte e due le mani sul suo volto e si avvicinò, facendo posare le sue labbra su quelle della ragazza.
Quella strabuzzò gli occhi, poi li chiuse, aspettando che la solita sensazione di appagamento la aggredisse. Quando non successe niente le lacrime iniziarono a scenderle dagli occhi.
Cam non era Jace. Lei non era con lui. Lei non era nemmeno a Brooklyn.
-Clary... oh mio dio, ti ho fatto male? Scusa.. io non volevo- sussultò.
-Non sei stato tu. È stato bello Cam, ma io... ho aspettato di stare insieme a Jace per un'infinità di tempo. Non so se riuscirò mai a dimenticarlo. Mi dispiace- balbettò con il petto scosso dai singhiozzi. Si ricordò della volta in cui Jace si era liberato dalla runa di Lilith e lei lo aveva detto a Sebastian per salvarlo, ripensò alla notte in cui erano finiti fuori dal concerto di Simon, su quell'amplificatore rotto, sotto la pioggia, il modo in cui Jace si passava le mani tra i capelli, i suoi occhi dorati, la cicatrice a forma di stella , segno della famiglia Herondale... le ginocchia le cedettero. Ora che non doveva dimostrare a sua madre,ai suoi amici e al Conclave quanto fosse “forte” si lasciò andare al pianto.
Le mancavano tutti e non sapeva nemmeno se li avrebbe mai rivisti.
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