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Autore: Richard parker    09/02/2014    0 recensioni
I fiocchi di neve scenevando dolcemente sul suo viso scontrandosi con le gocce calde di lacrime, fragili e delicate come una rosa appassita; I suoi occhi grigi ,persi nel vuoto della neve candida e fredda dell'inverno. " Gli occhi sono lo specchio dell'anima " dicono, ma se proprio gli occhi di Rosamund Gray dovevano esserlo, la sua era un'anima fredda e ghiacciata, depredata di tutto ciò che aveva. Una famiglia, un grande amore, la sua innocenza. Qualche mese fa, non avrebbe mai, e poi mai, potuto immaginare quel che la vita aveva in serbo per lei.
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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  " Il lupo risveglia nei recessi
più profondi di una parte a lungo 
dimenticata della nostra anima, dove 
sopravvive un noi più antico..."
- Mark Rowlands 
 
 
Ero circondata, i loro occhi famelici puntati su di me, inquietanti quanto allo stesso tempo  affascinanti da morire. Un branco di quattro lupi. Quattro contro uno pensai. Le loro fauci digrignate e il loro ringhio ,mi gelavano il sangue nelle vene. Ci osservavamo immobili, uno dei quattro - probabilmente il capobranco - si fece avanti e mi venne incontro ringhiando a testa alta, gli altri indietreggarono.
- Rose! - disse con voce tremolante, Hamabel - Non muoverti, ci pensiamo noi - aggiunse. Mi girai lentamente verso mio cugino e la guardia , tutti e tre erano pronti a scattare.
- Non azzardarti a muovere un muscolo - lo minacciai cautamente.
Era una sfida quella che stava avvendendo. Il lupo iniziò a girarmi intorno,  a mia volta giravo, con il braccio teso e con in mano un coltello , ogni tanto facevo qualche balzo in avanti ,come se stessi per aggredirlo, e nonostante lui fosse più grosso si spaventava di me. Prese lo slancio e mi saltò addosso, cademmo insieme , mi ritrovai faccia a faccia con il lupo. I suoi occhi erano bianchi, ghiacciati, privi di qualsiasi ombra di emozione o di sentimento. Egli affondò le fauci nella mia spalla sinistra, un dolore lancinante. Urlai disumanamente. Alzai la mano in cui avevo il coltello e insistivamente glielo piantai nella schiena, sentii la sua presa diminuire sempre di più,finquando non lasciò la mia spalla sanguinante. Era morto . Con un movimento veloce lo gettai per terra e mi alzai barcollante, gli altri lupi ringhiarono e si allontanarono, finquando uno non prese la rincorsa e mi venne in contro. Rimasi dov'ero. I COLTELLI DA LANCIO pensai. Il lupo era alla distanza giusta per poterglielo lanciare, ma tra qualche secondo non lo sarebbe più stato. Lanciai con il braccio sano il coltello che gli arrivò sul muso. Emise un grugnito straziante e poi si accasciò lentamente sul terreno. Era morto anche lui . Gli altri due se la filarono con la coda immezzo alle gambe. 
Mi girai, i tre uomini erano stati lì, a godersi lo spettacolo, letteralmente " senza muovere un muscolo ". Mi inginocchiai sul terreno , presi della neve fredda e me la misi sulla spalla sanguinante. Il bianco candido della neve si era sciolto mischiandosi al rosso caldo del mio sangue. Un Binaco Sporco. Mi rigirai verso gli uomini, erano rimasti lì impalati con le bocche aperte, come se avessero visto un fantasma.
- Beh? - chiesi camminando nella loro direzione - Hamabel, avete del disinfettante ? - Hamm, sembrava paralizzato, si limitò ad annuire. Clav era il più scioccato di tutti , era impagabile la sua espressione . - Vi muovete? - chiesi cominciando a scendere sul pendio della montagna.
Arrivammo a casa, non una parola mi fu rivolta durante il percorso. Il silenzio regnò.
- Allora mi serve qualche benda e un pò di disinfettante - dissi toccandomi la carne della spalla senz' alcun ribrezzo, ne impressione.
- Oh...certo - rispose Clav - Vieni - Ci incamminammo verso il bagno, per fortuna eravamo scappati agli occhi indiscreti degli adulti, che erano presi da noiosissime discussioni.
- Io..io non so che dire - disse balbettando, come poche volte gli avevo visto fare.
- Non c'è nulla da dire, basta che mi dai il disinfettante - dissi scherzando 
- Oh..si certo,scusa - si scusò - Vuoi che faccio io? - mi chiese gentilmente, annuii   - Non ti fa male? - con un'inaspettata delicatezza mi tamponò la ferita con un batuffolo di cotone bianco 
- Ho un'alta soglia del dolore - risposi scherzando 
- Vedo - rise. Mi fece un'ottima medicazione e mi porse dei suoi  enormi vestiti puliti.
Scesi e i miei cugini e il loro amico parlavano a bassa voce.
- Eccomi , sto benone - annunciai
- Per fortuna - commentò Chris - scusa, sono stato davvero un'idiota , avrei dovuto sparargli -
- Non scusarti -  gli dissi - Ma, quand'ho detto che non dovevate muovere un muscolo, non intendevo letteralmente quello! - risi 
- Perdonaci - Rispose Hamm abbraccaindomi
- Bando alle smacerie Hamm! Cosa c'è per pranzo.. fammi indovinare, stufato? - chiesi andando in cucina - Buongiorno Greta , Buona giornata! - salutai la cuoca che ormai regnava sulla cucina Gray da circa 11 anni e mi diressi in salone dove gli adulti stavano parlando 
- Zio Alfred caro! - esclamai 
- Il fiore più bello che io abbia mai visto - disse zio Alfred - cara Rose, non a caso porti il nome di un fiore! -
- Zio, sei sempre così buono con me! - gli risposi abbracciandolo forte. Come già ho detto Zio Alfred è un pò strano, ed è proprio per questo che gli voglio un mondo di bene e lui ne vuole  a me. 
- Zia Marizza! - dissi baciadola per salutare 
- Cara...- aveva sempre la sua aria fastidiosa ,da una sopra le righe , superiore a tutto - Caccia proficua? - chiese a mi cugino Hamm che mi raggiunse alle spalle. 
- Molto, grazie madre - rispose Hamabel poggiandomi una mano sulla spalla sana - Oh...madre, quasi dimenticavo lui è l'agente Christopher Moral - 
- Oh! - esclamò zia Marizza - che mi venga un colpo! io vi ho già visto! - disse con un tono piuttosto sconvolto.
- Mi dispiace deluderla, ma vi sarete sbagliata...sono un'umile guardia cittadina - rispose Christopher baciandole la mano
- Tutti qui avete allevato dei splendidi figli, soprattutto voi signora Gray e signor Gray, avete una figlia meravigliosa - Christopher si rivolgeva alla mia famiglia. Gli occhi di mia madre erano lucidi e giocherellava nervosamente con il manico della borsa 
- Grazie,apprezziamo molto, ma deve ancora imparare a comportarsi, è ancora una bambina !- 
- Mamma! - urlai, la guardia rise.
- Signora, una bambina alquanto forte -aggiunse scherzoso, inconsciamente gli sorrisi e lui ricambiò con un occhiolino.
- Il pranzo è servito - se ne uscì zia Marizza.
Per tutto il tempo parlai con Christopher del più e del meno. Mi parlò della sua famiglia ,e del suo lavoro, mi accorsi che  i suoi occhi brillavano di una luce propria, trasmetteva molta enfasi ed entusiasmo, così contagioso che mi sentivo anche io quasi felice, nonostante l'aggressione della mattina. Mi parlò di tutto quel che riguardava dei suoi hobby, le sue passioni, le sue abilità , non era di certo il genere di persona con cui avrei voluto parlare, ma lui era li, ad ascoltarmi , ad ascoltare quel che avevo da dire.
- E' stata una successione di eventi inaspettata - ammisi - La passeggiata, il litigio, la sua morte - aggiunsi spegnendomi 
- Non so cosa dirti, mi dispiace , non ero ancora in servizio quando è successo, sono un novellino - mi sorrise dolcemente
- Tu non hai nessuna colpa, la colpa è del nesso - dissi a testa bassa 
- Non avrebbero dovuto lasciar brucirare il suo corpo, mi dispiace - commentò stringendo la mia mano nella sua. Gli occhi mi iniziarono a bruciare perchè tutto era successo per colpa mia, non avrei mai desiderato così tanto un qualcosa che mi potesse punire in maniera così cruda e forte, ma questo rimorso mi è di punizione , tutta questa mia sofferenza punisce i miei capricci, punisce me per la sua morte, perchè è tutta colpa mia.
 
Al termine del pranzo ci sedemmo sui divani, gli uomini fumavano, le donne parlvano di cucito, io intanto ero fuori in giardino, e cercavo in tutti i sensi di discostarmi da quel che è la realtà, da tutto quel che faceva parte del mio mondo , ma ogni mio tentativo era un fallimento, finivo sempre per rimurginare e tutto si trasformava in una rabbia incontenibile, che mio malgrado non potevo distruggere.
- Rose! - mi chiamò mio cugino Hamabel - stasera c'è un ballo,e mi farebbe piacere se tu venissi - 
- Grazie, ma credo di non venire,questi eventi mondani non fanno per me ,ma grazie comuqnue- gli risposi dolcemente - Ai balli servono un cavaliere o una dama e, io non ne ho uno e tu e non sono l'altro tu, ci andrai sicuramente con Becky - aggiunsi
- Nemmeno io ho qualcuno con cui andare al ballo, mi farebbe piacere se quel qualcuno fossi tu - si intromise Chris, le mie guancia arrossirono velocemente
- Se la metti così , sono costretta - feci una piccola pausa - ad accettare - gli occhi della guardia si illuminarono e sul suo volto un sorriso di compiacimento prese il sopravvento.
ANGOLO DELL'A
  
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