LA
VITA SEGRETA DI UN FIGLIO DI MARTE
9 – EPILOGO
“Come
Romolo e Remo?” Chiedo scuotendo la testa, qualcosa
non va come dovrebbe andare.
“Non
l’hai ancora capito? – Il ragazzo con la felpa nera
si fa avanti, lascia scivolare giù il cappuccio della felpa
e io ho la brutta impressione
di guardarmi allo specchio – Io sono Remus, Remo Denalli;
sono figlio di Marte
Ultore, il vendicatore… E sì, siamo
gemelli” Perfetto! Adesso ci mancava solo
un gemello e sapere che fine hanno fatto Romolo e Remo non è
proprio un buon
inizio.
“Bene,
credo sia meglio continuare questa rimpatriata in un
altro posto; l’ultima legione sarebbe il posto perfetto,
là semidei greci e
romani sopravvivono aiutandosi reciprocamente; quindi venitemi
vicino” Mi
avvicino alla dea in una specie di trans, sento un vuoto allo stomaco e
mi
ritrovo su un prato verde, il sole alto nel cielo, anche se ero sicuro
che
fosse notte.
“Siamo
in America” Spiega la dea; tutt’intorno a noi si
snodano delle piccole tende in stile romano, noi ci troviamo
d’avanti a quella
più grande del comandante.
“Prima
che facciate chiarezza devo dare alcune notizie
alle mie cacciatrice – dice la dea con un tono quasi
rammaricato – Non potete
restare con me, non voi semidee almeno. Tu Sara puoi decidere se
restare o
lasciarmi, non fa differenza”
“No!
Io voglio continuare a servirti” Dice la ragazza
ferita, mentre le altre due scuotono il capo sconvolte.
“Non
puoi farci questo mia Artemide” Dice la ragazza coi
capelli neri.
“E
invece posso, devi capirmi Thalia, sette di voi sono
morte perché io ho accettato delle semidee tra le file delle
mie cacciatrici;
non posso mettervi in pericolo. Revoco il vostro voto, non siete con me
da molto
e non invecchierete, non sarete diverse da come siete ora”
Pronuncia alcune
parole in greco antico e le due ragazze crollano a terra svenute.
“Semidii,
Romolo e Remo, le affido a voi non incorrete
nella mia ira abbandonandole. E ricordate, i due gemelli hanno creato
una
grande civiltà governata dagli uomini sugli
uomini” Detto questo e l’unica
cacciatrice rimasta spariscono in una vampata di luce.
“Allora
fratellino sei stupito? Io ho incontrato nostro
padre quando avevo sette anni e lui mi ha dato il dono della strategia,
che ha
dato anche a te più qualche altra diavoleria che possiamo
usare solamente
insieme anche se non so di cosa si tratta. Tu lo sai?” Scuoto
la testa ancora
sconvolto, perché non sono svenuto anch’io come le
due ex-cacciatrici?
“Siete
arrivati” Mi volto verso la provenienza di quella
voce e vedo Chirone; com’è possibile che sia qui?
E perché non ci ha portato
direttamente qui? Sento la rabbia divampare, ci avrebbe risparmiato un
lungo
viaggio.
“Perché
non ci hai condotto subito qui?” Chiedo cercando
di controllare la rabbia.
“Voi
non me lo avete chiesto ed era indispensabile che tu
trovassi tuo fratello” Insieme al centauro ci sono due
ragazzi, uno coi capelli
marroni e gli occhi verdi come l’oceano e l’altro
coi capelli biondi e gli
occhi azzurri assomigliante in modo sproporzionato a Thalia.
“Loro
sono Percy e Jason – Osserva le due ragazze mentre
si alzano, leggermente sconvolte, poi conclude – Venite,
abbiamo molte cose di
cui discutere”
NOTA
DELL’AUTRICE: Salve, siamo giunti alla fine di questa storia;
spero vi sia piaciuta, perché a me è piaciuto
molto scriverla. Non vi dovete
preoccupare, non è finita qui e presto posterò la
seconda parte. Spero
vivamente che vi sia piaciuta; vi anticipo solo che nella prossima FF
ci sarà l’avventura
per spodestare gli dei.
Ciao e grazie ancora.