EPILOGO
Ho svolto il
mio lavoro come compete ad un primo
stratega, ma mi sono sentito vuoto, senza energia. Un involucro senza
volontà,
senza più speranza; mio figlio è qui, dovrei
essere felice di vederlo; peccato
che dovrò ucciderlo.
I giochi
sono iniziati; è sopravvissuto al bagno di
sangue, ma ogni secondo devo lottare contro l’istinto di
uccidere tutti gli
altri per farlo uscire da lì. Ho paura per lui, non ce la
faccio più, non
riesco andare avanti con la costante apprensione di vederlo in quel
posto.
Eccolo, ora
incontra una ragazza, quella del due; si
affrontano, sento le scommesse volare nell’aria attorno a me,
deve vincere deve
farlo. La spada lo colpisce alla gamba e poi alla gola, il sangue
sgorga dal
suo collo.
Quel collo
bianco, quello che accarezzavo quand’era
piccolo. Non riesco a reggere quella vista, me ne vado con le lacrime
alla gola
mentre mi seguono le voce degli altri strateghi.
Arrivo nella
mia stanza; mio figlio è morto per colpa di
Capitol City, io faccio parte di questo mondo; sono diviso a
metà tra il mio
passato e il mio presente.
Ormai il
passato si è spezzato e io mi sento spezzato
quanto esso; il cannone risuona in lontananza. Ogni fibra del mio corpo
sta
morendo insieme a lui.
Il primo stratega
di quest’anno ha reso onore alla tradizione degli hunger
games, lo spettacolo
dell’arena deserta con l’aggiunta dei leoni
è stata una delle mie preferite.
Peccato che alla
fine si sia scoperto della sua parentela con il ragazzo del nove e il
nostro
capo stratega si sia suicidato come suo figlio, uno squarcio alla gola;
una fine
molto nobile e così drammatica.
Non
lo pensate
anche voi?