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Autore: Black Mariah    10/02/2014    6 recensioni
"Eppure, era fortemente tentato di ritornare da lei, di dirle che non aveva mai provato niente prima di allora, prima che lei gli avesse fatto scoprire quanto bene ci si sentisse a tenere ad una persona.
Guardò lo schermo del cellulare e cedendo per la prima volta alle tentazioni digitò il numero di Caroline, infrangendo la sua promessa."
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Caroline\Klaus, Klaus
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Caroline scivolò nella vasca da bagno che l’accolse con un’ondicella di acqua calda creata dal suo corpo appena immerso. L’acqua tiepida le provocò un brivido, tanto che i peli le si rizzarono e la pelle si ritrasse. Era infinitamente piacevole stare immersa in quel cantuccio bagnato e confortevole. Le sembrava quasi che l’acqua le lavasse via i pensieri e li allontanasse, la mente era sgombra e finalmente viveva qualche attimo di pace. Non voleva davvero pensare a niente: l’ultima settimana era stata davvero orribile e lei in primis era stata sottoposta ad una vera e propria sfida. Sembrava quasi che qualcuno si fosse accanito contro di lei per farle saltare i nervi in ogni occasione.
Elena sembrava sempre più distante e sembrava anche non interessarsi minimamente al turbinio di emozioni che lei stava provando. Era sempre più fugace e sfuggevole, e il fatto che non l’aveva né rimproverata, né aveva avuto una minima reazione alla notizia scottante e scandalosa del mese, l’aveva lasciata basita non poco.
Bonnie non l’aveva più calcolata dall’ora, sembrava averla rimossa dalla sua vita o comunque, sembrava volerla ignorare per almeno un po’ di tempo.
“Avevo detto niente pensieri!” si ripeté tra sé insaponandosi e lasciandosi scivolare più a fondo nella vasca, facendo in modo che l’acqua la coprisse fino a metà collo.
Appoggiò la testa allo schienale e chiuse gli occhi per cercare di rilassarsi. Quella sera sarebbe stata a casa da sola, probabilmente arrotolata nella sua coperta di pail preferita, raggomitolata sul divano del soggiorno di casa sua a guardare un film con il camino acceso.
Aveva deciso di ritornare a casa sua per qualche giorno, rivedere sua madre soprattutto, e ritrovarsi in un ambiente familiare. Sua madre non avrebbe mai saputo dei suoi trascorsi precedenti e probabilmente sarebbe stata l’unica, oltre a Stefan, che non l’avrebbe mai giudicata.
Quando sentì la pelle iniziarsi ad aggrinzire decise di alzarsi dalla vasca e di asciugarsi, e dare inizio così alla sua fantastica serata da single depressa ed emarginata da tutti i suoi amici.
Prese il grande asciugamano appeso alla porta e si avvolse dentro: si sentiva quasi un salsicciotto; poi fece la stessa cosa con i capelli che raccolse in una specie di turbante arabo, benché qualche ciocca sfuggì alla sua rigida opera di raccoglimento. Quella sera avrebbe saltato il solito rituale che ormai la caratterizzava fin dai primi anni di scuola, ovvero detergere i suoi biondissimi capelli con un olio emolliente, in modo tale da farli risultare morbidi e lucenti.
“Non ho nessuno per cui farmi bella” pensò scioccamente, aprendo la porta del bagno e dirigendosi in camera sua a mettersi il pigiama.
Il corridoio buio che terminava con le scale le fece un po’ paura, e come se fosse ancora una bambina corse veloce nella sua stanza per accendere la luce.
Aprì la porta e fu investita da una ventata d’aria fredda e confusa, e notò che la finestra era spalancata.
A quella vista si irrigidì immediatamente e iniziò a muoversi lentamente.
Qualcuno era stato nella sua stanza: non c’era dubbio. Ricordava perfettamente di aver lasciato tutto chiuso, non avrebbe avuto nessun senso lasciare la finestra spalancata.
Un leggero rumore le mise i brividi, aumentato anche dal fatto che sentiva molto freddo, dato che era passata da un ambiente caldo e umido in un altro freddo e secco.
Aguzzò la vista e si guardò intorno: il suo letto era così come l’aveva lasciato con tutti i suoi peluche sopra, ricordi di tanti compleanni passati, l’armadio era chiuso, la scrivania in ordine e con qualche libro sopra e sulla poltroncina c’erano i suoi vestiti…anzi no.
Ritornò indietro con lo sguardo, come se volesse confermare quello che aveva appena visto, ma nel farlo le si gelò il sangue nelle vene. Ebbe quasi un mancamento.
Seduta sulla sua poltroncina, immersa nella penombra, c’era una figura umana che aspettava pazientemente, con le gambe accavallate e le braccia incrociate.
Nel vederla non batté ciglio e aspettò che Caroline dicesse o facesse qualcosa.
La ragazza deglutì sonoramente. Riconobbe quei lineamenti che sembravano quasi disegnati, riconobbe il profilo del naso, e il disegno della sua bocca, illuminata solo in parte dalla luce della luna che entrava nella stanza. I suoi capelli biondi assumevano dei rilessi quasi argentei nel buio, e il suo sguardo, freddo come il ghiaccio, era penetrante anche da quella distanza, anche se non era visibile perfettamente.
Prima di pronunciare il suo nome Caroline fece un lento sospiro. Non si aspettava di trovarlo lì, nella sua stanza, dopo quello che era successo tra di loro. Lui le aveva promesso che non sarebbe mai più ritornato a Mystic Falls, e invece era lì, a poco più di due settimane dalla sua fantomatica promessa.
-Klaus- sussurrò solo. Aspettando un cenno o una parola dall’ibrido di fronte a lei.
In quel momento stava provando un misto di emozioni contrastanti: una parte di lei era spaventata, quasi vergognosa di aver mostrato una parte così intima di se stessa ad una creatura spietata e millenaria, ma un’altra parte, quella più irrazionale e più schiava delle passioni, era quasi contenta di vederlo, di rivedere l’uomo che l’aveva fatta sentire così viva da farle credere, anche per un secondo, che ciò che aveva fatto non era stato sbagliato.
Il biondo ibrido curvò leggermente le labbra in un sorriso: gli era mancata, quasi come l’aria manca ad un essere umano, e vederla lì davanti a lui, vulnerabile,  sorpresa, forse felice di rivederlo, gli causava un mare di sensazioni e di emozioni.
Si alzò e andò a chiudere la finestra. Il rumore del vento e dei rami che sbattevano contro il muro della stanza lo rendeva nervoso. Sembrava quasi stesse scandendo o battendo il poco tempo che aveva a disposizione per salutare Caroline.
-Scusami per la finestra- disse per rompere il ghiaccio –E’ un po’ troppo plateale anche per me- aggiunse sorridendo e cercando di studiare l’espressione della vampira.
Per la prima volta nella sua lunga vita si sentiva nervoso, e non nervoso per i comportamenti altrui o per i cattivi esiti dei suoi ordini, ma nervoso per se stesso, per non essere quello che faceva meglio per lei, per non essere abbastanza; nervoso per il suo giudizio, per gli occhi di lei che lo scrutavano pensierosi e che si muovevano frenetici lungo la sua figura. Avrebbe voluto che lei dicesse qualcosa piuttosto che rimanesse immobile davanti a lui a pensare a chissà cosa.
-Mi avevi promesso che non saresti mai più ritornato- disse Caroline con un tono così pungente, che quasi si sentì in colpa.
Si girò velocemente e andò ad accendere la luce. Non poterlo vedere chiaramente in faccia la rendeva irritabile, benché il buio sicuramente avrebbe celato le sue emozioni dagli occhi blu dell’ibrido, emozioni che avrebbe dovuto nascondere dal preciso momento in cui abbassò l’interruttore.
Klaus la guardò stupito, solo allora notò Caroline avvolta in un grande asciugamano, completamente nuda al di sotto di esso e ancora a tratti sgocciolante. Un naturale sorrisetto malizioso si stampò sul suo viso, celato però da un’occhiata dura e quasi rassegnata per il  tono aspro della vampira.
-Avevo deciso di onorare la mia parola fino a quando non mi hai chiamato nel bel mezzo della notte- rispose calmo l’Originale. La calma che stava mostrando in quel momento torturò quasi Caroline. Trovarselo nella sua stanza da letto, così all’improvviso, con il suo charme unico e sensuale, era l’ultima cosa che avrebbe voluto in quel momento.
-Io non ti ho mai chiamato- commentò la vampira, cercando di sfuggire allo sguardo inquisitore di Klaus. Si diresse verso l’armadio per prendere dei vestiti, ma l’ibrido l’anticipò con la velocità sovrannaturale e si parò davanti a lei.
Una ventata di profumo, forte e penetrante, l’avvolse, così come tutta la figura dell’ibrido predominava sul suo esile corpo. Abbassò lo sguardo cercando di non incontrare quello di Klaus, ma l’ibridò allungò un braccio, e prese il mento della vampira tra le mani, senza aver paura di essere rifiutato.
-Non devi mentire per forza- disse, con una voce tanto roca quanto sensuale. Il suo timbro così cupo e ritmato da quel caratterizzante accento che possedeva, suscitò un brivido lungo la schiena di Caroline, che  a mala pena riusciva a nascondere le emozioni.
Sentire di nuovo Klaus sulla sua pelle era stata una piacevole riscoperta. In quelle due settimane non aveva mai dimenticato il tocco dell’Originale. Per fortuna o per sfortuna, non avrebbe saputo dirlo, quella sensazione era ancora viva dentro di sé, ma quando l’uomo le sfiorò lentamente e dolcemente la pelle, come mai aveva fatto, capì che quelle sensazioni ancora conservate nella parte più oscura di sé, erano solo dei leggeri ricordi, non paragonabili alle sensazioni che una leggera carezza le aveva fatto nascere dentro l’anima.
Caroline chiuse gli occhi. Sperava che una volta riaperti, Klaus non ci fosse più, sperava fosse solo una visione della sua mente.
Riaprì le palpebre e fortunatamente l’ibrido si trovava ancora lì, con il suo sguardo teso e deciso intento a guardarla e a scrutarne ogni lineamento del suo viso. La vampira fece un sospiro e abbassò lo sguardo. Sapeva che con lui mentire sarebbe stato inutile, ma anche solo dirlo ad alta voce, anche solo essere sincera con lui, significava per lei ammettere i suoi sentimenti, benché ancora confusionari.
-Perché sei qui?- domandò Caroline a voce bassa, sperando che la risposta fosse diversa da quella che pensava.
-Volevo controllare stessi bene- rispose sincero Klaus, il cui sguardo si intenerì e si rilassò davanti alla ritrovata calma della ragazza. –Pensavo ti fosse successo qualcosa- aggiunse per essere più convincente.
Caroline sembrava sinceramente provata da quelle sue parole ma cercò di non darlo a vedere.
-Bastava una telefonata- commentò solo la vampira cercando di allontanarsi da lì. Klaus le trasmetteva un intenso magnetismo che quasi la stordiva e la distraeva. Era stato così nella foresta, era così in quel momento e lo sarebbe stato per sempre. Per quanto si sforzasse di odiarlo, di allontanarlo e di non tenere a lui, era perversamente attratta da quella creatura sovrannaturale, il cui cuore sembrava battere solo in sua presenza.
L’ibridò la prese per un braccio e senza troppa gentilezza la portò davanti a sé. Caroline sussultò per la vicinanza con il petto dell’Originale che si alzava e abbassava velocemente. Klaus fu quasi attraversato da una scossa elettrica. Aveva Caroline tra le braccia e il contatto con la sua pelle morbida e ancora umida per il bagno, gli stava causando delle perverse sensazioni che gli partivano dalla parte bassa della schiena fino ad arrivare al collo. Incatenò i suoi occhi a quelli celesti della vampira e chinò leggermente il capo per colmare quell’infinita distanza che sembrava dividerli.
-Mi sei mancata- sussurrò lui, quasi spaventato da quella frase, e in quel momento avrebbe tanto voluto abbracciarla, ma rimase immobile, con i palmi delle mani appoggiate sulle braccia nude della vampira.
Caroline deglutì. Non si aspettava quelle parole, soprattutto da lui, ma quella sensazione precedentemente provata, di leggerezza e gioia allo stesso tempo, la colse di nuovo, costringendola a piegare le labbra in un sorriso.
-Anche tu, ma non ti montare la testa- rispose sciogliendosi un po’, sia perché Klaus si era rivelato più dolce e morigerato di quanto lei si aspettasse, e sia perché erano completamente soli, lontano da tutti i loro problemi.
L’ibrido rise rumorosamente, non si era affatto dimenticato della lingua lunga e sfacciata della bionda.
Senza pensarci due volte Klaus si chinò maggiormente, cercando di dare un bacio alla ragazza, ma quest’ultima lo fermò portandoli una mano sul petto.
-Sanno di noi- disse solo Caroline amaramente, cercando di non pensare alle ulteriori conseguenze di quel loro nuovo incontro.
L’ibridò chinò la testa di lato e sorrise sornione, pensando al putiferio che probabilmente era successo con i suoi amichetti.
-E allora?- chiese divertito, preoccupandosi di conoscere di più sul fatto solo perché sapeva che per Caroline era importante. –Ti hanno giudicata come un essere orribile solo perché sei andata a letto con un pluriomicida millenario?- terminò di chiedere allontanandosi dalla vampira e iniziando a gironzolare per la sua camera da letto.
-Così non mi aiuti- sbuffò Caroline, aprendo l’armadio e iniziando a prendere il pigiama. Quella situazione le sembrava alquanto assurda: Klaus in casa sua che piombava così…all’improvviso, lei ancora mezza nuda, e adesso stavano anche conversando amabilmente. Seriamente?!
Klaus fece un altro dei suoi sorrisetti compiaciuti e alzò un sopracciglio, guardando Caroline in attesa di una risposta che non arrivò. Lo sguardo della ragazza si era fatto triste e colpevole e ciò lo ferì profondamente. Si portò nuovamente vicino a lei e le prese una mano.
-Ti fa soffrire di più il fatto di averli delusi, o di aver condiviso un momento intimo con me?- chiese con gli occhi bassi, sapendo che forse la risposta era positiva per entrambe le opzioni che lui aveva dato.
In fondo lo sapeva, sapeva che quello che loro avevano avuto era stato solo per un lungo pomeriggio. Non si aspettava nulla da lei, non si aspettava di essere amato. Nessuno lo aveva fatto e probabilmente mai nessuno lo avrebbe fatto in futuro: nessuno provava amore per uno come lui, per un mostro, per un demonio, per un bastardo; e anche se Caroline era una persona buona e lungimirante, sicuramente non sarebbe stata mai in grado di provare quel sentimento così puro per lui.
Caroline respirò lentamente, aveva notato quell’alone di tristezza negli occhi di Klaus e non voleva ferirlo, in fondo si stava sforzando di essere civile, quasi gentile.
-Mi fa soffrire il fatto che non posso sentirmi bene con me stessa per quello che ho fatto, perché tutti sembrano giudicarmi malgrado le cose terribili che anche loro hanno compiuto- rispose la vampira, cercando di non incontrare gli occhi di Klaus.
-Capisco…- disse solo l’ibrido dispiaciuto. Anche solo per un istante aveva sperato in qualcosa di diverso.
La bionda chinò la testa e scrutò silenziosa l’Originale. Era una leggera delusione quella che riusciva a vedere negli occhi blu di Klaus?
Alzò gli occhi al cielo e si sentì in colpa per quegli occhi tristi e spenti. Chi se ne importava se dirlo ad alta voce avrebbe reso tutto reale, tanto c’erano solo loro due nella stanza.
-Ma- aggiunse avvicinandosi, colpita di nuovo da quell’ondata di bramosia che l’aveva già colpita nella foresta – non mi dispiace…aver passato un pomeriggio con te- concluse svelta. Sapeva che da lì a dieci secondi si sarebbe pentita di quelle parole.
Klaus alzò lo sguardo e la guardò titubante: aveva davvero sentito quelle parole?
Caroline sorrise leggermente di fronte a quello sguardo corrucciato, e tenendosi stretta l’asciugamano, si avvicinò all’Originale.
-Cosa ti ha fatto cambiare idea? Siamo insieme da venti minuti e non mi hai ancora insultato- fece ironico Klaus, sfoderando uno dei suoi sguardi da seduttore.
-Magari vederti a piccole dosi mi fa bene, mi rende meno suscettibile dell’averti sempre intorno- rispose Caroline sorridendo e sciogliendosi il turbante. I suoi capelli biondi, disordinati e umidi le ricaddero sulle spalle, divisi in tanti indomabili boccoli.
L’ibrido sorrise: quella era una dolce tortura per gli occhi. Non sapeva se Caroline lo stesse facendo a posta solo per stuzzicarlo, ma decise comunque di stare al gioco.
-E non sei nemmeno un po’ contenta di vedermi? Andiamo, a me puoi dirlo, non ti farai problemi dopo quello che…-
La bionda sbuffò sonoramente e smise di passarsi l’asciugamano tra i capelli.
-No! Se fai così no!- rispose sincera Caroline. In quel momento aveva bisogno di tutto tranne che del compiacimento dell’ibrido per essersela portata a letto.
-Ah! Però lo ammetti che ti sono mancato!- replicò contento Klaus per averla colta in flagrante.
-Grr!- fece Caroline per nascondere la vergogna e girandosi per celare un sorriso. Nel movimento veloce un lembo dell’asciugamano si abbassò, mostrando a Klaus un tratto di schiena nuda.
Klaus sospirò. Quella vampira era un tormento, per l’animo e per gli occhi.
Lo istigava a preoccuparsi per qualcuno, a preoccuparsi per lei, gli dava da pensare sempre due volte. Quando l’ibrido si trovava con lei era sempre costretto a pensare alle conseguenze delle sue azioni e ai pensieri di Caroline a riguardo, e questa cosa non aveva ancora capito se gli dava fastidio o no.
Tuttavia si era ripromesso di non invadere la sua privacy e di non toccarla più a meno che lei non l’avesse voluto.
Con una falcata balzò davanti a lei, cercando di non cedere al suo istinto più animale ed inspirò l’odore dei suoi capelli ancora bagnati.
Fece una cosa che gli era innaturale. Solitamente non si era mai preoccupato di essere dolce con le donne, aveva sempre agito d’istinto, per il suo tornaconto e soprattutto per il suo piacere personale. Nella sua millenaria vita non c’era stata una donna che era andata a letto più di una volta con lui, al momento che ci pensava, in genere lui non aveva mai dato importanza all’amore, era sempre stato convinto che era solo una perdita di tempo.
Prese tra le mani il viso di Caroline ed iniziò ad accarezzarlo dolcemente, guardandolo con sguardo tenero. La ragazza rimase allibita da quel gesto così dolce e intimo e si fece quasi cullare dal tocco sensuale dell’ibrido.
-Se tu lo vuoi ancora, non tornerò mai più qui- disse deciso, penetrando Caroline con le sue iridi blu scure.
La vampira deglutì, quasi spaventata da quelle parole. La verità era che lei avrebbe voluto rivederlo ma non lì, non a Mystic Falls dove era circondata da persone che trovavano assurdo e disgustoso il suo legame con quella creatura così complicata.
-Ciò non toglie, che sia tu a venire da me, quando lo desideri- provò a dire ancora Klaus. Le stava davvero proponendo di andare a New Orleans? Dove il terreno gli stava franando sotto i piedi?
Caroline ebbe un sussulto. Non era la prima volta che Klaus le aveva fatto quella proposta, ma mai prima di allora quell’affermazione le sembrava così attraente.
-Anche solo per poco tempo- aggiunse in fretta l’Originale. Sapeva che la ragazza non avrebbe mai rinunciato ai suoi amici, malgrado le tensioni che c’erano tra di loro in quel momento.
Un leggero sorriso sul volto di Caroline illuminò lo sguardo di Klaus, il quale si sentì improvvisamente più leggero. Erano decisamente stupide quelle sensazioni che lui, l’ibrido numero uno, stava provando in quel momento. Probabilmente non le aveva provate nemmeno da umano, quando lui e suo fratello si erano invaghiti della stessa ragazza.
-Ci penserò- disse Caroline, trovandosi pericolosamente vicino al viso di Klaus. Poteva sentire il calore del suo respiro sbatterle contro il volto. Inspirò il suo profumo e per più di qualche secondo fu perversamente attratta dalle sue labbra, che sembravano disegnate quasi con un pennello, inumidite leggermente e incorniciate dalla barba bionda e morbida dell’ibrido.
-Allora è un sì- disse con voce roca e sensuale Klaus, le cui mani scivolarono lungo il bacino della ragazza e strinsero i fianchi morbidi di quest’ultima.
Con difficoltà Caroline riuscì a rispondergli in quel momento. Continuava a guardare le labbra leggermente dischiuse dell’Originale, desiderando ardentemente assaporarle ancora una volta.
-Diciamo che non è un no- emise a fatica.
Chiuse gli occhi, aspettandosi una bacio sulle labbra. Klaus la strinse di più a sé e titubante, le stampò un casto e dolce bacio sulla fronte.
Quando Caroline li riaprì, si ritrovò da sola nella stanza, colpita da una folata di vento che entrava dalla finestra lasciata aperta da Klaus.
Sospirò, sentendosi svuotata. Il bacio che l’ibrido le ebbe lasciato quasi le bruciava.
 
***
 
New Orleans, quartiere francese. Klaus furioso sbraitava per la strada alla ricerca di qualche strega che lo ascoltasse e soprattutto che lo assecondasse per il suo nuovo piano contro Celeste.
Monique era al suo fianco, terrorizzata dalla foga dell’ibrido che la teneva stretta per il collo. Lo sentiva urlare contro le sue sorelle, contro sua zia e poi anche con il vampiro Marcel, che al contrario di Klaus si era dimostrato molto più puro di animo e pieno di fede.
-La puzza di streghe è nell’aria!- urlò aspramente l’Originale guardandosi attorno, con il pugnale di Papa Tunde ancora impugnato in alto. Se ancora nessuna dannatissima strega si fosse fatta viva, non ci avrebbe pensato due volte a conficcare quell’affilatissimo e tribale coltello nel petto della ragazza, o ancora meglio, le avrebbe tagliato la gola, tanto per creare una sorta di connessione con il perverso rito del raccolto.
-Ricordate le mie parole. Ucciderò questa ragazza con la stessa lama che era destinata a me!-
-Non lo ripeterò di nuovo!- urlò a quel punto Marcel all’improvviso. –Noi non uccidiamo bambini!- 
L’ibrido lo guardò con uno sguardo assassino. Non era quello il momento giusto per fare il gradasso con lui, soprattutto perché era totalmente fuori di sé.
Con fare di sfida Klaus avvicinò la gola della ragazza alla lama affilata del coltello, ma fu travolto da Marcel che lo prese per un polso e gli fece lasciare la presa.
L’Originale senza troppa gentilezza spinse il vampiro per scrollarselo di dosso, scaraventando la ragazza a terra. Marcel si gettò nuovamente su di lui e in un momento di distrazione, venne quasi catturato da Klaus, che stava lottando contro tutte le forze del vampiro per contrastargli il collo, che dopo qualche secondo, si spezzò in seguito alla presa dell’ibrido.
Senza battere ciglio Klaus lo guardò steso a terra e disse con odio –Sono io a decidere ch vive e chi muore qui-
Si girò di scatto per controllare la ragazza, ma non fece a tempo a dare un’occhiata in giro e di percepire il pericolo che incombeva su di lui.
Sophie Deveraux, quella fastidiosa strega che lui tanto odiava, l’aveva appena accoltellato con la lama di osso dello stregone di colore.
Klaus urlò dal dolore nel sentire la lama squarciargli i tessuti e gli organi, ed emise un urlo ancora più forte, quando il coltello sparì magicamente tra le sue membra, causandoli un dolore infernale.
Cadde a terra sulle sue ginocchia, tormentato da quell’orribile sensazione. Se non avesse avuto la certezza di non poter essere ucciso, sicuramente avrebbe creduto di stare per morire.
Urlò ancora, con tutta la voce che aveva in corpo. Cercò di fermare o di prendere la lama che velocemente gli stava perforando il petto, ma quando si portò le mani sullo sterno, il coltello era già sparito dentro di lui, lacerando tutto ciò che incontrava davanti.
Si accasciò a terra, vinto da quel dolore disumano, sotto gli occhi di Sophie che guardava quella scena spaventata.
-Staremo a vedere- disse improvvisamente Bastiana che apparve dietro le spalle della strega.
 
 
Caroline si lasciò alle spalle il Mystic Grill e cercò di raggiungere la sua macchina nel parcheggio del retro. Era passata a salutare Matt e ad avvisarlo del fatto che lei sarebbe ritornata al campus universitario per poter seguire regolarmente le lezioni.
Il suo felice tentativo di salutare l’amico era stato boicottato dalla presenza nel locale di Nadia Petrova e di Tyler, a cui Caroline non volle nemmeno avvicinarsi, né farsi vedere. Lui la odiava e se avesse saputo dell’ultimo episodio con Klaus probabilmente l’avrebbe letteralmente sbranata e quella sarebbe stata una situazione davvero incresciosa, dal momento che l’unico che avrebbe potuto curarla dal morso di un ibrido o licantropo era proprio Klaus.
Raggiunse la sua macchina nel bel mezzo del parcheggio. Si guardò attorno alla ricerca di qualche anima di passaggio, ma notò di essere completamente sola.
-Ehi, dov’è andata tutta la gente di questo paese?- disse tra sé, vedendo la sua immagine riflessa nello specchio. Nel inserire la chiave nello sportello mise poca attenzione e si fece sfuggire il mazzo di chiavi dalle mani. Erano più i ciondoli che vi aveva attaccati e non le chiavi effettive che le servivano.
Si rialzò lentamente, intenta questa volta a centrare il buco, ma fu distratta da una sagoma inquietante che le apparve alle spalle e che lei potè vedere riflessa nel vetro del finestrino.
In realtà non era inquietante, doveva ammettere che si trovava di fronte una bellissima ragazza dagli occhi celesti e dai capelli rossi molto accesi e lucenti.
La vampira ebbe un leggero sussulto: non si era accorta della presenza della ragazza e tra l’altro le era sembrato di non averla mai vista, né lì a Mystic Falls né in generale.
-Scusami, non ti avevo visto!- disse sorridendo Caroline, ignorando totalmente chi quella donna fosse.
Genevieve senza battere ciglio, anzi facendo persino un leggero sorriso di compiacimento, allungò una mano e toccò Caroline sulla fronte.
In meno di qualche secondo tutti i ricordi della vampira confluirono nella sua mente per essere analizzati. Quando trovò quello che stava cercando, fece un ghigno, soddisfatta per aver dato ascolto al suo istinto e per essersi spinta così lontano da New Orleans.
-Questa sì che è una novità- commentò portandosi la mano lungo il fianco. La vampira era completamente immobilizzata e non riusciva né a muoversi né tanto meno ad urlare.
La strega schioccò improvvisamente le dita d’innanzi gli occhi di Caroline, e la bionda cadde a terra in un lungo e profondo sonno.
Genevieve guardò Caroline distesa a terra e sorrise. La sua vendetta sarebbe stata più dolorosa di quanto si sarebbe mai immaginata. 


 
***
Allora, eccoci arrivati alla fine di questo secondo capitolo! 
Prima di commentarlo assieme a voi fatemi dire solo una cosa: GRAZIE! Per le recensioni, per il supporto dimostratomi e soprattutto grazie per aver apprezzato la storia! E' molto importante per me! Siete state tutte splendide, dolci e simpatiche e scusatemi se non ho ancora recensito le vostre storie, ma sono davvero indaffaratissima! Venerdì ho fatto il secondo esame della sessione e adesso attendo con ansia i risultati (e come se non bastasse mercoledì 19 ne ho un altro e il 21 un altro ancora -.-').
Proprio per questo ci tenevo a dire che probabilmente il terzo capitolo verrà pubblicato dopo il 21 febbraio causa studio disperatissimo (non me ne vogliate, ma ho l'ansia solo a pensare a tutti questi esami D:). 
Spero che la scenetta nella stanza da letto di Caroline vi sia piaciuta, ma soprattutto che si noti il contrasto tra il Klaus dolce e coccoloso quando è con Caroline, e l'ibrido spietato quando invece è da solo (è un po' bipolare, ammettiamolo!) 
Vi è piaciuta la piega che ho dato agli eventi? Fatemelo sapere!!! 
xoxo M.

p.s. nel frattempo se siete proprio in astinenza da Klaroline, andata a leggere Damn, I'm human! La trovate sulla mia pagina!!  


 
   
 
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