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Autore: Miyu Orwell    15/06/2008    6 recensioni
"Ci vorrà del tempo, perché è ancora fragile e delicato. Ma è il vostro amore, e questo basta." (NaruSasu)
È la mia prima fanfiction su Naruto: massacratemi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Fragile

Autore: Miyu Orwell

Pairing: Naruto/Sasuke

Rating: Pg

Sommario: Ci vorrà del tempo, perché è ancora fragile e delicato. Ma è il vostro amore, e questo basta.

È la mia prima fanfiction su Naruto: massacratemi.

Avvertenze: spoiler, shonen ai, one-shot

Note: ci sono spoiler fino al capitolo 400 (non vado oltre, altrimenti ammazzerei Sasuke è_é), quindi questa storia è ambientata nella seconda serie di Naruto, la Shippuuden; anzi, se vogliamo essere sinceri, sono andata oltre: diciamo che sono una pacifista e quindi la guerra contro l’Akatsuki è finita. Non importa come e perché (ok, sì, importa, però lasciatemi sognare in pace, dai), ma è finita.

I perché di Miyu (Ovvero, come nasce una storia): è nata dal nulla. Era da un po’ che volevo scrivere una fanfiction su Naruto e, durante una veglia notturna, è uscita fuori questa storia, un po’ per caso, un po’ per bisogno. Il fatto di aver impiegato settimane per finirla, è un dato puramente inutile.

Ringraziamenti: A Crazy, che mi ha spronato a continuare la fanfiction e che l'ha letta in anteprima, dandomi così un giudizio sincero. Grazie, tesoro, te ne sono grata.

Fragile


Quando apri gli occhi, una luce ti acceca per qualche istante. Pochi ammiccamenti e l’azzurro cielo delle tue iridi si scontra con l’abbacinante bianco del mondo in cui ti trovi.
Ti guardi intorno, ma tutto ciò che vedi è solo materia bianca. Non ti chiedi cosa sia quel posto, perché tu ti trovi lì, né come ci sia arrivato; tutto ciò a cui pensi è “Perché sei lì da solo?” e “Dove sono tutti?”.
Con un breve sospiro, sposti il piede destro in avanti, l’inizio di una camminata alla ricerca di qualcuno. Procedi con calma, un passo dopo l’altro, incapace di provare agitazione per quella strana situazione, perché sai che quel posto è sicuro, è bianco e infonde calore, nonostante la mancanza di qualsiasi astro in quel cielo candido.

Ti sembra di aver camminato solo per pochi istanti, ma potrebbero essere state ore intere, quando finalmente vedi qualcosa di diverso: un colore nuovo in tutta quell’uniformità di bianco. È solo un’ombra, ma tu già sorridi, perché il suo colore è l’azzurro.

Iruka-sensei.

Al suo fianco, in un mero battito di ciglia, compare una forma grigia e poi un’altra rosa.

Kakashi-sensei e Sakura-chan.

Ormai il tuo sorriso è grande quando il tuo viso, ma, se solo potesse, si allargherebbe ancor di più: le ombre, ognuna di un colore e forma diversa, si sono moltiplicate a dismisura e da ognuna prende vita un tuo compagno e amico.

Ci vogliono pochi istanti e alla fine sei letteralmente circondato da volti familiari e amati, tutti rivolti verso di te, tutti a contemplarti chi con un sorriso, chi con un ghigno, chi con semplice affetto nello sguardo.

Ma… una traccia di ansia si fa largo in te, la prima da quando hai aperto gli occhi su quello strano luogo.
Giri su te stesso, più e più volte, cercando tra quella folla l’unico volto che manca, il volto dell’unica persona che ti manca, da anni e anni.

Sasuke.

Forse è bastato il semplice richiamo della tua mente, forse dovevi solo avere pazienza e lui sarebbe arrivato comunque. Fatto sta che, proprio di fronte a te, compare una strana figura: non è compatta, né uniforme, ma è piuttosto un piccolo caos, fatto di lingue di fuoco in costante movimenti e mutamento. Anche il colore è completamente diverso dagli altri: non è composto da un solo tono, ma da molteplici; in verità, sembra quasi che sia composto da ogni colore.

Ancora una volta, non ti preoccupi, lasci da parte quella piccola angoscia che si è formata nel tuo cuore. Aspetti, con anomala calma, che anche lui si componga di fronte ai tuoi occhi, che anche lui ti mostri il suo viso e la solita espressione strafottente che rivolge sempre e solo a te.

Quando finalmente la sua figura si è uniformata, lo guardi e ciò che vedi ti fa mancare il fiato. Allunghi una mano tremante verso Sasuke, cercando di pronunciare il suo nome, senza però riuscire a emettere alcun suono. Ed è proprio in quel momento che quel mondo inizia a tremare: una crepa si forma nel cielo bianco sopra di te e si dirama in tante fratture, senza emettere alcun rumore.

Con orrore, vedi il volto di Sasuke simulare il cielo. Lo afferri per le spalle, scuotendolo, cercando di urlare il suo nome. Ma altre crepe si formano, incuranti dell’espressione immutata sul suo viso.

È a quel punto che Sasuke alza le braccia per afferrare i tuoi polsi. Ti tiene stretto e finalmente un suono scalfisce quell’assoluto silenzio che ti circondava: sono due voci, mischiate in una sola, entrambi provenienti dalla bocca di Sasuke.

« Sasuke è mio. »

La lingua serpentina di Orochimaru e il potente Sharingan di Madara Uchiha sono sul volto di Sasuke.

Un urlo di angoscia e dolore fa crollare definitivamente il fragile equilibrio di quel mondo, e in quel momento ti svegli.


*


Nonostante tu non sia riuscito a dormire granché quella notte, soprattutto dopo quello stranissimo sogno, ti sei lasciato convincere da Sakura ad accompagnarla a trovare Sasuke; dopo una settimana di convalescenza, in cui avevi cercato in ogni modo di alzarti dal letto per entrare di soppiatto nella stanza in cui era ricoverato l’Uchiha, ovviamente fallendo miseramente, avevi perso anche un po’ la speranza di poterlo vedere.
Ad essere sinceri, avevi anche un po’ paura di andarlo a trovare adesso: non sapevi come avreste potuto reagire, tutti e due… sarebbe potuta finire come quello maledetto giorno, sul tetto, con tutto ciò che da lì era cominciato: tre anni di allenamenti e mesi e mesi di inseguimenti, per finire con quella lotta che aveva, finalmente, concluso tutto…

*


Siete a terra, tutti e tre, vertici di un triangolo composto da desiderio di potere, di vendetta e di legami.
Il sole ha passato il mezzogiorno da poco; filtra fra il folto fogliame, accecandoti quando provi ad aprire gli occhi. Ti sembra che siano passati meri istanti da quando il contraccolpo ti ha sbalzato via, ma potresti essere rimasto svenuto per diversi minuti.
Senti il corpo che lancia strilli di dolore, con i muscoli imploranti pietà e le ossa tramutate in polvere. Sei supino, le braccia spalancate e le gambe divaricate, chiedendoti se quel dolore che senti alla schiena sia dovuto a un sasso appuntito. Pensi sia davvero fastidioso, che quel sasso poteva anche starsene da un’altra parte, che non è proprio giusto che sia lì a pungerti la schiena.
Pensi che vorresti volentieri mangiare del ramen.
Pensi anche che, forse, i pensieri che stai facendo non sono propriamente coerenti, ma non ti senti poi così lucido da trovare, in questo, grande importanza.

Ti lasceresti andare a un meritato riposo, ma c’è una cosa che ti trattiene. Non importa se ti manca la lucidità, di lui non ti puoi dimenticare: perché lui è troppo importante e perché lui è lì, ferito, nel fisico e nell’orgoglio, perché, nonostante ti avesse detto di stare indietro, che ce l’avrebbe fatta da solo, tu l’hai aiutato e insieme, solo insieme, siete riusciti a uccidere Madara Uchiha.

Sasuke.

Volti il capo e lo vedi: è a pochi metri di distanza da te, troppo debole per qualsiasi cosa che non sia respirare; ha il braccio destro buttato di lato, mentre il sinistro è ripiegato verso il fianco, con la mano incastrata sotto il corpo, in una posizione scomoda che però Sasuke non ha la forza di cambiare.
È pallido. Ma non sei preoccupato, perché vedi il suo petto alzarsi con regolarità, per nulla in affanno.
Con uno sforzo che ti fa gemere per il dolore, ti metti prono. E, dopo un respiro profondo, come per cercare di racimolare ogni briciolo di forza che ti è rimasta in corpo, cominci a strisciare, in un’eco della fine dello scontro con Gaara, il braccio destro inerte per l’urto causato dall’ultimo colpo sferrato contro Madara.
Quando finalmente sei abbastanza vicino a Sasuke, quest’ultimo apre gli occhi e gira la testa per guardarti dritto in faccia, anche se lo fa a fatica.
Non sai precisamente cosa dire, tanto che ti trovi a esitare, anche se per un solo istante.
Prima che tu possa parlare, comunque, è Sasuke che rompe quel silenzio imbarazzante.
« Non so proprio… » comincia Sasuke e tu trattieni il fiato. « …dove trovi la forza di muoverti ancora… Naruto. »
Per un momento lo guardi sconvolto, con gli occhi sbarrati e la bocca socchiusa. Poi, un’incontenibile ilarità si fa strada in te e cominci a ridere, incurante del dolore che questo sforzo ti sta causando. Non fai nemmeno caso al pizzicore che dal naso ti sale fino agli occhi, annebbiandoti la vista con lacrime che tu fingi siano per le risa, anziché per l’enorme sollievo che ti ha sommerso l’anima.
Quando finalmente riesci a smettere di ridere, fissi Sasuke: è ancora voltato verso di te, ma ora ha gli occhi chiusi e un’espressione serena sul viso.
Sorridi.
« Ehy, teme. Torniamo a casa, adesso? »
« Sì… sì, torniamo a casa. »
Sasuke riapre finalmente gli occhi ed è in quel momento, per la prima volta, che vedi quell’espressione, quella che ti perseguiterà in ogni istante, ma che al tempo stesso ti farà sentire appagato e soddisfatto.
Quell’espressione… sul suo volto.


*


Sei in testa al gruppo, hai fatto di tutto pur di esserlo, anche correre, eppure esiti ad entrare. Sei lì, di fronte alla sua porta, ma la mano ti trema troppo. La osservi indispettito, senza saper effettivamente cosa fare.
È la voce di Sakura che ti smuove: « Naruto? Tutto a posto? » ti chiede, guardandoti in modo strano.
Tu ridacchi, come se nulla fosse. « Ovvio che sì, Sakura-chan! » esclami fingendo allegria, spalancando poi la porta ed entrando come un tornado.
« Teme! Siamo venuti a trovar…! » Il tuo grido si interrompe in un verso strozzato di fronte allo spettacolo che ti si presenta: la finestra è aperta e un vento lieve fa oscillare la tenda bianca; la caraffa piena d’acqua che si trovava sul mobiletto vicino al letto è a terra, rotta in mille pezzi; il letto sfatto completamente vuoto.
Di Sasuke, nessuna traccia.
Sakura e Sai ti si affiancano con calma, non avendo ancora notato la mancanza del ragazzo.
« Ma dov’è Sasuke? » chiede la ragazza, dopo aver notato la situazione in cui si trova la stanza. « Non è ancora guarito, non potrebbe alzarsi… » La sua voce preoccupata è solo un suono lontano, che ti sfiora appena, come se all’improvviso non foste nello stesso luogo, ma a centinai di metri di distanza.
Le tue iridi sono fisse su quel letto bianco che, lo sai, sotto all’odore di medicinali, sa ancora di Sasuke.
L’unico pensiero che ti sfiora è che lui se ne sia andato via, lontano da te, di nuovo.
È il terrore che ti ha avvolto ciò che ti spinge a correre fuori dalla stanza, alla disperata ricerca dell’Uchiha; lo stesso terrore che ti impedisce di pensare lucidamente, facendoti cercare alla cieca, facendoti salire scale e percorrere corridoi; è quel terrore che ti porta fino al tetto, proprio il luogo in cui avevate iniziato quel combattimento, prima che lui se ne andasse.
Lui è lì, la veste bianca dell’ospedale che ondeggia per il tiepido vento che soffia incessante da giorni, una mano aggrappata alla rete di metallo e l’altra a cingere il fianco ferito. Deve aver sentito i tuoi passi frettolosi lungo le scale, perché il suo viso è già voltato verso di te e non c’è traccia di sorpresa nel suo sguardo quando ti fermi di fronte alla porta spalancata.

Ansimi, ma sai che non è per la corsa, quanto piuttosto per il gelido terrore che si era impossessato di te e che aveva costretto il tuo cuore a un battito frenetico e irregolare.
Vorresti urlare il suo nome, quasi con gioia perché l’hai trovato, perché è ancora lì; ma la paura che tutto si ripeta come un tempo ti gela il sangue nelle vene. È con un scatto che ricominci a correre verso di lui.
Una volta giunto di fronte a Sasuke, lo afferri per il pigiama, incurante di ferite e di una sua possibile reazione. Non ti importa, niente è più importante delle tue mani che lo stringono, che lo tengono lì, che non lo lasciano scappare via di nuovo. Niente.
« Non puoi! » urli con rabbia e panico nella voce. « Non ci devi provare nemmeno ad andartene di nuovo! Non te lo lascerò fare, farò di tutto pur di impedirtelo! E se anche dovessi riuscire a scappare di nuovo, ti seguirò e ti riporterò qui, perché non importa, veramente, non importa quante volte te ne dovessi andare: io ti seguirò sempre e sempre ti riporterò indietro! Non importa come, lo farò perché il tuo posto è qui, non lontano da Konoha. Tu devi stare qui, con tutti noi, devi stare qui con me! Non puoi andartene di nuovo! Non puoi lasciarmi di nuovo! » Urli con tutto il fiato che hai in gola, perché quello che devi dirgli è troppo importante e vuoi che lo capisca bene, che entri bene in testa a quel cocciuto di un teme.
Perché non può farlo ancora. Non può ucciderti così, non ancora. Sarebbe troppo, per te.

Sasuke ti afferra i polsi, con calma, come se le tue parole non l’avessero nemmeno sfiorato.

Per un istante, quella posa ti fa tornare alla mente il sogno fatto quella notte. Osservi con ansia il volto di Sasuke, stringendo più forte la presa delle tue mani sul suo pigiama, temendo scioccamente che cominci a formarsi quella ragnatela di crepe che era comparsa nel tuo incubo. Ma il suo viso rimane immutato, liscio e perfetto come sempre, senza nessuna lingua serpentina e senza nessuno strano Sharingan.
Anche la sua voce è sempre la stessa, quando ti sussurra: « Non me ne vado… Usuratonkachi. »

Il sollievo ti sommerge e tu lo lasci fare, allentando la presa delle tue mani, senza però staccarle completamente da Sasuke.
« Allora… » cominci, imbronciandoti un po’, più per l’imbarazzo di ciò che gli hai detto che per lo spavento che ti ha fatto prendere. « Allora, resti qui. Non vai più da nessuna parte, vero? » La speranza nella tua voce è fin troppo evidente, ma non ti importa davvero.

Lui allenta la presa sui tuoi polsi e sposta le mani a coprire le tue, ma tu nemmeno te ne accorgi, troppo concentrato sul suo viso che si avvicina leggermente al tuo. Quasi ti perdi anche quel “Sì” appena sussurrato, perché lui ha quella espressione: quello sguardo finalmente sereno, privo delle ombre del suo passato, privo di desiderio di vendetta e di odio; e ha quel sorriso, quello appena accennato, che gli solleva gli angoli delle labbra solo un poco, ma che comunque è uno dei più belli e felici che tu gli abbia mai visto in viso.

È bello.

Ti sollevi sulle punte dei piedi, giusto per colmare quei miseri centimetri che vi separano. E quando senti le sue labbra contro le tue, solo allora chiudi gli occhi, perché baciare quel sorriso è ancora meglio di quanto sia vederlo.

Ti stacchi pochi istanti dopo, perché lui non ha risposto, non ha reagito in nessun modo. Ma tu non sei pentito di ciò che hai fatto: lui era veramente troppo vicino e tu non potevi veramente fare a meno di baciarlo, perché lui è il tuo Sasuke. Non sai da quanto per te è diventato solo tuo, ma l’importante è che lo sia veramente.

Ti osserva, un po’ pensieroso. « Questo… » comincia.
« …non era un incidente. » concludi al posto suo, con uno sguardo determinato.

Ti guarda ancora per qualche istante, poi quel sorriso rispunta sul suo viso.
Questa volta è lui che elimina la distanza che vi separa. E questa volta il bacio proviene da entrambi.

*


Quando rientrate, scoprite che Sakura ha scatenato un pandemonio: Tsunade sta ordinando a diversi ninja di dividersi in gruppi per cercare Sasuke, perché, davvero, « quell’idiota è ferito, non può andarsene in quello stato! Se vuole fare il testardo, che lo faccio quando è sano, non quando è prossimo alla morte! »; Sakura sembra a un passo dall’isteria e Sai, imperturbabile come sempre, è la sua valvola di sfogo; Kakashi, che inspiegabilmente è lì, ha già estratto il suo rotolo, pronto a far comparire Pakkun e gli altri suoi cani.

In tutto quel caos, Sai è il primo ad accorgersi di voi: Sakura lo sta strigliando perché, davvero, non è normale essere così maledettamente calmi in una situazione del genere, quando lui, calmissimo, si limita a sollevare la mano e ad indicare te e Sasuke.
« Eccoli lì » dice, come se si stesse chiedendo perché gli altri sembrano avere problemi di vista.

E mentre ti avvicini agli altri, pronto a farti urlare contro da Tsunade e da Sakura, pensi che sì, ci vorrà del tempo, perché è ancora fragile e delicato per poterlo mostrare apertamente; nonostante spesso sia uscito comunque allo scoperto, troppo importante per essere negato e troppo grande per essere trattenuto.
È il vostro amore, determinato come la stretta del tuo braccio intorno alla sua vita; sereno come lo sguardo nei suoi occhi, fissi sul tuo volto sorridente, incurante di chiunque altro.

È il vostro amore. E questo basta.

*Fine*



…è-una-cagata-colossale. Soprattutto la parte finale. E non ha una trama.

Bah.

Partite pure con le critiche negative. Però le voglio costruttive. Se volete insultarmi e basta, astenetevi.

E astenetevi anche dal fare le pecore, per favore.

Grazie.

Miyu

  
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