Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: highfivekeats    10/02/2014    1 recensioni
Avrei dovuto saperlo quando mi ha baciata quella sera che lui avrebbe travisato tutto. Ma ovviamente, non avevo la minima idea che fosse innamorato di me! Chi l'avrebbe mai detto, comunque? È bravo a nascondere le cose...
E nonostante cerchi di urlargli che questo non è amore - non ci si avvicina neanche - lui continua a comportarsi come se fossimo prossimi al matrimonio...
~
«Basta, io non ce la faccio a vederti così. Domani ti organizzo un appuntamento al buio e niente storie.»
Smisi di singhiozzare per un attimo. «Non mi piacciono gli appuntamenti al buio.»
«Non stiamo parlando di ciò che ti piace e cosa no, Amelia. Stiamo parlando del fatto che ti stai deprimendo per un ragazzo che non ti merita neanche e del fatto che non ce la faccio a vederti così. Devi andare avanti e un appuntamento è tutto ciò che ti serve. In più... credo di aver trovato la persona giusta.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18



Restai seduta sul quel divano, singhiozzando, mentre sentivo la mamma parlare con il dottor Sandy. Noah era rientrato in casa solo per preparare un borsone. Sarebbe andato a stare dalla sua ragazza, fino a che non si sarebbe sentito meglio. Faceva sempre così, quando la situazione per lui era insostenibile. Courtney, la compagna di mio padre, era passata a prendere Jaendry e Mali. Solo io ero rimasta a casa, non volevo andarmene.
«Vuoi qualcosa da mangiare?» mi chiese Justin, posandomi un bacio sulla spalla.
Fremetti al contatto con le sue labbra. «No.»
Justin si alzò, forse per andare in cucina, ma lo afferrai per un polso. «Resta con me.»
Justin si morse un labbro. «Vuoi davvero che resti?»
«Sì.» affermai, attirandolo a me.
Justin si sedette nuovamente sul divano, facendomi poggiare la testa sulla sua spalla. Mi accarezzò i capelli, baciandomi la fronte più volte. Il suo tocco mi tranquillizzava.
«Qualche ora fa quasi...»
«Non voglio sapere niente riguardo a qualche ora fa.» lo interruppi.
Justin annuì, posando di nuovo le sue labbra sulla mia testa. Restammo in quella posizione per altre due ore, osservando i fratelli di mamma entrare ed uscire da casa nostra. Sembrava che fossi invisibile ai loro occhi, mentre organizzavano cose di cui non volevo davvero sapere. Mi concentrai sul respiro regolare e sul battito del cuore di Justin, per non sentire le loro opinioni sul funerale. Speravo che tutto questo fosse solo un sogno, e che quando mi sarei svegliata avrei trovato mia nonna seduta sulla sua sedia di vimini, come sempre.
Mia madre mi si parò davanti, facendomi alzare il viso. «Credo che dovresti riposarti un po’, Amelia – disse, afferrandomi una mano – Justin... se vuoi restare qui, puoi usare la stanza di Noah.»
«Non si preoccupi, signora Dale. Il mio albergo...»
«Justin dorme con me.» dissi all’improvviso, facendo voltare i due verso di me.
Justin arrossì, mordendosi il labbro inferiore. Un breve sorriso malizioso attraversò le labbra di mamma.
«Oh... ok, allora.» disse soltanto, prima di avviarsi a grandi passi verso camera sua.
«Davvero vuoi che dorma con te?» mi chiese Justin, alzandosi dal divano. Spolverò i suoi pantaloni con le mani, gesto che faceva sempre quando non sapeva che fare.
Feci spallucce. «Di solito quando succedono cose del genere dormo con Noah, ma... lui è scappato da Rachel.»
Afferrai la mano destra di Justin, sentendolo rabbrividire mentre lo guidavo in camera mia. Entrammo in camera; Justin si sedette sul letto mentre prendevo un pigiama dal cassetto delle cose per la notte. Lo guardai brevemente, appoggiata alla porta del bagno: si guardava spaesato, seduto sul letto. Il suo sguardo guizzava dalle pareti rosso acceso, decorate con disegni bianchi fatti durante un pomeriggio di noia e tappezzate di poster di rock band che forse neanche conosceva, alla mia scrivania disordinata. Mi ricordava tanto la prima notte in cui Justin dormì a casa mia; come quella notte, seppur per un motivo diverso, Justin era rimasto con me per un mio capriccio.
Gli sorrisi timidamente, chiudendomi in bagno e preparandomi per andare a dormire. Mi guardai allo specchio, trovando i miei occhi gonfi ed arrossati. Cercai di non pensare al motivo per cui erano così, mentre mi lavavo i denti. Quando uscii dal bagno, Justin era già sotto il lenzuolo, mi guardava assorto seduto a gambe incrociate sul letto. Volsi lo sguardo al pavimento, notando i suoi vestiti e le sue scarpe per terra. Raggiunsi il letto a passo lento, distendendomi accanto a lui.
«Tutto questo mi da una strana sensazione di déjà vu.» rise Justin, mentre mi stringeva a sé.
Mi beai del calore emanato dal suo corpo, appoggiando la testa sul suo petto. «Solo che quella volta stavo quasi per ucciderti.»
«Solo perché volevo dormire in boxer. Che suora.» mi prese in giro, dandomi un bacio sulla punta del naso.
Sorrisi debolmente. «Oh, lo sai che stavo cercando di controllare i miei ormoni. Solo vederti toglierti la maglia mi aveva fatto immaginare diversi scenari degni di un film porno.» replicai, arrossendo leggermente. Sì, il mio tono di voce era quello di una battuta, ma c’era qualcosa di vero in quell’affermazione.
Justin rise. «Me n’ero accorto, mi guardavi come una cagna in calore.»
«Non è vero.» protestai, arrossendo ulteriormente. Il mio volto doveva avere lo stesso colore delle pareti al momento...
Justin mi sorprese, mettendosi di peso su di me. Guardò le mie labbra prima di torturarle con i suoi denti. «Invece è vero.» disse suadente, prima di poggiare le sue labbra sulle mie. Sgranai gli occhi, presa alla sprovvista da quel contatto, mentre il mio cuore batteva all’impazzata. La lingua di Justin separò le mie labbra inermi con delicatezza, infilandosi nella mia bocca ed esplorandola. Poggiai le mani sulla sua nuca, scendendo verso le spalle nude poi sempre più giù verso la sua schiena. Justin si staccò da me sorpreso, quando tastai il suo sedere.
«Che c’è? Mi è sempre piaciuto il tuo culo.» mi difesi, alzando le spalle.
Justin scosse la testa, ghignando mentre poggiava di nuovo le sue labbra sulle mie. Sentii le sue mani accarezzare le mie cosce, le indussi sotto la mia maglietta. Avevo bisogno di sentire il suo tocco caldo sulla mia pelle. Justin mi guardò stupito, afferrando i lembi della mia maglietta e tirandola verso l’alto. Alzai le braccia, permettendogli di sfilarmela. Justin osservò il mio busto compiaciuto, prendendo a baciarmi il collo e scendendo sempre di più verso il mio petto. Inarcai la schiena, facendo aderire il mio bacino al suo e provocandogli un gemito.
«Dio solo sa quanto ti voglio.» mugolò nel mio orecchio, facendomi arrossire. Affondai le dita nei suoi capelli, mentre lui mi baciava il collo.
Chiusi gli occhi mentre Justin scendeva sempre di più, baciando ogni lembo della mia pelle. Quasi non mi accorsi della porta di camera mia che si spalancava.
«Oh mio...» mugugnò mia madre, mentre guardava la scenetta che le si parava davanti agli occhi. Justin, proprio avanti a me, era tutto rosso ed evitava di guardare mia madre. Risi del suo imbarazzo.
«Ehm... suppongo che vuoi delle spiegazioni.» dissi io, arrossendo, mentre spingevo Justin all’indietro. Ringraziai Dio del fatto che non eravamo andati troppo oltre.
«No, lasciamo stare. Uh... io volevo solo dirvi che domani non ci sarò... sapete perché.»
Bella scusa. Riconoscevo quando mia madre mentiva o diceva la verità, e in quel frangente stava mentendo spudoratamente. Ridacchiai.
Sapevo, comunque, che non ci sarebbe stata molto a casa. Un po’ per quello che doveva organizzare, un po’ perché mia madre era fatta così. Quando succedeva qualcosa le piaceva stare sulla spiaggia, nuotando tutto il giorno. Se le onde lo permettevano avrebbe fatto surf. Credo sia una caratteristica di famiglia, stare sulla spiaggia quando ci sono problemi. Svuota la mente.
«Va bene, mamma.» la liquidai con un sorriso, mentre guardavo la porta chiudersi.
Justin sospirò. «Imbarazzante.»
Mi voltai verso di lui, ridendo. «È stato divertente, secondo me. Hai visto la sua faccia quando ti ha visto sopra di me? Esilarante.»
L’occhiata di Justin mi fece capire che per lui non era stato esilarante come lo era stato per me. Risi della sua espressione, mentre recuperavo la maglietta dal pavimento e la indossavo.
«Ma cosa...?»
Lo guardai di nuovo, il suo sguardo improvvisamente attonito mentre gli lasciavo un bacio al lato della bocca. «Dormi, sporcaccione.» sussurrai, gustandomi il suo broncio prima di stendermi sul letto.
Poggiai la testa sul cuscino, sentendola improvvisamente pesante a causa di tutto quello che era successo durante la giornata. Mi sembravano passate due settimane, non solo un giorno. Chiusi gli occhi, sentendo una lacrima solcare il mio viso, seguita da altre. Quasi automaticamente, quando mi lasciai scappare un singhiozzo le braccia di Justin si strinsero intorno al mio corpo; le sue labbra premettero sulla mia nuca senza insistenza.
«Shh, non piangere, piccola – mi rassicurò, con voce morbida – Ci sono io qui.»
Le sue parole mi fecero calmare, ma non smettere di piangere. Mi girai, stringendomi a lui mentre lasciavo scorrere le mie lacrime sul suo petto caldo.
Sentii Justin sussurrare qualcosa contro la mia fronte, ma ormai ero troppo assonnata e pensai fosse stata solo una mia impressione.






Hola.
Sono in ritardo, lo so. x.x
La scuola mi sta uccidendo in questo periodo, dico sul serio. Non l'ho mai odiata così tanto come la odio quest'anno.
Ma ora basta, veniamo al capitolo. Amelia e Justin si stanno riavvicinando :') Devo dire che questo capitolo è stato abbastanza veloce da scrivere, cosa che mi ha stupito parecchio dato che io ci metto settimane solo per scrivere quattro righe, di solito.
Cosa pensate abbia detto Justin ad Amelia? Pensate che è stata solo una sua impressione? Io non vi dico niente, MUAHAHAHAH
Lo scoprirete nel prossimo capitolo, forse. Vi dico solo che lo sto già scrivendo ed è un capitolo davvero leggero, a mio parere. Ci sono un paio di cose che volevo inserire dall'inizio lol
Va beh, ora vi lascio. Lasciatemi una recensione, se vi va, vorrei davvero sapere cosa ne pensate :3
A presssssto.
PS: manca davvero poco alla fine. Due, forse tre capitoli, dipende.
  
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