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Autore: Somebodyneedshelp    10/02/2014    1 recensioni
L'acqua calda mi ha sempre rassicurato. Fin da bambina mi è sempre piaciuto sonnecchiare nel suo tepore fino a che le mie mani non si raggrinzivano. Sono immersa fino a metà testa, in modo che il naso rimanga fuori per respirare. Il vapore sul viso, il suo movimento che ti culla delicatamente… L’acqua è come un dolce abbraccio che ti rassicura. Un abbraccio di una persona che ti manca, lontana.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE FIFTH ELEMENT





CAPITOLO 1


Pov V.
L'acqua calda mi ha sempre rassicurato.  Fin da bambina mi è sempre piaciuto sonnecchiare nel suo tepore fino a che le mie mani non si raggrinzivano. Sono immersa fino a metà testa, in modo che il naso rimanga fuori per respirare. Il vapore sul viso, il suo movimento che ti culla delicatamente… L’acqua è come un dolce abbraccio che ti rassicura. Un abbraccio di una persona che ti manca, lontana. Apro gli occhi perché per poco non piango. Il colore azzurro del rivestimento della piscina è diventato fin troppo monotono. Una volta spazi come questi mi facevano tornare alla mente quei bei ricordi che ora sembrano essere svaniti. Un giorno proprio li, in un cassetto della mia mente, nitidi come non mai, ed il giorno dopo…spariti. Come se qualcuno o qualcosa me li avesse rubati. Sradicati, senza lasciare un minimo di radice a cui aggrapparsi. Provo invano a rievocare pensieri felici ma non riesco.
Alzo lo sguardo verso il soffitto, quasi implorando un segnale, ma qualcuno distrae il mio sguardo. Non sono sola. Strano, perché di solito dopo l'ora di pranzo la piscina è vuota. Gli studenti più grandi hanno il permesso di uscire dall'area protetta e, ai più piccoli non è concesso entrare senza supervisione di qualcuno. Nuoto verso il bordo cercando di non farmi notare. Mi allontano piano, dietro ad una scaletta. Spero che la figura eretta su uno dei trampolini non sia uno dei guardiani, perché non porto la cuffia e questo mi metterebbe nei guai. Osservo meglio, non sono a rischio, pure il ragazzo non porta la cuffia. Capelli biondi, corporatura normale... Non ha un fisico da nuotatore. Strizzo gli occhi per vedere meglio e noto che sta gesticolando. Ad un tratto l'acqua intorno a lui  rumoreggia spumosa e fare dei gorghi, per poi alzarsi e dare vita, per aria, ad una corrente ondeggiante. Capisco immediatamente di chi si tratta anche se non conosco il suo nome. L'elementale dell'acqua.
Ero così presa dall'esibizione che solo ora mi accorgo che il livello dell'acqua mi arriva alle ginocchia. Risalgo cauta la scaletta,  ma il ragazzo mi scorge, distogliendo l'attenzione dall'elemento fluttuante. Questa, cade con un forte tonfo nella vasca, schiaffandomi giù in profondità. Batto forte la schiena e la testa. Inghiotto un bel po' d'acqua e cloro. La gola e il naso mi bruciano.  Non so più dove sono, l'acqua si muove, fa le capriole, mi scaglia a destra e a manca. La nuca mi pulsa forte. Finalmente risalgo, ma non per mia volontà, e mi ritrovo distesa e frastornata sul pelo dell'acqua. Come un insetto che sa sfruttare la tensione superficiale dell'elemento.  Sto tossendo e buttando fuori ciò che ho ingurgitato, quando sento trascinarmi da sotto le braccia a bordo vasca. Mi metto velocemente seduta. Vertigine. Sputo l'ultima boccata d'acqua. Una mano tremante e impacciata mi sostiene la schiena. Mi volto verso il ragazzo. Vedo doppio. Mi accorgo che sta parlando perché muove le labbra. Ma le mie orecchie fischiano troppo e non riesco a capire. L'immagine finalmente si mette a fuoco. Begli occhi blu come l'oceano mi scrutano spaventati. Un costante sconvolgimento delle sfumature delle iridi, le rende vive come acqua in movimento. Rimango affascinata per un istante, con la bocca schiusa. Come un bimbo, capace di meravigliarsi di qualsiasi cosa a lui sconosciuta.
 Il fischio diminuisce notevolmente, ma lo avverto ancora, ed è abbastanza fastidioso. < Calma, calma, è tutto ok... > la sua voce non è affatto tranquillizzante anche se ci sta mettendo del suo meglio per farla sembrare così. Fitta alla testa. Tutto ok un cavolo, ma me ne esco con un duro < Si >. Mi alzo sulle mie gambe tremolanti. < Ti accompagno in infermeria. > sento propormi, ma non ho intenzione di dagli retta. < No, sto bene, graze. > sibilo con un filo di voce. Cammino barcollando fino al mio accappatoio, lo infilo. < Scusa... >. Sento sospirare alle mie spalle. Non mi volto. Ho una nuova  fitta alla testa e per poco non cado. Non sto affatto bene ma non lo do a vedere, proseguo così verso gli spogliatoi per vestirmi e tornare al mio alloggio.
 


"Sono Valerie, ho 18 anni, questo è il mio primo anno al campo. Sono una ipermente, i miei poteri sono comparsi in tarda età, per questo a volte la mia testa gioca brutti scherzi, sono figlia di due persone normali che pensano che io sia normale. Un elementale per poco non mi affoga. Sono sola..." Questo è tutto ciò che so di me. Continuo a scrivere queste poche parole, sforzandomi di aggiungerne nuove anche se mi è difficile, mentre fogli e fogli si accumulano sul pavimento. Lascio cadere la penna che rotola sotto il letto. Chiudo gli occhi. In un orecchio sento ancora il lieve fischio che mi tormenta assiduamente. Forse sarebbe stato meglio se oggi fossi affogata veramente. L’odore di  muffa e di vecchio del mio rifugio interferisce con i miei pensieri: devo trovarmi un clan. Avrò bisogno di aiuto per la grande sfida finale.
Ai primi anni del campo vengono insegnate le nozioni base ai decimi, studenti che hanno 10 anni. Come controllare i propri poteri,  tecniche di combattimento e di sopravvivenza sono fondamentali, oltre alle solite materie , che con il tempo vengono tralasciate. Con l'avanzare dell'età la pratica aumenta. Al quinto anno, cioè diventati quindicesimi, ognuno di noi entra in un clan, o ne forma uno con gli amici. Questi clan si allenano e affrontano sfide, guadagnando punti in classifica, per arrivare preparati al gran finale. Ogni clan ha un simbolo che li rappresenta, ovvero un oggetto caratteristico. Ad esempio se un gruppo fosse conosciuto per la sua perspicacia nel cogliere gli attacchi a sorpresa degli altri, il simbolo potrebbe essere un qualcosa a che fare con un aquila, come una statuetta  o un icona. Farsi rubare il simbolo  è immagine di disonore.  Lo scopo è quello di conquistare tutti i simboli degli altri clan. Appena un simbolo viene portato fuori dalla casa base del clan, quest'ultimo viene eliminato e perde punti in classifica. Il nostro rendimento scolastico è tutto basato su quella classifica. La nostra vita è basata sulla classifica. Se sei in cima, puoi considerarti una persona con futuro, se sei in basso...niente speranze. Siamo dei numeri.
 Essendo nuova arrivata sono ultima in quella schifosa serie di numeri. Per questo mi occorre un clan. Non riuscirò mai a guadagnare tanti punti da sola, rimarrò tra gli ultimi sennò. Ma io un clan ce  l'avevo...ero abbastanza in alto gli anni passati...che sto farneticando? Devo smetterla, la testa mi pulsa. Apro gli occhi, allungo la mano sotto il letto e afferro la penna riiniziando a scrivere: "Sono Valerie, ho 18 anni, questo è il mio primo anno al campo. Sono una ipermente, i miei poteri sono comparsi in tarda età, per questo a volte la mia testa gioca brutti scherzi, sono figlia di due persone normali che pensano che io sia normale. Un elementale per poco non mi affoga. Sono sola. Ho bisogno di un clan."



Pov Liam
Calpesto i ciottoli rossi che mi portano al campo, facendo attenzione a non scivolare, perché sono ricoperti da una viscida melma autunnale. Il vento pungente mi scuote i  capelli e li soffia nei miei occhi infastidendomi. Fa freddo. Molto freddo. L’inverno è alle porte, e prevedo sia una di quelle stagioni rigide e innevate come non mai. Lo sento che si sta avvicinando, lo sento dall’aria che attraversa le giunture del polso che mi sono fratturato qualche tempo. Proseguo dritto stringendomi nelle spalle. Oggi sono tornato prima dal permesso di uscita dall'area protetta. Ho comperato sacchi di patatine e altre schifezze, al bungalow non durano più di una settimana con Nialler nei dintorni. Raggiungo finalmente la porta legnosa del nostro riparo. È socchiusa. Può significare due cose, o che qualche rivale ha fatto irruzione, o che Nialler l'ha lasciata nuovamente aperta. L'ipotesi più plausibile potrebbe essere la prima. Ma io so che non è così, conosco bene i miei compagni. Entro spalancando con la spalla la porta, questa cigola tremendamente e lo stridulo rumore rimbomba nella stanza e nella mia testa. < Niall! Quante volte ti devo dire che la porta deve restare chiusa?! > parlo ma non ricevo alcuna risposta. Tutto è così buio e tetro, pochi sprazzi d luce grigiastra penetrano dalle fessure delle persiane .< Nialler?! Dove cavole sei? > lo cerco con gli occhi posando le cibaglie sul tavolo, e intravedo un fievole bagliore giallo di lampada di una delle stanze da letto. Entro piano per vedere c'è. < Niall?! > chiamo ancora. Mi guardo attorno e vedo che è supino sul suo letto. Sommerso da cartaccie di skittles e m&m's. < Niall! Per che diamine non mi rispondi? > mi avvicino dandogli una leggera pacca sulla spalla. Raccolgo l'immondizia e impreco mentalmente spiaccicando con un piede del cioccolato. I suoi grandi occhi blu sono arrossati. < Per poco non ho ucciso una ragazza, Liam. >. Pietrificato.







 

Questa è la mia prima storia su EFP.
Ci tengo molto a precisare che è tutto frutto della mia invenzione, nulla è copiato da altre storie.
Spero vi sia piaciuto il capitolo, aspetto le vostre recensioni e ringrazio anche solo chi ha dedicato un po' del suo temppo a leggerla.
Spero di poter aggiornare al più presto con un nuovo capitolo.
Un bacio Somebodyneedshelp C;

  
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