E
così siamo di nuovo qui… Finalmente in questo capitolo mooolte cose si chiariscono!! Spero
veramente che questo vi piaccia, così apprezzerete maggiormente il
prossimo e ultimo… ^^ Bene, passiamo subito ai ringraziamenti:
Selhin: Grazie per il commento! Hai proprio
ragione, Ethan ha bisogno di una qualche punizione, e infatti in questo capitolo, ehm… Beh, non voglio anticipare
troppo! ^^
Zerby: Grazie per il commento! Sono d’accordo
con te, Miranda è fantastica, e Gordo…
Beh, lui è Gordo: un nome, mille significati! ^^
Spero che la storia continui a piacerti!
Juju210: Grazie per il commento! Eh,
già, a Gordo ultimamente va maluccio,
poverino; vedrai poi in questo capitolo… Ma in
compenso Lizzie aprirà gli occhi prestissimo…
Vedrai, vedrai! ^^
PikkolaGrandefan: Grazie per il commento! Beh, io
non direi proprio che Ethan è innamorato di Lizzie, però certo la “illude” parecchio…
Almeno fin quando… Beh, leggerai come va a
finire con Ethan in questo capitolo! ^^
Lallix:
Grazie per il commento! Hai proprio ragione: povera Miranda, si è vista crollare
tutto… Anche qui poi fa di tutto per aiutare i suoi due migliori amici…
^^ Spero che la fic continui a piacerti!!
Bene, ora vi
lascio alla lettura, del resto è molto meglio leggere che basarvi sulle
mie insulse anticipazioni… U///U
Auguro a
tutti voi una buona lettura!
“IL MIO MIGLIORE AMICO”
9. Al laghetto del parco
Sono confusa. Tremendamente,
stramaledettamente confusa.
Il picnic di stamattina non
è andato come ci aspettavamo, ma si è svolto in totale imbarazzo.
L’arrivo inatteso di Ethan, che è rimasto con noi a lungo,
nonché la notizia del suo litigio con Kate, sono stati come un fulmine a
ciel sereno. E non mi riferisco solo a me stessa. Gordo è rimasto
taciturno per tutta la mattinata, e perfino Miranda sembrava scocciata, il che
mi ha fatto pensare di nuovo che forse la sua intenzione iniziale era in
effetti quella di lasciare soli il più possibile me e Gordo. Ma non lo
so, non so se è così, non so più niente.
Adesso è quasi il
tramonto, ma siamo tornati qui al parco con la speranza di poter recuperare
l’allegria che ci è mancata al picnic. L’idea è stata
mia: ho chiamato Miranda e Gordo chiedendo loro di fare una passeggiata, visto
che ero sola a casa, perché i miei erano fuori e Matt restava a dormire
dal suo amico Lenny.
Forse però non
è stata una grande idea.
Tanto per cominciare, Miranda
si è portata dietro Larry Tudgeman. Ha detto che lui era a casa sua
quando l’ho chiamata, presumibilmente per chiederle di uscire, e che le
sembrava poco carino dargli buca. Giuro, non riesco a capire come abbia fatto
Miranda a cambiare idea su di lui così in fretta.
Dall’altra parte
c’è Gordo, ancora chiuso in una sorta di mutismo, tanto che mi
sembra di essere tornata a quando ha iniziato ad evitarmi, dopo che mi ha vista
sul punto di essere baciata da Ethan. Apparentemente cerca di essere naturale,
ma si vede benissimo che si sta sforzando di parlare con noi… con me.
Camminiamo svagati nel parco,
ma si percepisce tra noi quattro qualcosa di indefinito; non è proprio
tensione, ma comunque c’è forzatura nelle nostre chiacchiere.
Perfino Larry, che pure è totalmente esterno ai nostri problemi, appare
confuso dalla situazione, sebbene continui a flirtare imperterrito con Miranda.
Quando arriviamo nel punto
esatto in cui stamattina il nostro piccolo picnic è stato interrotto da
Ethan, senza nemmeno rendermene conto mi fermo.
«Cosa c’è,
Lizzie?»
Mi volto e incrocio lo
sguardo incuriosito di Larry.
«Niente»,
rispondo in una reazione automatica, mentre con la stessa inconsapevolezza i
miei occhi si spostano su Gordo.
Lui mi guarda di rimando,
inespressivo. Lo studio per bene, come non ho probabilmente mai fatto prima.
Anche lui sta pensando a stamattina? Anche lui sta rivivendo il momento in cui
stamattina, in questo stesso posto, ci siamo stretti l’uno
all’altra?…
Perché sento questo turbamento
dentro? Perché tutta questa confusione? A cosa è dovuta davvero?
«Ehm…»
Miranda interviene all’improvviso, rompendo il silenzio teso,
aggrappandosi al braccio di Larry. «Mi è venuta sete. Larry, mi
accompagni alla fontana?»
«Ma certo», le
sorride lui, distogliendo l’attenzione da me e Gordo. «Sai che ti
accompagnerei fino in capo al mondo, mia cara.»
Vedo Miranda alzare gli occhi
al cielo, ma sul suo volto passa anche il lampo di un sorriso lusingato. Poi
lei mi guarda e mi strizza l’occhio, appena prima di trascinare Larry
lontano da noi.
Ora ne ho la consapevolezza.
Miranda sa. Miranda ha capito tutto. Miranda ci ha appena lasciati soli.
Questo non l’avevo
previsto.
Torno a guardare Gordo, di
sottecchi, ma lui ha ancora gli occhi fissi su Miranda e Larry, con
l’espressione di chi è combattuto tra la gratitudine e un istinto
omicida.
Ma prima che possa accadere
qualsiasi cosa tra noi, prima ancora che uno dei due possa spiccicare una
parola, ci raggiunge un gran trambusto da un punto alle nostre spalle.
Ci voltiamo all’unisono
e vediamo due sagome avvicinarsi a grandi passi.
Sobbalzo. Ethan Craft cammina
rabbioso sul sentiero del parco, seguito a qualche passo di distanza da una
Kate Sanders inviperita. Li fisso sbalordita.
All’improvviso Ethan
sembra accorgersi di noi.
«Ciao, ragazzi»,
dice, con l’irritazione perfettamente percepibile nella voce.
Non riesco nemmeno a
rispondergli, tanto sono confusa dalla sua apparizione. Ancora? Ma sopraggiunge
ogni volta che io e Gordo restiamo da soli, e per di più sempre nello
stesso posto?
«Io e te non abbiamo
finito, Ethan!», strilla Kate. «È inutile che mi ignori,
sai?»
Ma davvero? Eppure è
proprio quello che sta facendo…
Ethan si ferma di fronte a
me.
«Tutto bene,
Lizzie?», mi sorride. «È veramente buffo che continuiamo ad
incontrarci, non credi?»
Imbarazzata, soprattutto per
via della presenza minacciosa di Kate, ricambio con un sorrisetto incerto.
«Ehm, già,
veramente buffo.»
Sento lo sbuffo di Gordo alla
mia destra, appena due passi dietro di me. Non distolgo lo sguardo da Ethan,
semplicemente perché non saprei dove guardare per scampare a questa
scena così disorientante.
«Lizzie…»
«Eh?»
Ethan smette di sorridere. Si
avvicina ancora. Poi si china su di me.
Mi sta baciando.
Il mondo intero si ferma.
Ethan Craft sta baciando me, me che ha sempre detto di vedere
semplicemente come un’amica…!
Resto immobile, interdetta,
incredula. Non capisco. Non riesco a realizzare pienamente tutto ciò.
So solo che in teoria dovrei
sentirmi sulle nuvole. Insomma, Ethan mi sta baciando. Io gli vado dietro da una vita, santo cielo. Questo
dovrebbe essere il mio grande trionfo, soprattutto perché lo sto vivendo
davanti alla mia eterna rivale, Kate Sanders.
Ma allora perché mi
sento così neutra?
Poi Ethan si distacca da me,
e il mondo riprende a girare.
E, stranamente, il mio primo
impulso è quello di sbirciare la reazione di Gordo.
Vederlo con gli occhi bassi,
il volto in fiamme e le mani strette nelle tasche mi fa più male di
quanto potessi immaginare.
A malincuore, torno a
guardare interrogativamente Ethan, sperando che si degni di farmici capire
qualcosa.
Ma lui non sta guardando me.
Si è appena voltato, con aria ridicolmente trionfante, verso Kate.
«Adesso l’hai
capito, il concetto?», le fa.
Grande. Sono diventata lo
strumento della rottura tra Ethan e Kate. Certo che è durata, tra questi
due!
No, un momento… Come
sarebbe a dire? Prima ero solo un’amica, ma ora che si tratta di fare da
terzo incomodo, di punto in bianco mi bacia?
Improvvisamente tutto si fa
molto chiaro. Ethan Craft non è solo l’idiota che si è
sempre dimostrato essere. È anche un miserabile.
Mi volto a guardare Kate. Lei
ricambia, e so all’istante che capisce perfettamente come mi sento.
«Non c’è
bisogno che tu dica nulla, Lizzie», mi dice infatti, portandosi accanto a
me.
Io lancio a Ethan uno sguardo
di fuoco. Lui mi guarda confuso.
«Ehm, Lizzie, non
vorrei che tu fraintendessi…»
«No, Ethan, sei tu ad aver frainteso», gli sibilo
in faccia. «Io non sono né un’ultima spiaggia, né una
pedina degli scacchi.»
Kate viene a darmi manforte.
«E giusto per la
cronaca, Ethan», aggiunge furiosa, «sono io a mollare te, e non viceversa.»
Inavvertitamente abbiamo
iniziato a camminare verso di lui, inducendolo ad indietreggiare davanti alle
nostre espressioni. Mi rendo conto ora della posizione di Ethan, e scambio con
Kate uno sguardo complice.
«Siamo
d’accordo?», le chiedo.
«Ovviamente»,
risponde lei, capendo al volo le mie intenzioni.
Poi ci rivolgiamo di nuovo a
Ethan e insieme gli diamo uno spintone. Lui fa appena in tempo a voltarsi,
prima di poter capire che sta cadendo nel laghetto alle sue spalle.
Splash!
Sghignazzando, Kate ed io ce
la svigniamo.
«Mi sento sollevata da
un peso», sospira Kate mentre percorriamo a
grandi passi il sentiero, allontanandoci dal laghetto.
«Come mai…?»,
esordisco, guardandola.
«Come mai l’ho
mollato dopo soli pochi giorni, vuoi dire?» Kate sospira profondamente,
passandosi una mano tra i lunghi capelli biondi. «Mio Dio, Lizzie, tu non
hai la minima idea di come sia starci insieme più di qualche minuto.
Alla lunga ti viene voglia di dargli una scrollata, dico sul serio.»
Rido sinceramente. Posso
capirla. Ethan è così: senz’altro bello da mozzare il
fiato, ma è praticamente impossibile pensare di stare con lui sul serio, perché è
impossibile condividere con lui pensieri, idee, cose serie, insomma.
Perché diavolo non l’ho capito prima? Mi sarei risparmiata
settimane di pedinamenti e speranze stupide, nonché le incomprensioni
sorte con Gordo…
Già, Gordo.
Come ho fatto a
dimenticarmene?
Mi fermo di botto,
guardandomi intorno.
«Cosa
c’è?», fa Kate.
«Hai visto
dov’è andato Gordo?», le chiedo, ansiosa.
Lei scuote lentamente la
testa.
«No. Forse aveva
bisogno di restare da solo.» Assume un’espressione molto seria.
«Lizzie, credevo di avertelo spiegato. Non hai ancora aperto gli occhi
sul tuo migliore amico?»
Sospiro e mi prendo il viso
tra le mani, eludendo il suo sguardo.
«Sì che ho
aperto gli occhi, Kate. Ma li ho aperti troppo tardi.» C’è
una traccia di isteria nella mia voce. «Vorrei tanto aver capito prima…
Vorrei che non avesse sofferto. Perché una cosa è certa, lui deve
aver sofferto. Soprattutto in questi ultimi tempi.»
Con la mente ripercorro le
ultime settimane, a partire dalla fine della scuola: i miei tentativi di
conquistare Ethan, il giorno in cui ho cercato di indurlo a baciarmi, poi
l’incidente, e adesso questo bacio totalmente inaspettato quanto
falso… Tutte cose che probabilmente hanno fatto malissimo a Gordo.
Mi sento terribilmente in
colpa.
Kate non fa ulteriori
domande. Si limita a posarmi una mano su una spalla.
«Allora perché
non cerchi di rimediare?»
Abbasso le mani e la guardo.
«E come?»
«Lizzie, sveglia.
Ragiona un istante. Tra le cose che dici di ‘aver capito’, ci sono
anche i tuoi sentimenti per Gordo?»
Mi sento arrossire.
Perché non ci ho
pensato prima?
La nostra amicizia si
è sempre giocata su un’intensa complicità. E in quante
occasioni avrei potuto capire quel che c’era sotto quella
complicità? Infinite. Ma no, no, sono sempre stata maledettamente cieca.
Quando Gordo si è
messo con quella nostra vecchia compagna, Brooke, e per me era evidente che lei
lo stava solo usando, e ho giustificato il mio fastidio come desiderio di non
vederlo soffrire… Come ho potuto non capire allora?
Quando è stato poi
respinto da Parker, per la stupidissima ragione della sua altezza, e io ho
provato quell’impulso protettivo addirittura eccessivo, e poi alla fine
mi sono sentita quasi infastidita quando lei si
è scusata con lui… Come ho potuto non capire allora?
Quando, in seconda media,
c’è stata l’eventualità che lui saltasse un anno e
andasse direttamente al liceo, dividendo così la sua strada dalla
mia… Come ho potuto non capire allora?
Quando, sempre alle medie, ho
iniziato a progettare il mio futuro, e immaginandomi come casalinga in uno
sprazzo di fantasia ho visto Gordo come potenziale marito… Come ho potuto non capire allora?
Quando, subito dopo che Kate
mi ha detto la verità, Gordo mi è sembrato per la prima volta sul
punto di dirmelo, sul portone di casa mia, e mi sono sentita tanto
strana… Come ho potuto non capire allora?
Abbasso gli occhi.
La verità è
questa, anche se non me ne sono mai resa conto…
La verità è che sono innamorata del mio migliore amico.
«Il tuo silenzio
è molto eloquente», sorride Kate. «Bene, McGuire, immagino
che tu non abbia più bisogno di me. Ora vai a cercarlo e
parlagli.»
La guardo di nuovo, la mia
nemica-amica cui devo tanto, e le sorrido.
«Grazie, Kate.»
***
Ho percorso questo sentiero
già tre volte. Dove diavolo sei finito, David Gordon? Proprio
ora che sono riuscita a ‘fare chiarezza nel mio cuore’, tu sparisci nel nulla?
Il tramonto stende la mia
ombra davanti ai miei piedi. Mi fermo e la seguo con lo sguardo, abbattuta. E
poi, proprio seguendo il gioco di luci e ombre, i miei occhi raggiungono un
altro laghetto del parco, più piccolo di quello in cui abbiamo gettato
Ethan.
Gordo è lì,
seduto sull’argine.
Il cuore inizia a battermi
all’impazzata, saltandomi fino alla gola. Ci siamo. Questa è la
conferma. Ora è tutto chiarissimo. Ora so cosa è giusto
fare… So cosa voglio.
Riprendo lentamente a
camminare, finché lo raggiungo e mi fermo in piedi al suo fianco.
Gordo alza gli occhi, ma
quando mi riconosce torna a nasconderli dietro la frangia scura.
«Ehilà, Lizzie.
Non dirmi che Ethan se n’è già andato.»
Per la prima volta il tono di
fastidio dissimulato dal sarcasmo nella sua voce non mi reca solo imbarazzo, ma
soprattutto mi lusinga.
Mi siedo nell’erba del
prato ben tenuto, accanto a lui, e guardo la superficie del laghetto.
«Non proprio. O almeno
non credo…»
Gli racconto l’iniziativa
presa da me e Kate nello stesso istante, e del ‘bagno’ di Ethan.
Gordo si volta finalmente a guardarmi.
«Non ci credo.»
C’è sincero stupore nella sua voce. «Tu, Lizzie McGuire, invece di scioglierti
come neve al sole per essere stata baciata da Ethan Craft lo hai buttato
in un lago?»
Lo guardo sorridendo. Nella
luce del tramonto, i suoi occhi sono davvero straordinari.
«Sai, Gordo, a volte
c’è bisogno di tempo per capire ciò che si vuole
davvero.» Torno seria e abbasso la voce. «Ho sempre visto in Ethan
qualcosa di irraggiungibile, una perfezione che era solo apparente, ma che
comunque mi attirava in modo irresistibile… Ma
così facendo non ho mai capito che, solo un passo più in
là, c’era qualcos’altro, qualcosa che davo per scontato, e
che però era il meglio per me, e che mi aspettava in silenzio, e che
proprio per questo suo rifiuto di mettersi in mostra era perfetto…»
Mi interrompo confusamente e mi mordo il labbro, senza staccare gli occhi da
Gordo.
«Cosa vuoi
dire?», mi chiede lui, a disagio.
Respiro a fondo. È il
momento di parlare chiaro.
«Io non sono mai stata
davvero innamorata di Ethan. Ma
credo… Anzi, ormai sono sicura
di essere innamorata di qualcun altro.»
Continuiamo a guardarci in
silenzio.
L’espressione di Gordo
è indefinibile: un misto di meraviglia, attesa, aspettativa, fastidio,
diffidenza, speranza. È come se fosse geloso e al contempo sperasse di
essere lui, questo ‘qualcuno’. E ovviamente ora so cosa devo dire
per togliergli questo dubbio…
Mi accorgo di quanto,
impercettibilmente, mi sono avvicinata a lui. Prendo di nuovo fiato…
«Ah, finalmente, eccovi
qui!»
Gordo ed io trasaliamo alla
voce squillante appena risuonata dietro di noi.
Mi ero quasi dimenticata di
loro due… Ma Miranda e Larry ci hanno appena ritrovati, facendoci ripiombare
alla realtà circostante.
«Ragazzi, è
tutto a posto?», chiede ancora Miranda, andando con gli occhi da me a
Gordo e viceversa.
«Certo», le
sorrido apertamente. «Tutto a posto.»
Lei si sofferma su di me.
Evidentemente dai miei occhi capisce che sono sincera, che mi sento davvero a posto.
Difatti, da dietro la schiena di Larry, mi fa un cenno di incoraggiamento.
Gordo non si accorge del
gioco di sguardi tra noi ragazze, perché è appena schizzato in
piedi.
«Bene, ora che ci siamo
ritrovati possiamo andare? Ho promesso ai miei di tornare a casa presto.»
Mi alzo anch’io,
sospirando. Non sono riuscita a dirgli tutta la verità. Ma
l’importante ora è che io so.
So che l’unico ragazzo
che mi piace davvero non è altri che il mio migliore amico.