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Autore: Ari Youngstairs    10/02/2014    8 recensioni
Raccolta di one shot su Jace ed Alec, piccoli Missing Moments, Slice of Lives, che trattano di momenti della loro infanzia. Abbiamo già trovato un'Isabelle molto tosta, un talentuoso Jace e un Alec innamorato del proprio Parabatai. Ma vi siete mai chiesti...come sia successo? Come hanno fatto due anime così diverse, a volersi unire indissolubilmente per tutta la vita?
[Ogni OS racconta un avvenimento accaduto in ordine cronologico, dalla cerimonia Parabatai fino a quella fatidica notte al Pandemonium | Accenni Jalec ]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Snow, Battles and Jealousy

~ 8 anni prima del Pandemonium ~


Jace si svegliò più tardi del solito quella mattina, e subito si accorse che era tutto troppo...calmo, non si era mai svegliato con tanto silenzio.
Scostò le coperte e si stiracchiò come se non lo facesse da anni, per poi dirigersi a piedi nudi verso la cucina.
«Ben svegliato, Jace» lo accolse Maryse con una tazza di latte fumante in mano, che versò in uno dei tre bicchieri di vetro posti sul tavolo.
Il biondo prese uno dei biscotti dal vassoio argentato che vi era stato appoggiato e lo immerse facendo passare il latte da bianco candido a marrone cioccolato.
« Alec e Izzy sono già svegli. Di solito sei sempre tu a svegliarti per primo.»
«Ero...solo un po' stanco stamattina» Disse bevendolo tutto d'un sorso, lasciando che una traccia di cacao gli disegnasse una striscia scura sopra il labbro.
«Sarà per colpa della neve»
«Cos'è la neve?»
La donna rimase ferma a fissarlo con la bocca semi aperta: si era dimenticata che Jace veniva da Idris, e a Idris non nevicava mai, al massimo pioveva. 
Le faceva un po' di compassione quel bambino, anzi, gliene faceva davvero tanta...era stato costretto a vedere suo padre morire e poi era stato trasferito in casa di perfetti estranei.
Fortunatamente aveva subito stretto amicizia con Izzy e Alec, tanto che quest'ultimo aveva accettato di diventare suo Parabatai quasi subito.
«La neve è bellissima» Gli disse con un sorriso «È acqua congelata...come se piovesse, ma l'acqua è di ghiaccio»
Jace si alzò di scatto, passandosi le mani tra i capelli dorati:
«È terribile! Stai dicendo che moriremo tutti...ghiacciati!?»
La donna si sistemò una ciocca corvina dietro le spalle, un attimo prima di scoppiare a ridere.
«Ma no! Vai da Alec, è in camera sua, te la farà vedere lui la neve. Ti piacerà tanto, vedrai»
Jace lasciò la stanza con un'espressione interrogativa stampata sul volto, mista ad una forte curiosità e rabbia.
Maryse aveva riso perché lui non sapeva cos'era quella stupidissima neve..."bha", pensò, "Infondo sarà solo acqua fredda".
Ma lui non aveva idea dello spettacolo che lo attendeva fuori dalla porta dell'istituto.



Il Nephilim era tranquillamente adagiato allo schienale del letto, immerso nel suo nuovo libro. Gli piaceva tantissimo, parlava di una ragazza francese che era stata costretta a vivere con una bestia in una fortezza per salvare suo padre. La fortezza era incantata e popolata da umani, che erano stati tramutati da una fata in oggetti di mobilio a causa della cattiveria del loro principe, che però venne tramutato in un orrenda bestia.
La protagonista era molto bella...eppure si innamorò del principe colpito dalla maledizione.
Odiava ammetterlo, ma...era davvero uno che amava il romanticismo, le favole, le fiabe, le avventure. Era il suo segreto, e tale doveva rimanere.
Jace irruppe nella stanza e Alec nascose il libro sotto il cuscino, sorpreso.
«Jace! Ma che cosa...»
«Spiegami cos'è la neve»
Alec lo guardò con aria perplessa.
«Maryse mi ha detto che lo sapevi, e che mi sarebbe piaciuto» lasciò intravedere la rabbia incrociando le braccia al petto.
Il moro lì per lì non capiva il perché di tutta quella rabbia, ma poi ricordò che Jace del mondo al di fuori Idris non conosceva granché...per lui la neve era una novità.
Sorrise all'amico che lo guardò interrogativo.
«Seguimi» e lo strattonò a forza fuori dalla stanza, ignorando le sue proteste forse troppo "piccanti" per un bambino della sua età.



«Allora, pronto?» Chiese Alec con la mano sulla maniglia del portone, pronto a spalancarlo.
«Ma è davvero così bella questa neve? E...e perché mi hai costretto a vestire così?» chiese indicando il proprio abbigliamento, munito di sciarpa, guanti e giubbetto imbottito.
«Perché la neve è fredda, ed è più bella di quello che pensi, caro Parabatai»
E così detto, prese con entrambe le mani il portone e lo spalancò, inondando l'atrio dell'istituto di luce e gelo.
Jace non aveva mai visto nulla del genere, nulla di così...bianco. 
Un manto candido che dominava sull'intera New York, tanto che il giardino dell'istituto ormai non era più distinguibile da tutto il resto.
Soltanto il grande abete che si innalzava verde e potente all'interno del cortile faceva da punto di riferimento in mezzo alla distesa di neve fresca e scintillante sotto il sole invernale, troppo debole per scioglierla.
Alec si voltò per guardare l'espressione di Jace, non riuscendo a trattenere un sorriso divertito: aveva gli occhi sbarrati dalla meraviglia, la bocca spalancata (da quando Maryse gli aveva detto che potevano entrarci le mosche, non lo aveva più fatto) e sembrava non volersi muovere dalla soglia dell'istituto per non rovinare quel mantello invernale.
«Allora? Dai, vieni! Facciamo una battaglia di neve, ti va?»
Gli chiese il moro prendendo un mucchietto di neve che appallottolò.
«Battaglia di neve? Come si gioca?» 
Alec lanciò la palla di neve proprio sul volto del biondo, che vi passò una mano sopra per rimuoverla, mostrando un sorriso di sfida al fratello.
«Preparati. A. Morire.» e così detto, la battaglia ebbe inizio.



Isabelle stava osservando la scena dalla finestra della propria camera, giocherellando con una delle treccine che trattenevano i lunghi capelli corvini.
Ormai era da più di venti minuti che Alec e Jace erano impegnati nella loro battaglia, ridevano, si gettavano in mezzo la neve...sembravano davvero divertirsi.
Erano parabatai da poco eppure si erano già isolati dal resto del mondo, perché ora per Jace c'era solo Alec, e per Alec c'era solo Jace.
Diede un calcio al muro e si gettò sul letto, tentando di trattenere le lacrime salate che le pizzicavano gli occhi.
Lei non aveva altri amici apparte loro due, neppure un'amica con cui parlare di cose normali.
"Tu non sei normale", si disse lasciando vincere il pianto, impaziente di sfogarsi.
Le invidiava, le mondane: loro non temevano la propria morte o quella dei loro parenti ogni giorno, non temevano creature orripilanti provenienti dall'inferno, non avevano bisogno di imparare ad uccidere fin dall'infanzia. Avevano preoccupazioni futili e sciocche, come piacere ad un ragazzo, stare attente ad abbinare i vestiti o apparire belle e disinvolte.
Lei aveva soltanto loro due, e l'ultima cosa che voleva era perderli.
Sentì bussare leggermente alla porta e pronunciò un debole "avanti".
Alec fece il suo ingresso sorridente, con i capelli mori arruffati e bagnati dalla neve, ma quando vide la sorella piangere cambiò subito espressione.
«Izzy...che cosa...»
«Vattene via, torna da Jace» gli disse affondando la faccia nel cuscino soffice.
Fu a quel punto che Alec capì la gelosia di sua sorella nei confronti di Jace, e anche se gli dispiaceva ammetterlo, aveva ragione. Forse nell'ultimo periodo era stata un po' trascurata.
«In realtà...io ero venuto per chiederti se ti andava di giocare con noi» lei sollevò la faccia dal cuscino, più che sorpresa.
«Dici...sul serio o solo perché ti faccio pena?»
Alec le passò una mano sulla guancia per asciugarle una lacrima, poi l'abbracciò tanto forte da farle male.
«Io ti voglio bene Izzy, e anche Jace te ne vuole. Mi dispiace...CI dispiace di averti trascurata. Per favore, vieni a divertirti»
Lei ricambiò di slancio l'abbraccio e scombussolò con una mano i capelli corvini del fratello, così simili ai suoi.
Una palla di neve li colpì in pieno facendoli sobbalzare, e quando si voltarono in direzione della porta, videro Jace con il braccio alzato per il tiro appena effettuato.
«BECCATI! HO VINTO VINTO VINTO!» esclamò prima di correre via urlando e saltando di gioia.
«Izzy...» mormorò Alec alla sorella.
«Si?»
«Lo facciamo fuori, vero?»
Si diedero il cinque e si fissarono occhi negli occhi, con uno sguardo ricco di intesa e affetto.
«Contaci. JACE, TREMA DINNANZI AI LIGHTWOOD!» 
E dopo che tutti e tre furono nel giardino di coltre bianca, la battaglia continuò.







Angolo Autrice
Salve! Eccomi qua con questo nuovo capitolo...spero che vi sia piaciuto e che lasciate una piccola recensione...SONO MOLTO ACCETTATE LE CRITICHE, perciò se c'è qualcosa che non vi quadra, vi pregherei di dirmelo assolutamente. Avevo detto che avrei aggiornato domani, ma mi sono ritrovata piena di impegni che me lo impediranno. Perciò ho aggiornato oggi.
Vi ringrazio in anticipo per aver letto e/o recensito


   
 
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