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Autore: Archaix_Lemixia    10/02/2014    2 recensioni
Uno squarcio temporale. Il destino dei mondi viene diviso in due realtà distanti ma unite. La prima è la storia di Roxas. La seconda inizia da un piccolo incidente... Che rischierà di cambiare le sorti dell'intero universo. Una porta. Tre chiavi. Tre cuori. Un unico destino.
" “Queste vengono dette Keyblade e sono in grado di raccogliere i cuori che gli Heartless possiedono. Il luogo in cui tutti i cuori raccolti si riuniscono si chiama Kingdom Hearts. Quando sarà completo noi tutti potremo ricevere quello che desideriamo di più: un cuore.”
Le due Nobody guardarono con stupore i due oggetti nelle loro mani: forse la cosa più preziosa che esistesse al mondo, ed era lì davanti ai loro occhi.
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“Game over. Credevo che avresti resistito di più davvero mi hai deluso, ma ve bene così. Ora che sono libero la mia vendetta sarà ancora più dolce”
Poi due fari gialli si accesero in mezzo al nulla, minacciosi, piantati su di lei
“Ascolta, quando troverai i cuori del Caos, distruggili. Non lasciare traccia o il nostro mondo scomparirà per sempre…”
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ATTENZIONE: DAL CAPITOLO 12 DIVENTERA' CROSSOVER. elenco dei mondi GIA' visitati:
- CALL OF DUTY
- SUPER PAPER MARIO
- HUNGER GAMES
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: KH 358/2 Days
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Salve a tuttiii!!! *evitano sciabole rotanti e motoseghe*
Ok, ci dobbiamo scusare. E' passato molto tempo dall'ultima pubblicazione, ma il problema principale era la mancanza di tempo e non abbiamo potuto farci niente...
Ma ora siamo quì e speriamo che questo nuovo capitolo vi appassioni e vi faccia entrare ancora di più nella fitta tela che stiamo lentamente tessendo con i fili del destino delle nostre protagoniste...

Quella mattina sembrava che nessun membro dell’Organizzazione si fosse svegliato. Tutti, compreso l’inflessibile Saix, sembravano immersi in un sonno profondo avvolti nelle coperte dei loro letti  vagando nel vuoto delle loro menti incapaci di sognare. Ogni cosa sembrava avvolta da uno spesso strato di oblio, che dava all’intero castello un che di inquietante e maestoso. Solo in una delle miriadi di stanze bianche c’erano segni di vita. Oddio, la stanza non era più tanto bianca: al muro era appeso un bellissimo poster di Crepuscopoli, sul soffitto erano ancora sparpagliati i tentativi di creazione del regalo di Axel, gli armadi erano stati colorati con le tempere di Demyx* e i comodini comuni che erano stati posti fra i letti erano pieni di souvenir presi da ogni mondo: un po’ di polvere presa dall’Isola che Non c’è, una zucca della città di Halloween, un mazzo di carte preso dal paese delle Meraviglie e molto altro. Diciamo che ora aveva un po’ più l’aspetto di  una stanza vissuta.
Uno di questi oggetti era in mano alla numero XIII, un globo di neve. Se lo passava fra le mani, lentamente, osservando i piccoli e delicati fiocchi di cristallo cadere sul piccolo paesaggio composto da un gruppo di omini riuniti intorno ad un albero di Natale. Ripensò al frammento di ricordo che aveva ottenuto giorni fa, una scena simile a quella, e sorrise. Quante ne avevano passate insieme… Chissà, forse la sua scomparsa non era stata poi così male, anche se non se la ricordava; forse non tutto il male viene per nuocere. In quel mentre una sensazione di pazza curiosità si avvicinò alla sua mente, protetta però dalla mancanza di un cuore e quindi inattaccabile. E se fosse andata a cercarli, i suoi genitori, la sua casa? E se invece non li avesse avuti, che avrebbe fatto?
Si diede una leggera scrollata alle spalle, ma che stava dicendo, non pteva andare a cercarli: "il passato è passato e io devo guardare al futuro" si disse. Anche se non ne era molto convinta.
Provò a cambiare argomento, puntando gli occhi verso la compagna Nobody che dormiva beata nel letto a destra: chissà da dove veniva lei, così diversa ma così simile a loro, e chissà come era stata la sua vita prima di diventare un Nessuno… Bexyk dormiva con un piccolo sorriso dipinto sul suo volto. Stava sognando, si disse Archaix, che non sapeva che i Nessuno non possono sognare.
Tornò a guardare il globo di neve che teneva delicatamente fra le mani, osservando gli omini festanti celebrare un eterno Natale sotto la nevicata perenne dei fiocchi di polistirolo. Ma continuava a pensare a Bexyk, al suo volto, era sicura di averla già vista da qualche parte ma dove??
Dal letto vicino al suo sentì levarsi uno sbadiglio, si voltò e vide che Lemixia si stava svogliatamente alzando dal letto, stropicciandosi gli occhi.
“..Buongiorno Archa, mattiniera come al solito eh?”
“Non riesco a dormire, sento una strana sensazione come se stesse per succedere qualcosa che cambierà tutto”
Lemixia la guardò negli occhi, prima seria, poi scherzosa: “uff tu e i tuoi presentimenti, rilassati! Siamo delle Nessuno, non puoi essere tesa!” disse in tono scherzoso, forse più alto di quello che avrebbe voluto, perché dal terzo letto si sentì un lamento: “ugh… ma che ore sono?”
Era Bexyk, che finalmente si era svegliata. Finalmente però non era la parola giusta, dato che quando aprì gli occhi ancora appannati dal sonno e guardò in direzione del comodino dove stava appoggiata una sveglia a forma di campanile, questa riportava a caratteri cubitali l’ora esatta delle 6:23.
“ragazze, perché siete sveglie? Non è ancora ora di alzarsi…” biascicò tra uno sbadiglio e l’altro. Archaix la guardò e appoggiò il globo di neve sull’altro comodino, portando una mano al mento: “lo so, ma non sento rumori dall’esterno, è strano, di solito alcuni si sarebbero già dovuti svegliare ma sembra dormino tutti…” Lemixia alzò un sopracciglio “incuriosita”, e si mise a sedere sul letto: che fossero andati tutti via? Magari erano stati rapiti dagli alieni, o erano sprofondati in un sonno di cent’anni, oppure…
“Beh io direi di andare a vedere, altrimenti restiamo tutta la mattina qui a non fare niente” disse Bexyk e si mise in piedi, barcollando ancora leggermente dato che si era appena svegliata. E così fu deciso, si vestirono con i loro soliti abiti da Organizzazione XIII (che non si sa perché siamo in 15 e qua c’è scritto 13…) e scesero le scale che le separavano dal grande salone dove di solito Saix dava loro le missioni.
Vuota. La stanza era completamente vuota. Ci mancava poco che passasse una palla di rametti secchi rotolante come sottofondo, per accentuare l’innaturale silenzio che aleggiava in quella stanza vuota. Però un piccolo particolare attirò la loro attenzione, un foglietto attaccato alla vetrata di fronte all’entrata. Si avvicinarono, e lessero a chiare lettere l’annuncio che le lasciò spiazzate:
La giornata di oggi è stata proclamata “giorno di vacanza”. Siete liberi.
Liberi? Liberi di fare cosa? E andare dove scusa?? Non ci credevano, un intero giorno sprecato a non fare niente, niente raccolta cuori, niente completamento Kingdom Hearts, niente ricognizioni, niente catastrofi in arrivo…
“Uh… E adesso che si fa?” chiese perplessa Lemixia guardando le altre due Nobody.
“Non ne ho idea.” Rispose Bexyk.
… dopo dieci minuti che giravano per il castello, in cui avevano constatato che metà Organizzazione dormiva e l’altra metà era andata a zonzo per i mondi, decisero che avrebbero fatto lo stesso, chissà, magari incontravano un Heartless o altro… Così decisero di aprire un varco oscuro a caso, e lasciare che fosse il destino a guidarle. Decine di spire nere affiorarono dal terreno fondendosi fra loro e creando un portale verso l’ignoto, nel quale si lasciarono trasportare immergendosi nel vuoto delle tenebre…
 
Intorno a loro tutto divenne bianco, come al solito. Probabilmente questo era un mondo che non avevano mai visitato, così attesero pazienti che i caratteri del suo nome apparissero davanti a loro per svelare la sua identità. Ma non successe nulla.
“Oh, probabilmente abbiamo già visitato questo post…” stava per dire Lemixia, quando si accorse di essere in una cittadina completamente sconosciuta. Le case e le strade costellate di lampioncini scalcinati e poco funzionanti cominciarono a prendere forma creando lo scenario di un borgo dall’aspetto decadente e disabitato su uno sfondo notturno. Ma che luogo era quello?
 “Traverse Town..” disse Bexyk ad alta voce.
A+L: “Eh?”
Bexyk: “Ho detto Traverse Town, Città di Mezzo, il nome che ci è apparso davanti non appena siamo arrivate.”
Lemixia: “t-tu lo hai visto? E come hai fatto?”
Bexyk: “beh è evidente che siete già state qui se la logica non mi inganna. Per me era nuovo così io l’ho visto.”
Giusta osservazione. Ed in effetti era vero, una strana sensazione avvolgeva quel luogo, come se non fosse davvero la prima volta che passavano di lì. Eppure nessuna delle tre ricordava nulla di quel luogo…
“Uuh sentite, che ne dite di cominciare l’esplorazione con una colazione? Io ho un po’ fame..” Lemixia intervenne per spezzare il silenzio con una domanda che si stavano ponendo tutte. “ma certo^^ proviamo quel ristorante laggiù?” rispose felice Bexyk, e si avvicinarono.
Una simpatica locanda dai tavoli rustici posti anche al di fuori del bar, che riportava il nome di “pentola Pancia Piena” un nome azzeccato per l’intenzione dei viandanti. Le tre si sedettero ad uno dei tavoli e ci trovarono sopra un menù alquanto ristretto ma efficace. Dopo aver scelto cosa ordinare** si decisero ad entrare nel locale bar. Dentro le luci erano stranamente spente, come se il proprietario non si aspettasse di ricevere clienti. Strano.
Sul bancone del proprietario c’era un campanellino, e dopo un attimo di esitazione lo suonarono per vedere se il padrone arrivava. Niente.
“AAAAAAAAAHHH AIUTOOOO!!!!”
Dall’esterno sentirono il grido disperato di una donna, seguito da un urlo raccapricciante. Che stava succedendo!? Si precipitarono subito fuori dalla locanda e seguirono l’eco del grido fino ad una piazzetta affollata di gente che correva come impazzita, ed al centro un carretto di frutta rovinato pesantemente a terra con tutto il suo contenuto sparpagnato da tutte le parti, ed invaso da piccoli esserini neri e rivoltanti dagli occhi dorati. La conducente era accasciata sul terreno e arrancava per allontanarsi dal mucchio di Heartless che le si stava avvicinando inesorabile, ma venne agguantata per le gambe e trascinata all’indietro. La sua mano era tesa al gruppo di persone che era ancora lì, implorando pietà ed aiuto, non ottenendo niente. Tutti si allontanavano in fretta da lì e non la guardavano minimamente, pensando solo a salvare se stessi e i loro figli. Un Heartless, per la precisione un Disertore, atterrò sulla sua schiena e le trapassò il corpo con uno dei suoi artigli. La donna gridò per un’ultima volta, poi si accasciò a terra senza vita.
Il Disertore si alzò in piedi trionfante, con in mano il cuore di lei, osservandolo avidamente fra le mani. Poi lo strinse con tanta forza da spezzarlo in mille frammenti di luce e scomparì in una piccola chiazza di buio insieme agli altri.
Quella scena aveva chiuso lo stomaco a tutte e tre le Nobody, che avevano osservato impotenti la scena. Avrebbero potuto fare qualcosa per lei, avrebbero potuto salvarla. Ma c’era ancora della gente e non sarebbero potute intervenire in loro presenza…
Oh al diavolo le regole, quella persona meritava di vivere!!
…E chissà, forse anche loro avevano fatto la sua stessa fine, forse anche a loro era successo questo.
Ormai la piazzetta era vuota, sbucarono fuori dal nascondiglio e si avvicinarono titubanti al corpo senza vita della ragazza: com’era giovane… Giovane e costretta a lavorare, e ad esporsi a quei rischi, come doveva essere povera questa gente......
Bexyk si accovacciò davanti a lei e spostò qualche ciocca dei suoi corti capelli corvini finita sul suo volto per guardarla. Una nota di tristezza che non stava davvero provando si dipinse sul suo volto, immaginando di essere al suo posto. Poi si ritirò di scatto restringendo le pupille ad uno spillo dalla “sorpresa”, quando il viso della ragazza cominciò a tingersi di un pesante nero corvino, che a poco a poco si dilagò s tutto il suo corpo. Lemixia indietreggiò di qualche passo insieme ad Archaix, ma sapeva cosa stava succedendo e non sembrava stupefatta. Quando l’intero corpo di lei fu nero cominciò a restringersi e deformarsi, prendendo l’aspetto di uno di quegli esseri che poco prima l’avevano attaccata. Ed infine anche i sui occhi si tinsero di oro, lasciando solo il ricordo di un Somebody. L’Heartless si alzò in piedi e le guardò, un’ultima scintilla di coscienza si condensò in una minuscola lacrima sotto i suoi occhi gialli, poi si abbandonò all’istinto e fuggì.
Bexyk ancora guardava fisso il punto in cui poco prima vi era l’esserino, impietrita, incapace di commentare.
“…quindi è così che succede?” disse infine, voltandosi lentamente verso le due compagne.
“Si è così.” Rispose solo Lemixia, chiudendo gli occhi in segno di rispetto per quella povera anima che avrebbe vagato in eterno nelle tenebre senza pace.
Si allontanarono da lì in silenzio.
 
“EHI VOI!!!” un grido nella loro direzione precedette l’attacco fulmineo di un Keyblade da parte di un ragazzo poco più piccolo di loro. “Chi sei!?” Bexyk si fece subito scudo con i suoi chakram arretrando di mezzo metro a causa dell’impatto con la Keyblade del ragazzo, che sembrava manovrare con grande agilità. Era un ragazzo strano, con un viso da bambino e dei capelli castani che sembravano usciti da una seduta di elettroshock.
Per tutta risposta lui cominciò una serie di affondi contro la Nessuno che, attonita se così si poteva definire, schivava un po’ a fatica parandoli con le sue armi. Ma ormai era abituata a maneggiare delle armi così grandi, grazie alle estenuanti ore di allenamento insieme a Lemixia, Archaix e Axel, e soprattutto nell’arena dell’Olimpo. “Chi cavolo sei tu!?” esclamò nuovamente facendo pressione sui chakram respingendo il castano all’indietro di un metro o più brandendo ancora la sua arma con aria minacciosa.
“Non lascerò che compiate altre malefatte!!” gridò lui e partì nuovamente alla carica, ma nella rincorsa venne bloccato da un braccio di energia scura che sbucato dalle profondità della terra si avvinghiò ad una delle sue gambe e lo fece cadere lungo disteso.
“Smettila di attaccarci che non ti abbiamo fatto niente e dicci chi sei!” tuonò Bexyk avvicinandosi e piantando un piede sulla Keyblade del castano in modo che non potesse attaccare nuovamente. Il ragazzino continuava a guardarle con un odio dipinto nei suoi occhi assolutamente inspiegabile. Provò a liberarsi ma Archaix strinse ancora di più la presa d energia attorno a lui.
“Umpf, se proprio non vuoi parlare allora comincio io. Piacere sono Bexyk” disse la Nessuno tendendogli la mano destra e cercando di addolcire il suo tono di voce.  Il castano rimase praticamente spiazzato, come se quella fosse l’ultima cosa che si sarebbe aspettato. Vide la mano tesa di lei, non la prese.
“I-io non vi credo v-voi siete il male!”
“il male? Amico tu sei tutto fumato” disse Lemixia avvicinandosi e aggiungendo una nota di simpatia nella voce per sdrammatizzare la situazione, portandosi la mano alla tempia e picchiettando alcune volte come faceva Axel ogni tanto. Solo allora si accorse della presenza alle sue spalle e si scansò di lato giusto in tempo per evitare uno scudo roteante  diretto verso di lei.
“Yuk tutto a posto Sora? Ora arriviamo noi!!” una voce goffa e spastica proveniva da un vicolo da cui erano sbucati fuori un altrettanto goffo e spastico bracco che camminava su due zampe e un papero dall’aspetto alquanto incazzoso. Certamente dopo le carte parlanti di Wonderland le tre non si stupivano quasi più ma quel cane
Approfittando dell’attimo di distrazione Sora  diede uno strattone alla Keyblade per liberarla dal piede di Bexyk facendola cadere e sguainandolo contro i bracci di energia li tagliò a metà, liberandosi: “ragazzi meno male che siete arrivati!! Pensavate di farmela con i vostri inganni vero? Ma io non vi credo e vi distruggerò perché voi siete il Male!!!”
..Cosa? il Male?
Perché quel ragazzo era convinto che fossero il male?
Il papero disse qualcosa nella sua lingua indecifrabile e puntò un bastone contro di loro facendo partire un potente Thundara, ma non riuscì a colpirle perché avevano aperto un varco oscuro e ci si erano ficcate dentro all’istantanea vista di quel cane. Avvolte nei loro mantelli di oscurità le tre vagarono per un po’ di tempo fra i ricordi di quello che era successo pochi istanti prima. Quella ragazza…
Ripensarono alle parole che quel ragazzo aveva detto a loro.
“…ma io non vi credo e vi distruggerò perché voi siete il Male!!!”
Credeva davvero che lo fossero? Forse aveva creduto che avessero combinato loro quel casino nella piazzetta e magari che erano state loro a…
Bexyk si girò verso Archaix incontrando i suoi occhi castani, immersi nei loro pensieri.
“Archaix.. Noi… uccidiamo degli innocenti?”
La Nobody la guardò con un misto di tristezza e rassegnazione, stringendosi le mani.
“Se la metti in questo modo, si.”
 
“Uuh deve essere davvero una brutta esperienza eh? E quante ancora ne dovrete passare… Quasi quasi sono infelice per voi che siete rimaste vittime di questo complicato e geniale piano. Quasi…”
 
…Quando riaffiorarono dai fiotti oscuri, si ritrovarono in un’altra zona della città chiamata Traverse Town. Che strano, avevano ordinato che il varco andasse in un luogo qualunque ed erano tornate lì… Bexyk si guardò intorno e fece qualche passo in avanti, decisa a dimenticare l’accaduto e a concludere qualcosa. Sennonché qualcuno andò a sbatterle contro.
“Ehi tu torna qui!!!! Vieni a prendere le legnate che ti meriti!!!” delle grida infuriate provenivano da una strada laterale, sempre più vicine. Il tizio che era andato a sbattere contro Bexyk, un ragazzino sulla decina di anni, si rialzò in fretta e tentò di raccogliere quello che nella caduta aveva fatto rovesciare: delle pagnotte di pane. Bexyk vide e lo prese per la collottola: “ehi tu dove te ne vai? Prima devi scusarti di avermi travolta, e ho l’impressione che quelle pagnotte non siano tue, vero?” sollevò il ragazzino in modo da poter vedere il suo volto, ma gli occhi di lui erano puntati sulla via dalla quale provenivano minacciose quelle voci.
“Ti prego lasciami andare o mi prenderanno!!” la implorò lui cercando di liberarsi dalla presa senza guardarla in volto, come se avesse paura di farlo. Troppo tardi. Gli inseguitori irruppero nella piazzetta inforcando dei rudimentali forconi e delle torce consumate, correndo nella loro direzione con aria tutt’altro che amichevole. “Ehi voi, consegnateci il marmocchio altrimenti vi..” stava per gridare uno di loro quando si bloccò impietrito, lasciando cadere il forcone che teneva saldamente in mano. Stava fissando i loro cappotti neri.
“Altrimenti… Cosa?” pronunciò Archaix con un tono decisamente poco rassicurante, facendo un passo in avanti. Odiava le ingiustizie e prendersela in gruppo contro un ragazzino era inaccettabile. Sembrava che avessero paura di loro, cosa strana assai, ma poteva essere usato a loro vantaggio. Erano in totale cinque gli uomini che si erano bloccati terrorizzati alla vista delle tre Nobody, cinque tizi dall’aspetto un poco trascurato e malnutrito. Forse era una reazione naturale, dato che era stato categoricamente vietato loro di interagire con altri esseri umani o non. Forse era per quel motivo. O forse no.
“G-guardate, sono delle…”
“S-si filiamocela presto!!”
Si voltarono di scatto e corsero a gambe levate da dove erano venuti, perdendosi nel buio della via mal illuminata dai lampioni rotti e piegati dal tempo. Archaix si voltò verso il ragazzino che, ancora sotto la ferma presa di Bexyk,  aveva finalmente alzato gli occhi verso di loro ed era rimasto fermo imbambolato a fissare le loro vesti.
“Wow non pensavo che potessi essere così minacciosa Archa^^” disse Lemixia esternando uno stupore che non provava. La Nessuno scosse la testa: “Non credo di essere stata io, sembravano piuttosto spaventati dai nostri vestiti” disse prendendo un lembo della sua tunica nero corvina e alzandolo leggermente verso di se, come per osservarlo “chissà che cosa avremmo dovuto essere per loro…” disse fra sé e sé ad alta voce, ma non trovando risposta tornò dal ragazzino. Anche lui sembrava impaurito da loro.
“V-vi prego lasciatemi andare n-non ho fatto nulla di male…” piagnucolava disperato, non tentando neppure più di liberarsi dalla presa. Bexyk guardò le pagnotte di pane sparse per terra e alzò un braccio verso una di esse concentrandosi, cercando di invertire la sua gravità verso la sua mano. Ci riuscì e fra le mani si ritrovò del pane grezzo ma morbido al tatto: “Uhm, a me sembra invece che tu sia un gran ladruncolo ‘nevvero?” disse portandola sotto al suo muso.
“..S-si è vero ma non l’ho fatto per scelta ne ho bisogno…” continuò il piccolo in sua difesa, stringendo i pugni e trattenendo delle lacrime che pian piano gli stavano rendendo gli occhi lucidi. Bexyk volle crederci e lo lasciò libero, porgendogli poi il pane. Il ragazzo dai corti capelli mori allungò una mano titubante e afferrò in fretta la pagnotta ancora fresca, guardando le sue “salvatrici” una per una, ma si fermò quando vide Archaix.
“Tu!”
“Io?”
“Certo!”
“Cosa?”
“Grazie!!”
“Perché parliamo a monosillabi?”
Il bambino si fiondò verso di lei e la strinse in un abbraccio fin troppo spontaneo e inaspettato perché potesse capire. Come, questo ragazzino la conosceva?
“Non ti avevo ancora ringraziato quella volta, mi avevi salvato da quel lupo cattivo..” disse lui sorridendo, e mostrando dei canini scheggiati che lo facevano assomigliare ad un vampiretto. Il voto di Archaix venne sostituito da un gigantesco punto interrogativo segno del suo non-stupore, così il castano si allontanò di qualche passo e allargò le braccia: “Certo! Non ricordi? Ah no è vero, eri svenuta… Comunque mentre eri svenuta io sono stato attaccato da un Heartless lupo cattivo e tu lo hai ferito difendendomi! Non so perché abbiate quei mantelli ma mi sembrate buone, lo siete vero?” concluse incrociando le mani dietro la schiena e inclinando di lato la testa, sorridendo. Bexyk era rimasta esattamente nella posizione in cui era quando lo aveva mollato, tanto era rimasta interdetta dalla sorpresa e soprattutto dalla sfacciataggine di quel bambino a parlare con tre sconosciute che conosce da neanche dieci secondi.
“S-si siamo buone, in teoria… E tu chi saresti?” disse Lemixia riprendendosi dalla posizione in cui era rimasta per tutto il tempo. Il ragazzino si voltò verso di lei e, guardato prima che non vi fosse nessuno nelle vicinanze, invitò le tre ad avvicinarsi.
“Io mi chiamo Evan, e ho quasi dieci anni” disse sotto voce ma con un tono fiero di chi sta per raggiungere un traguardo importante "e sto prendendo queste per la mia mamma che lavora tutto il giorno senza sosta per aiutare le persone che non hanno più niente” continuò bisbigliando come se stesse rivelando un segreto di stato importantissimo. Ma si sa, i bambini tendono ad amplificare qualsiasi cosa.
“E sia, dimostraci che non menti e non ti puniremo” sentenziò Bexyk con un tono molto più rassicurante di quello di prima. Il ragazzino dai corti capelli mori la guardò con gli occhi pieni di una gratitudine infinita che sembrava impossibile da contenere in uno sguardo così semplice e sincero.
Lo aiutarono a raccogliere il pane, e si lasciarono guidare da quel ragazzino spensierato attraverso le vie di una città in abbandono. Mentre proseguivano di isolato in isolato apparentemente a caso si ritrovarono a passeggiare sopra un vecchio ma solido ponte, che dava su un vasto paesaggio del luogo: dall’alto i segni del tempo trovavano ancora poco spicco e si intravedeva ancora quello che una volta doveva essere lo splendore della città. Lemixia si staccò leggermente dal gruppo per avvicinarsi ad uno dei parapetti ed osservare l’orizzonte, non capendo perché tutto questo stesse succedendo qui. Insomma, le altre città in cui erano state erano disabitate o stregate, allora come mai tanta carestia qui?
“Ehi che succede? Sei stanca?” disse il piccolo Evan avvicinandosi a lei, dato che non sembrava voler proseguire: il suo viso magro ma rotondo da bambino lasciava intravedere gli zigomi e risaltava leggermente le palpebre infossate, mentre i suoi vestiti erano rattoppati alla bell’e meglio ma si vedeva che erano sempre stati trattati con cura. Però lasciavano intravedere fin troppo l’aspetto ossuto della sua muscolatura.
“Uhm, stai guardando il castello? Sai che è da lì che sono nati tutti i problemi?” continuò il piccolo in cerca di una risposta. Castello? Lemixia alzò lo sguardo sulla linea dell’orizzonte, trovando distintamente la forma spigolosa e piena di antiche guglie di un castello completamente nero. Non se ne era accorta, tanto era pensierosa… Ma aguzzò la vista. Attorno ad esso c’era un fossato nero? No, non era un fossato.. era… era…
Socchiuse gli occhi, si sporse leggermente in avanti, e capì: era si un fossato, ma pieno fino alla cima di HEARTLESS. Rabbrividì quasi di disgusto nel vedere una tale concentrazione di quegli esserini, così spostò lo sguardo nuovamente sul castello.
Sulla guglia centrale era riportato il simbolo degli Heartless, quello che vedevano sempre quando trovavano un nemico che possedeva cuori. Che strano…
“nng…AAAARGHH!!”
“Bexyk!!!!”
Lemixia si girò di scatto sorpresa dall’urlo, vide la Nessuno accasciata a terra che si stringeva il petto con violenza, sentì un pulpito provenirle da dentro di sé, sempre più forte, poi fu tutto buio.
 
“Lemixia! Bexyk!!” Archaix non era spaventata, non poteva esserlo, eppure sentiva quasi come se provasse davvero la paura di perdere le sue due amiche: che cos’era successo!? Bexyk le era letteralmente svenuta in braccio, dopo aver provato un dolore al petto, e adesso anche Lemixia… Il piccolo Evan dal canto suo era preoccupatissimo.
“Cavolo cavolo, che succede? Non ti muovere io vado a chiamare qualcuno ok!?” gridò mentre si allontanava di corsa dall’altra parte del ponte probabilmente verso il nascondiglio segreto di cui aveva parlato prima. Archaix tentò di svegliarle, senza esito, le poggiò vicine al parapetto e nel farlo la vide, la grande torre centrale contrassegnata dal simbolo a forma di Cuore. Poi si sentì male.
“Nnngh…” sentì come se qualcosa le stesse perforando il petto e stesse cercando di entrare, come un’oscurità che lasciava spazio alla luce più intensa ma che faceva male, come se un raggio di sole l’avesse trapassata da parte a parte senza regalarle quel tepore familiare ma solo inondandola di un fuoco intenso e indomabile. Si portò immediatamente le mani al petto e si strinse più forte che potette. Ma il buio le accecò la mente.
 
“…svegliatevi… Svegliatevi!!!!”
Era probabilmente da una mezzora o più che una decina di bambini si divertiva a schiaffeggiare tre sconosciute avvolte in tre mantelli neri nel tentativo di farle rinvenire. Un ragazzino particolarmente energico ad un certo punto diede un ceffone un po’ troppo forte sul viso di Bexyk, che mosse le palpebre. Stava per darle un altro schiaffo quando la Nobody gli afferrò il braccio: “dammi un altro ceffone e sei morto” gli sussurrò abbastanza forte da farlo sobbalzare dalla paura e farlo allontanare di tre metri. Si guardò intorno: erano in una stanza rettangolare, dai muri abbastanza puliti, un soffitto che sembrava reggere appena le pesanti travi di legno e una ventina di persone fra cui ragazzi e bambini sparsi per la stanza che saltava sull’unico grande divano bianco al centro della stanza o giocava con delle consumate carte da gioco ad un grande tavolo di legno. Alla sua sinistra e alla sua destra trovò le sue amiche,  ancora prive di sensi, così si alzò: tutti (ma dico TUTTI) smisero d fare quello che stavano facendo e si voltarono a fissarla con un misto di paura e folle curiosità. Lei non ci fece caso e si avvicinò a Lemixia, allontanando tutti i bambini attorniati vicino a loro semplicemente guardandoli.
-Ma che… che problemi hanno qui?- si chiese, ma non ci diede molto peso e si accovacciò alla sinistra della compagna avvicinandosi al suo orecchio: sapeva cosa ci voleva per farla svegliare.
“Ehi Lemi… C’è Axel..”
Neanche a dirlo, Lemixia spalancò gli occhi al piano delle forze e saltò in piedi ripetendo il nome AXEL ad una velocità impressionante quasi su di giri, finché non incrociò lo sguardo di Bexyk, e i suoi indice e medio puntati prima sui propri occhi poi sui suoi: “Stai lontana da Axel. È mio.” scandì a chiare lettere, per evitare incomprensioni. Lemixia deglutì e accennò meccanicamente un “sì signore” alzando la mano alla testa come i soldati. Solo allora si accorse dei quaranta paia di occhi che da prima erano puntati su di loro.
“M-ma dove siamo?” chiese guardandosi intorno, un po’ confusa se così si poteva dire dalla quantità di persone nella stanza.
“Oh siete sveglie” trillò allegro un ragazzino che si avvicinava canticchiando: era Evan, il bambino che poco prima le stava conducendo nel suo “nascondiglio segreto”, che evidentemente era questo.
“Nnng..” Anche Archaix accennava a risvegliarsi dal sonno profondo in cui era caduta, subito dopo aver…
“Oh cavolo è vero! Ma che ci è successo!?” Lemixia si ricordò subito quello che era successo: stava osservando quello strano castello, che era circondato da un fossato pieno di Heartless… Solo a pensarci era rabbrividita di nuovo senza un motivo. Ma c’era dell’altro, aveva visto un cuore rosso sopra al castello. Il simbolo degli Heartless. E poi si era sentita come se il suo petto fosse stato trapassato da qualcosa ed era svenuta. Ma perché? Si portò meccanicamente le mani al petto, senza un motivo preciso, e si accorse finalmente di non avere il suo cappotto. Maglia nera, pantaloni neri, stivali neri… No, niente cappotto.
“Ehi chi mi ha preso il cappotto!?” esclamò guardando con sospetto la moltitudine di bambini e ragazzi che le fissavano senza fiatare. Bexyk si guardò e constatò che neanche lei aveva il cappotto (mi sa che erano ancora addormentate…) e così neanche Archaix, che intanto si era mezza risvegliata.
“R-ragazze ma che è succ… Dove siamo??” aprì del tutti gli occhi e si raccolse a guscio nel vedere tutte quelle persone davanti a lei.
“Bene, anche tu sei sveglia! Vi chiedete dove siete vero? Questo” continuò il piccolo Evan portandosi al centro della stanza “questo è il nostro covo segretooo!!!”  alzò le braccia esultante come se stesse mostrando loro la più grande scoperta mai vista.
“Questo? Questo è il covo di cui ci hai parlato? Ma è una catapecchia!” ribatté Bexyk quasi sottovoce per non farsi sentire dagli altri “e chi sono tutti gli altri?”
Evan piegò la testa di lato, per far segno di seguirlo in un altro luogo, così le tre Nobodies ancora un po’ intontite si avviarono al di fuori della stanza: un lungo corridoio semioscuro, illuminato da delle piccole lampade a muro, conduceva a diverse stanze tra le quali una aveva la porta già aperta. Evan ci si infilò di corsa e fece segno alle tre di seguirlo. La stanza era grande più o meno come l’altra anche se più pulita, tappezzata dallo stesso intonaco giallastro, e conteneva una lunga tavola alla quale erano sedute delle persone: giovani, anziani, adulti, che discutevano animatamente. E come era successo prima, il loro ingresso nella stanza li aveva gettati nel più completo e assoluto silenzio.
“Nonna Rachel, guarda si sono svegliate” sussurrò Evan avvicinandosi ad una signora anziana seduta a bordo tavolo: aveva dei lunghi capelli grigi raccolti in un concio dietro la testa e un vestito lungo dal colore verde sbiadito. Quando ella si girò rivelò anche i suoi occhi chiari e vivaci nonostante l’età, verdi come l’erba del prato e come la freschezza delle foglie di primavera.
“Evan, piccolo mio, lasciati abbracciare” disse la signora allargando le braccia e stringendo il ragazzino a sé in un affettuoso abbraccio “sai ero molto preoccupata per te non dovevi scappare, ti meriteresti una bella punizione… Ma io sono troppo buona e non ce la faccio, quindi promettimi che non lo farai mai più”
"“Te lo prometto nonna Rachel” rispose lui con un misto di vergogna e gratitudine “Nonna Rachel, queste ragazze prima mi hanno salvato da un gruppo di persone cattive possono restare con noi?” chiese con occhi supplicanti. Rachel spostò la testa di lato per vedere di chi stesse parlando e si zittì. Abbassò quasi del tutto la voce e cominciò a sussurrare al bambino cose che le Nessuno non potettero sentire, e mentre i due discutevano anche gli altri presenti nella stanza avevano ricominciato a parlare, senza però perderle di vista. Ma che avevano tutti qui!?
Non sentivano niente, ma sapevano che se avessero avuto un cuore sarebbero sprofondate nell’imbarazzo. Contando che non ricordavano cosa fosse l’imbarazzo. Ma forse era meglio così.
“scusate, possiamo sentire anche noi?” chiese infine Bexyk con una nota velata di impazienza, che ovviamente non aveva. Silenzio di nuovo. Snervante, avrebbero potuto dire.
“Certo che possono vero Nonna Rachel?” chiese ingenuamente Evan. Rachel guardò un uomo alla sua sinistra, un tizio con dei corti capelli biondi, una maglia bianca senza maniche e dei pantaloni blu, in cerca di consenso.
“massi, si può fare” rispose con noncuranza quasi come se non gliene importasse, anche se dava a vedere un certo nervosismo.
“Dicevo, in questi tempi non si può accogliere sconosciuti in casa perché non si può sapere se hanno intenzioni buone.”
“Perché che sta succedendo?” interruppe subito Bexyk. Rachel sembrò leggermente infastidita e sorpresa nel sapere che loro non sapevano, ma si limitò a rispondere alla domanda: “vedete, è da molto ormai che è successo. Tutto è iniziato quando il mondo chiamato Radiant Garden, l’attuale Fortezza Oscura, si è scontrato con la nostra Traverse Town. Da allora tutti gli Heartless che popolavano quel mondo si sono sparsi anche da noi e hanno praticamente tagliato tutti i sistemi di comunicazione e circolazione merci, lasciando una scia di desolazione e distruzione dietro di loro. Non ne sappiamo la causa ma ci è giunta voce che degli uomini con dei cappotti neri possano essere la causa di tutto questo…”
“Frena frena frena, hai detto cappotti neri?” interruppe di nuovo Bexyk. Cosa, tutto quello che avevano visto poteva essere davvero opera loro? Ma come è possibile, loro lavoravano solo con il nobile intento di riottenere i propri cuori… Doveva essere un’informazione sbagliata, se lo sentiva.
“Si però adesso mamma è andata a prendere il cibo e tornerà presto, così saremo tutti più felici”  Evan si intromise nella conversazione mostrando un sorriso sincero per spezzare tutta quella serietà. “Hai detto mamma?” chiese Archaix corrugando la fronte.
“Adesso basta Evi, lascia che i grandi parlino della situazione, vai a giocare con i tuoi compagni e presenta loro le tre forestiere. E non ti cacciare nei guai intesi?” disse scuotendo l'indice alzato.
“Si signora” rispose Evan tirando in fuori il petto come un soldato e uscì subito dalla stanza trascinando le tre Nessuno con lui.
 
“Credete che si renda conto di chi sono?” una voce si levò nell’aria, dal tono basso ma abbastanza profondo da rivelare la preoccupazione di un uomo seduto in un angolo del tavolo, con le braccia incrociate e ripiegate sul petto. Portava una giacca nera sopra una maglia bianca e indossava una collana con uno strano simbolo. Questi alzò il viso verso gli altri personaggi mostrando i suoi occhi azzurri finora coperti dai capelli castani. Non c’era rabbia nella sua voce, solo il dubbio ed una calma glaciale.
“No non penso, ma se non hanno ancora fatto niente forse avranno un piano. Dobbiamo tenerle d’occhio.” rispose il tizio di prima alzandosi dalla tavola e avviandosi verso la porta.
“Dove vai, dobbiamo ancora finire di discutere..”
“C’è bisogno che qualcuno le tenga d’occhio e se permetti vado io. Ti lascio il comando, Leon” disse lui tranquillo, e alzando la mano dietro di sé in un breve segno di saluto sbrigativo, si chiuse la porta alle spalle.
Intanto la conversazione stava di nuovo coinvolgendo tutti i personaggi riuniti alla tavola dalla cui parte opposta, con il suo lungo vestito azzurro cielo e una folta barba bianca, sedeva un vecchio mago dai modi molto amichevoli che dirigeva il discorso: “Dunque i trasporti di quest’oggi sono stati interrotti, che cosa facciamo?” una donna giovane, dai lunghi capelli castani raccolti in una treccia e un vestito rosa, stringeva le mani al petto come per difendersi dalle conseguenze che quella notizia aveva portato; la vicenda che poco prima le tre Nobody avevano visto, ma per fortuna nessuno era ancora a conoscenza di ciò. Il vecchio barbuto mise su una leggera smorfia di tristezza da sotto la sua folta barba bianca e si portò le mani ad essa, cominciando a lisciarsela come faceva sempre quando si metteva a pensare: “già, è proprio un bel guaio. Mi dispiace tantissimo per la ragazza che era stata incaricata del trasporto, ma se non sbaglio era…” ma le parole gli morirono in bocca, e guardò nella direzione di Rachel.
“Si” rispose lei, come se gli avesse appena fatto una domanda “era lei”.
Merlino smise di lisciarsi la barba e congiunse le mani, rammaricato della notizia. “Povero ragazzo.”
 
Intanto, nell’altra stanza, il piccolo Evan aveva presentato ai suoi compagni le Nobody che, ancora leggermente disorientate (per quanto il disorientamento possa essere considerato un’emozione), avevano più o meno ricevuto delle risposte:
“Allora, questo è un posto in cui le persone si riuniscono per darsi una mano a vicenda, ma prima era un Hotel quindi ci sono tante stanze vuote, perché preferiamo stare insieme. Da quando il castello cattivo ha invaso il nostro mondo con gli Heartless abbiamo formato delle piccole comunità che si occupano del cibo da dare alla gente, e questi sono tutti i ragazzi che sono rimasti orfani di papà e mamma per colpa degli Heartless. Siamo..” disse mettendosi in una strana  posizione che avrebbe dovuto essere una mossa ninja, e all’improvviso tutti gli altri si accerchiarono attorno a lui formando una ola di mosse ninja “…un’organizzazione segretaaa!!” finirono la frase tutti in coro, contenti di poter mostrare lo spettacolino a cui probabilmente avevano lavorato apposta ^^. Lemixia incrociò le braccia, divertita, e sbuffò leggermente: “ok siete una banda clandestina, allora come mai ti fidi di noi? Potremmo essere delle spie nemiche inviate per distruggere la resistenza degli inutili esseri inferiori che popolano questo pianeta muhahahaha” disse mimando una risata malvagia, apposta per far divertire i bambini, che stettero al gioco e cominciarono a confabulare tra loro e a fingere di armarsi contro il nemico “no noi siamo più forti e ti sconfiggeremooooo” un ragazzo prese una spada di legno e la sventolò in aria incitando la piccola rivolta e ridendo.
“no davvero, come mai ti fidi di noi?” Archaix si avvicinò a Evan, che con un sorriso stampato sul volto prendeva parte al piccolo sketch.
“Come mai?... Non lo so. Ma ti ho riconosciuta, e poi vi ho guardate. Sento che siete buone” rispose lui, con l’intelligenza semplice che solo l’innocenza di un bambino può avere. E nessuno di loro avrebbe potuto sapere quanto quella frase fosse vera e falsa allo stesso tempo.
“Evan…” Archaix lo richiamò ancora, stavolta scurendosi leggermente in volto ma cercando di non farlo notare “Si?” chiese lui.
“…Quindi anche tu non hai padre e madre?”
“Oh no, io ho la mia mamma con me. È la mamma più buona del mondo, anche se è un po’ giovane per essere mamma, anche se non so perché tutti dicano così. E poi siamo uguali, abbiamo gli stessi capelli corti neri.” Evan abbassò gli occhi verso destra, segno che stava ricordando un’immagine passata nella sua mente, e parlava con aria sognante.
“Questa volta poi è stata affidata ad un incarico importantissimo, portare il cibo a destinazione. Ma io so che ce la farà perché lei è la mamma” concluse mostrando un sorriso così sincero che ad Archaix  se avesse avuto un cuore in quel momento si sarebbe spezzato.
No, non era possibile, non lei…
“Che c’è, sei preoccupata? Non devi avere paura. Lei è la mamma.” disse lui prendendola per mano, sorridente.
 
 
*= si Demyx dipinge e ci faremo una storia a parte su sta storia, in seguito, in una galassia lontana lontana…
 
**= se ve lo state chiedendo, ogni Nessuno riceve una paga mensile di 1000 munny. Che vi sembri tanto o poco non ha importanza, tanto oltre a Luxord, Marluxia e Axel gli altri ci attingono solo ogni tanto XD

 
 
 
Angolo delle autrici:
…Odiateci.
SIAMO DEI MOSTRI!!!!!
Povero Evan!! Ci dispiace davvero tanto che sia dovuto succedere, ma è accaduto. Non si può tornare indietro. Ma passiamo al resto della storia…
Quindi ci siamo ritrovati Cid e compagnia bella ad organizzare una resistenza contro le forze oscure (che vi starete chiedendo come fa quell’edificio ad essere a prova di Heartless? È protetto da un mini campo di forza anti Heartless fatto da Cid^^) E poi…
Uhm, vi starete chiedendo che centra Traverse Town con la Fortezza oscura vero?
Beh è semplice! (no nn è vero) è uno degli effetti collaterali di questo misterioso “squarcio spazio/temporale” di cui un occhio attento potrebbe aver già capito la causa… Comunque ci dispiace davvero di essere mancate tutto questo tempo (lo ammettiamo è passata UN’ERA GEOLOGICA dall’ultimo capitolo) e avremmo voluto regalarvi qualcosa di più movimentato e che spiegasse di più la situazione ma siamo riuscite solo ad intricarla di più (lanciando poi una suddetta ombra macabra su tutto KH con 'sta storia degli Heartless innocenti) e quindi…
Quindi esprimete le vostre opinioni, cosa per voi non quadra e non vi piace e cosa vi piace, perché “Another story- Three Nobody, One Destiny” diventi ancora più bello!!
 
Messaggio promozionale:
Ogni anno migliaia di scrittori smettono di scrivere le loro storie perché non ottengono recensioni. Non renderti complice di questo crimine. Lascia una recensione, e farai felice chi ha scritto questa storia!!
LOL
  
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