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Autore: _Aeris_    16/06/2008    2 recensioni
Quando tutto nella vita di una ragazza qualunque sembra andare storto, una speranza e un'obbiettivo prendono forma. Tra duro lavoro, lacrime e fatiche, da nullità, Lena si trasformerà per l'ultimo ballo scolastico in quello che ha sempre sognato. Recensite! N.B. possono esserci termini poco graditi!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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THE DREAM BECOME TRUE!

My ordinary life- The awakening


6.30 del mattino. La sveglia suona ininterottamente da cinque minuti. Non mi preoccupo nemmeno di alzare il braccio quel che basta per spegnerla, prima o poi si scaricheranno le pile penso. Mi copro la testa col cuscino, non tanto per lo stridio della sveglia a cinque centimetri dalla mia testa, ma più che altro per la voglia di non respirare nella speranza di svenire. Almeno non sarei dovuta tornare a scuola. Ormai la sveglia sta cominciando a darmi sui nervi. Ok, basta, cedo. E' ora di ricominciare tutto daccapo. Via, si parte.
Maledizione.
Scendo dal letto con la mia voglia pressante che mi appesta. Tornare a scuola? No! No gente non se ne parla. Quel posto posseduto da streghe, befane, babbuini, cammelli; insomma, quel circo maledetto che frequento da quattro anni e che ha ridotto la mia autostima peggio di un cane bastonato.
Maledizione!
C'è qualche miracolo che mi possa salvare dall'incombente incubo che mi si avvicina ogni istante che passa? Che ne so... Mmmm un tornado, negli USA c'è nè uno al giorno! Che ci vuole a farne venire uno fin qui e fare in modo che si diriga dritto sulla scuola portandosela via. O uno tsunami! Be quello è più difficile dal momento che stiamo in Arkansas. Un terremoto? Oh si pure quello. Eddai che ci vuole per un terremotino che faccia crollare il paese?
Maledizione!!
Ok, le forze dall'alto non hanno intenzione di venirmi incontro per darmi una mano. Grazie tante! Vabbè... Allora, prima un piede, poi l'altro. Cavolo il pavimento è così freddo! Brrr. Ok, la smetto. E' tutta scena. Il pavimento non è affatto freddo. Siamo ai primi di settembre. E' ancora estate. Come può essere freddo?! Uffa.
Maledizione!!!
Ok, è arrivato il momento di rassegnarsi. Non la scamperò. Sono al quinto anno di liceo. L'ultimo anno prima della fine. Il fatto è che non sono convinta. Non so come sarà anche questo anno. Ho passato tutta la mia vita tra insulti, critiche e pregiudizzi. Non sono la classica ragazza tutta carina e simpatica che punta tutto su popolarità, trucco, tette, culo e cheerleader. Io be... Non mi trucco, non mi posso certo definire popolare, il fisico è meglio non guardarlo e per quanto riguarda le cheerleader, bè sono una di loro, o perlomeno una riserva, ma seguo gli allenamenti, fattostà che evidentemente sono l'antistress, dal momento che non c'è una di loro che mi degni di una buona parola. Vabbè, questa sono io, questa è la mia vita. Sono pochi quelli che mi accettano. Ma dentro di me batte un cuore. Penso e provo sentimenti. E' questo che la gente non capisce. Ho passato molti anni della mia vita a sperare che la gente aprisse gli occhi. Sperando che prima o poi qualcuno si rendesse conto che anche io avevo speranza nella vita e che i pregiudizzi fanno male. Ma nessuno, se non quelli che sono poi diventati miei amici, si sono mai abbassati anche solo ad avere una conversazione con me. E ora sono all'ultimo anno. E devo paritre per l'ennesima volta per raggiungere la bocca dell'inferno.
Sto seduta sul letto fissandomi le punte dei piedi alla ricerca della forza perduta. Non è che magari Indiana Jones può andare a cercarla? Immagino che sia scappata alle Bahamas.
Fortunatamente ieri ho avuto il colpo di genio di anticipare la sveglia di un'ora. Altrimenti avrei rischiato di far tardi... Ma... Maledizione!!!! Ok, nella mia immensa lista dei difetti ci devo aggiungere: la mia stupidità è illimitata. Me ne potevo approfittare. Vabbè che poi mamma mi avrebbe sbucciata come una banana. Vabbè ormai quel che è fatto è fatto. Mi tocca andare.
Ok, ora andiamo con calma. Vado verso la scrivania. Allora oggi devo:
-Andare in bagno;
-Vestirmi;
-Prepararmi i libri;
Mmmmm ok ok, capito, sono sempre quelle ormai.
Mi volto e come posseduta da forze sovrannaturali comincio a caminare in cerchio. Non so nemmeno perchè lo faccio. Ormai la scuola sta diventando la causa della mia sempre più evidente follia. Dopo altri cinque minuti passati camminando in cerchio, i giramente di testa mi costringono a fermarmi e a prendere di nuovo possesso delle mie scarse facoltà mentali.
Ok, inutile sviare in tutti i modi e ora che mi preparo, nemmeno fingendomi posseduta, e non so quanto fosse finzione in realtà, scamperò l'inizio della scuola. Per quanto possa tentare in tutti i modi di evitare l'incombenza non potrò andare avanti così. Se no probabilmente bisognerà valutare quale tra scuola e reparto psichiatrico mi convenga di più. Conoscendo mia madre non ci avrebbe impiegato molto a farmi ricoverare.
Striscio faticosamente verso il bagno, il fruscio che i miei piedi producono sulla moquette mi rimbomba nella testa. Ok, ecco la porta del bagno, bene entriamo e compiamo un'altro passo che mi avvicinerà di più all'incubo.
Dopo il bagno mi posiziono davanti all'armadio. Ho tutto lo stile di un
rikishi che compie lo shiko*. Ora come ogni ragazza che si rispetti dovrei tirare fuori dall'armadio un cifra di vestiario che si aggira attorno i 200 capi. Invece no. In un millisecondo allungo il braccio scelgo una delle tre felpe e un paio tra i cinque jeans che l'armadio contiene e me li butto alle spalle facendoli finire sul letto. Mi volto, chiudo l'armadio dandogli un calcio rotante, o una pedata vedetela come vi pare, e vado a schiantarmi sul letto. Un minuto dopo, a dire tanto, sono in piedi vestita. E ora tocca ai libri. Vado alla libreria, che contiene solo libri di scuola e il restante spazio è occupato da pupazzetti per poppanti. Prendo qualche libro seguendo l'orario sul foglietto che mi avevano consegnato e li butto tutti nella tracolla che ormai è ridotta a brandelli, dal momento che mi ha accompagnata per tutti i precedenti sette anni di scuola.
Dopo queste fatiche prendo e scendo le scale. Dove mi aspetta l'unica cosa positiva della mattinata. La colazione!!! A casa mia la colazione era più che altro un buffet regale. Non sto a farvi l'elenco altrimenti ci metto tutta mattina e addio scuola. Vi dico che un squadra di venti lottatori si sumo davanti alla colazione della mia famiglia sverrebbe. E la nostra famiglia non è poi così numerosa. Mia madre, una donna sulla soglia dei cinquantt'anni, che di donna ha poco e di lottatore di sumo ha molto. Mia nonna, la cui età è sconosciuta, diciamo che lei è: colei la cui età non deve essere nominata. Ma la chiamiamo semplicemente nonna che facciamo prima. Mia sorella, si chiama Scema. Ok no, non si chiama così, ma lo è di fatto. In realtà si chiama Willow. In fin dei conti pure lei preferisce essere chiamata scema immagino. Mia madre ha idee assurde su come chiamare le persone. Mi ha chiamata Lena! Mai sentito un nome così in tutto l'Arkansas.
Mi siedo a tavola e mi lustro gli occhi, evitando di guardare le tre befane di famiglia che si annegano nelle scodelle piene fino all'orlo di cereali, questo sarebbe l'antipasto ovviamente.
- Buongiorno a tutte!- Nemmeno alzano gli occhi, grugniscono il loro buongiorno e proseguono iperterrite ad affogare nella scodella.
Ben presto mi unisco a loro. Non descrivo la scena perchè è semplicemente obbrobriosa.
Ora se ne va un buon quarto d'ora, record di famiglia perchè qualsiasi altro essere umano a mangiare tutta quella roba come minimo ci mette tre ore abbondanti. E la tavola da piena che era, si ritrova quasi vuota, rimangono solo i cartoni delle confezioni di cibo che rimangono abbandonate come reduci di guerra.
Mi alzo da tavola, saluto le befane, prendo la tracolla appesa alla sedia e me la trascino fino alla porta, e la trascino per tutto il vialetto, e la trascino per tutta la strada fino a scuola, che sarà un chilometro più o meno. Ok, questa cartella è maledetta! Ma come cavolo fa a non distruggersi, lo trascinata talmente tanto ke dovrebbe essersi sbrindellata tutta con il contenuto compreso. Ma l'ha progettata la NASA?!
Ed eccoci. La scuola. La colazione cerca di ritornare da dove è venuta. Ho lo stomaco in subbuglio.
Un ampio cortile pieno di auto precede l'entrata della scuola. Davanti le ampie porte già ci stanno ammassi di ragazzi.
Già le riconosco. Un gruppo che sta sulla destra. Le cheerleader, si vedono pure a 50 metri di distanza. In pratica si vede un ammasso di teste bionde vestite con i soliti colori che ricordano la squadra di football, giallo-rosso. Un gruppo di galline in subbuglio. Ora vi chiederete, ma chi cazzo te l'ha fatto fare di unirti a loro dal momento che se potessi faresti come il film: un giorno di ordinaria follia**? Perchè sono immensamente stupida? No, bé, diciamo che l'ho fatto per cercare di accaparrarmi la considerazione di qualcuna di loro. Di guadagnarmi un posticino nella scala superiore rispetto a quella al piano terra in cui sto. Tutto qui. E quest'anno ripeterò le selezioni. Sarò sempre nelle riserve. Ma sperare non fa mai male.
A sinistra stanno i giocatori di football. Pure quelli sono inconfondibili. Un ammasso di armadi che si danno pugni l'uno con l'altro. Lancio una sfida! Trovatene uno di intelligente e vi regalo la mia cartella della NASA. Alla fine l'affare lo faccio io perchè ormai di questa cosa che mi trascino dietro da anni, non ne posso più. Ma lancio comunque la sfida.
E poi i nerd. Ovviamente nascosti dietro le piante vicino all'entrata. Chissà perchè evitano accuratamente di esporsi al sole. Ho sempre pensato che a forza di creare miscugli radiottavi a biologia si fossero trasformati in vampiri o alieni o altri essere strambi mutati geneticamente, una specie di OGM, dei sedani pensanti insomma.
E poi altri gruppi, le ragazze snob figlie di papà. I ragazzi snob figli di papà. I punk. I rapper-skater, stanno insieme questi, tipo Stanlio e Olio. Le ballerine, si qui ci stanno pure loro, che sono acerrime nemiche delle cheer. I ragazzi e le ragazze normali. Quelli che stanno nel gradino più basso sono però quelli di sessualità incerta, vengono odiati dalla maggior parte della scuola, se ci parli sei bollato a vita pure tu, è come se avessero la peste. E poi quelli di categoria incerta, come me e i miei amici. Il far perte della "categoria incerta" porta vantaggi rispetto al far parte di qualche altro gruppo di infima categoria, ma lo svantaggio più grande è che si risulta invisibili alla maggior parte della gente e neppure si può salire di grado, a meno che non si facciano delle follie che ti rendano noto a tutti. Un esempio? Ridley Bannington, un ragazzo mezzo incerto, mezzo nerd, un giorno era venuto a scuola completamente nudo. Penserete che questo non potesse far altro che renderlo ancora più sfigato e invece no! Il furbone aveva passato i precedenti tre mesi di vacanze estive allenandosi nella palestra del paese e assumendo quantità di integratori, vitamine, steroidi etc etc. Tanto che alla fine gli si leggeva in faccia: sono dopato come un cavallo! Il risultato alla fine però l'aveva ottenuto. Ora fa parte della squadra si football, per compensare i muscoli il cervello gli si è ristretto come una nocciolina e le cheer gli sbavano dietro. L'unica cosa che trovo di interessante in quell'armadio vagante è la sua buona e assurda volonta. Dopotutto ora lui era un super popolare e prima era un super sfigato. Mi crogiolo spesso nell'idea che se lui ce l'ha fatta ce la posso fare anche io. Ma tanto non saprei comunque che combinare per guadagnare considerazione, più di entrare nelle cheer che posso fare io? Hahaha divertente! Divento bodybuilder pure io, mi ci vedo! E poi chi ci rinuncia alle pappate di famiglia?! Per carità non se ne parla proprio.
Mi avvio con la testa bassa e la dignità sotto terra. Conto ad uno ad uno i passi che mi portano a scuola. Che nervi!
Vorrei veramente che la mia vita cambiasse. Che qualcosa o qualcuno mi faccia cambiare vita. Sono stufa di tirare avanti così.
Questo è l'ultimo anno. Tutte le ragazze si cercano un cavaliere. Tutte le ragazze lanciano gridolini di eccitazione quando pensano al ballo. Le altre ragazze si cercano il vestito mesi e mesi prima. E io? Io non posso avere un cavaliere, daltronde chi mi vorrebbe? Un vestito non lo troverò mai, sono tutta culo, non mi entrerebbe mai uno di quei stupendi vestiti da sera che hanno tutte le altre al ballo. Si forse lo troverei anche, ma con un corpo come il mio starebbe da schifo.
-Heeeeeeeeeeey tesoroooooooooo!- Una voce talmente stidula ke raggiunge i 200 decibel mi urla dritta nell'orecchio. Bene. Melanie, proprio la più stronza doveva capitare?!
-Ciao!- C'è un'entusiasmo tale nella mia voce che pure un morto si deprimerebbe.
-Tesoroooooo pure quest'anno ti iscriverai alle miiiiiitiche cheeeeeeeeer?- Vorrei prenderle le corde vocali e annodargliele tt insieme.
-Penso di si.
-Ohhhhhh beeeeee- Lunga pausa di riflessione, il suo cervello non sostiene simili sforzi.
-Dimmi qualcosa non va?
-No ecco be, noi, loro, abbiamo, crediamo... Ehm... Niente tutto apposto tranquiiiiiiiiilla- Sul suo volto da angelo che nasconde una seguace del diavolo si produce un ghigno che dovrebbe essere il suo miglior sorriso confortante. A me quel sorriso da più che altro la senzazione di trovarmi davanti ad uno squalo bianco che si è fatto un'iniezione di botulino e ha scoperto di esserne allergico.
-Ok- La guardo come se mi trovassi davanti ad una deficente di categoria A con lode e faccio per andarmene.
-Ah sai l'ultima notizia?! Sto con Shannon! Iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!- Mi copro le orecchie di colpo. Oddio credo che rimarrò sorda per buona parte della giornata.
-Scusa faccio tardi a lezione! Ciao!- Sto già a 50 metri di distanza da lei prima di finire la frase. Oddio quanto odio le persone che squittiscono. La mia era effettivamente una balla clamorosa dal momento che all'inizio delle lezioni mancavano trenta minuti ma avrei detto qualunque cosa più di fuggire da quella bafana pazza.
E ora eccomi qui. Davanti all'entrata. E l'incubo ricomincia. Pronti, partenza, VIA!




*Nel sumo il rikischi è il lottatore. Lo schiko è invece la posizione a gambe larghe con le ginocchia piegate che precede l'inizio del combattimento.
**Film che tratta delle ingiustizie che ogni uomo subisce ogni giorno. Il protagonista
Bill rimane bloccato con l'auto in un ingorgo, scende, la chiude e "va a casa" con una passeggiata di quaranta chilometri che si trasforma in un'odissea violenta.





Ma shaooooooo tutti! E ora mi cimento con una nuova tipologia di scrittura. Cambio tutto! Rivoluzioneeee! Libertè, egalitè e... L'altro nn me lo ricordo. Fatemi sapere se vi piace o meno! Ciaps. Recensioni, recensioni, recensioni!
  
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