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Autore: potteriani    11/02/2014    5 recensioni
Blaine si trasferisce a New York col suo miglior amico Sam! I loro coinquilini saranno un certo Mike Chang e Kurt Hummel...
Dal testo: "-Scusa- disse in fretta –E’ che anche Kurt è gay, e penso che sarà divertente vivere con voi due: entrambi omosessuali, entrambi alla NYADA, per caso anche tu ami il Moulin Rouge, Blaine?-
-Beh, si … - disse lui scoppiando a ridere."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Mike Chang, Sam Evans, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Kurt guardò fuori dal finestrino l’Hudson sotto di loro che splendeva al sole di quella calda mattina di agosto. Una volta superato il ponte non ci voleva molto per arrivare alla location scelta da Rachel (e da lui). Poi il ragazzo si voltò alla sua sinistra per fissare il meraviglioso uomo che gli sedeva accanto, intento a guidare. Era così rilassato che gli venne naturale sorridere come un ebete senza un motivo apparente. Dio, se solo ci pensava Kurt non riusciva più a ricordarsi com’era la vita senza Blaine. E neanche voleva farlo. Blaine era entrato come il sole nella sua vita, portando luce e riscaldando ogni cosa incontrasse. Kurt lo amava davvero, ne era convintissimo, nonostante stessero insieme da meno di un anno. Non si era mai aperto tanto con un’altra persona, mai. Forse solo con suo padre, ma era sicuro che Blaine fosse l’unico a capirlo con un semplice gesto, l’unico che potesse migliorare la sua giornata con solo un sorriso, l’unico che riuscisse a fargli dire “ti amo” in qualsiasi circostanza.
Con la mente tornò ai mesi appena trascorsi. Erano stati forse i più felici della loro relazione. Erano andati a Los Angeles a inizio giugno, e Kurt aveva adorato ogni singolo istante di quella vacanza. Le spiagge californiane, le nuotate e lo stare sdraiati ad abbronzarsi, le gite turistiche a giro per Hollywood -si erano pure messi a cantare ‘Singing in the Rain’, proprio come avevano detto tanto tempo prima-, le notti passate in albergo a fare l’amore, lo stare insieme, l’abbracciarsi stretti sul Walk Of Fame … Non vedeva l’ora di fare un altro viaggio con Blaine. Non importava davvero il ‘dove’, ma lo stare insieme.
Una volta tornati a New York si erano dati alla caccia per l’appartamento, perché si, alla fine avevano deciso insieme che era la cosa migliore. Mike e Sam erano sembrati un po’ dispiaciuti da questa decisione, ma erano anche stati molto solidali offrendosi disponibili per il trasloco. Dopo una lunga sere di ricerche erano riusciti a trovare un appartamento sulla diciannovesima strada nel quartiere di Flatiron District. Tra l’altro era anche a due passi da Broadway, perfetto per loro.
Kurt era anche tornato a lavorare in modo un po’ più serio a Vouge.com, riallacciando i rapporti con Isabelle, che era stata felicissima di vederlo tornare dopo mesi di inattività. Blaine d’altro canto aveva cominciato a lavorare quattro sere a settimana in un bar. Beh, del resto l’affitto mica si pagava da solo!
Isabelle si era anche rivelata assolutamente necessaria quando era arrivato il momento di scegliere il vestito da sposa di Rachel. Col suo aiuto in meno di tre giorni avevano trovato quello giusto, e Kurt non poteva che adorarla per questo. Infatti, dato l’enorme aiuto, Rachel l’aveva anche invitata al matrimonio.
Kurt si riprese dai suoi pensieri quando Blaine entrò nel parcheggio dell’albergo dove si sarebbe tenuta la cerimonia e il rinfresco più tardi.
-Ci siamo allora- disse Blaine slacciandosi la cintura ma senza scendere ancora.
-Direi di si … Mesi e mesi di stress verranno finalmente ripagati- rispose Kurt sistemandosi la giacca.
-Sono sicuro che andrà tutto alla perfezione- gli disse il moro stringendogli una mano. Dopo un dolce sorriso aprì la portiera e scese dall’auto, seguito a ruota da Kurt.


Erano lì. Erano al matrimonio di Finn e Rachel. Suo fratello era incredibilmente emozionato, non faceva che spostare il peso da un piede all’altro, sistemandosi nervosamente la giacca. Puck si allungò verso di lui dalla sua sinistra, posandogli una mano sulla spalla.
-Andrà tutto bene amico- gli disse sorridendogli. Finn sorrise nervosamente in risposta. Kurt gli fece un cenno col capo per confortarlo. Puck era venuto a New York da Los Angeles per il matrimonio del suo migliore amico. Kurt invece era, insieme a Santana, una delle damigelle d’onore. Beh, più un ‘damigello’ in effetti. Lui, Santana, Finn e Puck erano in piedi, davanti a tutti gli altri invitati già seduti e vicini al giudice di pace.
Kurt scorse Blaine tra gli invitati e lo salutò con la mano, venendo poi ricambiato. Blaine era seduto accanto a Dani e Sam che era venuto con Quinn. Poco più avanti c’erano Mike e Tina, scorse anche Isabelle quasi in fondo alla sala e in prima fila vide Carole e Burt, accanto a loro c’erano due posti vuoti per Hiram e Leroy.
Poi partì la musica. Non era una delle solite marce nuziali, era una dolcissima e melodiosa composizione suonata da una loro amica violinista, studentessa della NYADA come loro. Rachel fece il suo ingresso. Era semplicemente radiosa. I lunghi capelli scuri erano sciolti, con dei perfetti boccoli in fondo; il vestito era senza spalline, stretto fino alla vita, da lì in poi si allargava sempre di più fino a toccare terra, era decorato con eleganti linee che evidenziavano la figura di Rachel. A braccetto da un lato e dall’altro c’erano Hiram e Leroy. Kurt sorrideva fiero della sua migliore amica e di suo fratello. Non si perse neanche un secondo degli sguardi che si scambiarono: era amore puro. C’erano una tenerezza e una dolcezza infinita nei loro occhi.
I papà di Rachel la baciarono a turno sulla fronte una volta arrivati davanti a Finn e poi si andarono a sedere vicino ai signori Hudson.
Finn prese allora la piccola mano minuta di Rachel, e non la lasciò più andare. Il giudice di pace diede inizio alla cerimonia, e dopo una piccola serie di frasi necessarie alla situazione, lasciò che gli sposi dicessero le promesse che avevano preparato. Cominciò Rachel.
-Finn, io … credo di non averti mai ringraziato abbastanza. Da quando sei arrivato nella mia vita non hai fatto altro che migliorarmi in modi che neanche immagini, mi hai spronato a essere una persona migliore, e col tempo mi hai insegnato ad amare. Sei la mia persona Finn, e sono orgogliosa di poter dire da ora in poi che sei mio marito. Sei la mia metà, e ci sarò sempre per te. Sarò sempre pronta a sorreggerti se cadrai, e ti aiuterò a rialzarti. Sarò felice con te nei momenti di gioia, e condivideremo il dolore quando arriverà. Ti amo Finn, sono tua e tu sei mio per tutta la vita- quando Rachel finì di parlare Kurt dovette asciugarsi una piccola lacrima, così come la maggior parte degli invitati. Il sorriso di Rachel scaldava l’intera stanza.
Finn con una mano cominciò a cercare il foglietto dove aveva scritto il suo discorso. Aveva le mani sudate ed era nervoso, soprattutto dopo quello che aveva detto Rachel. Alla fine riuscì a stendere il foglio tra le sue mani. Lo guardò, poi spostò lo sguardo su Rachel, e infine nuovamente sul foglio. Con un sospiro lo ripiegò e lo rimise nella tasca interna della giacca, sotto lo sguardo curioso e un po’ preoccupato della futura signora Berry-Hudson.
-Ok, beh … Avevo scritto un discorso ma … credo che sia meglio se ora parlo col cuore- disse Finn facendo una nervosa risata che contagiò tutti i presenti e fece sorridere Rachel.
-Allora … Rachel. Tu sei la persona più ostinata, petulante, logorroica e “diva” che io conosco. E ti amo da impazzire per questo, quindi puoi smetterla di guardarmi con quella faccia spaesata tesoro- altra risata che fece arrossire Rachel.
-Anche io ti devo ringraziare. Con te sono diventato un uomo, e so che continuerò a crescere e imparare con te al mio fianco per il resto della vita. A volte mi chiedo come sia possibile che una stella come te si sia potuta innamorare di una ragazzone come me, e quando ci penso mi accorgo di essere l’uomo più fortunato del mondo. Sei la mia stella Rachel, e so che per me brillerai sempre, qualunque cosa succeda. Prometto di amarti sempre di più per tutta la vita, e anche dopo. Prometto di cercare di essere più ordinato, e di guardare più musical con te perché so quanto ti piace commentare ogni singola scena canora. Prometto di imparare a cucinare cose vegetariane e magari se un giorno vorrai rendermi ancora più felice di quanto già non sia ti chiederò di chiamare nostra figlia “Drizzle”, ma di questo potremo parlare più avanti. Solo … Rachel, ti amo, e grazie di essere come sei- Finn le sorrise in quel modo speciale che aveva sempre riservato a Rachel, e Kurt si commosse di nuovo. Stavolta poté giurare di aver sentito Santana tirare su col naso.
Il giudice di pace non fece neanche in tempo a dire “Lo sposo può baciare la sposa” che Rachel si era già buttata tra le braccia di Finn stampandogli uno dei baci più significativi che gli avesse mai dato.
E a quel punto partirono tutti gli applausi.


Avevano già finito il rinfresco, ora stavano aspettando in una sala secondaria per potersi poi spostare nel salone dove si sarebbe svolto il party con la pista da ballo. Rachel e Finn stavano ricevendo le congratulazioni da parte di amici e parenti, e Blaine riuscì ad avvicinarsi finalmente a Kurt per la prima volta da dopo la fine della cerimonia.
-Ehi- gli disse quando si avvicinò –E’ stato meraviglioso-
-Si, quei due si amano davvero- rispose Kurt circondandogli la vita con un braccio e sorridendo in direzione di Finn e di Rachel.
-Senti, come si chiama il testimone di tuo fratello?- chiese poi Blaine osservando Puck che dall’altro lato della stanza stava scherzando con Mike.
-Noah Puckerman, ma lo chiamiamo tutti Puck. E’ il miglior amico di Finn dalla preistoria. Ho seriamente paura di quello che potrebbe tirare fuori nel discorso da testimone- rispose il più grande scherzando, ma neanche troppo.
-Kurtie!- sentirono urlare da una voce alle loro spalle. Si separarono e si voltarono contemporaneamente. Blaine vide una ragazza di colore piuttosto in carne che correva verso di loro nel suo vestito azzurro. Gli occhi di Kurt si spalancarono ed emise uno strano gridolino che Blaine gli aveva sentito emettere poche volte.
-‘Cedes!- urlò in risposta mentre la ragazza, ormai arrivata da loro, lo stringeva in un abbraccio stritola-costole.
-Oh mio Dio, latticino! Sei diventato un vero uomo della Grande Mela!- disse la ragazza staccandosi e continuando a sorridere. Kurt a sua volta aveva l’espressione felice di un bambino.
-E tu sei una vera diva californiana tesoro! Che hai fatto ai capelli, li hai tagliati?- chiese osservando attentamente l’acconciatura dell’amica.
-Si, ho pensato di aver bisogno di una svolta dopo il cambio di manager. Questo sembra quello giusto sai?- rispose lei spostando poi lo sguardo su Blaine, che aveva assistito divertito alla conversazione in silenzio.
-E chi è questo principino?- chiese spostando lo sguardo da Kurt a Blaine.
-Oh, che idiota, scusate! Mercedes lui è Blaine, Blaine questa è Mercedes, una delle mie più care amiche- disse Kurt facendo le presentazioni. Blaine strinse educatamente la mano della ragazza sorridendole.
-Piacere di conoscerti Mercedes- disse sorridendo.
-Dio mio Kurt, non mi avevi detto che il tuo ragazzo era un fico da paura!- esclamò lei in risposta.
-Beh … - disse Kurt diventando rosso.
-Non preoccuparti dolcezza, Mercedes approva la vostra relazione! Del resto dopo tutto quello che Kurt mi ha raccontato su di te mi sembra anche doveroso!- disse Mercedes facendo ridere Blaine e Kurt.
Vennero interrotti quando alla conversazione si unì un ragazzo con gli occhiali sulla sieda a rotelle.
-Ehi ragazzi!- esclamò avvicinandosi.
-Artie!- esclamarono in coro Kurt e Mercedes, che si sporsero poi ad abbracciarlo.
-Ho visto il cortometraggio che mi hai mandato, è meraviglioso!- disse Kurt congratulandosi con l’amico.
-Ehi! A me lo devi mandare Abrams!- disse Mercedes mettendo le mani sui fianchi.
-Prometto che appena torno a Chicago te lo mando Mercedes- rispose Artie.
-Artie lui è Blaine, il mio ragazzo e Blaine, Artie è uno dei membri originali del Glee Club di Lima, Ohio- disse Kurt mentre i due ragazzi si stringevano la mano sorridendosi. Sarebbe stata ancora una lunga giornata.


Kurt si sedette sfinito a uno dei tavoli a lato della pista, poco importava che accanto a lui fosse seduta la prozia ubriaca di Rachel.
Erano rimaste poche persone ormai nella sala. C’erano Burt e Carole che continuavano a muoversi a ritmo di musica -non  si poteva definire ‘ballare’-, Leroy e Hiram che ridacchiavano al bar, e soprattutto c’erano i più giovani che erano rimasti a ballare in pista.
Finn e Rachel erano andati via circa un’ora prima, dopo il tradizionale lancio del bouquet, afferrato al volo da una stupita Tina, e ormai dovevano già essere decollati a bordo dell’aereo che li avrebbe portati a Bali.
Kurt era molto soddisfatto di se stesso, doveva ammetterlo. Era riuscito a mettere su insieme a Rachel uno dei migliori matrimoni mai organizzati. Era stata una giornata stancante, certo, ma anche una delle più felici della sua vita. Era contento di aver rivisto così tanti dei suoi vecchi amici.
Sentì qualcuno sedersi accanto a lui, così riaprì gli occhi che non si era neanche reso conto di aver chiuso.
-Sei stato una delle migliori damigelle d’onore che abbia mai sito- disse Blaine sorridendogli dolcemente.
-Si, beh, grazie … Santana e Dani non hanno ancora smesso di ballare?- chiese Kurt con un sorriso, temendo che le due ragazze fossero ancora a scatenarsi in pista.
-Sono sparite più o meno dieci minuti fa, e sinceramente non mi sembra il caso di andare a curiosare in giro per cercarle-
Kurt ridacchiò, stringendo la mano che Blaine gli offriva. –Che ne dici se tra un po’ andiamo a casa? Ho vogli di stare un po’ colo con te … Un bel po’- disse Kurt guardandolo con aria sognante.
-Sono più che d’accordo, anche perché non so se reggerò ancora a lungo la vista di Sam e Mike che si sfidano sulla pista- rispose Blaine.
Sempre mano nella mano andarono a salutare i genitori di Kurt e Rachel e i loro amici, fino a che riuscirono ad arrivare al parcheggio, dove ormai erano rimaste poche macchine.
Blaine in un certo senso si rifiutava di lasciare andare la mano di Kurt, e si appoggiò con la schiena al sportello del guidatore, il più grande davanti a lui gli sorrideva ancora dolcemente.
-Che hai?- chiese Kurt posandogli una mano sulla guancia –Sembri strano-
-Niente, solo … stavo pensando- rispose il moro facendo un piccolo sorriso. –Pensavo al fatto che se volessi, un giorno potrei avere anch’io una cerimonia come quella di oggi. Potrei tagliare anch’io una torta nuziale insieme alla mia metà- disse con aria sognante.
-Ricordati che le cose vanno così perché siamo a New York. Non oso pensare come potrebbe essere la nostra vita se fossimo ancora in Ohio- disse Kurt scuotendo piano la testa.
-Ti amo, lo sai questo vero?- disse Blaine improvvisamente serio. Kurt annuì, incapace di parlare, perso in quel mare ambrato che erano gli occhi del suo ragazzo. –E mi piace pensare che la persona al mio fianco il giorno in cui taglierò la torta nuziale sia tu. Voglio dire, lo so che è affrettato, ci conosciamo da meno di un anno e tutto il resto, però … credo che mi sia concesso di fantasticare un po’- disse abbassando poi lo sguardo. Forse aveva detto troppo. Forse era troppo presto perfino per pensare una cosa del genere.
-Sarebbe un onore essere quell’uomo- disse Kurt sorprendendolo. –Ti amo anch’io, per la cronaca-
Si sorrisero in un modo tutto loro, sorridendo perfino con lo sguardo.
Kurt si avvicinò a Blaine, unendo le loro labbra in un bacio molto simile a quello che Finn e Rachel si erano scambiati quella mattina. Era un bacio d’affetto, di tenerezza, di sostegno, di necessità, di amore.
Dopotutto, pensò Blaine, un anno fa non si sarebbe mai aspettato che la sua vita a New York potesse diventare così.
Aveva Kurt, e Kurt aveva lui. Sebbene fosse giovane era assolutamente sicuro che il loro era un amore di quelli veri.
Blaine sorrise nel bacio, incredulo che la vita a volte potesse andare così bene. Blaine era felice, felice davvero.
  
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