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Autore: Elbeth    11/02/2014    1 recensioni
Mi sono sempre chiesta chi era Sirius Black e come mai un personaggio così affascinante come lui, non avesse mai avuto nessuna al suo fianco.
Ho liberato la fantasia e questo è il risultato!
Hogwarts, ultimo anno dei Malandrini, nuovi personaggi, nuovi avversari e l'atmosfera cupa dell'inarrestabile ascesa del Signore Oscuro...
Vi giuro solennemente di non avere buone intenzioni!
***
Dal capitolo XVII:
....
Nessuna anteprima.
Stavolta potete solo leggerlo...
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ad un bacio mai dato

L'istante

Si avvicinò a sfiorare i libri, ordinatamente impilati sulla scrivania.
Qualche pergamena scribacchiata era l’unica nota stonata in quella che si sarebbe definita la scrivania di una studentessa modello.
Era la scrivania di Elisabeth Delaroche.
Sirius lisciò la piuma che era stata lasciata accanto alle pergamene e con un sorrisetto furbo la afferrò decisamente, voltandosi verso la ragazza che era rimasta in piedi, di fronte al camino scoppiettante.
Dopo la breve conversazione che avevano avuto, l'aver compreso che lo strano ragazzo era il fratello e dopo un'occhiata eloquente di James, prima di guadagnare l'uscita, erano rimasti soli.
 
“Cosa volevi dirmi, Sirius, di così importante?” le sfuggì un sospiro “Sono un po’ stanca…”
 
Non aveva usato il suo solito tono altezzoso, era veramente stanca.
Gli occhi grigi di Sirius si addolcirono mentre con il suo sguardo accarezzava il volto della ragazza.
Sirius Black era sempre Sirius Black ed i suoi occhi d'altronde erano famosi in tutta Hogwarts…
 
  
Il respiro le si mozzò in gola quando il ragazzo si voltò a fissarla.
Quando quegli occhi le erano diventati così familiari e caldi?
Quando lui era diventato così premuroso con lei?
Stentava ancora a crederlo.
In quei giorni aveva messo in discussione anche ciò che le aveva detto nel giardino d’inverno di casa Delaroche, prima che Andrè li interrompesse.
Sirius si era infastidito, era stato evidente, ma non come prima, non come quando erano dei perfetti sconosciuti l’uno per l’altra.
E quello sguardo caldo e avvolgente la fece sciogliere, in un punto ben preciso del cuore e in un luogo nascosto della sua anima.
Lizzie si trovò con il cuore che aveva preso a battere furiosamente.
Possibile bastasse solo uno sguardo a agitarla così?
No, non è solo lo sguardo…
Erano i suoi occhi. Profondi, intensi… e di una dolcezza infinita nel guardarla.
 
 
Il sorriso di Lizzie arrivò inaspettato e suadente.
Il cuore alterò decisamente il battito e un brivido gli percorse la schiena.
Quella ragazza aveva sempre uno strano effetto su di lui e lui ne era ormai affascinato.
Inutile negarlo. Aveva smesso di combattere contro i suoi sentimenti già da un po’.
In effetti, il pensiero di Lizzie lo aveva sempre fatto alterare, ma non credeva possibile di provare qualcosa di così travolgente per lei.
Non nei termini in cui lo stava provando il suo corpo almeno…
Abbassò per un attimo gli occhi e portò la piuma a sfiorarsi il naso, poi appena ebbe ripreso fiato da quel caos che aveva creato il sorriso di lei, riportò il suo sguardo in quello della ragazza.
 
“Dovresti sorridere più spesso, piccola Serpe…” il tono era dolce e rassicurante.
 
 
 
Come era riuscito a far diventare così sexy quello che prima era solo un insulto?
Rimase di nuovo senza fiato, prendendo aria per parlare, ma rinunciandoci subito dopo, richiudendo la bocca.
Cosa avrebbe potuto rispondere?
La realtà era che non voleva rispondere nulla.
Voleva solo che quegli occhi continuassero ad accarezzarla in quel modo dolce e carezzevole, che era solo suo.
 
 
Si staccò dalla scrivania alla quale era rimasto appoggiato, mentre contemplava la bellezza della ragazza.
Il fuoco del camino rendeva la sfumatura dei suoi capelli ancora più rossa e rischiarava il suo volto di una tenue e calda luce.
Il sorriso, quello splendido, meraviglioso sorriso, continuava ad incresparle le labbra.
Sirius si soffermò su di esse un secondo di troppo…
 
 
Era ormai arrivato di fronte a lei.
Non era bassa, ma Sirius Black e la sua altezza la facevano sentire piccola… quasi indifesa.
Il cuore continuava a battere in modo forsennato ormai. Aveva quasi l’impressione che lui potesse accorgersene, che sentisse i suoi battiti alterati.
Avrebbe dovuto distogliere lo sguardo dai suoi profondi occhi scuri e allora, forse, avrebbe potuto ritrovare una velocità normale…
Ma non aveva alcuna voglia di staccarsi da quegli occhi che la fissavano ammaliati.
Non pensava di poter avere quel tipo di effetto su di lui.
Non se lo sarebbe mai aspettato.
Eppure…
 
…. Eppure non riusciva a staccare gli occhi da lei.
Sollevò la piuma a sfiorarle una guancia, mentre la vedeva arrossire leggermente per quella improvvisa coccola.
Continuava a rimanere in silenzio e a fissarlo con quel sorriso che diventava via via più caldo e dolce.
Lizzie era stupenda! Era una dea scesa in terra e le fiamme del camino incorniciavano il suo corpo perfetto.
Abbassò la piuma, incantato, e poggiò l’altra mano sulla sua guancia.
Voleva sentire la sua pelle.
Era esattamente come la immaginava: liscia e profumata.
Di quello si accorse mentre avvicinava il suo volto a quello di lei.
Sapeva di quel leggero e dolcissimo profumo di violetta.
 
 
Il cuore prima impazzito smise di battere per un istante.
Quell’istante perfetto ed infinito… l’istante in cui le labbra di Sirius sfiorarono delicatamente le sue.
L’istante in cui chiuse le palpebre, mentre schiudeva le sue labbra.
L’istante in cui sentì quel calore immenso avvolgerla e portarla in un luogo sconosciuto e misterioso che solo l’alchimia con lui poteva creare.
Mentre in quell’istante perfetto le loro labbra continuavano a cercarsi, capì perché si trovava lì, su quella terra, in quel mondo.
Perché c’era lui.
E lei era stata creata per lui…
 
Era come incontrare la primavera, come vedere i ciliegi in fiore, come il primo caldo sole di marzo.
Era un raggio di sole che rompeva il buio cupo di quel periodo e di quegli anni, che irrompeva nel buio cupo della sua vita e che riportava di nuovo la luce, la felicità.
Era solo un bacio...
Ma lui si rese conto del perché la sua vita era stata così finora.
Perché non c’era lei.
Era lei! Era lei a renderla perfetta!
Era la sua perfetta metà mela, l’unica con cui potesse combaciare.
 
Il tempo e lo spazio divennero infiniti.
Non seppero per quanto tempo le loro labbra si cercarono, ma era come se entrambi fossero assetati l’uno dell’altra.
E come se il fuoco e il ghiaccio potessero convivere, perfettamente, insieme.
Come se non avessero aspettato altro...
  
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