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Autore: _miky_    11/02/2014    5 recensioni
Sequel di “Ci sei stata sempre e solo tu”.
Sana e Akito dopo non poche difficoltà sono finalmente riusciti a dichiararsi e a trovare il loro giusto equilibrio.
Ma come in tutte le relazioni dovranno affrontare nuove sfide, nuove gelosie e nuovi problemi.
Riusciranno a rimanere uniti e a superare gli ostacoli che il futuro gli riserverà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 02 ● L’ENIGMA DELLA PASSIONE
 

Dlin DlonIntorno alle 18:00 Akito e Sana arrivarono a casa di quest’ultima.
“Ciao Sana! Buona sera Akito!” li invitò ad entrare la signora Shimura.
“Sera” affermò educatamente Hayama.
“Scusami Chiyo*! Ho dimenticato le chiavi stamattina. Caspita come sei elegante!” le disse appoggiando la borsa.
“Ti ringrazio. Rey ha detto che deve fare un annuncio importante. Ti conviene andare a prepararti!” le consigliò la signora.
“Già, sono così curiosa! Ora vado!” esclamò Sana correndo in camera.
Nel frattempo Akito si diresse in salotto per salutare la signora Kurata, Rey e la signorina Asako, anche loro molto eleganti.
La signora Misako inoltre non aveva perso l’occasione per mettere in mostra uno dei suoi stravaganti copricapo. Questa volta infatti indossava un cappello con dei tamburi, i quali lo scoiattolo Maro si divertiva a suonare.
“Maro, rullo di tamburi!” scherzò la signora Kurata curiosa di sapere la notizia.

Passata una buona mezz’ora Sana scese le scale ed esclamò sorridendo “Eccomi!”, ma la sua felicità fu contrastata quando vide che tutti i vassoi dell’aperitivo furono vuoti.
“Oh eccoti Sana!” affermarono in coro Rey e Asako.
“Ci-ciao…” rispose tristemente.
“Qualche problema Figliola?” domandò ironicamente la madre.
“Avete finito tutto quello proposto per l’aperitivo… Anch’io avevo fame!” si lamentò la ragazza.
“È stata la signora Kurata a suggerirci di finire tutto! Non voleva che fosse sprecato niente…” rispose Rey.
“Mamma! Lo sai che sono un’ottima forchetta!” esclamò Sana.
“Ovvio che lo so! Ma in un giorno solo sei riuscita ad essere in ritardo ben due volte di seguito! Inoltre se avessi avuto realmente fame saresti arrivata puntuale!” spiegò la madre.
Nel frattempo Akito stava gustandosi l’ultima pizzetta preparata dalla signora Shimura quando la sua ragazza gli chiese di lasciargli l’ultimo boccone. Peccato che non fece in tempo a completare la frase che il ragazzo aveva mandato già giù l'ultimo pezzo rimasto.
“Era tutto squisito!” si complimentò Akito.
“Questa me la pagherete! Succederà anche a voi di fare ritardo!” affermò Sana incrociando le braccia al petto.
“Impossibile!” commentò Akito.
“Come sarebbe a dire -impossibile-?” domandò Sana alzando gli occhi al cielo.
“Perché tu sei il ritardo in persona!” esclamò la madre.
“Ora fatte anche comunella?!” si lamentò la ragazza.
“A tavola!” urlò la signora Shimura.

La cena come al solito era ottima, la signora Shimura aveva un vero e proprio talento in cucina.
“Io e Rey vorremmo ringraziare la signora Misako per l’ospitalità di questa sera e la signora Chiyo per le prelibatezze preparate!” affermò sorridendo Asako.
Le due signore sorrisero e lasciarono continuare il discorso alla signorina Kurumi.
“Come per Rey, voi tutti siete stati come una seconda famiglia  per me da quando i miei genitori hanno deciso di trasferirsi da mia sorella… E così abbiamo pensato che era giusto che voi foste i primi a saperlo…” spiegò prendendo la mano di Rey.
“Stamattina ho chiesto la mano ad Asako e lei ha accettato!” concluse Rey sorridendo.
“Oh Rey è fantastico!” esclamò Sana andandolo ad abbracciare.
“Finalmente vi siete decisi!” affermò allegra Misako, mentre Maro suonava la sua trombetta.
Akito e la signora Shimura si complimentarono con entrambi.
“E quando avverranno le nozze? Dove festeggerete? Chissà quanti invitati ci saranno! Speriamo che i giornalisti non vengano a sapere niente, altrimenti addio privacy!” affermò a mitraglietta Sana.
“Sana calmati! Non abbiamo ancora deciso niente, però ci piacerebbe sposarci in primavera”  rispose Asako.
“Sei proprio figlia di tua madre!” rise Rey e poi le domandò se volesse fargli da testimone.
“Che domande! Certo, dopotutto quello che abbiamo passato insieme. Mi sarei offesa se l’avresti chiesto a qualcun’altra!” rispose Sana riabbracciandolo.
Tutti e sei presero in mano i loro calici e brindarono al matrimonio che presto sarebbe giunto.

***

Quella mattina stranamente Sana si svegliò puntuale, e di conseguenza non avvenne nessuna corsa per prepararsi e lavarsi. Poté gustarsi comodamente la sua colazione seduta al tavolo senza ingozzarsi come tutte le altre volte e passeggiare tranquillamente per arrivare all’università.
Diciamolo: un inizio giornata diverso dal solito!
“Chissà che faccia faranno le ragazze nel vedermi puntuale!” pensò mentre le aspettava fuori dall’ingresso.
Nell’attesa guardò molti giovani varcare la porta dell’istituto, c’erano tanti visi familiari ma anche moltissime facce mai notate prima.
In quel preciso momento le venne in mente l’incontro con Marco: sicuramente lui faceva parte delle persone che non aveva mai visto prima all’università.
“Chissà, magari oggi lo rincontrerò… Devo ancora ringraziarlo, i suoi consigli mi sono tornati utili e inoltre sono curiosa di sapere com’è andato il suo esame!” si disse fra sé e sé.
“Sana!” esclamò una voce a lei conosciuta.
“Ciao Fuka!” salutò la ragazza con un sorriso.
“Caspita come sei arrivata in anticipo oggi!” si complimentò l’amica.
“Sono andata a letto presto ieri sera!”  le spiegò.
“Guarda arrivano anche le altre!” indicò Fuka.
“Ciao ragazze!” si salutarono.
“Pronte ad affrontare il primo giorno di lezione?!” esclamò Hisae.
“Ovvio!” risposero le altre tre in coro.
“Forza entriamo allora!” disse Aya.

***

Akito quel giorno era molto agitato: nel pomeriggio avrebbe affrontato la sua prima lezione da insegnante di karate.
Sapeva di essere molto bravo in materia, ma sarebbe riuscito ad esprimere la sua passione a tutti quei bambini?
Sarebbe riuscito a coinvolgerli?
Sarebbe riuscito a farli capire quanto questo sport possa farti sentire vivo?
Sarebbe riuscito a mantenere la pazienza se qualcuno non lo avesse ascoltato?
Sarebbe riuscito a spiegare gli esercizi da eseguire?
Queste e tante altre domande continuavano a ronzargli in testa.
Sapeva benissimo di non essere bravo con le parole, e solo con una persona riusciva ad esprimere ciò che realmente provava.
Akito Hayama, forse per la prima volta, era veramente agitato.
Stufo di quelle continue preoccupazioni decise di infilarsi la tuta e di dirigersi al parco.
Correre era l’unica cosa che gli permetteva di distrarsi da tutti quei pensieri che non riusciva a liberarsi, forse perché correre era come fuggire.
Fuggire dai problemi.
Fuggire dalle preoccupazioni.
Fuggire ed entrare in un’altra atmosfera per essere liberi da tutto e da tutti.

In quella mattina di sole, il parco era frequentato dalle solite poche persone: c’erano alcuni anziani seduti sulle panchine che assaporavano l’aria fresca o che leggevano il giornale, tra lo scivolo e l’altalena si trovavano le solite madri impegnate a giocare con i propri figli e a divertirsi insieme a loro. Infine proprio come lui, c’era qualcuno che faceva jogging per tenersi in forma.
Dopo quasi quarantacinque minuti che correva a passo sostenuto, decise di tornare indietro. Non voleva fare tardi alla sua prima lezione.
Durante il tragitto di ritorno improvvisamente una ragazza dai capelli castani che come lui correva gli si avvicinò.
“Ciao!” lo salutò.
“Ci conosciamo?” le rispose con indifferenza continuando a correre.
“Ora si!” affermò sorridendogli.
Il ragazzo non gli rispose, ma continuarono a correre uno accanto all’altra fino a quando lei non aumentò il passo ed esclamò “Facciamo a chi arriva prima all’ingresso del parco?!”.
“Come vuoi!” le disse raggiungendola.
Akito odiava perdere, in particolar modo se l’avversaria era una femmina. Inoltre non era nella sua natura lasciare vincere facilmente qualcuno.
Man mano che si avvicinavano al traguardo il ragazzo si accorse di quanto fosse veloce quella ragazza appena conosciuta. Infatti anche se le era davanti, non era riuscito ancora a distanziarsi da lei.
Arrivati all’ingresso la ragazza riprendendo fiato si congratulò con il suo avversario per la vittoria e si sdraiò tra l’erba distrutta da quella gara.
“Corri da tanto?” le domandò Akito mentre cercava di recuperare fiato.
Certo aveva vinto, ma non era soddisfatto di sé stesso, poiché la ragazza dai lunghi capelli castani lo stava per battere. Per Akito questa era una motivazione in più per migliorare le sue capacità atletiche.
“Tutte le volte che riesco! Tu?” rispose la ragazza sedendosi.
“Tutte le volte che ne ho bisogno!” le confessò Akito bagnandosi il viso ad una fontanella lì di fianco.
“Allora adesso hai un altro motivo per venire a correre!” gli disse sorridendo.
“E quale sarebbe?”
“Battermi!” affermò con sicurezza mentre si rialzava.
“L’ho già fatto mi sembra!” esclamò il ragazzo con un ghigno.
“Non ne sarei così sicuro se fossi in te! Ora devo andare, ci rivedremo sicuramente uno di questi giorni!” lo salutò ripartendo a correre.
Akito la guardò andare via, poi anche lui ripartì per dirigersi verso a casa.

***

La palestra che aveva comprato Akito si trovava vicino al centro cittadino.
Era un edificio abbastanza ampio con grandi finestre e la stanza in cui avvenivano gli allenamenti poteva accogliere molti bambini. Anche lo spogliatoio era molto confortevole infatti conteneva alcuni armadietti dove poter depositare i propri accessori e indumenti.
La prima lezione andò meglio del previsto, infatti Sana era riuscita ad arrivare con soli cinque minuti di ritardo e cosa più importante a rimanere tranquilla per il resto della lezione.
Inizialmente Akito spiegò ai bambini l’arte del karate, ovvero l’autoperfezionamento che si intraprende attraverso questa disciplina.
Cercava di utilizzare parole semplici e chiare, in modo da non rendere il contenuto pesante e noioso.
Mentre spiegava, osservava attentamente ogni bambino in modo da potersi fare un’idea sugli alunni che avrebbe allenato. Alcuni ascoltavano attentamente, altri si confrontavano tra di loro e molti bambini invece fremevano dalla voglia di imparare nuove mosse, proprio come lui da piccolo.
Una volta esposto il programma, le regole e aver risposto ad alcune domande incominciarono il vero allenamento.
Iniziarono a riscaldarsi con un po’ di stretching eseguendo anche qualche flessione e addominale, dopodiché Akito mostrò alcune mosse di base molto semplici chiamate Kihon: una sequenza di calci e pugni.
Come prima lezione decise di non andarci troppo pesante perché, come ogni sport, sapeva che il corpo faceva un enorme fatica non essendo abituato ancora a determinati movimenti.
“So che all’inizio non saranno facili gli allenamenti, ma non dovete arrendervi. Dovete provare ad affrontare ogni situazione per riuscire a diventare sempre più bravi! Tutti noi maestri abbiamo iniziato dalle basi, proprio come voi ora” affermò Akito cercando di motivare le loro lamentele.

“Sei stato bravissimo” esclamò  Sana una volta che l’allenamento fu terminato.
“Anche tu non sei stata niente male” rispose asciugandosi il sudore sulla fronte.
“Io? Ma se non ho fatto niente… Sono stata seduta sul pavimento tranquilla…” affermò Sana non capendo.
“Appunto!” ghignò il ragazzo.
“Ehi! Te l’avevo promesso” disse colpendolo con un buffetto.
“È quasi ora di cena, ti accompagno a casa?” le domandò il ragazzo chiudendo la palestra.
“Ok, comunque ho una grande notizia da darti!” esclamò allegra la ragazza.
“Oh mamma…” affermò Akito terrorizzato da quest’ultima frase.
“Come sarebbe oh mamma?” si imbronciò Sana.
“Come siamo permalose oggi. Dai dimmi!” le disse accedendo la macchina.
“Oggi dopo il lavoro sono corsa qui da te ed ero come al solito tremendamente in ritardo perchè…” cominciò a raccontare la rossa.
“Strano!” commentò Akito.
“Non prendermi in giro! Stamattina a scuola sono arrivata addirittura in anticipo! Non so come ho fatto, ma ce l’ho fatta!” lo informò fulminandolo.
“Ma se stai facendo tutto da sola” si difese il ragazzo.
“Beh ma io mi descrivo in modo più carino!”
“Ok come vuoi” si arrese mentre entrarono nella via alberata che portava a casa di Sana.
“Stavo dicendo… Ero tremendamente in ritardo perché una mia collega mi stava raccontando di un corso di cucina che frequenta una sua carissima amica e così ho pensato di iscrivermi!” concluse Sana.
“Non invidio chi seguirà il corso con te, per non parlare dello Chef!” scherzò il ragazzo immaginandosi la situazione.
“Oh lo saprai tu stesso come reagiranno!” sorrise compiaciuta la ragazza.
“Perché?” domandò inarcando un sopraciglio.
“Semplice, ho iscritto pure te!” esclamò Sana.
“Stai scherzando?” domandò girandosi verso di lei e continuando “Io cucinare? Ok, va bene sapere preparare qualche piatto… Ma frequentare addirittura un corso di cucina… Non farmi ridere Kurata è roba da donne… Per femminucce!”.
“Non iniziare a fare il maschilista! Prova a pensarci… Non abbiamo nessuna passione in comune e con l’inizio delle lezioni all’università e il lavoro di entrambi non avremo più molto tempo per stare insieme… Almeno questo ci terrà uniti!” spiegò Sana prendendoli la mano.
“Sai che possiamo stare insieme quando vogliamo” affermò Akito osservando quei grandi occhi color nocciola.
“Beh sarà una nuova esperienza per tutti e due: io forse imparerò a non appiccare fuoco alla cucina e tu…” gli disse.
“E io?” domandò curioso.
“Forse imparerai a cucinare, che domande!” rispose Sana come se fosse una cosa ovvia.
“Togliamo il forse. Imparerò di sicuro a cucinare!” affermò convinto Hayama.
“Quindi?” le chiese Sana cercando di fare l’espressione più dolce che poteva, dopotutto era un’attrice.
“Ricordami di portare l’estintore” sbuffò Akito dopo un momento di silenzio.
Non era riuscito a dirle di no.
Sapeva che sarebbe stata una pazzia, che si sarebbe sicuramente pentito appena avrebbe messo piede in quella stanza e che avrebbero fatto moltissime figuracce ma… Come poteva risponderle di no? Era un suo desiderio e sapeva che frequentare quel corso insieme a lei, l’avrebbe resa felice.
“Grazie Amore! La prima lezione si terrà venerdì alle 20:00” rispose abbracciandolo e riempendolo di baci.
“Piano Kurata, mi stai strozzando!” le disse mentre le labbra di lei marcavano la sua guancia.
“Non vedo l’ora di iniziare!” esclamò contenta dopo avergli dato un ultimo dolce bacio a fior di labbra e scendendo dalla macchina.
“Kurata…” le disse richiamando la sua attenzione.
“Non è vero che non abbiamo nessuna passione in comune” affermò concedendole un suo raro sorriso per poi andarsene.
Sana guardò scomparire la macchina del suo ragazzo mentre si chiedeva cosa avesse voluto dire con quell’ultima frase.
“Che passione abbiamo in comune? Perché non mi viene in mente niente! Eppure… Dovrebbe essere così semplice capire a cosa si riferisse, perché sicuramente è uno dei pochi interessi che ci lega... Uffa! Ma perché è sempre così vago…” sbuffò Sana entrando in casa e salutando la sua famiglia.
Quella sera la ragazza si lasciò cullare tra le braccia di Morfeo cercando di trovare la chiave sull’enigma della passione.
 
* Chiyo_Nome della signora Shimura.
 
 
SPOILER:
“Stai aspettando un segno dal cielo?!” domandò una voce alle sue spalle.
La ragazza si voltò e vide sopra di lei Marco che le sorrideva con un ghigno.
“Spiritoso! Sto aspettando che smetta di piovere!” affermò sbuffando e rigirandosi verso il giardino.
“Appunto, stai aspettando un segno dal cielo!” esclamò il ragazzo sedendosi accanto a lei.
“Oggi non è proprio la mia giornata, quindi non arriverà nessun segnale…” rispose semplicemente Sana.





Ciao a tutte Ragazze!
Come state? Finalmente sono riuscita ad aggiornare!
In questi giorni ho avuto un po' di impegni e inoltre sto finendo di scrivere il sesto capitolo di questa FF!
Dunque... In questo secondo capitolo non si parla molto di Marco, se non quando la nostra Sana si domanda se oggi lo rincontrerà! La descrizione del ragazzo avverrà nei prossimi capitoli =)
Mentre Akito incontra una ragazza al parco durante la corsa... A quanto pare entrambi amano correre.
Inoltre si è tenuta la prima lezione di Akito e come ho scritto in questo capitolo è andata meglio del previsto ^.^
Per descrivere la lezione di karate mi sono basata leggendo qualcosa su internet, perchè sinceramente non me ne intendo... Quindi spero di non aver scritto qualche cavolata! Mi scuso in anticipo ^^'
In "Ci sei stata sempre e solo tu" avevo scritto nello spazio autrice o ad una risposta ad una recensione (non mi ricordo, scusate!) che l'argomento "cucina" sarebbe ritornato e infatti... *TA DA!* la nostra Sana ha deciso di iscriversi insieme ad Akito (povero! Non ne sapeva niente n.n) ad un corso di cucina! Vedremo che combineranno! E soprattutto se riusciranno ad andare d'accordo =P
Ad essere sincera questo capitolo non mi convince granché, forse perchè è un capitolo di passaggio e succedono poche cose importanti! Beh spero che possa piacervi comunque e soprattutto che non vi abbia deluso!
Ora devo scappare!
Se tutto va bene aggiornerò nel weekend! Come al solito ^.^
Ringrazio


Giuly sapientona 2000
piccolasognatrice91
daino
angel92
helloalic
emy89
Morea_90
MrsHoran__
vale_89


Per aver recensito ed aver inserito la FF tra le preferite e le seguite!
Ringrazio anche a chi legge soltanto e spero di leggere i vostri commenti!

Vi mando un grosso bacio ^.^

Miky










 
 
  
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