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Autore: Elly J    11/02/2014    3 recensioni
“L’aveva usata, solo usata. L’aveva plasmata, trasformata in una vera e propria macchina da guerra, un’assassina. Ma per chi uccideva? Per chi toglieva la vita? Uccideva per conto di quell’uomo che le aveva tolto la libertà, la felicità, il sorriso. Le aveva tolto tutto. Ma soprattutto le aveva tolto lui, il suo unico e vero amore, l’unico che l’avesse mai amata veramente. Senza di lui, cos’era lei? Cos’era diventata? Era diventata una spietata assassina, l’assassina. Ma non un’assassina qualunque. Era diventata fredda, calcolatrice, piena d’odio. Era stata addestrata per diventare l’assassina dei Templari. Era diventata una Templare.”
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Achille Davenport, Charles Lee, Connor Kenway, Haytham Kenway, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 - Nuove occupazioni

La casa di Prudence e Warren non distava molto, circa una quindicina di minuti a piedi, così Connor decise che non avrebbero preso i cavalli. Voleva parlare un po' con la nuova arrivata, per conoscerla un po' meglio. Achille aveva promesso che in quei giorni le avrebbe raccontato tutto su quella ragazza, ma per ora voleva conoscerla un po' da sé. In fondo era la cosa migliore.
Scarlet camminava di fianco a Connor, mantenendo una certa distanza. Ancora non riusciva a fidarsi di lui, non capiva perché nessuno volesse dirle per quale motivo doveva trattenersi in quel posto. L'anziano che le aveva parlato poco prima non le aveva fatto una buona impressione. Il modo in cui l'aveva fissata.. ne era certa, quel tizio conosceva qualcosa su di lei. Ma cosa? Magari qualcosa che lei sapeva già, ma non ne era per niente convinta. Le stava nascondendo qualcosa.
- Mi spiace che Achille sia stato un po' duro, prima. - la voce di Connor si insinuò nella testa della ragazza, stravolgendole tutti i pensieri. All'inizio non afferrò subito, ma dopo capii che Achille era l'anziano della tenuta, proprio colui a cui stava pensando in quel momento.
Scarlet non rispose. Quella situazione le stava procurando sentimenti confusi, tra i quali torreggiava anche un senso di fastidio. In realtà un po' si sentiva in colpa, in fondo quel ragazzo le aveva salvato la vita.. ma in ogni caso ora la stava trattenendo in un posto in cui lei non voleva stare.
Connor, vedendo che la ragazza non disse nulla, decise di non insistere. Però voleva farla parlare, in qualche modo. Era convinto che non le facesse bene che lei si tenesse tutto dentro e poi quella curiosità che lo attanagliava.. non sapeva esattamente perché ma anche lui voleva conoscere di più sul suo conto.
L'arietta di prima mattina che tirava dolcemente nel bosco era molto piacevole. A tratti portava aromi di muschio e pino, e in altri momenti si sentiva la fragranza dei fiori selvatici. Scarlet si guardò un po' in giro e rimase affascinata dalla bellezza che la circondava. Amava molto i boschi e ne aveva girati molti, ma lì era diverso. C'erano molti animaletti selvatici che sgattaiolavano qua e la e la luce del sole che trapassava dolcemente i rami degli alberi la accarezzava sul viso. Era una sensazione bellissima, provata pochissime volte. Quelle magnifiche sensazioni la rasserenarono un po' e qualche pensiero positivo iniziò ad invaderla. Forse ci sarebbe voluto solo un po' di tempo e tutto si sarebbe risolto. Lo sperava con tutto il cuore. Con la coda dell'occhio osservò Connor al suo fianco che camminava tranquillo. Continuava a ripetersi che quel ragazzo non poteva essere cattivo e ne era quasi certa. Forse avrebbe dovuto fidarsi di lui.
- L'anziano, quello che tu hai chiamato Achille.. - iniziò timidamente Scarlet - E' tuo padre?
Connor si girò verso di lei, quasi sorpreso nell'udire la sua voce.
- No, no, non lo è. Ma per me è come se lo fosse. - rispose poi.
- Capisco. - commentò Scarlet.
- Non è un uomo cattivo, te lo posso assicurare. Ti ripeto che mi dispiace per la sua durezza di poco fa, ma vedrai che a suo tempo ti spiegherà tutto. Te lo assicuro. - Connor le parlò con quella sua voce calma che infondeva sicurezza.
Scarlet si girò per qualche secondo verso di lui. - Va bene. - gli disse poi, tornando con lo sguardo davanti a sé.
Mancava poco alla casa di Prudence e Warren e Connor era convinto che avrebbero aiutato molto Scarlet. Erano due brave persone, estremamente generose e sempre pronte ad aiutare il prossimo. Si sarebbero trovati benissimo insieme e poi Scarlet avrebbe potuto aiutare Prudence con il piccolo. Dopo il parto la donna era rimasta un po' debole e Scarlet avrebbe potuto aiutarla con le faccende di casa, così si sarebbe anche tenuta occupata con qualcosa.
Finalmente la casa di Prudence e Warren fu visibile in lontananza, oltre il loro campo di grano. Connor accelerò il passo e Scarlet lo seguì a ruota.
- Warren e Prudence sono due brave persone, ti piaceranno vedrai. - disse Connor alla ragazza con un ampio sorriso. Lei si limitò ad annuire.
Man mano che si avvicinavano alla casa, Scarlet notò diversi attrezzi agricoli sparsi qua e la, oltre ai campi di verdure che si estendevano di fianco all'abitazione. Quelle persone erano sicuramente dei contadini.
Raggiunsero la porta d'ingresso, collocata sulla veranda, raggiungibile tramite piccola scalinata composta da tre gradini. Connor busso leggermente alla porta e attese qualche secondo. Dall'interno si udirono subito alcuni rumori e subito dopo la porta si aprì.
- Connor! Che piacere vederti! - una donna di colore accolse Connor con un bel sorriso. Era vestita molto sobriamente: una maglia bianca con le maniche alzate fino ai gomiti e una gonna azzurrina lunga sopra la quale c'era un grembiule da cucina. La donna teneva i capelli raccolti in una specie di bandana colorata che Scarlet notò subito.
- Salve Prudence, come stai? - salutò Connor gentilmente.
- Molto bene! Fortunatamente questa notte il piccolo Hunter ha dormito senza mai svegliarsi. La prima notte che accade! - rispose la donna con un altro sorriso.
- Ne sono molto felice, Prudence. Finalmente sei riuscita a riposarti un po'!
Prudence rise leggermente. - Decisamente! Ultimamente Norris non si voleva mai svegliare di notte, per cui dovevo alzarmi sempre io.. ah, che marito!
I due risero insieme e poi lo sguardo della donna si posò su Scarlet.
- Oh, abbiamo una nuova ospite! - esclamò gentilmente Prudence.
La ragazza alzò leggermente lo sguardo e fece un piccolo sorriso, notevolmente a disagio.
Connor si scostò leggermente e mise una mano sulla spalla di Scarlet. - Prudence, ti presento Scarlet. E' appena arrivata qui da Boston e rimarrà nella nostra comunità per un po'.
Prudence si sporse verso la ragazza e l'avvolse in un caloroso abbraccio. - Benvenuta, Scarlet. Ti troverai bene qui con noi, vedrai. E forse non vorrai nemmeno più andare via!
Scarlet rimase sorpresa da quel comportamento particolarmente affettuoso di Prudence, ritrovandosi completamente impreparata. Ci mise un po' a ricambiare l'abbraccio e quando lo fece non ne era molto convinta. Riuscì a mormorare un grazie e sorrise leggermente.
- Non vi ho nemmeno fatti entrare, che maleducata.. venite pure avanti! - Prudence si scostò di lato per permettere a Connor e Scarlet di passare, dopodiché chiuse la porta e precedette i due verso il salotto.
Scarlet si sentiva strana, l'abbraccio di Prudence l'aveva completamente spiazzata. In fondo quella donna non la conosceva, non sapeva nemmeno chi fosse.. eppure lei l'aveva accolta in casa sua come se fosse un'amica. Nessuno si era mai comportato così con lei.
- Accomodatevi pure ragazzi, io vado un attimo in cucina. - disse Prudence indicando un piccolo divanetto addossato alla parete. Poi scomparve dietro la volta che dava su un piccolo corridoio. Scarlet si sedette e, di fianco a lei, Connor. Prudence invece, tornò poco dopo con un vassoio che appoggiò su un tavolino poco distante dal divano e successivamente si sedette anche lei, di fronte ai due ospiti.
- Servitevi pure! E' un nuovo thè che ho acquistato a Boston alcune settimane fa. Invece i biscotti sono una mia specialità! - disse la donna facendo l'occhiolino quando nominò i suoi biscotti.
- Grazie, Prudence. - rispose Connor con un cenno.
La donna poi, spostò lo sguardo su Scarlet.
- Dunque, Scarlet, raccontami un po' di te. - le disse sorridendo.
Scarlet alzò leggermente lo sguardo. Non aveva fame, né tantomeno voglia di parlare. Cosa avrebbe dovuto dirle poi? Connor non le aveva detto se evitare il racconto dell'aggressione, anche se pensò lei stessa che era meglio non nominarlo.
- Ecco io.. - la ragazza tentennò alcuni secondi - sono una locandiera. Lavoro a Boston in una piccola locanda nel centro.
- Oh davvero? Da giovane lavorai anche io come locandiera. Bei tempi! - esclamò Prudence sorseggiando un po' di thè - Fu proprio lì che incontrai Warren, mio marito.
Scarlet fece un mezzo sorriso senza sapere cosa rispondere.
- E come mai ora ti sei trasferita qui? - le chiese poi la donna.
Scarlet aprì leggermente la bocca e rimase lì impalata per alcuni secondi. Cosa avrebbe dovuto dirle? Che un pazzo assassino la voleva rapire e che Connor l'aveva salvata?
- Ecco.. la.. la locanda dove lavoro.. - iniziò la ragazza cercando di prendere tempo.
- La locanda dove lavora ha deciso di chiudere per un po'. Il proprietario ha dei problemi personali da risolvere, così ha deciso che la locanda rimarrà chiusa per un po'. - Connor parlò con calma e decisione e infatti Prudence gli credette. Scarlet tirò un sospiro di sollievo.
- Ah, mi dispiace molto! Quindi stai cercando lavoro? - chiese la donna.
Connor si sistemò meglio sul divanetto e addentò un biscotto. - E' proprio per questo che l'ho portata da te, Prudence. So che ultimamente hai molto lavoro con il piccolo Hunter e anche Warren è occupato con i campi. Ho pensato che forse Scarlet avrebbe potuto darti una mano a svolgere alcuni compiti.
Un ampio sorriso si aprì sul volto di Prudence. - E' un'idea perfetta! Ultimamente mi ci vorrebbero giornate con più di ventiquattro ore vista la moltitudine di cose che ho da fare.. - disse la donna entusiasta. Poi guardò Scarlet. - Ti piacerebbe aiutarmi nelle faccende di casa, Scarlet? Pulire, tenere in ordine, magari fare da mangiare. Che ne pensi?
Scarlet guardò la donna. Ora come ora aveva ben altri programmi in testa, ma sapeva che non aveva altra scelta che accettare.
- Beh, sì.. ti aiuterò volentieri. - fu la sua risposta.
- Bene! - Prudence batté le mani, entusiasta. - Quando vorresti iniziare, Scarlet?
Qui, puntualmente, intervenne Connor. - Se per te va bene inizierà fra un paio di giorni.
Prudence annuì. - Certo, per me va benissimo. Quindi ci vediamo mercoledì, Scarlet?
- Sì, certo. - rispose la ragazza annuendo.
- Benissimo!
Prudence era felicissima, Scarlet un po' meno.
  
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